Incendio

Oggi ‘Apocalisse’ di 40°C in tutta Europa e l’Italia si infuoca

L’ondata di caldo che ha attraversato l’Europa occidentale negli ultimi giorni, causando numerosi incendi boschivi, porterà temperature record in Francia e Gran Bretagna oggi, con picchi di 40° gradi.

Questa giornata potrebbe addirittura essere una delle più calde mai registrate in Francia: le temperature massime saranno ovunque superiori ai 30°C e tra i 38 e i 40°C in gran parte del Paese.

Il caldo sta aumentando, l’ondata di calore si sta diffondendo in tutto il Paese“, avverte l’istituto Météo-France, che prevede di vedere molti record di temperatura superati, in particolare nell’ovest e nel sud-ovest.In alcune zone del sud-ovest è un’apocalisse di caldo che oggi potrebbe raggiungere i 44° in alcune località, seguito da una “notte torrida“.

Il picco di questa 45esima ondata di calore registrata in Francia dal 1947 è previsto sulla costa atlantica, in particolare in Bretagna, finora protetta dalle insenature oceaniche.

Come conseguenza di questa ondata di calore, potrebbero comparire picchi di inquinamento atmosferico. Oggi è previsto un peggioramento delle concentrazioni di ozono, già sostenute, in particolare sull’arco atlantico e nel sud-est del Paese, secondo Prev’air, la piattaforma nazionale di previsione della qualità dell’aria.

Nel Regno Unito, l’Agenzia meteorologica nazionale ha emesso il primo allarme ‘rosso’ per caldo estremo, che significa “rischio di vita. Il Met Office ha avvertito che oggi o domani le temperature potrebbero superare per la prima volta i 40 gradi nell’Inghilterra meridionale.

Il governo britannico è stato accusato di aver trascurato la situazione, dopo che il primo ministro dimissionario Boris Johnson ha saltato una riunione di crisi sull’argomento a Downing Street e il suo ministro della Giustizia Dominic Raab è sembrato compiacersi che per la prima volta in Inghilterra si siano superati i 40 gradi.

L’ondata di caldo ha fatto sentire i suoi effetti anche in Spagna. Ieri, un uomo di 50 anni è morto per un colpo di calore, con una temperatura corporea di 40°C, a Torrejon de Ardoz, vicino a Madrid. Un operaio stradale di 60 anni era morto il giorno prima nella capitale per lo stesso motivo.

Domenica il termometro ha raggiunto i 39° a Madrid, i 39,7° a Siviglia (sud) e i 43,4° a Don Benito, vicino a Badajoz (ovest).

Questa ondata di calore è la seconda in appena un mese in Europa. Secondo gli scienziati, l’aumento di questi fenomeni è una conseguenza diretta del riscaldamento globale, con le emissioni di gas serra che ne aumentano l’intensità, la durata e la frequenza.

Questo porta a incendi boschivi che hanno già causato la morte di diversi membri dei servizi antincendio e di soccorso, l’ultimo dei quali è un vigile del fuoco morto per ustioni nella provincia di Zamora (Spagna nord-occidentale). In Francia, Portogallo, Spagna e Grecia sono andati bruciati migliaia di ettari di foresta e molti abitanti e turisti hanno dovuto abbandonare le loro case.

INCENDI IN TUTTA ITALIA

In Italia continuano a divampare gli incendi, complici le alte temperature e la mancanza di piogge. Dagli ultimi dati dell’EFFIS, il sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi della Commissione Ue emerge che, dall’inizio dell’anno, nel nostro Paese sono andati in fumo ben 229,30 chilometri quadrati di boschi e foreste a causa di 204 roghi di importanti dimensioni. La superficie rappresenta circa il 15% del bilancio degli incendi dell’intero 2021 (che si chiuse con addirittura 1.505,52 kmq bruciati per un totale di 659 roghi) e circa il 40% degli incendi del 2020 (che fece registrare invece 538,07 kmq bruciati e 498 roghi).

Secondo Greenpeace, “eventi meteorologici estremi causati dai cambiamenti climatici come la siccità e le trombe d’aria, che facilitano la diffusione degli incendi, sono sempre più frequenti e intensi”. “Per non trovarci in una continua emergenza – afferma Martina Borghi, campagna Foreste dell’organizzazione – bisogna lavorare sulla prevenzione e scongiurare la catastrofe climatica riducendo le emissioni di gas serra”.

(Photo credits: THIBAUD MORITZ / AFP)

caldo

Arriva ‘Apocalisse4800’: nuovo anticiclone che soffoca l’Europa

Cinque ondate di calore dal 10 maggio a oggi, 65 giorni di canicola (cioè il periodo di massimo caldo) e manca ancora un mese a Ferragosto. E la sesta ondata si sta già accanendo su Spagna e Portogallo, con punte di 45/46° all’ombra e si sta espandendo verso l’Italia. Si tratta di Apocalisse4800, il nuovo anticiclone che prende il nome dall’eccezionale caldo presente anche in quota, sulle nostre montagne.

Il clima ‘impazzito’, in prevalenza a causa dell’uomo, porterà fino a 4800 metri lo zero termico, cioè il dato meteorologico che indica l’altitudine sopra la quale la temperatura è sempre inferiore allo zero. In altre parole le temperature non andranno sottozero nemmeno sul tetto d’Europa, nemmeno sul Monte Bianco: il ghiaccio e la neve fonderanno a ritmi impressionanti. Il Monte Bianco, 4809 metri, il 18 giugno scorso ha già fatto registrare 10°C sulla vetta, ma in queste ore le condizioni sono addirittura peggiori.

Con questa nuova spinta africana, tra l’altro, nella lista ‘rovente’ delle nazioni a rischio caldo estremo potrebbero essere inserite anche Germania, Danimarca e persino Inghilterra, Irlanda e Scozia. Un’ondata europea di calore su gran parte del continente con 40°C attesi a Parigi, 37°C a Londra e 30°C a Dublino. In Inghilterra è prevista allerta ‘ambra’ da domenica a martedì per rischi legati al caldo, in Francia è già in vigore l’allerta ‘arancione’ per 7 dipartimenti del sud del Paese e l’allerta incendi anche nella Valle del Rodano dove è atteso il Mistral (Maestrale) tra oggi e domani.

In Italia, la nuova risalita nordafricana porterà un primo assaggio di una lunga fase calda che nella migliore delle ipotesi potrebbe durare fino a metà di questa settimana, nella peggiore fino alla fine di luglio. Antonio Sanò, direttore del sito www.iLMeteo.it, conferma dunque un rapido e netto aumento delle temperature: Lombardia ed Emilia saranno le zone raggiunte già oggi da 37/38 gradi all’ombra, tra Sabato e Domenica il caldo si espanderà anche verso il Centro-Sud.

La notizia è che valori ben oltre la media, tra 36 e 38°C ci accompagneranno per almeno una settimana su gran parte dell’Italia, con picchi localmente anche ben superiori. Una situazione estrema con una tendenza altrettanto preoccupante: il centro europeo ECMWF indica per il trimestre settembre-ottobre-novembre temperature decisamente sopra la media sul nostro continente, che porterebbero l’estate 2022 ad essere ricordata come la più lunga di sempre, una stagione composta da 5 mesi roventi.

Siccità

Ora l’Europa ha sete. Italia al collasso idrico, crolla produzione agricola

C’è un elemento nuovo, che unisce l’Europa continentale e mediterranea: la siccità che, oltre all’Italia, sta colpendo pesantemente Spagna, Francia e ora anche la Germania. Un’Europa completamente a secco quella che sta attraversando l’ennesima ondata di calore che, questa volta, sarà particolarmente intensa. Dieci giorni nella morsa del caldo proveniente dall’Africa del nord con temperature che potranno raggiungere i 16 gradi oltre la media. Della pioggia nemmeno l’ombra, se non in Scandinavia, Austria e Slovenia. In Italia lo zero termico sarà a 5200 metri: non ci saranno temperature sottozero in nessuna zona del Paese e si attendono nuovamente massime record fino a 10°C anche sul Monte Bianco. Giovedì sono attesi 37/38° in Pianura Padana. E la prossima settimana sarà anche peggio.

L’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche, nel corso della consueta riunione, ha fatto il punto sulla situazione della Penisola, da cui è emerso un quadro non certo rassicurante. A pagare il prezzo più alto è ancora una volta il nord, dove i laghi stanno vivendo una situazione drammatica. Il lago di Como ha registrato il record storico negativo (-cm. 39,5 sullo zero idrometrico) e ora dovrà essere regolato in equilibrio tra afflussi e deflussi per garantire le condizioni minime di vivibilità ecosistemica. Resta epocale la magra del fiume Po, le cui portate, nel Delta, sono fino al 60% inferiori a quelle di allarme per il cuneo salino, che ormai ha raggiunto i 30 chilometri dalla foce, pregiudicando gli utilizzi idrici in tutta l’area. Soffrono i fiumi come la Dora Baltea, il Sesia, il Tanaro, i torrenti del Canavese, in Piemonte, l’Adige, il Livenza, il Secchia. Webuild ha annunciato che a Chiomonte, dove si trova il cantiere della Tav, le acque di ruscellamento del tunnel – cioè le acque naturali della montagna raccolte nel primo tratto della galleria della Maddalena – saranno impiegate per irrigare le vigne dell’area.In Lombardia, come ha ricordato il governatore Attilio Fontana, “le ultime riserve d’acqua per l’agricoltura si stanno esaurendo e oltre il 25-30 luglio non possiamo andare“.

Già, l’agricoltura. Secondo i dati di Coldiretti, oltre un terzo delle produzioni nazionali è andato perso. Mais e foraggi per animali registrano -45% mentre riso e frumento duro sono crollati del 30%. Sono 332mila le imprese agricole a rischio, cioè il 46% del totale e 11 aziende su 100 sono sul punto di cessare la propria attività. Dati che incidono – e molto – anche sui prezzi. La Commissione europea nelle previsioni economiche d’estate ha annunciato che “la grave siccità nel nord Italia aggraverà l’impennata dei prezzi dei generi alimentari per i consumatori“. Ma non solo. Anche a monte i costi sono schizzati alle stelle. Il prezzo dei mangimi è aumentato del 90%, quello dei concimi addirittura del 170% e sui campi pesano anche i rincari del gasolio, del vetro, del tetrapack, del cartone e della plastica.

Nel centro Italia il Lazio è ormai al collasso idrico. “L’evoluzione più evidente – spiega Anbi – si registra nell’hinterland di Roma, dove già da una settimana sono bloccati i prelievi dal lago di Bracciano, evocando la grave crisi del 2017“. È ancora “sotto traccia” la gravità della situazione nel lago di San Casciano, il cui livello si è abbassato di 5 metri rispetto allo scorso anno, mancando all’appello ben 1.250.000 metri cubi d’acqua. Inoltre, riferisce l’Osservatorio, gli scarsi apporti idrici dal fiume Elvella riducono la diluizione dei solfiti dalle vicine terme di San Casciano, facendo temere problemi per la potabilizzazione svolta dall’Acquedotto del Fiora a servizio dell’area. Continuano a calare i livelli del lago di Nemi, nonché dei fiumi Tevere ed Aniene, così come dei corsi d’acqua nel bacino del Liri, ai minimi in anni recenti. Ma tutto il centro è in situazione di estrema gravità, dalla Toscana – dove sono stati sospesi i prelievi dal Lago di Chiusi – alle Marche, dove calano ancora i fiumi Potenza ed Esino.

In Sardegna e Sicilia la situazione è sotto controllo, ma in Basilicata l’acqua trattenuta negli invasi è diminuita di 15 milioni di metri cubi in una settimana e in Campania resta una condizione di Siccità consolidata nel bacino idrografico del Liri-Garigliano e Volturno.

Ora è necessario davvero accelerare. Massimo Gargano, direttore generale di Anbi ha ricordato che “persiste un ingiustificato scollamento tra affermazioni di principio e scelte politiche conseguenti. Ogni giorno che passa non solo aumenta l’esposizione del Paese alle conseguenze dei cambiamenti climatici, ma riduce le possibilità di utilizzare compiutamente le risorse del Next Generation EU, che prevede la realizzazione e rendicontazione delle opere entro il 2026 con una determinante verifica sugli iter procedurali a fine 2023“.

(Photo credits: Marco SABADIN / AFP)

caldo

Da giovedì avanza il caldo africano: attesi picchi di 42 gradi

Temperature in costante aumento per almeno una settimana, assenza di piogge, massime che tornano a galleggiare intorno ai 40°C con punte anche superiori. È il quadro drammatico di un’estate 2022 che vuol continuare il percorso intrapreso dal primo semestre, il più caldo della storia per l’Italia.

Da dove nasce questa nuova fase calda e siccitosa? Ancora una volta dall’Algeria con la spinta di correnti calde fin verso le Isole Britanniche: sono attesi 35/37°C anche a Londra se la traiettoria della massa d’aria seguirà quanto previsto. In questi giorni intanto le massime hanno raggiunto cifre ‘algerine’ anche in Portogallo e Spagna, e si va verso i 46°C: il picco poi colpirà la Francia, anche quella settentrionale, e dal weekend dovrebbe raggiungere l’Inghilterra.

L’Italia inizierà a scaldarsi ancora già da domani, poi il gran caldo potrebbe arrivare da domenica per almeno 5 giorni: si prevede un’alta pressione decisamente forte, masse d’aria roventi e un intenso soleggiamento. A tutto ciò si aggiunge un mare molto caldo con valori fino a 28°C, tipici dei Caraibi. L’acqua così calda non permette alle temperature di scendere durante la notte e influisce in modo sensibile anche sul clima delle zone interne: inoltre i terreni privati dell’umidità, dopo lunghi mesi di siccità, non assorbono il calore ma, anzi, lo intensificano.

caldo italia

A questi ingredienti si aggiunge anche il dramma neve: sulle montagne ormai è sciolta da settimane e non si verifica il fondamentale effetto albedo, che consente un minore assorbimento del calore e quindi un abbassamento di temperature. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, con tutti conferma quindi una nuova ondata di caldo africano sull’Italia. La traiettoria è in fase di definizione, ma le temperature toccheranno nuovamente i 40°C all’ombra.

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In arrivo l’ondata di caldo più potente dell’estate

Sedici gradi oltre la media di luglio. Questa è la previsione per sabato prossimo in Francia, tra la Normandia e Parigi, uno dei Paesi europei più colpiti dall’ondata di siccità. Normalmente le massime in queste zone sono intorno ai 26°C e questo significa che si potranno toccare i 42°C anche nel nord Europa. E in Italia? I timori che la colonnina di mercurio toccherà anche da noi quelle temperature sono fondati.

Già dal 13 luglio sul nostro Paese il termometro tornerà a salire e ci abbandonerà il più ‘fresco’ Anticiclone delle Azzorre: ma il peggio arriverà all’inizio della prossima settimana. La bolla rovente della Normandia dovrebbe infatti espandersi verso Germania, regioni alpine e poi verso il nostro settentrione: anche sulla Pianura Padana si rischierebbero i 42°C all’ombra.

Le proiezioni indicano questo scenario, ma oltre i 5/6 giorni, anche in estate, la tendenza deve essere seguita e confermata: senz’altro tornerà il caldo africano, e sicuramente questa estate correrà veloce verso il podio delle più insopportabili e roventi.

Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, in questo contesto di caldo estremo, vede però anche “il bicchiere mezzo pieno” e suggerisce di godere ancora del caldo gradevole di queste giornate in compagnia dell’Anticiclone delle Azzorre: anche oggi le temperature saranno sotto la media del periodo al Centro-Sud. Inoltre, sono previsti acquazzoni diffusi lungo tutta la dorsale appenninica. Un po’ di refrigerio in montagna e localmente anche sulle zone di pianura adiacenti nel pomeriggio, con qualche rovescio anche tra Alpi e Prealpi orientali.

Una buona notizia per le prossime ore, con temperature sotto media ed acquazzoni: ma da domani è necessario prepararsi per il nuovo anticiclone africano già prepotente sulla Penisola Iberica. Sono stati raggiunti in modo diffuso i 42°C nelle zone interne ad est di Lisbona e su parte della Spagna, in Andalusia ed Estremadura, con valori in rapido aumento nel corso dei prossimi giorni.

Un modello meteorologico abbastanza attendibile prevede per martedì 19 Luglio un dato incredibile sulla Pianura Padana: anomalia positiva di +20°C rispetto alla media. Sembrerà di volare da Torino in Algeria o da Milano direttamente nel Sahara senza aver bisogno di un biglietto aereo.

(Photo credits: TIZIANA FABI / AFP)

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Tregua finita: in settimana nuova escalation di caldo africano

Dopo la breve parentesi di caldo senza eccessi portato dall’anticiclone delle Azzorre, lo scenario meteorologico sul nostro Paese cambia ancora. Torna l’anticiclone africano e, nel corso della settimana appena iniziata, tornerà a imporsi su tutta l’Italia con il suo carico di caldo rovente.

Fino a mercoledì 13 luglio trascorreremo giornate all’insegna di un tempo stabile e soleggiato, con valori termici sostanzialmente in media col periodo, gradevoli, grazie anche ai valori di umidità non troppo elevati; da segnalare inoltre qualche temporale di calore su Alpi e Appennini, più probabile nella giornata di martedì 12 luglio, comunica Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito ilMeteo.it.

Le buone notizie però finiscono qui: come già accaduto diverse volte in questa prima parte d’Estate nei giorni successivi si ripeterà una particolare configurazione sull’Europa centro-meridionale, il blocco ad Omega.

In sintesi, possiamo identificarlo come un’area anticiclonica “bloccata e alimentata” da due centri di bassa pressione, localizzati ai suoi fianchi (uno nell’oceano Atlantico, al largo della Penisola iberica e l’altro sull’Europa sud-orientale) e in grado di stazionare in un’ampia zona per molto tempo: esso è responsabile delle ormai tipiche ondate di calore dei mesi estivi, nonché di un blocco della dinamicità atmosferica.

Vista l’origine sub-tropicale delle masse d’aria, oltre al tanto sole, da giovedì 14 ci aspettiamo una nuova e più forte impennata dei valori termici: ciò si tradurrà in nuove ondate di caldo, con i termometri pronti a schizzare, questa volta diffusamente, oltre i 38°C, ma localmente anche fino a 41-42°C sulle pianure del Nord e sulle zone interne di Sardegna e Sicilia. Queste condizioni meteo climatiche potrebbero accompagnarci fino alla fine del mese: questo tipo di blocco atmosferico infatti è molto duro da scalfire e al momento non sono previsti break incisivi; qualche fenomeno temporalesco potrà bagnare i settori alpini tra venerdì 15 e sabato 16, ma si tratterà di temporali molto localizzati e di breve durata.

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Il Mediterraneo scotta, Bonino (Feversea Esa): “Caldo anomalo, ecosistemi a rischio”

Il Mediterraneo sta vivendo un’ondata di calore marino molto violenta, raggiungendo nel Golfo di Taranto i 5 gradi di sforamento rispetto alla media dei trent’anni precedenti. Un’ondata di calore marino si verifica quando le temperature superano una soglia estrema per più di cinque giorni consecutivi: nel mar Ligure a maggio questa ondata è durata tre settimane, per poi riprendere da metà giugno. Partita da Ovest a metà primavera, l’ondata si è diffusa e spostata verso est raggiungendo un’intensità ancora maggiore tra Ionio e Adriatico. È quanto emerge osservando i dati satellitari forniti dal Copernicus Marine Service. Il CMCC, Centro Euro Mediterraneo sul Cambiamento Climatico, è l’istituzione scientifica italiana che gestisce il Mediterranean Forecasting System per la produzione di previsioni per i successivi dieci giorni e la ricostruzione del passato recente. Ma in chiave strategica è molto rilevante il lavoro che, sempre al CMCC, viene fatto sul progetto Feversea Esa coordinato dalla ricercatrice Giulia Bonino. Il progetto, che si concluderà nel 2023, ha l’obiettivo di arrivare a produrre previsioni a breve e medio termine per consentire di elaborare strategie di adattamento più efficaci e attutire le conseguenze pesantissime di questi fenomeni legati al cambiamento climatico.

Perché il Mediterraneo ha un ruolo fondamentale per l’economia e il benessere dei molti e popolosi Paesi che vi si affacciano, a partire dal nostro. Pur avendo una superficie inferiore all’1 per cento rispetto all’intera superficie oceanica terrestre, il Mediterraneo conta sull’8 per cento della biodiversità marina globale. Queste ondate di calore possono avere conseguenze molto pesanti sulla biodiversità, con ricadute ecologiche, economiche e sociali importanti: pensiamo ad esempio alla pesca e all’acquacoltura, agli allevamenti di molluschi ecc… oltre alla potenziale enorme perdita dei servizi ecosistemici che il mare ci fornisce costantemente.

Giulia Bonino ci racconta il lavoro in corso, frutto del finanziamento di una borsa di ricerca da parte dell’Agenzia Spaziale Europea: “Partiamo dai dati satellitari per capire al meglio le ondate di calore oceaniche. Si tratta, quindi, soprattutto di temperatura della superficie del mare. La prima fase è quella di studiare e documentare questi eventi estremi. Abbiamo quindi analizzato i dati che vanno dal 1981 fino al 2016, documentando questi eventi. L’obiettivo successivo è quello di caratterizzare quali siano i precursori di questi eventi, le cause insomma. Cosa ha portato alle ondate di calore? Infine, ed è questa la fase del progetto in cui stiamo entrando in questo momento, creare uno strumento che possa permetterci di prevedere gli eventi e permettere almeno di programmare e applicare qualche strategia di adattamento”. Perché una cosa è sapere cosa accadrà con dieci giorni di anticipo, altra cosa è poter eventualmente prevedere con mesi di anticipo. Prosegue la ricercatrice del CMCC: “Partiamo dalla creazione di un database sugli eventi di questo tipo in un periodo di oltre 30 anni, ne studiamo le cause e quindi cerchiamo di elaborare un metodo per predire le ondate di calore. Per adesso ci siamo concentrati soprattutto sul Mar Mediterraneo, il Mar Nero e il mar Caspio, ma gli obiettivi vorrebbero essere globali”.

Le conseguenze più importanti sono quelle per gli ecosistemi. Spiega ancora Giulia Bonino: “Nel mese di maggio sono state rilevate importanti ondate di calore nel mar Ligure, ricchissimo di biodiversità, e successivamente nel Golfo di Taranto, area in cui c’è un’intensa attività di mitilicoltura. È evidente che questi eventi hanno un potenziale impatto anche sociale molto forte. In questo momento stiamo raggiungendo i 5 gradi di sforamento rispetto alla media trentennale di temperatura della superficie dello stesso mare: un dato enorme. Gli eventi di questo tipo, le ondate di calore, sono in crescendo e questo è dovuto al cambiamento climatico. Quello che sta accadendo quest’anno ci permette di fare similitudini con l’ondata di calore del 2003: anche nel 2003 era iniziato a maggio, prosegue nello stesso mese di giugno. Allora, dopo una prima caduta, il fenomeno si estese anche a luglio e agosto con gli eventi più gravi, duraturi ed ecologicamente devastanti mai registrati. Dobbiamo aspettarci che l’evento estremo in corso si prolunghi anche nei prossimi due mesi”.

analisi mediterraneo

ONDATA DI CALDO

Weekend di fuoco con Caronte, ma poi arriva la pioggia

La parentesi di pioggia di giovedì sera non è stata sufficiente: Caronte si rinforza e torna prepotente su tutta l’Italia riportando 38-40°C diffusi, domenica anche a Roma. Il caldo sarà opprimente, ma per la prima volta da tanto tempo, le previsioni portano un po’ di ottimismo. Dopo un weekend di fuoco le temperature caleranno e arriverà la tanto attesa pioggia.

Il giorno della svolta dovrebbe essere mercoledì 6 luglio quando il probabile cedimento di Caronte favorirà un calo termico e porterà temporali sparsi al nord, anche in Pianura Padana. L’aria più fresca ed instabile in arrivo dall’Atlantico scivolerà poi verso il centro nella giornata successiva e arriverà anche al sud dove potrebbe causare anche piogge persistenti. Il weekend tra l’8 e il 10 luglio potrebbe essere addirittura caratterizzato da maltempo diffuso al sud e su parte delle regioni del medio Adriatico.

Antonio Sanò, direttore del sito www.iLMeteo.it , conferma la ‘scaldata’ repentina con Caronte anche al nord, dopo i temporali degli ultimi giorni. Le temperature in Pianura Padana toccheranno i 38-39°C all’ombra fino a martedì, con un alto tasso di umidità. Al centro e al sud, come è successo negli ultimi giorni, il termometro sfiorerà i 45°C o addirittura li oltrepasserà.

La cappa asfissiante terrà prigioniero il Paese fino a metà della prossima settimana poi potrebbe arrivare aria più fresca e una perturbazione da nord-ovest. All’orizzonte sembra profilarsi anche la discesa di aria polare direttamente dalla Finlandia verso le regioni adriatiche.

siccità

Fa sempre più caldo: entro il weekend punte fino a 44°C

Il caldo continua a dominare incontrastato sull’Italia ormai dal 10 maggio e non si arresterà nemmeno nei prossimi giorni. Caronte sta insistendo con temperature africane dal 20 giugno e durerà almeno un’altra settimana, con i primi segnali di cedimento attesi al nord da mercoledì 6 luglio. E nel weekend si rinforzerà ancora.

Finora sono tanti i record – tristi – che l’anticiclone ha lasciato. Roma ha vissuto il periodo più caldo della storia, 2-3 giorni consecutivi con 40°C all’ombra non si ricordavano a memoria d’uomo: per cercare refrigerio non sarebbe stato sufficiente salire sull’Appennino a 800 metri: L’Aquila e Campobasso hanno stracciato i propri record con 36-37°C in montagna.

E nei prossimi giorni? Andrea Garbinato, responsabile della redazione del sito www.iLMeteo.it, indica ancora la possibilità di qualche temporale forte sulle Alpi fino a domani, poi nel weekend e nei primi giorni della nuova settimana il picco massimo di Caronte tornerà a padroneggiare anche in montagna al Nord.

Ci saranno temperature fino a 39-40°C a Firenze e Roma, 36-37°C anche a Milano e in Val Padana con valori ‘algerini’ anche al Sud. Ma come è successo anche negli ultimi giorni, il Centro potrebbe essere colpito in modo più intenso rispetto al resto dell’Italia: si attendono punte di 42°C nelle zone interne di Umbria, Lazio ed Abruzzo.

maltempo

In arrivo nubifragi al nord. Caldo record a Roma: 40,7°C all’ombra

Un po’ di Scirocco, l’umidità scesa al 15%, la temperatura salita a 40,7°C all’ombra, ed ecco che ieri intorno alle ore 14 Roma ha disintegrato di 2 gradi il precedente record del 2019 per quanto riguarda giugno e superato di 0,2°C il record storico assoluto di sempre che risaliva all’agosto 2007. Ma anche a Firenze e Latina il valore massimo delle temperature è stato da record. Una breve intensa pausa temporalesca, però, è in arrivo oggi: i fenomeni più violenti colpiranno Piemonte, Lombardia e Liguria ma anche Emilia, nord Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli.

Saranno possibili downbursts, i colpi di vento associati ai temporali, grandine grossa e tornado, una situazione potenzialmente molto pericolosa nelle prossime ore. E questa situazione è strettamente legata al caldo infernale di Caronte: tutto il vapore, il calore, tutta l’energia accumulata in questi giorni fungerà da combustibile per la formazione di supercelle temporalesche, in particolare nell’umido catino padano.

La parentesi temporalesca colpirà il nord, mentre al centro-sud ci sarà ancora il super-picco di caldo: non sono esclusi 45-46°C nelle zone interne della Sicilia, 43-44°C tra Calabria, Basilicata e Puglia, 38-40°C ancora da record tra Firenze e Napoli.

I valori prossimi ai 45-46°C attesi in Sicilia potrebbero far vacillare anche il record europeo di caldo dell’anno scorso a Floridia, in provincia di Siracusa: l’11 agosto 2021 si erano toccati i 48,8°C battendo il precedente record di 48°C ad Atene nel 1977. Temperature tipiche dell’Algeria o del Medio Oriente in pieno giugno.

Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma infatti che Caronte ci accompagnerà per almeno altri 10 giorni al sud con frequenti 40°C all’ombra e oltre; al nord e in parte del Centro domani ci sarà una breve parentesi più fresca, ma poi il caldo africano tornerà almeno fino al 6 luglio.