gazprom

Emergenza gas, più che i prezzi ora contano i flussi

Il prezzo del gas torna a salire e a far paura. Dopo una settimana di forti ribassi, intorno alle 18 di ieri il prezzo del future con consegna ad ottobre è salito del 15% a 248 euro/MWh alla piazza finanziaria di Amsterdam. Motivo? Gazprom ha comunicato che finché resteranno le sanzioni, la fornitura attraverso North Stream sarà interrotta. Altro che tre giorni di stop per manutenzione straordinaria. La decisione di Mosca, visto l’atteggiamento della Ue e degli Usa, è dunque a tempo indeterminato. Per cui tutti gli stanziamenti decisi in queste ore dalla Germania e dai Paesi del Nord Europa (solo Berlino ha messo sul tavolo un assegno da 65 miliardi per soccorrere famiglie e imprese) sembrano superati, non tanto dal prezzo, dato che gli Stati possono comunque fare tutto il debito che vogliono, quanto dai flussi. In altre parole: ci sarà gas a sufficienza per garantire un inverno normale all’Europa?

La Ue aveva fissato dei target di riempimento degli stoccaggi, un obiettivo facilmente raggiungibile in presenza di gas. Ma se la materia prima non c’è, come fai a coprirti dai rigori del freddo? Il Paese più penalizzato in assoluto dalle manovre decise al Cremlino è la Germania, locomotiva della Ue e colpevole – a detta dell’entourage di Putin – di aver fatto pagare 10 miliardi a Gazprom per realizzare il North Stream 2 per poi decidere dieci mesi fa di non volerlo più utilizzare. La Germania riceve metano solo attraverso i gasdotti in quanto è priva di rigassificatori. Arriveranno, probabilmente 5-6, ma nel 2023. I tedeschi come potranno mangiare il panettone se mancherà gas? Il presidente francese Emmanuel Macron, dopo un colloquio con il cancelliere Olaf Scholz, ha annunciato che darà gas alla Germania in cambio di elettricità, che manca Oltralpe poiché la gran parte delle centrali nucleari francesi sono in fase di ristrutturazione. Una buona notizia che tuttavia non esclude l’attivazione di razionamenti, come ha fatto sapere l’amministratore delegato di Uniper, grossista tedesco salvato proprio dal governo di Berlino con un assegno da 15 miliardi.

Il gas francese, oltre che dai rigassificatori, arriva dall’Algeria, quello Stato ex colonia transalpina che ha promesso più gas anche a noi. Solo che le infrastrutture di Algeri non sono all’ultimo grido. Servono interventi per incrementare massicciamente la produzione. Ecco che allora, a cascata, il dramma tedesco tocca anche noi, che comunque continuiamo a ricevere un flusso inferiore al passato ma costante dal gasdotto di Tarvisio.

Una Germania kaputt e spenta mette ovviamente paura agli investitori, che ormai si erano scordati dei problemi degli anni ’90 post unificazione. Così l’euro ormai ha preso residenza sotto la parità col dollaro, segno che l’intera economia europea – complice l’inflazione galoppante e la conseguente stretta promessa dalla Bce – si trova di fronte a una potenziale stagflazione mai sperimentata prima. Il tutto perché c’è timore che mancherà gas, facendo scattare razionamenti disordinati. Abbiamo già sperimentato cosa significa un lockdown disordinato con la pandemia…

idrogeno verde

Italia presente nell’elenco progetti rinnovabili transfrontalieri Ue

La Commissione europea ha individuato il primo elenco di tre progetti transfrontalieri di energia rinnovabile da realizzare in Ue, tra cui uno finalizzato alla produzione di energia elettrica pulita in Italia, Spagna e Germania per la conversione, il trasporto e l’utilizzo di idrogeno verde nei Paesi Bassi e in Germania. Per la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, i tre progetti selezionati “sono solo l’inizio: stiamo accelerando la diffusione delle energie rinnovabili in tutta l’Ue e ci stiamo muovendo verso un approccio sempre più collaborativo”.

Per quanto riguarda l’Italia, il piano punta alla costruzione di nuove centrali rinnovabili aggiuntive nella Penisola e quindi convertire l’energia verde prodotta in idrogeno verde e/o ammoniaca. Parte di questa – spiega l’esecutivo europeo – sarà utilizzata per gli acquirenti direttamente nei Paesi Bassi, ma la maggior parte sarà convertita in idrogeno e trasportata in Germania per un ulteriore utilizzo, soprattutto per le industrie difficili da elettrificare. Gli stati lavoreranno in simbiosi, anche perché, come afferma Simson: “Il pieno potenziale per la transizione verde e la decarbonizzazione dell’Ue può essere realizzato solo attraverso sforzi congiunti in tutti i settori, tecnologie e regioni”. Quanto agli altri due progetti dell’elenco, si tratta di un parco eolico offshore ibrido tra Estonia e Lettonia e una rete di teleriscaldamento transfrontaliera basata sulle rinnovabili tra Germania e Polonia.

(Photo credits: Ina FASSBENDER / AFP)

ambulanza caldo

Vittime delle ondate di calore: a fine luglio +36% di mortalità

Un’estate torrida e siccitosa. E a risentirne non sono stati solo i bacini e le coltivazioni, ma anche le persone. Tanto che, secondo quanto riporta l’ultimo rapporto del ministero della Salute sulle ondate di calore, nel mese di luglio l’eccesso di mortalità è stato pari al 29%, ed ha interessato tutte le persone con età superiore a 65 anni. L’effetto maggiore è stato riscontrato negli over 85, fra i quali è stato registrato un eccesso di mortalità del 41% nelle città del nord e del 35% nelle città del centro-sud. Particolarmente elevato è stato l’impatto sulla mortalità dell’ondata di calore della seconda metà del mese di luglio, con eccesso del 36% e che ha interessato tutte le aree del paese, in particolare alcune città del nord.

Fra le città più colpite Bolzano (+59%), Torino (+70%), Milano (+49%), Brescia (+38%), Venezia (+24%), Genova (+49%), Bologna (+25%), Firenze (+43%), Roma (+28%), Viterbo (+48%), Campobasso (+69%), Napoli (+25%), Bari (+60%), Cagliari (+34%), Reggio Calabria (+37%), Palermo (+24%), Catania (+42%). Anche durante la prima metà di agosto la mortalità è stata superiore all’atteso (+18%), anche se l’eccesso di mortalità riscontrato è stato inferiore a quello di luglio. Dati significativi sono stati registrati a Torino (+32%), Milano (+20%), Genova (+22%), Bologna (+18%), Firenze (+22%), Roma (+11%), Latina (+67%), Napoli (+19%), Bari (+61%).

I dati per classi di età mostrano come l’eccesso sia principalmente a carico della fascia di età più anziana (over 85) nella quale si è registrato un incremento del 38% rispetto al 15% e 19% nelle fasce di età 65-74 e 75-84. L’eccesso di mortalità nella classe di età più anziana è più marcato tra le città del nord (41% rispetto ad un 35% al centro-sud) ed è stato particolarmente elevato a Bolzano, Torino, Milano, Brescia, Genova e Bologna.

Giorgetti

Dal Mise 2 mld per contratti di sviluppo: “sostegni a chi riduce emissioni e consumi”

Rafforzate le linee di intervento dei contratti di sviluppo per sostenere gli investimenti delle imprese su tutto il territorio nazionale e i progetti industriali che, attraverso l’elettrificazione dei processi produttivi e l’utilizzo di idrogeno, consentano di ridurre le emissioni di CO2 e i consumi di energia.

Il Mise ha annunciato che destinerà 2 miliardi di euro del Fondo per lo sviluppo e la coesione, per finanziare ulteriori 101 progetti da realizzare per l’80% nel Mezzogiorno e il 20% nel Centro – Nord, come previsto dalla normativa europea. In particolare, 1,5 miliardi di euro sono dedicati alle domande dei contratti di sviluppo già presentate con la procedura ordinaria mentre 500 milioni di euro finanzieranno nuovi progetti per il rilancio industriale. A queste si aggiungono ancora le risorse stanziate dal Governo nel decreto legge ‘Aiuti bis’: 40 milioni nel 2022, 400 milioni nel 2023, 12 milioni per ciascun anno dal 2024 al 2030, con l’obiettivo di sbloccare ulteriori progetti.

I contratti di sviluppo, come dichiara il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, hanno un impatto “altamente produttivo per la nostra industria”. “Per questa ragione abbiamo investito moltissimo su questo strumento chiedendone più volte il rifinanziamento. I contratti di sviluppo – aggiunge il ministro – mettono in moto un percorso virtuoso che vede il moltiplicarsi degli investimenti privati incentivati dalle agevolazioni finanziarie con ricadute positive anche per la finanza pubblica. Ritengo che gli accordi di sviluppo, anche in futuro, rappresentino una strada fondamentale per la nostra economia e per l’innovazione dell’industria italiana che può diventare sempre più competitiva”.

A sostegno dell’economia e del tessuto produttivo del Paese, che hanno risentito dell’impatto del conflitto in Ucraina, il ministro Giorgetti ha inoltre firmato il decreto che applica ai contratti di sviluppo le disposizioni del temporary framework adottato dalla Commissione europea. Prevede un regime favorevole in materia di aiuti di Stato per i progetti di imprese che, non comportando un aumento della capacità produttiva complessiva, consentono una riduzione sostanziale delle emissioni di gas serra delle attività industriali che attualmente fanno affidamento sui combustibili fossili come fonte di energia o materia prima ovvero a una riduzione sostanziale del consumo di energia nelle attività e nei processi industriali. Saranno pertanto agevolati gli investimenti industriali che perseguono uno dei seguenti obiettivi: la riduzione di almeno il 40% delle emissioni dirette di gas a effetto serra, mediante l’elettrificazione dei processi produttivi o l’utilizzo di idrogeno rinnovabile e di idrogeno elettrolitico in sostituzione dei combustibili fossili, oppure la riduzione di almeno il 20% del consumo di energia in relazione alle attività sovvenzionate. Un successivo provvedimento ministeriale stabilirà i termini di presentazione delle domande.

Sono soddisfatto per l’ulteriore risultato ottenuto in favore delle aziende danneggiate dagli effetti della guerra che ora potranno contare su altre misure che agevolano programmi e innovazioni per la tutela ambientale“, sottolinea Giorgetti. “Unendo le forze e utilizzando in maniera diversa gli strumenti a disposizione siamo in grado di sostenere meglio la nostra industria in un periodo particolarmente difficile, conclude il ministro.

Rigassificatore

In Italia raggiunto 80% di stoccaggi gas, centrati gli obiettivi Ue

Riserve sotterranee di gas piene all’80% della capacità. L’Italia ha raggiunto con due mesi di anticipo il target richiesto dall’Unione europea di riempire gli stoccaggi di gas (almeno) all’80% della propria capacità entro il primo novembre 2022, per arrivare poi al 90% a partire dall’inverno 2023. L’obiettivo? Prepararsi a livello nazionale a uno scenario di completa interruzione delle forniture di gas da parte della Russia, tenendo piene le riserve e presentando misure di risparmio della domanda. Lo scenario è ormai più che realistico date le tensioni con Mosca per la guerra in Ucraina.

Ad annunciare il raggiungimento del target è stato il premier Mario Draghi dal palco del Meeting di Rimini, assicurando che il Paese “è in linea con l’obiettivo di raggiungere il 90% entro ottobre”. Il governo – ha riferito il premier ormai dimissionario – ha già predisposto i necessari piani di risparmio del gas, con intensità (dei tagli) crescente a seconda della quantità di gas che potrebbe venire eventualmente a mancare. L’annuncio di Draghi ha anticipato i numeri che compariranno domani sulla piattaforma indipendente europea (Gas Infrastructure Europe – AGSI+) che certifica il dato con due giorni di ritardo e segna oggi i livelli ancora al 79,92% della capacità di riempimento. A livello complessivo in Unione europea il livello di riempimento è pari al 77,74%.

A livello comunitario Italia e Germania – che sono i principali importatori di gas in Ue – sono anche i Paesi insieme a Francia, Paesi Bassi e Austria a concentrare la maggior parte della capacità di stoccaggio in tutta l’Unione europea. L’Italia ha una capacità di riempimento di 197,7 terawattora (TWh), in Ue seconda solo alla Germania (245,3 TWh). Non tutti gli Stati membri Ue dispongono di impianti di stoccaggio del gas, sono 18 su 27 i Paesi a disporne: Italia, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica ceca, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Lettonia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Spagna e Svezia e rappresentano circa il 27 per cento del consumo annuale di gas dell’UE.

Un terzo degli Stati membri (Irlanda, Lussemburgo, Slovenia, Grecia, Cipro, Lituania e Finlandia) non dispone di proprie capacità di stoccaggio e dovrà fare affidamento sulle strutture degli altri, in caso di chiusura dei rubinetti del gas da parte di Mosca. Il gruppo europeo di coordinamento sul gas (che fa capo alla Commissione Europea) sta lavorando per rafforzare la cooperazione regionale tra Stati membri attraverso delle task force, con Bruxelles che continua a esortare i governi a siglare accordi di solidarietà bilaterale in vista di tagli improvvisi alle forniture da parte del Cremlino (al momento in Ue ce ne sono solo sei, di cui uno tra Italia e Slovenia).

Mario draghi

Autorevolezza e credibilità, il banco di prova del prossimo governo

Con l’autorevolezza viene il rispetto da parte degli altri”. Mario Draghi ha rivolto alla politica italiana un appello accorato nel suo discorso tenuto al Meeting di Rimini il 24 agosto. Ed è un appello che giunge da tante parti, al quale ci uniamo anche noi, naturalmente.

Stava introducendo un passaggio del suo discorso dedicato a Pnrr, definito “prova essenziale della nostra credibilità”. Su queste pagine ne abbiamo scritto più volte, ricordando anche, come ha fatto Draghi, che i governi europei con una scelta storica hanno deciso di tassare i propri concittadini per sostenere, in primo luogo, il risanamento e il rilancio dell’Italia, che riceve quasi la metà dei fondi del Piano nato con la pandemia.

Il governo Draghi ha fatto la sua parte, ha disegnato i progetti, ha rispettato i tempi conseguendo tutti gli obiettivi che si era prefissato. Ad alcune forze politiche questo non è bastato, anche tra quelle che lo hanno sostenuto ce ne sono che hanno fatto cadere il suo esecutivo. Ma lui, Draghi, sa quanto questo impegno sia importante per l’Italia, non solo sul piano della ripresa, ma proprio su quello della credibilità internazionale. E dunque ha assicurato che il suo governo sta lavorando per realizzare “il più alto numero possibile” di obiettivi prima del cambio di governo.

Perché Draghi sa che, qualunque sia il governo, una fase di rallentamento nei primi mesi potrà esserci. Ma soprattutto perché vede bene come la campagna elettorale potrà portare qualche forza politica a prendere impegni che potrebbero mettere in seria difficoltà la realizzazione del Piano.

L’Italia ha un disperato bisogno di riacquistare credibilità per ripartire, per ammodernarsi e camminare sulla strada della transizione ecologica, perché nessuno può farcela da solo, e in particolare il nostro Paese, ha ricordato il presidente del Consiglio, “non è mai stato forte quando ha deciso di fare da solo”. Il nostro posto, ha ribadito “è al centro dell’Unione europea e nel Patto Atlantico”. E lo è perché ne ha bisogno l’Unione, ma, ancor di più, perché ne ha bisogno l’Italia.

internet

Italia maglia nera in Ue per Internet ad alta velocità

Il terzo peggior Paese nell’Unione Europea, meno di una famiglia su due connessa alla rete Internet ad alta velocità, mentre Stati come Malta, Lussemburgo e Spagna volano avvicinandosi – o addirittura raggiungendo – il 100%. I dati pubblicati da Eurostat sulla copertura Internet ad alta velocità sul territorio comunitario certificano che per l’Italia la strada verso gli obiettivi Ue 2030 è ancora molto lunga e che sul fronte digitale c’è bisogno di uno sforzo politico e tecnico eccezionale. O, come ha scritto su Twitter il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, che “anche per questo il Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ndr) è così importante“.

Solo un anno fa la Commissione Ue fissava con la Bussola Digitale 2030 l’obiettivo di raggiungere entro la fine del decennio la connettività gigabit in tutte le case sul suolo comunitario e la copertura 5G in tutte le aree popolate. Nonostante i “notevoli progressi” nella diffusione delle connessioni di rete fissa ad altissima capacità e di quelle Internet ad alta velocità tra il 2013 e il 2021 (rispettivamente dal 4 al 37% e dal 16 al 70,2%), il rapporto Eurostat segnala livelli di accesso “significativamente” variabili tra gli Stati membri Ue – di cui l’Italia occupa l’estremità negativa – ma anche all’interno degli stessi Paesi, se si scorpora il dato secondo la densità di popolazione.

In entrambi i casi, l’Italia si posiziona in fondo alla classifica europea. Per quanto riguarda la copertura generale, si ferma al 44% delle famiglie coperte, rispetto alla media Ue del 70,2%. Fanno peggio solo Cipro (41%) e Grecia (20%), mentre Malta segna il 100%, incalzata da Lussemburgo (96%), Danimarca (95%) e Spagna (94%). Per quanto riguarda invece le aree a bassa densità abitativa, in Italia solo il 17,3% della popolazione è coperta da Internet ad alta velocità, mentre la media Ue è pari al 37,1%. Anche in questo caso il Paese occupa il terzultimo posto, davanti solo a Croazia (14%) e Austria (15,7%), mentre in cima alla classifica c’è sempre Malta con il 100%: alle sue spalle Danimarca, Lussemburgo e Paesi Bassi ex aequo con il 79,1% di copertura.

Josep Borrell

In Ue stoccaggio gas a buon punto ma si teme nuovo stop Nord Stream

Il lavoro dell’Unione europea e dei governi per riempire le riserve di gas procede bene e a ritmi sostenuti. “Tutto ci fa pensare che inizieremo il prossimo inverno con buoni livelli di stoccaggio”, ha assicurato l’alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, a margine dell’annuale seminario ‘Quo Vadis Europa?’, in corso in questi giorni a Santander, in Spagna. I numeri parlano chiaro: l’Ue nel complesso ha riempito oltre il 76% della sua capacità di stoccaggio e in molti Stati membri si sta raggiungendo la quota nazionale dell’80% richiesta da Bruxelles per prepararsi allo scenario di un taglio completo alle forniture da parte di Mosca.

Anche l’Italia, con il 79,39% della capacità, è tra questi. Ma quello di una interruzione totale delle forniture russe (Mosca è il principale fornitore di gas all’Europa) è uno scenario ormai non troppo remoto e lo lascia intendere il capo della diplomazia europea. Su come andrà l’inverno molto dipenderà da come si evolveranno le cose nelle prossime settimane “e se l’Ue sarà ancora in grado di riempire le riserve”, ha osservato. Per ora stiamo ricevendo il gas” da parte della Russia, ma il gasdotto “Nord Stream 1 lavora al 20% della capacità e la Russia ha già annunciato una nuova sospensione dei flussi all’Europa per una manutenzione non programmata del gasdotto alla fine del mese. Nord Stream 1 è la principale infrastruttura per il trasporto del gas russo verso il Continente europeo, che collega i giacimenti di gas siberiani direttamente alla Germania settentrionale attraverso il Mar Baltico e a capacità massima può trasportare 55 miliardi di metri cubi di gas verso l’Europa.

Venerdì scorso il colosso energetico russo Gazprom – che tiene in gestione il gasdotto – ha annunciato una nuova sospensione dei flussi dal 31 agosto al 2 settembre per una manutenzione non programmata dell’unico compressore rimasto in attività del gasdotto, in una mossa che rischia di aumentare la pressione sui governi europei alle prese con il riempimento degli stoccaggi nazionali di gas prima dell’inverno.

Gazprom assicura che se non dovessero riscontrarsi altri problemi, i flussi di gas saranno ripristinati a 33 milioni di metri cubi al giorno, pari a circa il 20% della capacità a cui l’impianto sta lavorando in questo momento. Nord Stream era già rimasto fermo in manutenzione dall’11 al 21 luglio, in una decisione del Cremlino considerata dall’Unione Europea strumentale come ritorsione al sostegno che Bruxelles ha fornito in questi mesi all’Ucraina. I flussi erano poi ripartiti, ma a una capacità ridotta al 20% a causa, motiva Mosca, di problemi nella riparazione di una turbina prodotta dalla società tedesca Siemens Energy. L’annuncio di una nuova interruzione da parte dei flussi a fine mese spaventa non solo l’Ue ma anche i mercati dell’energia, che negli ultimi mesi hanno osservato un aumento dei prezzi del gas e dell’elettricità.

Non potendo fare affidamento sulla Russia, “dobbiamo continuare a mettere in campo misure per risparmiare energia, ha aggiunto l’alto rappresentante Borrell. Bruxelles ha varato lo scorso 20 luglio un piano per chiedere ai governi di ridurre volontariamente la domanda di gas del 15% rispetto alla media dei consumi di gas degli ultimi cinque anni tra agosto e fine marzo del prossimo anno. Entro la fine di ottobre i governi europei, anche quello italiano, dovranno indicare a Bruxelles le misure che intendono introdurre a livello nazionale per centrare l’obiettivo.

Squalo di tre metri intrappolato in Liguria. Predatore in aumento in Italia causa surriscaldamento

Uno squalo di circa tre metri è rimasto intrappolato nelle reti di un peschereccio a largo di Capo Nero, tra Sanremo e Ospedaletti. L’animale è stato poi ributtato in mare. Non è la prima volta che uno squalo di queste dimensioni viene avvistato o catturato nei nostri mari e, soprattutto in Liguria. Una delle cause dell’aumento della loro presenza intorno alla penisola potrebbe essere legata al riscaldamento dei mari.

grandine

In settimana prima il sole poi torna la grandine al Sud

Dal sole alla grandine. Nei prossimi giorni saranno due i principali protagonisti del tempo in Italia: il primo sarà l’alta pressione che riuscirà a proteggere il Nord e gran parte del Centro, il secondo sarà un vortice ciclonico che dai Balcani si avvicinerà minacciosamente al Sud.

Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito ilmeteo.it informa che la posizione decentrata verso Ovest dell’anticiclone favorirà la discesa di correnti settentrionali su tutte le regioni. Il vento, principalmente di Maestrale, oltre a riportare un clima più accettabile su tutte le regioni, favorirà la formazione di un vortice che dai Balcani punterà le regioni meridionali.

Dunque, se al Nord e su gran parte del Centro le temperature rimarranno in media con il periodo, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia centro-orientale assisteranno a un tempo sempre più instabile con temporali molto forti. Visto i mari ancora molto caldi, i fenomeni atmosferici potranno risultare anche violenti, con rischio di grandine intensa e con la possibile formazione di vortici d’acqua o, in casi più estremi, di tornado.