La contraddizione di banche e fondi tra carbone e greenwashing

Le più grandi banche e i più grandi fondi d’investimento del mondo stanno ancora operando finanziamenti di miliardi per l’estrazione di combustibili fossili per il riscaldamento globale, una strategia che contraddice i loro impegni per combattere le emissioni di gas serra. Secondo l’analisi del think tank londinese InfluenceMap, che utilizza i dati disponibili al pubblico di questi colossi finanziari globali, le 30 maggiori imprese hanno finanziato i produttori di combustibili fossili per un valore di 740 miliardi di dollari nel 2020 e 2021.
Le banche americane JP Morgan, con 81 miliardi di dollari, Citigroup, con 69 miliardi di dollari, e Bank of America, con 55 miliardi di dollari, sono i primi tre finanziatori. “C’è una chiara disconnessione tra ciò che dicono sul cambiamento climatico e ciò che effettivamente fanno”, ha detto l’autore del rapporto, Eden Coates.

Delle 30 istituzioni finanziarie, tutte tranne una si sono impegnate a diventare carbon neutral entro il 2050. Ma molti sono anche membri di gruppi che fanno lobby contro le misure per una finanza ‘verde’. L’obiettivo di neutralità per il 2050 è essenziale per avere qualche possibilità di raggiungere l’obiettivo più ambizioso dell’accordo di Parigi sul cambiamento climatico, per contenere il riscaldamento a +1,5°C sopra i livelli preindustriali. L’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) ha pubblicato una tabella di marcia per una transizione energetica nel 2021, mostrando che per raggiungere questo obiettivo tutti gli investimenti in nuovi progetti di estrazione di combustibili fossili devono essere fermati.

Gli attivisti per il clima denunciano regolarmente il ‘greenwashing’ nella finanza o nell’industria e fanno campagna per la pressione degli azionisti per eliminare le attività o gli investimenti che danneggiano il clima. “Qualsiasi banca che fa una promessa di neutralità del carbonio mentre fa attivamente lobbying contro la necessaria regolamentazione del clima è greenwashing”, ha detto Christopher Hohn, un gestore di fondi miliardario britannico e attivista del clima, in una dichiarazione rilasciata in risposta allo studio InfluenceMap. “Gli azionisti dovrebbero votare contro i dirigenti delle banche che nascondono la loro esposizione al rischio climatico”.

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Energia, Commissione Ue punta a indipendenza dalla Russia nel 2027

La Commissione Europea prevede di eliminare gradualmente tutti i combustibili fossili in arrivo dalla Russia entro il 2027, nel suo piano per l’indipendenza energetica da Mosca. Nel corso della prima giornata di Consiglio Europeo a Versailles, giovedì la Commissione Ue ha presentato e dettagliato ai capi di Stato e governo il suo piano ‘REPower EU’, pubblicato l’8 marzo, chiarendo che a metà maggio avanzerà la proposta formale per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili (con esplicito riferimento non solo al gas naturale, ma anche al petrolio e al carbone), con le azioni per metterla in pratica. Nella comunicazione pubblicata martedì, l’Esecutivo europeo aveva indicato solo il periodo approssimativo di “prima del 2030” per porre fine alla dipendenza europea dalle risorse energetiche russe, diversificando i fornitori e accelerando gli investimenti alle rinnovabili.

L’Ue è dipendente per il 45% dalle importazioni di carbone dalla Russia, per quasi il 28% per il petrolio greggio e per il 38% per il gas (dati aggiornati al 2020). La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha chiesto ai leader il mandato per presentare la proposta a metà maggio, fissando per lo stesso periodo anche l’impegno per una proposta per ottimizzare la struttura del mercato europeo dell’elettricità in modo che sia più stabile di fronte alle crisi. Una valutazione che farà sulla base della relazione finale dell’Agenzia dell’Ue per la cooperazione tra i regolatori dell’energia (Acer) che dovrebbe arrivare in aprile e sulla base della quale deciderà come agire, se disaccoppiare i prezzi del gas e dell’elettricità per evitare che si influenzino troppo a vicenda. Entro la fine di marzo la Commissione prevede di mettere in campo anche misure eccezionali sul mercato, incluso il tetto temporaneo ai prezzi del gas. Sarà presentata la proposta per riempire le riserve di gas al 90% ogni anno prima dell’inizio dell’inverno e lanciata la task force per monitorare questo obiettivo.