JOHN ELKANN

Il ‘no’ di Elkann fa infuriare il Parlamento. Meloni: “Mancanza di rispetto”. Tavolo Stellantis al Mimit il 14 novembre

Il Parlamento non ci sta. Poche ore dopo il rifiuto del presidente di Stellantis, John Elkann, di presentarsi davanti alla commissione della Camera, adducendo come motivazione il fatto di non avere “nulla da aggiungere rispetto a quanto già illustrato dall’amministratore delegato” lo scorso 11 ottobre, tutto l’arco politico insorge. A partire dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che a ‘Porta a Porta’ sottolinea come “John Elkann non ha detto solo di no, ha detto ‘No perché aspetto il tavolo del governo’. Temo che a Elkann sfuggano i fondamentali della Repubblica italiana, una non esclude l’altra, noi siamo una Repubblica parlamentare e questa mancanza di rispetto per il Parlamento me la sarei evitata. Noi abbiamo fatto diversi tavoli con Stellantis, ma non hanno portato agli accordi di sviluppo”. E aggiunge: “Quando il governo mette dei soldi, sono soldi degli italiani, che si possono spendere se questi ultimi ne traggono beneficio. Il 70% delle risorse per gli incentivi sono servite a comprare auto non prodotte in Italia, anche questa è una riflessione da fare, fermo restando che dovrebbe andare ad ascoltare quello che il Parlamento ha da chiedergli“.

Una “vergognosa offesa alle istituzioni”, la definisce la Lega, sottolineando come la presenza di Elkann “è un obbligo, non solo morale, per rendere conto al Paese di una gestione scellerata nonostante gli enormi contributi pubblici”. Sempre dalla maggioranza, per Tommaso Foti di Fratelli d’Italia è “gravissimo” e “sconcertante” che il presidente di Stellantis non riferisca in Parlamento. E i toni non cambiano spostandosi dalla parte dell’opposizione, con la segretaria Pd Elly Schlein che sottolinea come “occorre stigmatizzare l’atteggiamento” di Elkann e il leader di Azione Carlo Calenda che lo definisce addirittura un “grave sgarbo istituzionale”. “Inaccettabile” il modo di rivolgersi al Parlamento per Nicola Fratoianni di Avs, un “atto di arroganza e di offesa a un’istituzione democratica” per il collega Angelo Bonelli. E va ancora oltre il leader dei Pentastellati, Giuseppe Conte, che non percepisce “nessuna reale strategia imprenditoriale, nessun piano industriale concreto, nessun rispetto degli impegni presi” e vede all’orizzonte “un declino ormai irreversibile del settore automotive“.

A poco quindi, sembrerebbe, servirà la lettera con cui il deputato della Lega Alberto Luigi Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera, rinnova a Elkann la richiesta di audizione davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato: “Reputo la sua presenza ancora più necessaria, alla luce anche della disponibilità a un ‘dialogo franco e rispettoso’ da lei rappresentata” e “considerato il delicato periodo storico che stiamo vivendo“, spiega Gusmeroli. La replica di Elkann arriva con una telefonata pomeridiana con il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, al quale ribadisce il rispetto del Parlamento spiegando che “la risposta al presidente della commissione attività produttive Gusmeroli nasce dall’osservanza della decisione della Camera di impegnare il Governo – attraverso le mozioni approvate dall’Aula – a identificare politiche industriali in linea con l’evoluzione del settore automotive” e “l’apertura al dialogo con tutte le Istituzioni, come da sempre il gruppo fa in tutti i paesi in cui è presente, Italia in primis”. Il presidente di Stellantis però ci tiene anche a mettere i puntini sulle i e spiega che “in questi anni non c’è stato nessun disimpegno in Italia; c’è stato solo un grande sforzo per orientare la nostra attività verso il futuro con prodotti competitivi e innovativi”. Anzi, sottolinea a Fontana, negli ultimi decenni “gli stipendi, gli oneri fiscali e previdenziali versati, la bilancia commerciale, gli investimenti fatti e le competenze cha abbiamo formato, hanno superato di gran lunga i contributi ricevuti in Italia. E lo rivendichiamo con orgoglio, essendo la più importante realtà industriale che opera in Italia. Stellantis da quando è nata (2021) ha investito in Italia 2 miliardi di euro all’anno”.

Di sicuro il dialogo, anche nelle intenzioni del presidente di Stellantis, proseguirà al tavolo di confronto istituito presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy, convocato per giovedì 14 novembre a Palazzo Piacentini. Invitati a partecipare i rappresentanti dell’azienda, delle Regioni sede di stabilimenti produttivi, delle organizzazioni sindacali e dell’Anfia.

Una soluzione che non soddisfa completamente i sindacati che auspicano, a partire dal segretario della Cgil Maurizio Landini, una convocazione dell’azienda direttamente a Palazzo Chigi. “La Fiat non c’è più da anni. E anche davanti alla nuova società, non comanda più la famiglia Agnelli. Dove sono stati tutti in questi anni? Noi diciamo che è il momento di prenderla sul serio questa discussione”, spiega Landini. Insiste per spostare il tavolo a Chigi anche il segretario della Uilm Gianluca Ficco “per mettere fine alle sterili polemiche e per provare davvero a salvare il settore automotive”. Sulla stessa linea Michele De Palma della Fiom, che chiede anche di avviare una discussione su “un pacchetto straordinario di interventi“, e Ferdinando Uliano, segretario generale Fim Cisl, per cui “è importante mettere una dotazione specifica sugli ammortizzatori sociali perché stanno finendo in tutti gli stabilimenti Stellantis tranne due nel 2025”. Per il momento, intanto, il confronto è in stand by fino al 14 novembre.

Sud, ricerca e sviluppo: al via iter incentivi Mimit per imprese. Misura da 470 milioni

Muovere il Paese con una spinta da Sud. La Strategia nazionale di specializzazione intelligente del ministero delle Imprese e del Made in Italy prevede, infatti, l’apertura dello sportello online per gli incentivi destinati ai progetti di ricerca e sviluppo sperimentale delle imprese industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e di ricerca che hanno la propria war room in Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Sul piatto ci sono oltre 470 milioni di euro, ricavati dal Fondo per la crescita sostenibile, di cui 328 milioni per la concessione di finanziamenti agevolati e 145 per i contributi diretti alla spesa.

L’iter prevede, da lunedì 2 settembre, che le aziende possano iniziare la preparazione delle domande precompilando le istanze tramite lo sportello online di Mediocredito Centrale, che ha la responsabilità di gestione del provvedimento per conto di Palazzo Piacentini. Dalle ore 10 del prossimo 10 settembre, invece, le aziende “di qualsiasi dimensione localizzate nelle regioni interessate”, specifica il Mimit, “potranno presentare, anche in forma congiunta, le domande di agevolazione per i progetti riguardanti attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale, di importo compreso tra i tre e i venti milioni di euro”.

Entrando nel dettaglio della misura, tutti i progetti, per poter essere ammessi, devono prevedere ricerca industriale e sviluppo industriale di tecnologie abilitanti fondamentali, conosciuti con la sigla ‘Kets. Tra questi sono inseriti nanotecnologia e materiali avanzati, fotonica e micro/nano elettronica, sistemi avanzati di produzione, tecnologie delle scienze della vita, connessione e sicurezza digitale e ovviamente Intelligenza artificiale.

Alla procedura agevolativa parteciperanno anche Cassa depositi e prestiti e le banche finanziatrici convenzionate, aderenti all’Associazione bancaria italiana. I finanziamenti sono concessi per una percentuale massima del 50% delle spese e dei costi ammissibili per le grandi imprese e del 40% per le piccole e medie imprese. Gli incentivi concessi nella forma del contributo diretto alla spesa sono articolati sulla base della dimensione dell’impresa proponente: 30% per le piccole imprese, 25% per le medie imprese, 15% per le grandi imprese.

Ebonus, in un mese già esaurito il 61% delle risorse. Nell’80% dei casi c’è anche rottamazione

A un mese dall’avvio dell’Ecobonus, sono quasi 421 i milioni di euro impiegati, circa il 61% delle risorse complessive, a fronte di 118.015 le prenotazioni totali ammesse. I dati li fornisce il ministero delle Imprese e del Made in Italy, che ha puntato molto sul programma di incentivi (fino al 31 dicembre prossimo) per l’acquisto di veicoli a basse emissioni inquinanti, con il doppio scopo di rilanciare il settore automotive e contribuire al ricambio del parco auto circolante sul territorio italiano. Un risultato che fa esultare il ministro, Adolfo Urso: “Misure che concorrono al rinnovo del parco auto italiano, uno dei più vecchi in Europa, a sostenere la domanda dei cittadini con redditi più bassi e a rilanciare la produzione di veicoli in Italia“, scrive su X.

Oltre l’84% delle richieste sono state effettuate nei primi 30 giorni da persone fisiche, mentre il restante 16% è attribuibile a persone giuridiche. Secondo le elaborazioni di Invitalia, che ha il compito di gestire la piattaforma per conto del ministero, arriva anche un’altra considerazione importante, perché nel 79 percento delle prenotazioni di autovettura ha previsto anche la rottamazione di vecchi autoveicoli, in particolare il 44% da Euro 0 a Euro 3. Inoltre, un quarto delle risorse, circa il 26,7%, è stato richiesto da soggetti con Isee inferiore a 30mila euro.

Disaggregando i dati, le auto elettriche riscuotono un discreto successo. In meno di 9 ore sono esauriti gli oltre 200 milioni di euro stanziati (25.273 prenotazioni). Il 39% delle richieste ha previsto una contestuale rottamazione. Il 61,7% delle prenotazioni è stato effettuato da persone fisiche, di cui il 25,9% a basso Isee, per un valore di bonus pari al 35,6% del totale prenotato. Il restante 38,3 percento delle prenotazioni, invece, sono state effettuate da persone giuridiche, nel 90% dei casi imprese di autonoleggio.

Per l’acquisto di veicoli non inquinanti da adibire a servizio taxi o noleggio, poi, sono stati prenotati bonus per 2,1 milioni di euro (lo stanziamento complessivo è di 20 milioni). Dal 17 giugno, giorno di apertura della piattaforma dedicata, sono 155 le prenotazioni, 152 delle quali per vetture elettriche.

Positivi anche i dati delle richieste di bonus retrofit per l’installazione di impianti a Gpl e metano, che ha una dotazione complessiva di 10 milioni. Al 3 luglio, dunque in due giorni di apertura della piattaforma dedicata, sono già 1.719 prenotazioni attive, per un totale di 690.400 euro. Di cui 1.712 per Gpl (684.800 euro) e 7 per impianti a metano (5.600 euro).

Dunque, a giugno 2024 c’è stato un incremento del 15% di vendite rispetto allo stesso periodo del 2023. I dati sulle immatricolazioni di Anfia rivelano che tra i primi dieci modelli più venduti ci sono la Fiat Panda (prodotta a Pomigliano), la Dacia Sandero, la Citroen C3, la Lancia Ypsilon, la Jeep Avenger, la Fiat 500, la Renault Clio, la Toyota Yaris Cross, la Tesla Model 3 e la Toyota Yaris. Bene anche i numeri di Stellantis, che realizza un +10,6% su base annua, conquistando una quota di mercato del 30,2 percento, portando cinque suoi modelli nella top ten mensile. Tra le Phev, veicoli elettrico ibridi plug-in, Jeep Renegade (prodotta a Melfi) risulta al decimo posto nella classifica delle più vendute nel primo semestre. Infine, tra le elettriche Jeep Avenger risulta il terzo modello più venduto in Italia nello stesso periodo, seguito da Fiat 500 (prodotta a Mirafiori) al quarto posto.

INFOGRAFICA INTERATTIVA Carburanti, prezzi benzina e diesel ancora in aumento

Nella mappa INTERATTIVA di GEA vengono mostrati i prezzi medi del carburante regione per regione. Si può scegliere quale tipologia di carburante visualizzare e fare così un confronto tra le varie regioni. I dati sono quelli del Ministero delle imprese e del Made in Italy che vengono rilasciati ogni giorno. Fuori dalle autostrade, l’Alto Adige resta la zona più cara d’Italia, con la benzina a 1,901 euro/litro, mentre i prezzi più bassi per la benzina sono sempre nelle Marche, in salita a 1,837 euro/litro.

Ex Ilva, altri 150 mln e 2 forni elettrici. Ma bozza piano non convince sindacati

Quattro ore di confronto, ma la soluzione è ancora lontana. Dal tavolo governo-sindacati-commissari sull’ex Ilva emergono alcune novità, ma la bozza di piano industriale presentata non convince affatto le sigle. L’obiettivo principale è arrivare a 6 milioni di tonnellate entro il 2026, ma soprattutto la costruzione di due nuovi forni elettrici (a partire dalla seconda metà del 2025) da far entrare in funzione dal secondo semestre del 2027, che prenderanno il posto degli Altiforni 1 e 4 (l’Afo 2 resterà attivo) con l’obiettivo di produrre almeno 4 milioni di tonnellate. All’incontro il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, poi, anticipa che sono in programma, a partire dalla seconda metà del prossimo mese di maggio, alcune visite ai vari stabilimenti assieme a possibili compratori, ovvero a società che hanno manifestato interesse per l’acquisto della società. Ma soprattutto, il responsabile del Mimit, annuncia che a stretto giro di posta, probabilmente già la prossima settimana, ci sarà un intervento per sbloccare nuove risorse utili ad aumentare la liquidità, in attesa del via libera dell’Unione europea per il prestito ponte da 320 milioni di euro.

Si tratta di circa 150 milioni di euro che possono essere trasferiti da Ilva in amministrazione straordinaria alle casse di Acciaierie d’Italia. Che, sommati ai 150 milioni già versati con il decreto dell’esecutivo dei mesi scorsi e ai 320 milioni di fondi per cui si aspetta il disco verde dall’Ue, porterà il conto a 620 milioni. Mentre per i nuovi forni elettrici “c’è il famoso miliardo che stanzieranno”, sottolinea l’esponente dell’esecutivo Usb, Francesco Rizzo, lasciando Palazzo Chigi. “Le persone devono tornare a lavorare, noi non siamo più disponibili a discutere di piani di lungo periodo”, tuona il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma. Che aggiunge: “Il governo ci ha detto che sono in via di intervento 150 milioni oltre al famoso prestito ponte, che deve però passare dalla Commissione Ue. Il tempo è stato fin troppo: i 320 milioni servivano subito, le nozze con i fichi secchi non si fanno e gli impianti devono ripartire in sicurezza”.

Netta anche la posizione della Uilm. “Nessuna condivisione di piano e nessun piano: quando lo conosceremo nei dettagli diremo la nostra. E non saremo teneri, come non lo siamo stati con nessuno”, avvisa il segretario generale, Rocco Palombella. Abbiamo voluto capire fino in fondo qual è la bozza di piano che stanno predisponendo e, data la genericità dei loro approfondimenti, ci siamo limitati a dire che non condividiamo il metodo e non condividiamo la sostanza. Per noi – continua – rimangono confermate le intese sottoscritte e soprattutto l’accordo del 2018, che resta valido finché non se ne negozia un altro. E non abbiamo nessuna volontà di negoziare un ulteriore accordo”.

La Fim-Cisl in qualche modo ‘sospende’ il giudizio. “Il piano è funzionale a dare le garanzie in Europa rispetto ai 320 milioni di prestito”, spiega il segretario Ferdinando Uliano. “Quello che ci hanno presentato rimette in piedi gli attuali impianti, rendendo Afo 4 in grado di produrre e rimettendo in sesto Afo 2 e Afo1. Per quanto ci riguarda – sottolinea -, rispetto ad un piano industriale che si occupa di arrivare ad una definizione di 6 milioni di tonnellate e che dia le prospettive, c’è un ulteriore approfondimento da sviluppare”. Una posizione simile la assume anche Ugl Metalmeccanici. “Quella presentata oggi è un’ipotesi di piano industriale – dice il segretario generale, Antonio Spera -. Ma abbiamo già chiesto di incontrarli di nuovo per capire meglio quello potrebbe essere il prossimo piano, che va discusso con le organizzazioni sindacali”.

Il 15 aprile Giornata nazionale del Made in Italy. Urso: “Celebriamo l’eccellenza Italiana”

Il 15 aprile di ogni anno sarà celebrata la Giornata Nazionale del Made in Italy. Scelta per l’anniversario della nascita di Leonardo da Vinci, sarà arricchita con circa “300 iniziative su tutto il territorio nazionale che mirano a ispirare e coinvolgere i nostri giovani, le imprese e i lavoratori ma soprattutto per accendere i fari su quello che è l’eccellenza italiana. Il Made in Italy non è un modello di produzione ma uno stile di vita“, spiega il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante la presentazione che si è svolta in mattinata a Palazzo Piacentini, assieme alla direttrice Generale di Altagamma, Stefania Lazzaroni, al segretario generale del Comitato Leonardo, Massimo Mamberti, al presidente della Commissione per le attività di formazione della Federazione Cavalieri del Lavoro, Luigi Abete, e al presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini.

Istituita con la legge quadro del dicembre scorso, la Giornata ha un mood ben preciso. “Identità, innovazione, istruzione, internazionalizzazione. È l’Italia delle 4 I che sta dietro alla filosofia di questa Giornata nazionale – aggiunge il responsabile del Mimit -. Il provvedimento è stato introdotto per valorizzare, promuovere e tutelare le produzioni delle filiere nazionali, riconoscendone l’impatto sociale. Oltre a favorire lo sviluppo economico e culturale del Paese, il Made in Italy ne rappresenta il patrimonio identitario perché non è soltanto un marchio, ma il nostro biglietto da visita nel mondo. La Giornata Nazionale, che verrà celebrata annualmente nel giorno della nascita di Leonardo Da Vinci, considerato il più grande genio della storia, è il frutto del Sistema Italia: la somma di tante realtà che compongono la nostra penisola“. Anche il logo richiama il genio italiano, con la scelta dell’uomo vitruviano di Leonardo. Il marchio è stato realizzato in collaborazione con i grafici dell’Agenzia Commercio Estero, con l’autorizzazione del ministero della Cultura, e accompagnerà tutte le iniziative dedicate alle celebrazioni.

La Giornata nazionale del Made in Italy vedrà in campo i massimi esponenti della creatività italiana, in diversi campi: dall’industria alla moda, all’arredo, l’alimentazione, la nautica, l’accoglienza e in generale le varie filiere simbolo del nostro Paese nel mondo. Non mancherà il coinvolgimento di aziende, associazioni di categoria, Camere di commercio, Unioncamere, Cna, Confcommercio, Anci, Comuni, Regioni, fondazioni, musei, scuole, università, Fondazione Leonardo, Lega Calcio, Guardia di Finanza, Confindustria, Fondazione dei Cavalieri del Lavoro, Rcs Sport e numerosi privati. Anche il ministero degli Esteri, in collaborazione con l’agenzia Ice, ha curato il coordinamento degli eventi organizzati all’estero, che vedono coinvolte oltre 50 sedi in tutto il mondo.

Le iniziative si svolgeranno in un arco temporale ben preciso, con un calendario messo a punto dagli uffici del Mimit, che hanno valutato le candidature arrivate fino allo scorso 20 marzo tramite il portale istituzionale. Sono circa 200 le proposte approvate, per un totale di 400 iniziative di rilievo culturale, sociale, scientifico, artistico, storico e sportivo. Il filo conduttore degli eventi e degli appuntamenti è quello di tramandare valori, abilità e capacità a quelli che saranno i futuri imprenditori del domani, sensibilizzando ancora una volta l’opinione pubblica sul valore delle opere dell’ingegno e dei prodotti italiani. Sarà un’occasione importante, soprattutto perché imprenditori e maestri artigiani apriranno le porte delle aziende e dei laboratori ai cittadini, coinvolgendo in particolare gli studenti di ogni ordine e grado, allo scopo di stimolare il loro interesse per lo studio e le future opportunità professionali legate al Made in Italy, rappresentato dal settore alimentare, della moda, del tessile, del legno, del design, dell’arredo, dell’alta gioielleria, della nautica, termale, del turismo, automotive, industriale e tecnologico.

Gli eventi, che coinvolgeranno anche musei, fondazioni e nei luoghi di produzione saranno in presenza, anche con attività pratiche, e online, con una comunicazione indirizzata al racconto di come le filiere italiane siano un veicolo fondamentale e imprescindibile per proteggere e sostenere il Made in Italy nel mondo. Palazzo Piacentini, sede del ministero, dal 15 al 28 aprile ospiterà la mostra realizzata da Fondazione Altagamma ‘Lo Specchio dell’Eccellenza Italiana-Viaggio nella manifattura di Altagamma’, che sarà accessibile al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 20 e il sabato e domenica dalle 10 alle 20. La lega di Serie A, invece, dedicherà la 32esima Giornata della Serie A Tim alla promozione del brand.

La Giornata Nazionale del made in italy è di particolare importanza per Altagamma, che insieme a Camera della Moda ne ha proposto l’istituzione al Mimit, “proprio per evidenziare la centralità di questo comparto per la nostra economia ma anche per il suo soft power”, spiega la direttrice generale di Altagamma, Stefania Lazzaroni, che ricorda come l’alto di gamma italiano sia la punta di diamante del Made in Italy: un’industria da 144 miliardi di euro, che fornisce un contributo al PIL del 7,4%, con una quota export di circa il 50% e quasi due milioni di occupati, diretti e indiretti, pari all’8,2% dell’occupazione italiana.
”E’ un comparto fondato sulla nostra competenza manifatturiera – spiega  – e per questo il taglio con cui la Fondazione ha deciso di celebrare la Giornata è incentrato sul tema del Saper Fare.
’Lo Specchio dell’Eccellenza Italiana’ è un mostra che racconta moda, design, alimentare, motori, nautica, ospitalità e gioielleria attraverso un duplice registro: da un lato, prodotti iconici che raccontano la maestria dei nostri settori d’eccellenza, dall’altro video immersivi che esplorano i segreti della nostra manifattura. Un caleidoscopio di suggestioni che celebra la cultura del Bello, Buono e Ben Fatto: riflesso del nostro patrimonio creativo che incanta il mondo con il suo stile di vita inconfondibile”.

Photo credit: Mimit

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INFOGRAFICA INTERATTIVA Carburanti, Mimit: Crescita costante dei prezzi di benzina e diesel

Nella mappa INTERATTIVA di GEA vengono mostrati i prezzi medi del carburante regione per regione. Si può scegliere quale tipologia di carburante visualizzare e fare così un confronto tra le varie regioni. I dati sono quelli del Ministero delle imprese e del Made in Italy che vengono rilasciati ogni giorno. L’Alto Adige resta la zona più cara d’Italia con la benzina in ulteriore crescita a 1,929 euro/litro, mentre i prezzi più bassi per la benzina sono nelle Marche, comunque in aumento a 1,867 euro/litro.

INFOGRAFICA INTERATTIVA Carburanti, Mimit: Prezzo benzina stabile, cala il diesel

Nella mappa INTERATTIVA di GEA vengono mostrati i prezzi medi del carburante regione per regione. Si può scegliere quale tipologia di carburante visualizzare e fare così un confronto tra le varie regioni. I dati sono quelli del Ministero delle imprese e del Made in Italy che vengono rilasciati ogni giorno. L’Alto Adige resta la zona più cara d’Italia con la benzina a 1,900 euro/litro, mentre i prezzi più bassi per la benzina sono nelle Marche (1,839 euro/litro).

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INFOGRAFICA INTERATTIVA Carburanti, Mimit: Stabili o in calo i prezzi di benzina e diesel

Nella mappa INTERATTIVA di GEA vengono mostrati i prezzi medi del carburante regione per regione. Si può scegliere quale tipologia di carburante visualizzare e fare così un confronto tra le varie regioni. I dati sono quelli del Ministero delle imprese e del Made in Italy che vengono rilasciati ogni giorno. L’Alto Adige resta la zona più cara d’Italia con la benzina a 1,900 euro/litro, mentre i prezzi più bassi per la benzina sono nelle Marche (1,839 euro/litro).

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INFOGRAFICA INTERATTIVA Mimit: Prezzo benzina stabile in autostrada, cala ancora diesel

Nella mappa INTERATTIVA di GEA vengono mostrati i prezzi medi del carburante regione per regione. Si può scegliere quale tipologia di carburante visualizzare e fare così un confronto tra le varie regioni. I dati sono quelli del Ministero delle imprese e del Made in Italy che vengono rilasciati ogni giorno. L’Alto Adige resta la zona più cara d’Italia con la benzina a 1,901 euro/litro, mentre i prezzi più bassi per la benzina sono nelle Marche (1,838 euro/litro).