Temporale

Apocalisse4800 perde forza: da domani temporali e meno caldo

L’anticiclone africano Apocalisse4800 mostra i primi segni di stanchezza. A partire da martedì 26 e almeno fino a venerdì 29 luglio l’anticiclone africano perderà la sua forza, quanto meno sulle regioni settentrionali dell’Italia dove l’atmosfera diventerà più instabile e non mancheranno occasioni per lo sviluppo di forti temporali. Secondo www.iLMeteo.it questo è dovuto all’abbassamento di latitudine di un vortice ciclonico attivo sul Nord Europa. Il vortice invierà correnti più fresche che a contatto con il caldo rovente preesistente, daranno vita alla formazione di fortissimi temporali che dalle Alpi potranno scendere su Prealpi e pure su alcune zone della Pianura Padana. I sistemi perturbati colpiranno le regioni settentrionali a macchia di leopardo, ma potranno risultare molto forti ed essere accompagnati da eccezionali grandinate e in casi più rari pure da tornado.

Il Centro-Sud invece continuerà a essere protetto dall’anticiclone anche se non mancheranno dei temporali di calore sugli Appennini e zone vicine (localmente pure sulle coste adriatiche), anche qui molto forti (specie mercoledì).

Antonio Sanò, fondatore di www.iLMeteo.it avvisa inoltre che sotto il profilo termico le temperature massime cominceranno a calare anche di 4-5°C a partire da mercoledì 27, soprattutto al Nord e qualche grado in meno lo si registrerà pure al Centro. Non è attesa nessuna sostanziale variazione invece al Sud.

(Photo credits: CHANDAN KHANNA / AFP)

Tags:
, ,
caldo

Verde, bianco e blu: i nuovi colori delle città per resistere al caldo

Per far fronte a ondate di calore sempre più intense, più lunghe e più frequenti, le città dovranno apportare importanti modifiche alla loro pianificazione urbana. Compreso l’uso di nuovi colori.

GRIGIO: IL NEMICO

I materiali scuri, come il grigio e il nero, sono i primi a essere vietati perché trattengono il calore. Ed è soprattutto sulle strade che si trovano. “Abbiamo costruito le nostre città a misura di automobile. Oggi utilizziamo molto asfalto e bitume, che catturano il calore e fungono da radiatori urbani“, spiega Christine Leconte, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti francese. Tra il centro delle città e l’area fuori dai centri urbani, spiega, la differenza di temperatura può arrivare a 6 gradi di giorno e a 12 gradi di notte. “Perché questi materiali neri irradiano per un tempo molto lungo”. Riducendo lo spazio per le auto si ottengono anche strade più strette e riparate dal sole.

BIANCO: PIÙ LEGGERO E FRESCO

In alcuni cortili scolastici ‘oasi’, come succede a Parigi, l’asfalto è stato sostituito dalla terra o, in mancanza, da superfici più leggere. “Dobbiamo lavorare su altri tipi di materiali che abbiano un’inerzia termica e che trattengano il calore per un periodo di tempo più breve, ad esempio il cemento chiaro su alcune parti della strada o nelle piazze“, afferma Christine Leconte. È quindi possibile utilizzare materiali più leggeri del cemento, che riflettono maggiormente la luce e il calore (albedo). A Parigi, ad esempio, i tetti di una palestra e di una chiatta molto esposti al sole sono stati ridipinti con una speciale vernice bianca che riflette le radiazioni.

VERDE: OMBRA E FRESCO

La leva principale per raffreddare la città è l’inverdimento, con la piantumazione di alberi che creano ombra e frescura. “In estate gli alberi traspirano, e si può notare che ci sono differenze di 5-10 gradi in meno quando si è in un parco o sotto gli alberi, quindi è essenziale e bisogna lavorarci a lungo termine“, spiega il sindaco di Strasburgo Jeanne Barseghian all’Afp. Il comune della metropoli alsaziana ha lanciato un ‘Canopy Plan’ che mira a piantare 10.000 alberi entro il 2030 e ad aumentare la superficie della città ombreggiata da alberi dal 26 al 30%. “Questo ovviamente richiede specie in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici“, spiega l’ecologista. Per questo motivo, alcuni degli alberi piantati saranno utilizzati solo per sostituirne altri alla fine della loro vita.

BLU: ACQUA

Un altro elemento essenziale per il raffreddamento della città è l’acqua. Nell’agglomerato di Laval sono stati creati dei serbatoi d’acqua naturali per mantenere i “giardini della pioggia“. “Possiamo piantare alberi dentro, forniscono ombra, respiro e freschezza, e servono anche per l’inverno“, per evitare le inondazioni, spiega Florian Bercault, sindaco di Laval. “Abbiamo esempi di risorgive fluviali, che sono soluzioni molto impattanti perché hanno diversi co-benefici: portano freschezza ma anche più biodiversità, spazi più piacevoli dove svolgere attività ricreative“, spiega Cécile Gruber, direttore della comunicazione dell’Agenzia per il clima di Parigi. Nella periferia sud di Parigi, i lavori di costruzione hanno riportato alla luce, in alcuni punti, la Bièvre, un affluente della Senna interrato dalla metà del XX secolo.

(Photo credits: Loic VENANCE / AFP)

Castel Gandolfo

‘Salva un albero’: l’iniziativa anti-siccità di Castel Gandolfo

Come rispondere al caldo torrido e alla siccità? Prendendosi cura di un albero, sempre lo stesso. A Castel Gandolfo, a sud di Roma, si cerca di rispondere al problema di un’estate estrema attraverso un’iniziativa nata dal basso che intende coinvolgere la cittadinanza e portare ogni persona ad innaffiare uno dei tanti ‘tesori verdi’ di città e a bordo del lago. Si chiama ‘Salva un albero’ l’iniziativa in programma il 26 luglio, dalle 19:30 in poi, autorizzata dall’amministrazione del comune dei Castelli romani su proposta di una parte dei residenti. Lungo la strada che mette in collegamento Albano laziale, Castel Gandolfo e Marino, si trova una fontana pubblica che eroga acqua non potabile. Servirsi di questo punto di distribuzione idrica senza impattare sulle riserve per l’uomo è dunque l’idea messa a punto da cittadinanza e politica locale. Chiunque vorrà sarà autorizzato a riempire una o più taniche di acqua, per poi riversarla ai piedi dell’albero prescelto.

L’iniziativa è stata rilanciata sui social, soprattutto su Facebook. Perché la vera intenzione non è quella di limitarsi all’appuntamento del 26 luglio ma di guardare oltre. “Se l’iniziativa avrà successo si potrà ripeterla prendendosi cura sempre dello stesso albero”, spiegano gli organizzatori. In nome della tutela del patrimonio locale, si potrà dunque adottare un albero e continuare a nutrirlo ogni volta che le condizioni dovessero renderlo necessario. Un atto che coniuga senso civico e cultura ambientale. “È una cosa che fa bene al paese (che è nostro) e anche a noi, e poi non costa nulla”.

Il popolo della rete già si mobilita. C’è chi conferma la partecipazione e chi chiede la possibilità di salvare “via delega”. Tra impegni di lavoro o vacanze, qualcuno non potrà presentarsi alla fontana di via Massimo D’Azeglio, e i suggerimenti di spargere la voce e chiedere il favore di farsi sostituire non mancano. La prova del nove è dunque tutta per martedì prossimo. È in quel momento che si saprà se l’iniziativa ‘Salva un albero’ avrà quella risposta attesa o, questo l’auspicio, anche maggiore. Per cercare di sensibilizzare ancora di più, una post-scriptum all’invito a partecipare ricorda che “un albero di grandi dimensioni, lasciando evaporare alcune centinaia di litri acqua al giorno, produce un effetto di raffrescamento equivalente a 5 condizionatori d’aria operanti per 20 ore al giorno”. Salvare un albero produce anche un risparmio energetico non da poco. In tempi di caro-bollette, un fattore da non ignorare.

incendio

Anno record per incendi in Europa: bruciati già 5mila km2

I roghi che hanno imperversato durante le recenti ondate di calore in Europa dimostrano che il riscaldamento globale favorisce gli incendi boschivi, che dall’inizio dell’anno hanno già distrutto più terreni che in tutto il 2021.”La situazione è persino peggiore del previsto, anche se ci aspettavamo anomalie di temperatura grazie alle previsioni meteorologiche a lungo termine“, dichiarato a Afp Jesus San Miguel, coordinatore del Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (Effis). Per lui non ci sono dubbi: “L’ondata di calore è un fattore determinante nella situazione e chiaramente legato al riscaldamento globale“.

Nei 27 Paesi dell’Unione Europea, dall’inizio dell’anno gli incendi hanno devastato un totale di 517.881 ettari (dati del 16 luglio), pari a poco più di 5.000 km2 , equivalenti alla superficie di un dipartimento francese come Mayenne o delle isole di Trinidad e Tobago nei Caraibi. Nell’intero 2021, nonostante i numerosi incendi in Italia e Grecia, 4.700 km2 sono bruciati nei Paesi dell’Ue, secondo i dati compilati dall’Effis dal 2000.

Se la tendenza continua, il 2022 potrebbe eguagliare o superare il 2017, l’anno peggiore registrato nell’Ue da quando è stato creato l’Effis, quando sono bruciati quasi 10.000 km2 di vegetazione, superficie pari a quella del Libano.

Nei Paesi più colpiti dalle recenti ondate di calore di giugno e luglio, dall’inizio dell’anno sono bruciati quasi 40.000 ettari in Francia, rispetto a poco più di 30.000 per tutto il 2021, oltre 190.000 ettari in Spagna, rispetto a quasi 85.000 nel 2021, e oltre 46.000 in Portogallo, rispetto a oltre 25.000 nel 2021. Anche la Romania è stata colpita duramente, con 149.264 ettari bruciati rispetto ai 20.364 del 2021. Al contrario, l’Italia e la Grecia, molto colpite lo scorso anno, sono state finora risparmiate: 25.103 ettari bruciati contro i 150.552 dell’Italia, 7.810 contro i 130.058 della Grecia.

Ma con l’ondata di calore che ha colpito la parte occidentale del continente, vicino all’Atlantico, anche i Paesi non abituati a tali incendi hanno visto aumentare la superficie colpita. È il caso della Gran Bretagna, dove la temperatura ha superato i 40°C per la prima volta questa settimana. Dall’inizio dell’anno sono bruciati poco più di 20.000 ettari, rispetto ai 6.000 del 2021, secondo l’Effis.

Sapevamo che sarebbe stata un’estate difficile e ci aspettiamo che continui, non siamo nemmeno a metà della stagione degli incendi, dice San Miguel. “Prima la stagione era concentrata da luglio a settembre, ora abbiamo stagioni più lunghe e incendi molto intensi”. “Ciò che è notevole è la durata della combustione“, concorda Mark Parrington, scienziato capo del servizio europeo di monitoraggio atmosferico Copernicus (Cams). “Non è una cosa che vediamo normalmente in Europa“, continua, ma con il riscaldamento i terreni e la vegetazione si stanno seccando e “c’è molto carburante“. Con questi cambiamenti nelle condizioni fisiche, “c’è una chiara tendenza all’aumento del rischio di incendio nell’Europa meridionale e centrale“, afferma.

Questi incendi più numerosi e intensi influiscono sulla qualità dell’aria respirata dalle persone. Nel sud-ovest della Francia, il fumo, carico di particelle e biossido di azoto, è stato avvertito a Bordeaux, la cui area urbana conta più di 800.000 abitanti, e persino a Parigi, a più di 500 km di distanza. Inoltre, la combustione delle foreste emette CO2, uno dei gas serra che contribuiscono al riscaldamento globale. In quantità trascurabili in termini assoluti per l’Europa. Ma gli alberi scomparsi non assorbiranno più nemmeno il carbonio.

(Photo credits: Federico SCOPPA / AFP)

Caldo si espande alla Scandinavia: zero termico verso 5000 m

L’anticiclone africano Apocalisse4800, dopo aver colpito soprattutto l’Europa occidentale, si espande verso Est: nella giornata di oggi, dopo aver lasciato Francia ed Isole Britanniche tra eccezionali record di caldo e temporali violenti, colpirà in modo anomalo anche Germania e Scandinavia. Su queste zone del Nord Europa arriverà l’isoterma dei 24°C a 1500 metri, significa 35/40°C in pianura: valori record. In seguito, durante il weekend, l’ulteriore espansione verso Est dell’anticiclone causerà un aumento del caldo anche in Italia, dove già ora siamo 7/8 gradi oltre le medie del periodo ma in tendenza lo zero termico si alzerà ancora dai 4800 metri attuali localmente fino ai 5000 metri e le temperature in pianura saliranno di conseguenza fino a 40/42°C all’ombra.

Il nome Apocalisse4800 spiega molto bene la situazione con lo zero termico a quote incredibili, 1000 metri più alto del normale: il termometro va sotto zero solo a quote superiori ai 4800 metri e dato che la montagna più alta d’Europa, il Monte Bianco, si eleva fino a 4809 metri, ecco che il ghiaccio fonde su tutte le Alpi.

La situazione potrebbe perdurare fino a fine mese, con una delle peggiori ondate di calore della storia, sia come persistenza che come durata e anche come estensione geografica: dal Portogallo alla Francia, dalla Spagna all’Irlanda, dalla Scozia e dall’Inghilterra fino al Belgio, la Germania e adesso anche la Scandinavia.

Ma ci sono luoghi dove fa fresco? In questo momento temperature leggermente sotto la media resistono solo sulla Russia europea, in Turchia e parte della Grecia: l’estate è calda quasi ovunque tranne in Cina e negli Stati Uniti orientali dove, ad esempio, a New York sono stati registrati allagamenti e temperature sotto i 25°C.

Con il riscaldamento globale abbiamo dunque una maggiore durata e quindi frequenza delle ondate di calore: in Francia prima del 1990 c’era un’ondata di caldo ogni 5 anni, dal 2000 in poi ogni anno ci sono una o più ondate di calore eccezionali. In questi ultimi giorni infatti il termometro ha colpito fino a 42°C anche i transalpini per poi spingersi a colorare di rosso anche le Isole Britanniche: rosso come l’allerta per la salute dei cittadini e il caldo che ha raggiunto Londra con il nuovo record di ieri di oltre 40°C.

Incendio

L’Europa brucia: in fiamme Francia e Spagna. 40°C in Gran Bretagna

Nel Regno Unito è arrivato il temuto record: una temperatura che, per la prima volta, ha superato i 40 gradi. Il Paese, come il resto dell’Europa occidentale, è stato colpito da un’ondata di caldo eccezionale, che sta alimentando decine di incendi, in particolare in Francia e Spagna. Gli scienziati ritengono che l’aumento di temperatura sia una conseguenza diretta della crisi climatica e delle emissioni di gas serra, che ne intensificano durata e frequenza.

Secondo l’agenzia meteorologica Met Office, il massimo storico di 40,2° è stato registrato alle 11.50 all’aeroporto di Heathrow, nella zona ovest di Londra. Il precedente record è stato di 38,7 gradi nel luglio 2019, già superato oggi in mattinata, con oltre 39°C registrati nel sud di Londra.

Il ministro dei Trasporti Grant Schapps ha confessato alla BBC che il sistema di trasporto pubblico di epoca vittoriana del Paese non è in grado di far fronte a queste temperature.

Per la prima volta, l’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito ha emesso un’allerta di livello 4, il più alto, l’equivalente di un’emergenza nazionale. Sul piano politico, il governo è stato accusato di aver preso il fenomeno sottogamba: il primo ministro dimissionario Boris Johnson è stato criticato per aver saltato, domenica scorsa, una riunione di emergenza sulla crisi preferendo partecipare a una festa di addio nella sua seconda casa, mentre l’ordine dei medici ha condannato le parole del vice primo ministro Dominic Raab, che ha consigliato ai britannici di “godersi il sole“.

Gli attivisti ambientalisti del gruppo Extinction Rebellion hanno sfondato le finestre di News UK, che pubblica il tabloid The Sun, questa mattina per protestare contro il modo in cui alcuni media stanno trattando la notizia dell’ondata di caldo. “Il Sun ha scelto di mettere in prima pagina immagini di donne in bikini, spiagge e bambini felici con il gelato“, ha dichiarato il gruppo. Un altro tabloid, il Daily Express, ha pubblicato lunedì il titolo ‘Non è la fine del mondo, state calmi e andate avanti’.

Nella vicina Irlanda, lunedì a Dublino c’erano 33 gradi, la temperatura più alta dal 1887.

Nel resto d’Europa, ieri i Paesi Bassi hanno registrato il giorno più caldo dell’anno, con temperature che hanno raggiunto i 35,4°C a Westdorpe. Le temperature potrebbero raggiungere i 39°C nel sud e nel centro del Paese, avvicinandosi al record nazionale (40,7 gradi il 25 luglio 2019).

Secondo l’Istituto Meteorologico Reale (RMI), anche il Belgio teme di raggiungere temperature record oggi, con il termometro che in alcuni punti salirà a 40°C.

In Francia, dopo i numerosi record registrati ieri, la temperatura dovrebbe scendere significativamente oggi sulla costa atlantica e l’ondata di calore si sposterà a Est. Il Paese sta ancora affrontando due grandi incendi nella regione di Bordeaux, che hanno già distrutto 17mila ettari di foresta.

Il caldo estremo soffoca anche la Spagna da più di una settimana, causando numerosi incendi. Ieri, quasi tutto il Paese è rimasto sotto un’allerta a “rischio estremo“. “Il cambiamento climatico sta uccidendo le persone (…) ma anche il nostro ecosistema, la nostra biodiversità“, ha dichiarato il presidente del governo Pedro Sanchez.

In Portogallo, ieri circa 800 vigili del fuoco combattevano ancora contro quattro incendi nel centro e nel nord del Paese. Secondo la protezione civile, le fiamme hanno causato quattro morti, cinque feriti gravi e l’evacuazione di 960 persone in 10 giorni.

Secondo la Commissione europea, circa la metà del territorio dell’Ue è attualmente a rischio di siccità a causa della prolungata mancanza di precipitazioni, che sta mettendo paesi come Francia, Romania, Spagna, Portogallo e Italia a rischio di riduzione dei raccolti.

siccità

Europa senz’acqua con economia sotto stress. Grave il Nord-Italia

Caldo e siccità mordono sempre di più, attivando un ulteriore campanello d’allarme sul fenomeno del surriscaldamento globale e del cambiamento climatico, e mettendo in difficoltà l’economia. La carenza d’acqua pone sfide per l’agricoltura, ma rappresenta un problema per il più ampio tessuto produttivo. È il caso dell’Italia, a cui il rapporto ‘Siccità in Europa – luglio 2022’ del Centro comune di ricerca della Commissione europea dedica una sezione. Perché se è vero a livello generale che “la riduzione del volume d’acqua immagazzinato ha avuto un grave impatto sia per l’energia idroelettrica che per i sistemi di raffreddamento di altre centrali elettriche”, questo lo è ancor più nel nord del Paese. Qui “è stata colpita dalla siccità soprattutto nella parte settentrionale dell’Italia, dove si trova la maggior parte di capacità installata”.

All’istituto Ue non sfugge che le cinque regioni settentrionali dove è già stata ufficialmente dichiarata l’emergenza, vale a dire Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, insieme valgano il 51% del Prodotto interno lordo nazionale. Si teme dunque una ripercussione economica. Gli ultimi dati disponibili mostrano livelli di serbatoi idroelettrici con capacità stoccata di 1.375 Gigawattora, pari al 34,8% in meno rispetto al valore minimo sugli ultimi otto anni. L’anno scorso i serbatoi registravano una capacità immagazzinata per 2.110 Gigawattora. Numeri che danno la dimensione di un problema che non è solo climatico.

Non c’è un problema Italia, ma potrebbe esserci e questo è evidente, data la situazione. Ma è tutto il Vecchio continente a dover far i conti con una morsa del caldo che non accenna a mollare la presa. In tutto il territorio dell’Unione europea “le condizioni di severa siccità che sta colpendo molte regioni europee dall’inizio dell’anno continuano a espandersi e peggiorare. Il risultato di queste tendenze è che “condizioni asciutte più del normale sono previste per i prossimi tre mesi in larghe aree” d’Europa, con serie possibilità di stress idrici difficili da gestire. “Le forniture di acqua per i prossimi mesi potrebbero essere compromesse”, denuncia lo speciale rapporto, che contiene un censimento da crisi.

Lo stress idrico e termico sta causando un calo delle rese dei raccolti, in una prospettiva già negativa per i cereali e altre colture. Francia, Romania, Spagna, Portogallo e Italia “dovranno probabilmente far fronte a questo calo delle rese agricole”, a riprova che non c’è solo lo Stivale in una situazione di criticità. In misura diversa, anche Germania, Polonia, Ungheria, Slovenia e Croazia sono interessate dal clima bollente. Più di un terzo degli Stati membri dell’Ue è alle prese col clima impazzito, che fa paura. L’analisi dell’evoluzione e dell’incidenza della siccità prolungata nell’Ue mostra che “una parte preoccupante” del territorio è attualmente esposta a livelli di allarme (il 46% dell’Ue) e di allerta (11% dell’Ue) siccità, associati a un deficit di umidità del suolo e allo stress della vegetazione. Da Bruxelles arriva l’appello a politiche di mitigazione. “Il cambiamento climatico sta aumentando il rischio di gravi siccità”, scandisce Mariya Gabriel. Dalla commissaria per l’Innovazione e la ricerca, un richiamo alle responsabilità della politica, nazionale ed europea.

(Photo credits: Fabrice COFFRINI / AFP)

Incendio

Oggi ‘Apocalisse’ di 40°C in tutta Europa e l’Italia si infuoca

L’ondata di caldo che ha attraversato l’Europa occidentale negli ultimi giorni, causando numerosi incendi boschivi, porterà temperature record in Francia e Gran Bretagna oggi, con picchi di 40° gradi.

Questa giornata potrebbe addirittura essere una delle più calde mai registrate in Francia: le temperature massime saranno ovunque superiori ai 30°C e tra i 38 e i 40°C in gran parte del Paese.

Il caldo sta aumentando, l’ondata di calore si sta diffondendo in tutto il Paese“, avverte l’istituto Météo-France, che prevede di vedere molti record di temperatura superati, in particolare nell’ovest e nel sud-ovest.In alcune zone del sud-ovest è un’apocalisse di caldo che oggi potrebbe raggiungere i 44° in alcune località, seguito da una “notte torrida“.

Il picco di questa 45esima ondata di calore registrata in Francia dal 1947 è previsto sulla costa atlantica, in particolare in Bretagna, finora protetta dalle insenature oceaniche.

Come conseguenza di questa ondata di calore, potrebbero comparire picchi di inquinamento atmosferico. Oggi è previsto un peggioramento delle concentrazioni di ozono, già sostenute, in particolare sull’arco atlantico e nel sud-est del Paese, secondo Prev’air, la piattaforma nazionale di previsione della qualità dell’aria.

Nel Regno Unito, l’Agenzia meteorologica nazionale ha emesso il primo allarme ‘rosso’ per caldo estremo, che significa “rischio di vita. Il Met Office ha avvertito che oggi o domani le temperature potrebbero superare per la prima volta i 40 gradi nell’Inghilterra meridionale.

Il governo britannico è stato accusato di aver trascurato la situazione, dopo che il primo ministro dimissionario Boris Johnson ha saltato una riunione di crisi sull’argomento a Downing Street e il suo ministro della Giustizia Dominic Raab è sembrato compiacersi che per la prima volta in Inghilterra si siano superati i 40 gradi.

L’ondata di caldo ha fatto sentire i suoi effetti anche in Spagna. Ieri, un uomo di 50 anni è morto per un colpo di calore, con una temperatura corporea di 40°C, a Torrejon de Ardoz, vicino a Madrid. Un operaio stradale di 60 anni era morto il giorno prima nella capitale per lo stesso motivo.

Domenica il termometro ha raggiunto i 39° a Madrid, i 39,7° a Siviglia (sud) e i 43,4° a Don Benito, vicino a Badajoz (ovest).

Questa ondata di calore è la seconda in appena un mese in Europa. Secondo gli scienziati, l’aumento di questi fenomeni è una conseguenza diretta del riscaldamento globale, con le emissioni di gas serra che ne aumentano l’intensità, la durata e la frequenza.

Questo porta a incendi boschivi che hanno già causato la morte di diversi membri dei servizi antincendio e di soccorso, l’ultimo dei quali è un vigile del fuoco morto per ustioni nella provincia di Zamora (Spagna nord-occidentale). In Francia, Portogallo, Spagna e Grecia sono andati bruciati migliaia di ettari di foresta e molti abitanti e turisti hanno dovuto abbandonare le loro case.

INCENDI IN TUTTA ITALIA

In Italia continuano a divampare gli incendi, complici le alte temperature e la mancanza di piogge. Dagli ultimi dati dell’EFFIS, il sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi della Commissione Ue emerge che, dall’inizio dell’anno, nel nostro Paese sono andati in fumo ben 229,30 chilometri quadrati di boschi e foreste a causa di 204 roghi di importanti dimensioni. La superficie rappresenta circa il 15% del bilancio degli incendi dell’intero 2021 (che si chiuse con addirittura 1.505,52 kmq bruciati per un totale di 659 roghi) e circa il 40% degli incendi del 2020 (che fece registrare invece 538,07 kmq bruciati e 498 roghi).

Secondo Greenpeace, “eventi meteorologici estremi causati dai cambiamenti climatici come la siccità e le trombe d’aria, che facilitano la diffusione degli incendi, sono sempre più frequenti e intensi”. “Per non trovarci in una continua emergenza – afferma Martina Borghi, campagna Foreste dell’organizzazione – bisogna lavorare sulla prevenzione e scongiurare la catastrofe climatica riducendo le emissioni di gas serra”.

(Photo credits: THIBAUD MORITZ / AFP)

caldo

Arriva ‘Apocalisse4800’: nuovo anticiclone che soffoca l’Europa

Cinque ondate di calore dal 10 maggio a oggi, 65 giorni di canicola (cioè il periodo di massimo caldo) e manca ancora un mese a Ferragosto. E la sesta ondata si sta già accanendo su Spagna e Portogallo, con punte di 45/46° all’ombra e si sta espandendo verso l’Italia. Si tratta di Apocalisse4800, il nuovo anticiclone che prende il nome dall’eccezionale caldo presente anche in quota, sulle nostre montagne.

Il clima ‘impazzito’, in prevalenza a causa dell’uomo, porterà fino a 4800 metri lo zero termico, cioè il dato meteorologico che indica l’altitudine sopra la quale la temperatura è sempre inferiore allo zero. In altre parole le temperature non andranno sottozero nemmeno sul tetto d’Europa, nemmeno sul Monte Bianco: il ghiaccio e la neve fonderanno a ritmi impressionanti. Il Monte Bianco, 4809 metri, il 18 giugno scorso ha già fatto registrare 10°C sulla vetta, ma in queste ore le condizioni sono addirittura peggiori.

Con questa nuova spinta africana, tra l’altro, nella lista ‘rovente’ delle nazioni a rischio caldo estremo potrebbero essere inserite anche Germania, Danimarca e persino Inghilterra, Irlanda e Scozia. Un’ondata europea di calore su gran parte del continente con 40°C attesi a Parigi, 37°C a Londra e 30°C a Dublino. In Inghilterra è prevista allerta ‘ambra’ da domenica a martedì per rischi legati al caldo, in Francia è già in vigore l’allerta ‘arancione’ per 7 dipartimenti del sud del Paese e l’allerta incendi anche nella Valle del Rodano dove è atteso il Mistral (Maestrale) tra oggi e domani.

In Italia, la nuova risalita nordafricana porterà un primo assaggio di una lunga fase calda che nella migliore delle ipotesi potrebbe durare fino a metà di questa settimana, nella peggiore fino alla fine di luglio. Antonio Sanò, direttore del sito www.iLMeteo.it, conferma dunque un rapido e netto aumento delle temperature: Lombardia ed Emilia saranno le zone raggiunte già oggi da 37/38 gradi all’ombra, tra Sabato e Domenica il caldo si espanderà anche verso il Centro-Sud.

La notizia è che valori ben oltre la media, tra 36 e 38°C ci accompagneranno per almeno una settimana su gran parte dell’Italia, con picchi localmente anche ben superiori. Una situazione estrema con una tendenza altrettanto preoccupante: il centro europeo ECMWF indica per il trimestre settembre-ottobre-novembre temperature decisamente sopra la media sul nostro continente, che porterebbero l’estate 2022 ad essere ricordata come la più lunga di sempre, una stagione composta da 5 mesi roventi.

Siccità

Ora l’Europa ha sete. Italia al collasso idrico, crolla produzione agricola

C’è un elemento nuovo, che unisce l’Europa continentale e mediterranea: la siccità che, oltre all’Italia, sta colpendo pesantemente Spagna, Francia e ora anche la Germania. Un’Europa completamente a secco quella che sta attraversando l’ennesima ondata di calore che, questa volta, sarà particolarmente intensa. Dieci giorni nella morsa del caldo proveniente dall’Africa del nord con temperature che potranno raggiungere i 16 gradi oltre la media. Della pioggia nemmeno l’ombra, se non in Scandinavia, Austria e Slovenia. In Italia lo zero termico sarà a 5200 metri: non ci saranno temperature sottozero in nessuna zona del Paese e si attendono nuovamente massime record fino a 10°C anche sul Monte Bianco. Giovedì sono attesi 37/38° in Pianura Padana. E la prossima settimana sarà anche peggio.

L’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche, nel corso della consueta riunione, ha fatto il punto sulla situazione della Penisola, da cui è emerso un quadro non certo rassicurante. A pagare il prezzo più alto è ancora una volta il nord, dove i laghi stanno vivendo una situazione drammatica. Il lago di Como ha registrato il record storico negativo (-cm. 39,5 sullo zero idrometrico) e ora dovrà essere regolato in equilibrio tra afflussi e deflussi per garantire le condizioni minime di vivibilità ecosistemica. Resta epocale la magra del fiume Po, le cui portate, nel Delta, sono fino al 60% inferiori a quelle di allarme per il cuneo salino, che ormai ha raggiunto i 30 chilometri dalla foce, pregiudicando gli utilizzi idrici in tutta l’area. Soffrono i fiumi come la Dora Baltea, il Sesia, il Tanaro, i torrenti del Canavese, in Piemonte, l’Adige, il Livenza, il Secchia. Webuild ha annunciato che a Chiomonte, dove si trova il cantiere della Tav, le acque di ruscellamento del tunnel – cioè le acque naturali della montagna raccolte nel primo tratto della galleria della Maddalena – saranno impiegate per irrigare le vigne dell’area.In Lombardia, come ha ricordato il governatore Attilio Fontana, “le ultime riserve d’acqua per l’agricoltura si stanno esaurendo e oltre il 25-30 luglio non possiamo andare“.

Già, l’agricoltura. Secondo i dati di Coldiretti, oltre un terzo delle produzioni nazionali è andato perso. Mais e foraggi per animali registrano -45% mentre riso e frumento duro sono crollati del 30%. Sono 332mila le imprese agricole a rischio, cioè il 46% del totale e 11 aziende su 100 sono sul punto di cessare la propria attività. Dati che incidono – e molto – anche sui prezzi. La Commissione europea nelle previsioni economiche d’estate ha annunciato che “la grave siccità nel nord Italia aggraverà l’impennata dei prezzi dei generi alimentari per i consumatori“. Ma non solo. Anche a monte i costi sono schizzati alle stelle. Il prezzo dei mangimi è aumentato del 90%, quello dei concimi addirittura del 170% e sui campi pesano anche i rincari del gasolio, del vetro, del tetrapack, del cartone e della plastica.

Nel centro Italia il Lazio è ormai al collasso idrico. “L’evoluzione più evidente – spiega Anbi – si registra nell’hinterland di Roma, dove già da una settimana sono bloccati i prelievi dal lago di Bracciano, evocando la grave crisi del 2017“. È ancora “sotto traccia” la gravità della situazione nel lago di San Casciano, il cui livello si è abbassato di 5 metri rispetto allo scorso anno, mancando all’appello ben 1.250.000 metri cubi d’acqua. Inoltre, riferisce l’Osservatorio, gli scarsi apporti idrici dal fiume Elvella riducono la diluizione dei solfiti dalle vicine terme di San Casciano, facendo temere problemi per la potabilizzazione svolta dall’Acquedotto del Fiora a servizio dell’area. Continuano a calare i livelli del lago di Nemi, nonché dei fiumi Tevere ed Aniene, così come dei corsi d’acqua nel bacino del Liri, ai minimi in anni recenti. Ma tutto il centro è in situazione di estrema gravità, dalla Toscana – dove sono stati sospesi i prelievi dal Lago di Chiusi – alle Marche, dove calano ancora i fiumi Potenza ed Esino.

In Sardegna e Sicilia la situazione è sotto controllo, ma in Basilicata l’acqua trattenuta negli invasi è diminuita di 15 milioni di metri cubi in una settimana e in Campania resta una condizione di Siccità consolidata nel bacino idrografico del Liri-Garigliano e Volturno.

Ora è necessario davvero accelerare. Massimo Gargano, direttore generale di Anbi ha ricordato che “persiste un ingiustificato scollamento tra affermazioni di principio e scelte politiche conseguenti. Ogni giorno che passa non solo aumenta l’esposizione del Paese alle conseguenze dei cambiamenti climatici, ma riduce le possibilità di utilizzare compiutamente le risorse del Next Generation EU, che prevede la realizzazione e rendicontazione delle opere entro il 2026 con una determinante verifica sugli iter procedurali a fine 2023“.

(Photo credits: Marco SABADIN / AFP)