Clima, l’annuncio di Draghi: Youth4Climate sarà annuale

Lo ha ricordato anche nell’ultima conferenza stampa, per Mario Draghi la lotta ai cambiamenti climatici è fondamentale. Il presidente del Consiglio, a New York per la 77esima Assemblea generale delle Nazioni Unite, lo ribadisce anche nel suo intervento alla sessione di apertura dello ‘Youth4Climate: Powering Action’, accanto al suo ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Anzi, fa di più e dà una notizia importante per il nostro Paese: “Sulla scia del successo dello scorso anno, abbiamo deciso di rendere l’incontro un evento annuale, in stretta collaborazione con le Nazioni Unite. Sono orgoglioso di annunciare che l’Italia sarà co-leader dell’hub d’azione globale Youth4Climate, in collaborazione con il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite“.

Il premier, che a margine dell’Assemblea Onu incontra il presidente del Consiglio presidenziale dello Stato di Libia, Mohammed Yunis Ahmed Al-Menfi, il presidente svizzero Ignazio Cassis e il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, si rivolge direttamente ai giovani in sala, legge il foglio con il suo discorso limato nei dettagli, poi però prende il microfono e parla scostandosi dal podio. “Sono pienamente consapevole delle vostre aspettative e della vostra grande fame di cambiamento. Entrambe sono estremamente gradite: dobbiamo fare meglio, più velocemente“. Nella sua esperienza a Palazzo Chigi, seppur caratterizzata dagli interventi per programmare il post-pandemia e mettere le basi del Pnrr, ha comunque voluto dare spazio all’ambiente. Con le semplificazioni sulle rinnovabili, ma anche avviando un lavoro di diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico, non dettata solo dalla crisi che sta mordendo la carne viva degli italiani. “Contiamo su di voi per aiutarci a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile e ad attuare gli Accordi di Parigi – continua Draghi, rivolgendosi alla platea -. Il vostro legame con le comunità, la vostra capacità di trovare soluzioni innovative, la vostra determinazione a costruire società più sostenibili sono necessari oggi più che mai“.

Da questi concetti nasce la decisione di rendere ‘strutturale’ l’appuntamento dello ‘Youth4Climate’. Ricordando che “durante l’evento dello scorso anno, a Milano, più di 400 giovani, uomini e donne, provenienti da tutto il mondo si sono riuniti per lavorare con i responsabili politici e discutere su come affrontare al meglio il cambiamento climatico“. Quell’incontro – continua il capo del governo – “ha posto i giovani al centro del dibattito e in una posizione forte per plasmare le discussioni alla Cop26“, contribuendo “a incanalare il sostegno all’impegno dei giovani a livello locale, nazionale e internazionale“. Questo è motivo di vanto per il Paese: “Sono estremamente orgoglioso della leadership italiana in questa iniziativa“, sottolinea Draghi. Che conclude il suo intervento con una frase non di circostanza: “Siamo ansiosi di ascoltare le vostre idee e i vostri progetti: auguro a tutti voi un evento di successo“. L’Italia c’è, dunque. E ci sarà anche dopo la fine della campagna elettorale.

Fridays for future FFf

Crisi climatica assente da dibattito politico: FFF lancia sciopero

Dopo continue marce e incontri con i rappresentanti politici, il Fridays For Future si mobilita in vista delle elezioni politiche e lancia lo Sciopero Globale per il Clima per il 23 settembre, a due giorni dall’appuntamento alle urne.

Dopo quattro, le persone si stanno svegliando, ma i responsabili politici sono ancora fermi”, lamenta Alice Quattrocchi, attivista catanese. “La crisi climatica è assente dal dibattito – spiega -. Più noi parliamo di clima, più i principali partiti sembrano fare a gara per prenderci in giro con belle parole a favore dell’ambiente, senza nessun piano completo, ma anzi chiedendo nuovi rigassificatori o altre misure che accelerano la catastrofe climatica”.

Le persone più colpite dalle conseguenze della crisi climatica vengono ancora “messe a tacere“, denunciano gli attivisti. Parlano delle persone migranti, “strumentalizzate o trattate come feccia“, dei lavoratori, “premiati prima e subito dopo sacrificati sull’altare della crisi infinita, come se accettare salari più bassi e lavoro precario fosse un loro dovere“.

Nel frattempo, tuonano, “chi è al potere sembra ancora dedicare tutto il proprio tempo a distrarre, ritardare e negare i cambiamenti necessari che ci attendono“. Le emissioni di CO2 non si riducono, ma continuano ad aumentare. Il mondo continua a espandere le infrastrutture per i combustibili fossili e a versare denaro “solo a favore di poche aziende e nel nome dei loro extraprofitti“.

Abbiamo un estremo bisogno di un piano di giustizia climatica e sociale che metta prima le persone e dopo il profitto: appunto, #PeopleNotProfit, continua Agnese Casadei. “Stiamo ancora correndo nella direzione sbagliata. La strada da percorrere è davvero lunga, ma siamo qui e non abbiamo intenzione di fare alcun passo indietro“.

Per le elezioni politiche, Fridays For Future Italia ha raccolto nell’Agenda climatica un insieme di proposte che dovrebbero essere incluse in ogni programma e considerate da ogni candidato per affrontare l’emergenza: “In questi giorni stiamo incontrando candidate e candidati e chiediamo loro che la crisi climatica venga affrontata a partire dall’energia e dai trasporti, che si parli di edilizia, lavoro, povertà energetica e acqua“. Cinque proposte e dieci richieste: “Sappiamo che il solo voto non è sufficiente per vedere questo cambiamento realizzato: serve alzare la voce e battersi per il cambiamento”.

Allo sciopero ha aderito Flc Cgil, invitata, insieme a tutte le associazioni, i sindacati e i movimenti a partecipare attivamente in ogni città: “Vogliamo dare un consiglio per i prossimi dibattiti: parlate con noi, non litigate tra voi – è l’appello di Fff ai leader politici -. Il punto sono i cittadini“.

Nada Al-Nashif

Allarme Onu su ritorno a combustibili fossili: “Crisi climatica irreversibile”

Limitare l’impatto dell’attuale crisi energetica sul pianeta. È quanto si è ripromessa di fare l’Onu, esortando gli Stati europei a evitare un ritorno all’utilizzo dei combustibili fossili per far fronte al caro-bollette. “Mentre i prezzi dell’energia salgono, minacciando di colpire i più vulnerabili con l’avvicinarsi dell’inverno, alcuni Stati membri dell’Ue si stanno rivolgendo a investimenti in infrastrutture e fornitura di combustibili fossili. Sebbene questo impulso sia comprensibile, esorto l’Ue e i suoi Stati membri a considerare le conseguenze a lungo termine della costruzione di infrastrutture per i combustibili fossili“, ha dichiarato l’Alto Commissario ad interim, Nada Al-Nashif, nel suo discorso di apertura alla 51esima sessione del Consiglio per i diritti umani, invitando gli Stati europei ad accelerare lo sviluppo di progetti di efficienza energetica e di energie rinnovabili. “Non c’è spazio per tornare indietro di fronte all’attuale crisi climatica“, ha ricordato loro.

Il 28 luglio scorso l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che riconosce il diritto degli esseri umani a un ambiente pulito, sano e sostenibile. Il voto ha fatto seguito all’adozione nel 2021 da parte del Consiglio dei diritti umani di una risoluzione per il riconoscimento universale del diritto umano a un ambiente sano.

L’Europa è duramente colpita dall’aumento dei prezzi mondiali dell’energia. Alimentata prima dalla ripresa post-covid, ora è la guerra in Ucraina a far temere carenze con la graduale cessazione delle consegne di gas russo. Nel 2021, circa il 40% delle importazioni di gas dell’Ue proveniva dalla Russia: ora rappresentano il 9%. In vista dell’inverno, alcuni paesi, tra cui la Germania, hanno annunciato un maggiore utilizzo del carbone. Se il cancelliere Olaf Scholz ha assicurato di non rinunciare al suo obiettivo di abbandonare questo tipo di energia inquinante nel 2030, e ha escluso “una rinascita dei combustibili fossili, in particolare del carbone“, tuttavia il suo utilizzo sembra più che mai un’alternativa necessaria per riscaldare le popolazioni europee. La neo premier britannica, Liz Truss, ha infatti annunciato una revisione della politica ‘green’ attuata dal predecessore Boris Johnson: nel maxi piano per contenere il forte aumento delle bollette e del costo della vita la prima ministra ha previsto anche la riapertura di centrali a carbone e la fine del divieto di fracking (la modalità di estrazione del gas dal sottosuolo). Non solo. Ha anche annunciato che il piano di emissioni zero entro il 2050 sarà rivalutato in linea con gli obiettivi energetici e di crescita.

Rivalutato anche il nucleare: sempre Berlino ha deciso di ‘congelare’ il progetto di chiusura degli ultimi impianti nucleari ancora in funzione, mettendo in standby due dei tre reattori. Almeno fino alla primavera, come si è trovato costretto ad accettare il ministro ‘verde’ all’Economia Robert Habeck, in modo che possano essere disponibili come riserve all’occorrenza.

caldo

Arriva l’estate dell’anticiclone Bacco: ma da venerdì si entra nell’autunno

Nei prossimi giorni l’anticiclone africano e quello delle Azzorre saranno i responsabili di due importanti cambiamenti del tempo sull’Italia. Dopo la fase spiccatamente instabile che fino a domenica è stata caratterizzata da improvvisi e talvolta non previsti temporali anche molto forti al Centro-Nord, ora la scena meteorologica italiana sarà di nuovo comandata dall’anticiclone africano che è chiamato Bacco.

Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito www.iLMeteo.it comunica che almeno fino a mercoledì 14 l’anticiclone Bacco proteggerà gran parte delle regioni, garantendo giornate ampiamente soleggiate e temperature in graduale aumento. I valori massimi torneranno a toccare punte superiori ai 30°C al Centro-Nord e nuovamente fino a 37-38°C al Sud (a partire da martedì) dapprima in Sardegna, poi su Sicilia, Calabria e Puglia.

Giovedì 15, mentre una perturbazione sospinta da venti meridionali colpirà Alpi, Prealpi e soprattutto Toscana e Umbria, l’alta pressione delle Azzorre dall’oceano Atlantico inizierà a innalzarsi verso il Polo Nord. Questo suo movimento richiamerà aria fredda che velocemente dalla Scandinavia raggiungerà l’Italia.

Da venerdì e nel weekend 17-18 settembre l’aria artica farà il suo ingresso dalla Porta della Bora (Alpi Giulie) provocando non solo un intenso peggioramento del tempo dal Nordest verso le regioni adriatiche centrali, ma anche un drastico calo delle temperature, dapprima al Settentrione poi anche sul resto d’Italia. Si passerà così dall’estate all’autunno in poco tempo.

temporale

Tornano forti temporali con rischio grandine: sole nel week-end

Il meteo divide l’Europa: il settore nord-occidentale è colpito da giorni dal ciclone Peggy, mentre in Italia si vive una coda dell’estate con 37-38°C al sud e 33°C anche sulla Capitale; sull’Europa orientale invece sembra di essere già a novembre con massime di 10°C a Mosca e anomalie di -8/-9°C rispetto al clima del periodo, dalla Polonia all’Ucraina.
In questo contesto, il meteo italiano dei prossimi giorni sarà governato dalla ‘decisione pigra’ del ciclone irlandese (Peggy) di spostarsi verso Est: dopo quasi una settimana il minimo di bassa pressione muoverà molto lentamente verso la Danimarca, seguendo l’abbassamento della Corrente a Getto fino alle regioni alpine. La Corrente a Getto, cioè il vento a circa 10.000 metri di quota, favorirà dunque un sensibile peggioramento sul Nord Italia con temporali e rischio grandine. Avremo anche un’intensificazione del vento al suolo in particolare tra Liguria, Toscana e regioni appenniniche tra giovedì sera e venerdì. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma il passaggio di un sistema perturbato sul Nord Italia che marginalmente porterà un rapido peggioramento anche al Centro e, a luoghi, al Sud.

In sintesi, l’abbassamento di latitudine della Corrente a Getto ed il transito del Ciclone Peggy sul Nord Europa muoveranno la situazione meteo sul nostro Paese: sono attesi nelle prossime ore dei rovesci su Alpi e Prealpi in locale discesa verso le pianure adiacenti, il passaggio del fronte nella giornata di giovedì con temporali al Centro-Nord in spostamento da Ovest verso Est e vento a tratti teso; seguirà un graduale miglioramento da venerdì ma con una ventilazione occidentale a tratti ancora sostenuta.

E come sarà il weekend? Al momento la previsione indica un fine settimana in prevalenza soleggiato; ma come abbiamo visto, in questi ultimi giorni in alcune zone, anche il nostro Paese sta vivendo un mese di settembre tipico di una mezza stagione (cioè di una stagione di mezzo tra estate ed autunno): mezza stagione significa che all’improvviso potremo trovarci sotto un temporale sia sabato che domenica, ma come dice la parola stessa si tratterà di un fenomeno ‘temporale’, di breve durata. Il caldo all’estremo Sud invece non sarà temporale, sta durando da giorni e potrebbe vedere una nuova ed ulteriore intensificazione africana dalla prossima settimana: all’estremo Sud non sono arrivate ancora le mezze stagioni.

La Norvegia si candida a ‘cimitero’ della CO2 europea

Sulle coste ghiacciate del Mare del Nord, un ‘cimitero’ in costruzione sta suscitando le speranze degli esperti di clima: presto il sito ospiterà una piccola parte della CO2 emessa dall’industria europea, evitando così che finisca nell’atmosfera. Considerata a lungo una soluzione tecnicamente complicata e costosa di utilità marginale, la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) è ora in voga in un pianeta che sta lottando per ridurre le proprie emissioni nonostante l’emergenza climatica.

Nella città di Øygarden, su un’isola vicino a Bergen (Norvegia occidentale), un terminale attualmente in costruzione riceverà tra qualche anno tonnellate di CO2 liquefatta, che verrà trasportata dal Vecchio Continente via nave dopo essere stata catturata alla fine delle ciminiere delle fabbriche. Da lì, il carbonio sarà iniettato tramite una conduttura in cavità geologiche a 2.600 metri di profondità. L’ambizione è che rimanga lì a tempo indeterminato.

Si tratta della “prima infrastruttura di trasporto e stoccaggio ad accesso libero al mondo, che consente a qualsiasi emettitore che abbia catturato le proprie emissioni di CO2 di prenderle in carico, trasportarle e stoccarle in modo permanente e in totale sicurezza“, sottolinea il direttore del progetto Sverre Overå. In quanto maggior produttore di idrocarburi dell’Europa occidentale, si ritiene che la Norvegia abbia anche il maggior potenziale di stoccaggio di CO2 del continente, in particolare nei suoi giacimenti petroliferi esauriti.

ACCORDI COMMERCIALI

Il terminal Øygarden fa parte del piano ‘Langskip’, il nome norvegese delle navi vichinghe. Oslo ha finanziato l’80% dell’infrastruttura mettendo sul piatto 1,7 miliardi di euro per sviluppare la CCS nel Paese. Due siti nella regione di Oslo, un cementificio e un impianto di termovalorizzazione, dovrebbero infine inviarvi la loro CO2. Ma la particolarità del progetto sta nel suo aspetto commerciale, in quanto offre anche agli industriali stranieri la possibilità di inviare la propria anidride carbonica. A tal fine, i giganti dell’energia Equinor, TotalEnergies e Shell hanno creato una partnership, denominata Northern Lights, che sarà il primo servizio di trasporto e stoccaggio transfrontaliero di CO2 al mondo quando entrerà in funzione nel 2024. Negli ultimi giorni sono state raggiunte due importanti pietre miliari per la CCS in Norvegia. Lunedì scorso, i partner dell’aurora boreale hanno annunciato un primo accordo commerciale transfrontaliero che prevede il trasporto e il sequestro di 800.000 tonnellate di CO2 catturate nell’impianto olandese del produttore di fertilizzanti Yara, a partire dal 2025, tramite speciali imbarcazioni. Il giorno successivo, Equinor ha presentato un progetto con la tedesca Wintershall Dea per la costruzione di un gasdotto di 900 chilometri per il trasporto di CO2 dalla Germania alla Norvegia per lo stoccaggio. Un progetto simile con il Belgio è già in cantiere.

NESSUNA SOLUZIONE MIRACOLOSA

Tuttavia, la CCS non è una soluzione miracolosa al riscaldamento globale. Nella sua prima fase, Northern Lights sarà in grado di trattare 1,5 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, una capacità che sarà poi aumentata a 5-6 milioni di tonnellate. A titolo di confronto, l’Unione Europea ha emesso 3,7 miliardi di tonnellate di gas serra nel 2020, secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente. Ma sia il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) che l’Agenzia internazionale dell’energia ritengono che questo strumento sia necessario per contenere l’aumento della temperatura. Gli ambientalisti non sono unanimi nel sostenere la tecnologia. Alcuni temono che venga utilizzato come motivo per prolungare lo sfruttamento dei combustibili fossili, che distolga investimenti preziosi dalle energie rinnovabili o che si verifichino perdite. “Siamo sempre stati contrari alla CCS, ma la mancanza di azioni sulla crisi climatica rende sempre più difficile mantenere questa posizione“, afferma Halvard Raavand, rappresentante di Greenpeace Norvegia. “Il denaro pubblico sarebbe meglio investito in soluzioni che sappiamo essere efficaci e che potrebbero anche ridurre le bollette per le persone normali, come l’isolamento delle case o i pannelli solari“, spiega.

tempesta

Tempeste causate da riscaldamento globale: “Un colpo di frusta meteorologico”

Le tempeste che si sono abbattute sugli Stati Uniti e in altre parti del mondo questa estate sono un chiaro segnale del riscaldamento globale. La scienza concorda: il cambiamento climatico sta avendo effetti devastanti su tutto il pianeta e questi fenomeni meteorologici, un tempo raro, ora stanno diventando più intensi e frequenti, con effetti potenzialmente devastanti. Gli Usa stanno pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane: almeno 40 persone sono smorte a luglio in Kentucky, Illinois, Texas e Missouri, a causa delle tempeste arrivate in un periodo di estrema siccità. Il suolo, troppo secco, non è più in grado di assorbire l’acqua. Durante uno di questi episodi sono caduti più di 300 millimetri di pioggia, evento che, secondo i modelli statistici, si verifica solo una volta ogni mille anni. “È come un colpo di frusta meteorologico“, spiega Peter Gleick, co-fondatore del Pacific Institute, una ong specializzata nello studio dell’acqua. E ciò è dovuto ad “un’intensificazione del ciclo idrologico globale“, conseguenza del riscaldamento globale.

Da anni gli scienziati da anni avvertono dell’impatto dell’innalzamento della temperatura del pianeta causato in particolare dall’uso di combustibili fossili e dall’emissione di gas serra, le cui conseguenze ora sono chiare. Gli effetti del cambiamento climatico stanno infatti diventando molto concreti: i luoghi asciutti sono ancora più asciutti, i luoghi umidi ancora più umidi. “Il punto in comune tra queste forti precipitazioni e altri fenomeni eccezionali dello stesso tipo è un cocktail di ingredienti molto preciso“, necessario per il loro innesco, sottolinea David Novak, che dirige l’ufficio previsioni del tempo all’interno dei Servizi meteorologici americani (NWS). “Servono umidità e instabilità nell’atmosfera. E poi un innesco per la formazione della tempesta“, spiega.

Le tempeste ovviamente non sono rare in Texas o nell’Illinois in estate, ma la loro intensità legata all’altissima pressione atmosferica è la diretta conseguenza del riscaldamento del pianeta. “Più l’aria è calda – dice il meteorologo – più sarà maggiormente umida. E più c’è umidità più è facile che si formino le tempeste“. Secondo la formula di Clausius-Clapeyron, un aumento della temperatura di 1 grado Celsius è associato a un aumento di circa il 7% dell’umidità nell’atmosfera. Questo, dice Novak, è ciò che capovolge i modelli statistici delle previsioni meteorologiche e spiega perché quello che una volta era un fenomeno raro ora è più frequente, come le cinque tempeste che hanno colpito gli Stati Uniti quest’estate. tempeste che, prima dell’era industriale, avevano una probabilità dello 0,1% di formarsi, il che significa che in media si verificavano solo ogni mille anni. Ma questa percentuale aumenta drammaticamente in un contesto di riscaldamento globale.

(Photo credits: Valery HACHE / AFP)

Fridays for Future

Fridays for future Italia lancia sfida ai partiti: “Ecco la nostra Agenda”

Il piano che abbiamo scritto è la risposta a chi ci chiede cosa vogliamo dalla politica, e a chi si chiede se i partiti facciano sul serio“, perchè “gli impegni climatici presenti nei programmi elettorali sono molto spesso generici, insufficienti rispetto agli obiettivi delineati dalla comunità scientifica, se non addirittura dannosi e retrogradi“. Il movimento Fridays for future lancia con queste parole la propria ‘Agenda climatica’ e al contempo una sfida a tutti i partiti in corsa alle prossime elezioni. “Non esiste un pianeta B” è il claim che dal 2018 accompagna le proteste del movimento in tutto il mondo. Spulciando i programmi elettorali, la sezione italiana ha deciso di alzare la voce per chiedere ai futuri governanti ciò che Greta Thunberg esprime dalle prime grandi manifestazioni di ‘sciopero scolastico per il clima’.

Fridays for future Italia non smentisce nemmeno l’ormai proverbiale scetticismo della giovane ambientalista svedese. “Tutte le principali forze politiche hanno reso pubblico il proprio programma, e la maggior parte ha scelto di inserire al suo interno anche misure riguardanti il cambiamento climatico, talvolta addirittura citando l’ambiente tra le proprie priorità – spiega il movimento – ma la mancanza di un piano complessivo in cui gli interventi si inseriscano è pressoché evidente. Più che puntare ad affrontare una minaccia planetaria, l’impressione è che i partiti stiano solo cercando di accaparrarsi il favore di quegli elettori preoccupati che, come noi, chiedono azioni per contrastare il collasso climatico ed ecosistemico“.

PARTECIPAZIONE E RAPPRESENTANZA

Ecco allora che, come spiega Mathias Mancin, uno dei portavoce di Fridays for Future Italia, “il piano che abbiamo scritto è la risposta a chi ci chiede cosa vogliamo dalla politica“. Cinque temi di cui la politica “non può non parlare, 10 richieste che non possono mancare – a prescindere dal colore politico – in un programma che pretenda di affrontare la crisi climatica e di aiutare le categorie più svantaggiate”, afferma Mancin, sottolineando che le proposte hanno come filo conduttore “la partecipazione” e “la rappresentanza“, “valori sacrificati in questa campagna elettorale lampo, con le esigenze delle fasce più in difficoltà a causa della crisi energetica sostanzialmente ignorate da ogni parte politica, e gli elettori spesso indecisi o determinati ad astenersi, perché chiamati solo a porre una crocetta, senza aver avuto alcuna voce in capitolo sulle proposte dei partiti tra cui devono scegliere“.

LE PROPOSTE

Partendo dall’energia, c’è la proposta di istituire una comunità energetica rinnovabile per ogni comune italiano (“Una misura che da sola coprirebbe la metà dei consumi elettrici, abbatterebbe il prezzo delle bollette e coinvolgerebbe direttamente i cittadini nella produzione della propria energia“, spiega Mancini). Si parla poi di trasporti pubblici gratuiti e investimenti sulla rete ferroviaria italiana, per rendere gli spostamenti accessibili a tutti, nonostante l’aumento del prezzo dei carburanti.

L’Agenda Fridays for future considera anche l’efficientamento energetico di scuole e case popolari, sempre con l’obiettivo di ridurre consumi, emissioni e bollette, alla riduzione dell’orario di lavoro – (“Mantenendo invariati gli stipendi e per liberare tempo nella vita delle persone, abbattere la disoccupazione e prepararci ad una società in cui produrre meno non vuol dire lasciare qualcuno per strada“). E ancora: si propone la rimunicipalizzazione dell’acqua e all’uso degli utili per riparare “le drammatiche perdite della nostra rete idrica“, mitigando così i danni che la siccità può infliggere agli agricoltori e ai cittadini. Il portavoce italiano del movimento ambientalista ribadisce anche che “ogni singola misura presenta le necessarie coperture finanziarie, a dimostrazione che la volontà politica, non la mancanza di denaro, è la principale causa dell’inazione climatica“.

“ASCOLTATECI”

Gli fa eco la collega portavoce di FFF Italia, Agnese Casadei, che rincara la dose: “I partiti pretendono il nostro voto, ma non ascoltano la nostra voce. Non siamo disposti a scegliere tra pacchetti di proposte già pronti che qualcuno ha messo insieme per noi. Vogliamo partecipare a costruire quelle proposte, perché così funziona una democrazia. Come noi, milioni di italiane e di italiani rimangono inascoltati, di volta in volta ignorati o rabboniti con proposte di facciata“. Casadei sottolinea che “le misure che lanciamo oggi vanno incontro alle esigenze di quelle persone e, assieme, pongono le basi per una vera partecipazione democratica. Sono proposte minime, ma irrinunciabili per chi si proponga di costruire l’Italia del futuro”.

maltempo

Estate in crisi: atteso duplice attacco temporalesco

Estate in crisi, duplice attacco alla voglia di vacanze; arrivano temporali e grandine, ma non è tutto finito. Un ciclone dai Balcani sta spingendo aria instabile verso il meridione e parte delle regioni centrali con temporali anche intensi, durante il weekend si aprirà la porta atlantica e dalla Francia potrebbero arrivare piogge e temporali soprattutto verso il Nord.

L’estate caldissima, anomala, iniziata in anticipo a maggio, sembra aver perso il fiato, tanto da non avere più energia per portare il caldo africano e il sole verso l’Italia. I temporali saranno dunque sempre più frequenti, ma non è tutto finito: la prossima settimana potrebbe essere decisamente migliore, gradevole e soleggiata da Nord a Sud.

Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, indica la possibilità ancora di forti temporali al Sud nelle prossime ore, a causa del mare molto caldo, fino a 27/28°C e della convergenza dei venti, soprattutto intorno allo Stretto di Messina e alla Sicilia settentrionale. Anche in Calabria possibili nubifragi, fino alla Basilicata meridionale, il Metaponto. Al Centro insisterà un certa instabilità su Abruzzo, Molise e Basso Lazio, altri acquazzoni non si escludono tra Puglia e Campania mentre al Nord e sul resto del Centro il tempo sarà ottimo, seppur via via più caldo durante il giorno. Al mattino, ormai ci sono temperature settembrine.

Al Sud sono previsti temporali intensi tra Calabria e Sicilia orientale per la presenza di un ciclone sui Balcani meridionali che si sposterà lentamente verso la Grecia. Da domani i rovesci saranno meno diffusi e più concentrati a ridosso delle montagne, mentre il weekend vedrà un miglioramento al Sud. Tutto l’opposto per il Nord dove in queste ore stiamo vivendo una fase estiva molto gradevole con temperature massime sui 30°C e minime localmente inferiori ai 15°C.

Ma, come detto, ci sarà il mini-ribaltone nel weekend: dove adesso è brutto migliorerà, dove adesso è bello peggiorerà.

Mauro Petriccione

Bruxelles saluta Mauro Petriccione, direttore generale della DG Clima

Da Ursula von der Leyen a Enrico Letta. Da Bruxelles a Roma le figure politiche legate all’Unione europea si stringono virtualmente per esprimere cordoglio per la morte di Mauro Petriccione, dal 2018 alla guida del dipartimento per l’azione climatica (DG CLIMA) della Commissione europea, scomparso lunedì all’età di 65 anni presso l’ospedale di Amburgo, in Germania, dopo un breve ricovero. Un amico, un collega, un fautore del progetto di transizione ‘verde’ che Bruxelles porta avanti attraverso il suo Green Deal a cui Petriccione contribuiva nel quotidiano in qualità di direttore generale della DG clima.

Mauro era un caro e rispettato collega. Il suo lavoro gli è valso rispetto e amicizie in Europa e oltre”, lo ha ricordato la presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen esprimendo vicinanza alla sua famiglia e ai suoi amici in questi tempi tristi. “Scioccato e profondamente addolorato” si definisce il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, che insieme a Petriccione è responsabile per le politiche del Green Deal. “La sua gentilezza, cordialità, umorismo e professionalità mancheranno a tutti noi che abbiamo avuto il privilegio di conoscerlo”.

Petriccione si era laureato in legge all’Università di Bari nel 1982 e ha iniziato a lavorare presso la Commissione europea nel 1987, responsabile in un primo tempo dell’area del Commercio (Trade) dell’esecutivo comunitario dal 2004 al 2018, passando poi all’area del Clima. E così lo ricordano sia a Roma che a Bruxelles, come un fermo sostenitore della transizione climatica che stava guidando insieme alla Commissione europea. Durante la pandemia Covid-19 e la crisi economica che ne scaturì, a Bruxelles ha ricordato sempre l’importanza di non cedere alla tentazione di “fermare tutte le innovazioni” nel campo della transizione ecologica “e tornare indietro”, sottolineava due anni fa in un intervento nell’ambito di ‘How Can We Govern Europe’, l’evento promosso da Eunews per un dibattito più consapevole sull’Europa. Sostenitore del Green Deal come strategia di crescita sostenibile per il futuro dell’Europa.

Da Roma il sottosegretario agli affari europei Enzo Amendola lo ricorda al centro della rivoluzione economica e sociale del Green Deal europeo e di negoziati complessi sul pacchetto ‘Fit for 55′ che hanno trovato una soluzione lo scorso giugno durante la Presidenza francese del Consiglio UE”. “Ricordo la sua competenza, l’umanità lo spirito di squadra e sono vicino ai suoi cari“, fa eco anche il commissario europeo all’economia, Paolo Gentiloni. Un “grande italiano e un grande europeista“, il saluto del segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, commentando la scomparsa del direttore generale in un tweet, ricordandolo come un “infaticabile lavoratore della costruzione comunitaria e in anni protagonista degli avanzamenti in materia di lotta al cambiamento climatico“.