
Dazi, contromisure per 95 mld e ricorso a Wto: Piano Ue in caso di no-deal con Usa
Vini e liquori americani, prodotti agroalimentari e ittici, aeromobili, automobili. Sono alcuni dei beni Usa che la Commissione europea propone di sottoporre a dazi nel caso in cui, alla scadenza dei 90 giorni di pausa, il negoziato con Washington non portasse a un “risultato soddisfacente”.
L’esecutivo Ue svela, così, il suo piano alternativo per rispondere ai dazi Usa già in vigore e a quelli che scatteranno nel caso di non accordo. Per l’Unione la priorità resta la soluzione “reciprocamente vantaggiosa ed equilibrata” con la Casa Bianca, ma nel frattempo lavora per prepararsi al peggio. E, per questo, Palazzo Berlaymont ha stilato un elenco di importazioni dagli Usa da colpire e ha lanciato sulla lista una consultazione pubblica che sarà aperta fino al 10 giugno.
Il valore complessivo dei prodotti, calcolato sul volume dell’import dell’anno scorso, è di 95 miliardi di euro, circa un quarto del valore dell’export Ue negli Usa già soggetto a nuovi dazi. Nella lista, precisano fonti Ue, ci sono vini e liquori americani per un valore di 1,3 miliardi di euro; prodotti agroalimentari per un valore di 6,4 miliardi di euro e ittici per mezzo miliardo; aeromobili per circa 10,5 miliardi; automobili e componenti per 12,3 miliardi; macchinari agricoli e industriali per 12 miliardi; prodotti legati all’industria sanitaria per 10 miliardi; apparecchiature elettriche per 7,2 miliardi. E altri.
Fuori restano, invece i prodotti farmaceutici, i materiali critici, i beni considerati “davvero sensibili e importanti“, come ha precisato un alto funzionario Ue, e quelli dell’elenco – ora sospeso – di contromisure sull’import di acciaio, alluminio e prodotti derivati per un valore di 21 miliardi di euro. La Commissione sta anche consultando le parti interessate su possibili restrizioni su alcune esportazioni di rottami d’acciaio e prodotti chimici dell’Ue verso gli Stati Uniti per un valore di 4,4 miliardi di euro. “La consultazione riguarda sia i dazi universali statunitensi che i dazi sulle automobili e sulle parti di automobili“, ha spiegato Bruxelles. Sul piano delle regole, invece, l’Ue avvierà una controversia in sede di Organizzazione mondiale del Commercio contro gli Stati Uniti in merito alle tariffe universali cosiddette ‘reciproche’ e alle tariffe sulle automobili e sulle parti di automobili. “Il contenzioso può essere sospeso in qualsiasi momento“, ha precisato il funzionario.
Ma, per ora, Bruxelles ritiene necessario “riaffermare che le regole concordate a livello internazionale sono importanti e non possono essere ignorate unilateralmente da nessun membro dell’Omc, compresi gli Stati Uniti“. Infine, la Commissione continuerà a monitorare “attentamente la potenziale deviazione delle esportazioni globali verso il mercato dell’Ue“, causata dai dazi Usa imposti a Paesi terzi che, di conseguenza, cercherebbero di far sfociare nell’Ue le merci strozzate negli Usa, e a portare avanti i negoziati con altri partner commerciali.
Una volta chiusa la consultazione pubblica, l’esecutivo Ue metterà a punto la sua proposta di adozione di contromisure e la sottoporrà ai Paesi membri dove, secondo alcune fonti, “c’è fiducia nel lavoro e nella direzione della Commissione“. Ma dalla Commissione fanno capire che il lavoro non si conclude qui. “Non stiamo discutendo di potenziali misure nel settore dei servizi, ma questa rimane un’opzione“, ha continuato il funzionario. E, tra gli strumenti a disposizione, c’è sempre il bazooka anti-coercizione che permetterebbe a Bruxelles di tassare i profitti deille big tech americane nel vecchio continente.