Il Governo riferirà in Parlamento sul Pnrr. Salvini smorza le polemiche, ma la Lega insiste sui fondi

Il governo riferirà in Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr. Dopo giorni di polemiche e richiesta di “più trasparenza“, le opposizioni segnano un punto ottenendo il confronto nelle sedi istituzionali per fare il punto su uno dei dossier più importanti dell’agenda politica. Anche se per Raffaele Fittonon c’è nessuna difficoltà a farlo“, ma soprattutto “la consideriamo un’opportunità“. Il ministro, che ha proprio la delega al Piano nazionale di ripresa e resilienza, sottolinea che sarà “un’ottima occasione di confronto per approfondire e chiarire il merito delle questioni“. Sullo sfondo, però, echeggiano ancora le parole del capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari, secondo il quale andrebbe fatta una valutazione sulla rinuncia a una parte delle risorse europee, nell’ambito di una rimodulazione del Piano, da portare avanti ovviamente con l’Europa.

Parole che hanno fatto scattare l’allarme nelle forze di minoranza: dal Pd al Movimento 5 Stelle, al Terzo polo. “Pensiamo che il Pnrr sia seriamente a rischio e dobbiamo iniziare a pensare che le parole di Molinari di ieri, pur smentite da Meloni, siano la verità nascosta“, dice il presidente dei senatori dem, Francesco Boccia, non nascondendo di essere “molto preoccupati“. Ad aumentare i timori, nonostante dal governo abbiano già smentito l’ipotesi che possano essere perse risorse del Piano, è una nuova voce leghista fuori dal coro (della maggioranza), quella di Claudio Borghi. “Da economista, non solo da senatore, dico che la parte a debito del Pnrr va valutata bene rispetto ad altre forme di finanziamento“, dice ad ‘Affaritaliani.it’ il capogruppo in commissione Bilancio del Senato. Perché, a suo modo di vedere, “il rischio è quello di opere fatte di corsa e male, il tutto con l’indebitamento che rimane“. Non la pensa così il leader della Lega e vicepremier, Matteo Salvini: “Il mio obiettivo è spendere tutti i fondi, e bene, fino all’ultimo euro in cassa“, poi “se c’è qualcosa da rimodulare o ricalibrare lo faremo“. Sulle parole di Molinari, il responsabile del Mit dà un’altra chiave di lettura: “Ascoltando le preoccupazioni di alcuni sindaci, dice bisogna assumere persone”, altrimenti “questa mole di decine di miliardi difficilmente verrà spesa“.

Sul tema interviene anche il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto. Sottolineando che del Pnrr “l’importate è non perdere neanche un euro di risorse” così come “è importante anche fare le cose“. A proposito di progetti, poi, il responsabile del Mase, a chi gli chiede cosa si possa cambiare, replica senza esitazioni: “Molto poco“. Nemmeno sul rimboschimento, che “sta andando avanti abbastanza bene, abbiamo superato il target e non ci sono problemi“. Né sull’idrogeno: “Il piano è confermato“.

Con l’Europa, semmai, il confronto è più incentrato sulla richiesta di flessibilità. Tema al centro dei due incontri avuti a Roma dal commissario Ue al Bilancio e amministrazione, Johannes Hahn, che ha visto sia Fitto, sia il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Per il responsabile del Mef “i profondi cambiamenti” come “la guerra in Ucraina, l’inflazione e i costi energetici richiedono una riflessione su una maggiore flessibilità nell’attuazione dei progetti“.

Nel frattempo che il dialogo prosegue, però, vanno risolti i problemi individuati da Bruxelles, che si è presa un mese in più per approfondire sugli obiettivi al 31 dicembre 2022 e sui progetti che riguardano lo stadio ‘Artemio Franchi’ di Firenze e il ‘Bosco dello Sport’ di Venezia. Proprio per questo il ministro degli Affari europei, ha avuto un incontro con il sottosegretario agli Interni, Emanuele Prisco, il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, e i sindaci di Firenze e Venezia, Dario Nardella e Luigi Brugnaro, nel quale sono stati toccati tutti gli aspetti tecnici. “Sono emersi elementi utili che il governo italiano, in sintonia con i sindaci interessati, trasmetterà alla Commissione europea al fine di superare tutte le criticità riscontrate“, fa sapere il governo. Che proseguirà il canale di dialogo e di lavoro con l’Ue “con spirito costruttivo“.

Governo alla ‘stanga’ su Pnrr, ma Fitto assicura: “Nessun timore”. Opposizioni attaccano

Lo aveva detto il capo dello Stato poco meno di una settimana fa: “E’ il momento per tutti di mettersi alla stanga” sul Pnrr. Parole quasi profetiche, quelle di Sergio Mattarella, su cui il governo si allinea. Perché qualche ritardo sulla tabella di marcia c’è, anche se non al punto di far scattare l’allarme rosso a Palazzo Chigi. Almeno questo è il concetto che esprime Raffaele Fitto al Parlamento europeo di Bruxelles. Il ministro alle Politiche europee, al Pnrr, alle Politiche di coesione e al Sud assicura, infatti, che i “timori del governo non ci sono, c’è consapevolezza della situazione su cui stiamo lavorando in collaborazione con la Commissione Ue”. Sul tavolo ci sono alcune questioni aperte, tra le quali gli obiettivi al 31 dicembre 2022 per ottenere la rata dei 19 miliardi, sui quali l’Italia ha concordato una proroga di un mese per permettere alla Commissione di approfondire alcune verifiche. “Non si tratta di fare polemiche, ma di prendere atto del fatto che si tratta di questioni che riguardano il precedente governo“, spiega Fitto: “Stiamo comunque lavorando per risolvere la questione”.

L’altro tema è che l’Italia sta facendo “una verifica” perché, sottolinea ancora il ministro, “se dovesse emergere che su diversi progetti c’è l’impossibilità di realizzarli – e in alcuni casi è così -, ma che non c’entrano con gli obiettivi previsti al 31 dicembre che sono generali rispetto a un programma che ha un orizzonte temporale del giugno 2026, con la Commissione Ue lavoreremo per trovare una soluzione tenendo conto che l’Italia presenterà anche il capitolo aggiuntivo dedicato agli obiettivi di indipendenza energetica del RePowerEu“. Poi ci sono i punti su cui Bruxelles contesta l’ammissibilità degli interventi: quelli relativi al ‘Bosco dello Sport’ di Venezia e allo stadio ‘Artemio Franchi’ di Firenze. Il leader di Iv, Matteo Renzi, si appella alla premier, Giorgia Meloni, e al sindaco di Firenze, Dario Nardella, affinché tolgano lo stadio dal progetto del Piano.

Il governo, d’intesa con i sindaci, con il ministero dell’Interno e con il Mef preparerà delle risposte di chiarimento auspicando che si trovi in questo mese una soluzione di confronto“, rassicura Fitto. Che nella cabina di regia sul Pnrr a Palazzo Chigi ha invitato tutti i partecipanti a effettuare “in tempi rapidi un’analisi netta e chiara di tutte le criticità relative ai progetti di competenza di ciascun ministero elaborando delle proposte d’azione concrete”. Perché l’obiettivo è arrivare ad avere una fotografia chiara e definitiva dello stato di avanzamento dei lavori avendo come target l’intero arco del Piano, che va fino al 2026.

Lo scenario sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, però, apre il fronte delle polemiche interno. I Comuni respingono ogni eventuale addebito: “Se ci sono ritardi nell’attuazione dei progetti non vanno imputati ai Comuni”, avverte il segretario generale dell’Anci, Veronica Nicotra. Mentre dal Pd è l’ex sottosegretario Enzo Amendola a dire “Basta. Ogni giorno veline sul Pnrr. Non si sa nulla di quello che accade ai singoli progetti. Non c’è trasparenza. ‘Colpa di chi c’era prima, colpa della Ue’. Serve una sessione in Parlamento, il Pnrr è la missione nazionale, riguarda il futuro dell’Italia non di qualche ministro”, scrive sui social il deputato dem. Per il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, “dire che una parte dei fondi di Next Generation Eu non riusciremo a spenderli, è una cosa grave”. A suo modo di vedere, le parole di Fitto “suonano un po’ come una dichiarazione di resa“.

Anche i Verdi attaccano. “La Corte dei Conti ha lanciato l’allarme sul fatto che solo il 6% dei fondi del Pnrr sono stati spesi finora, di fronte a questa situazione molto grave la presidente Meloni dovrebbe presentarsi in aula al Parlamento e spiegare cosa intenda fare il Governo“. Duro anche il commento dei Cinquestelle, con Stefano Patuanelli:Per mesi si è parlato del presunto buco di bilancio del Superbonus, che non esiste. Ora – chiede l’ex ministro – vorremmo sapere a quanto ammonta il buco di bilancio generato da questo governo per l’incapacità di spendere i soldi del Pnrr che faticosamente abbiamo ottenuto in Europa”.
Infine i sindacati. Da Bruxelles, dove ha incontrato il commissario per l’Economia Paolo Gentiloni, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini chiede al governo di convocare le parti sociali per “una discussione vera”, e anche per ragionare “su quelle che possono essere le modifiche da apportare, e per poter realizzare quegli obiettivi che non possono essere allungati”.

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Meloni contro Macron: “Inopportuno invito a Zelensky. Nostra forza dovrebbe essere unità”

Arrivata a Bruxelles per il Consiglio europeo straordinario la premier Giorgia Meloni ha chiarito subito la sua posizione: la presidente del Consiglio italiana non ha infatti gradito l’esclusione dalla cena con Volodymyr Zelensky all’Eliseo, a cui ha partecipato anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz. “Mi è sembrato più inopportuno l’invito” di Macron “al (presidente ucraino, Volodymr) Zelensky – ha detto – La nostra forza in questa vicenda è la nostra compattezza e la nostra unità. Capisco le questioni di politica interna, ma ci sono dei momenti in cui privilegiare la propria opinione pubblica interna rischia di andare a scapito della causa“.

Al vertice Ue straordinario di giovedì e venerdì, per tamponare le ricadute dell’Inflation Reduction Act statunitense sull’Europa, Meloni vuole portare la sua ricetta: prudenza sulla modifica del regime degli aiuti di Stato, perseveranza nel dialogo transatlantico e flessibilità sull’uso delle risorse esistenti. L’attenzione di Roma è a evitare che si creino fratture e divari all’interno del mercato unico. Perché, ha spiegato arrivando a Bruxelles, “dobbiamo difendere la competitività del nostro sistema imprenditoriale, ma non in contrasto con l’Inflation reduction act degli Stati Uniti, ma è un momento in cui riflettere sulle nostre scelte, dobbiamo tornare a controllare le catene di approvvigionamento, dobbiamo aiutare il sistema produttivo ma farlo senza creare disparità all’interno del mercato unico”.

La premier italiana ha preparato il terreno nei giorni scorsi, con la visita, il 3 febbraio, a Stoccolma, che ha Presidenza di turno a partire da questo Consiglio, e nello stesso giorno a Berlino per parlare personalmente con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Quindi, ha avuto una fitta serie di telefonate: con il presidente francese, Emmanuel Macron, il primo ministro olandese, Mark Rutte, il cancelliere austriaco, Karl Nehammer, il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis e con il presidente del governo spagnolo, Pedro Sanchez. Con tutti, oltre all’impegno per il sostegno alle imprese europee, filtra comunione d’intenti sull’appoggio all’Ucraina, con Meloni che domani avrà a margine del Consiglio un un incontro bilaterale con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e per una gestione condivisa dei flussi migratori, incentrata sulla dimensione esterna e sul controllo dei confini.

L’urgenza delle questioni sul tavolo fa la straordinarietà di questo Consiglio: “Mi auguro possa essere risolutivo o comunque un passaggio importante”, ha auspicato ieri il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto. E’ lui, non essendo un Consiglio ordinario, a riferire prima della partenza e non all’intero Parlamento, ma alle commissioni riunite Esteri e Politiche Ue di Camera e Senato. Il lavoro preliminare della premier, con gli incontri e le telefonate dei giorni scorsi, è stato fondamentale, spiega, per “comprendere i punti di contatto e le differenze, per cercare di superarle e trovare una sintesi”.

Su Kiev la posizione dell’Italia è “netta e chiara”, ha assicurato: “Pieno sostegno senza esitazioni con una forte condanna dell’invasione russa”. Quanto alle ricadute economiche, soprattutto dopo l’Ira statunitense, è stato proposto alla Commissione di mettere in campo modifiche alle regole sugli aiuti di Stato. E’ un’operazione che Roma considera “pericolosa“, perché “altera la tenuta del mercato interno e non dà una risposta unitaria né agli Stati Uniti né all’interno dell’Unione”, ribadisce Fitto. Sarà istituita una commissione per il dialogo tra le due sponde dell’Oceano che, sottolinea, “riteniamo sia fondamentale”. Le modifiche vanno valutate con la massima prudenza, per l’esecutivo, la posizione è cauta e non favorevole a una procedura accelerata.

Serve insomma un quadro chiaro. Nel caso in cui si inizi a ragionare di modificare gli aiuti, l’Italia sposa la proposta che ci sia “una disponibilità forte a una flessibilità nell’uso delle risorse esistenti”. Il tema, ha puntualizzato Fitto, “non è marginale: l’utilizzo flessibile può essere coerente rispetto allo scenario in cui ci troviamo. D’altronde sarebbe singolare che nel cambio complessivo di paradigma si mantenga la rigidità sull’uso delle risorse esistenti”, afferma. Qualcuno, per sostenere le economie, ipotizza la possibilità di mettere in campo un’iniziativa “simile al programma Sure”: “Per noi va bene, ma non raccoglierà ampi consensi”, prevede Fitto.

Infine, l’ipotesi di un fondo sovrano, per la quale c’è una “sollecitazione forte” perché la Commissione presenti una proposta entro l’estate: “Il tema tempo è decisivo e interconnesso con la flessibilità”, avverte il ministro. E’ un’ipotesi che quindi Roma sostiene.
Sull’uso flessibile delle risorse esistenti, l’Italia lavora all’attivazione del RePowerEu all’interno del Pnrr. Il piano è stato pensato all’indomani del Covid, ma prima della guerra in Ucraina, per far fronte alle nuove esigenze, va modificato. “Il governo ha iniziato la fase di consultazione e confronto degli stakeholder per predisporre un programma che implementerà il Pnrr e inevitabilmente è collegato alla coesione. L’obiettivo è un riallineamento dei programmi con una strategia chiara e un confronto costante con la Commissione europea. Stiamo proseguendo con un lavoro proficuo”, informa Fitto.

Le risorse serviranno anche per accelerare il Piano Mattei, che nelle intenzioni del governo farà dell’Italia l’hub energetico d’Europa, grazie agli scambi con il Nord Africa. “La collocazione naturale del Paese nel Mediterraneo fa sì che ci possa essere un nuovo protagonismo per l’Italia, che vada oltre i confini nazionali”, ricorda il ministro. In questa prospettiva, insiste, “l’utilizzo intelligente delle risorse rappresenta un’opportunità”.

Gas, Meloni: “Price cap grande vittoria”. Pichetto: “Ora disaccoppiamento”

L’accordo in Europa per il price cap al gas c’è: 180 euro a megawattora. Una svolta apparentemente lontana, che Giorgia Meloni registra come una “grande vittoria” italiana. Una battaglia, rivendica, che “molti davano per spacciata, e che abbiamo portato a casa“. Una mossa che rivaluta il peso di Roma, che dà respiro e allontana lo spettro di prezzi insostenibili.

La notizia infatti impatta subito sul prezzo del gas, in netto ribasso già dal mattino. Le quotazioni riducono il calo e al Ttf i future cedono il 3,2% a 111,8 euro/Mwh dopo essere scesi fino a un minimo di 105 euro a megawattora.

Un risultato, rimarca il ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin, di tutti i cittadini in Europa che “chiedono sicurezza energetica” e dell’Italia in particolare che “ha creduto e lavorato per raggiungere questo accordo“. Un primo passo, spiega, per una soluzione che possa calmierare il prezzo delle bollette. Il prossimo sarà affrontare il tema dell’energia elettrica, quindi il disaccoppiamento dei mercati. Quanto alle rinnovabili, l’obiettivo per il 2030 c’è e va attuato “con il rilascio delle concessioni”, fa sapere da Bruxelles, al termine dei lavori del consiglio Energia. “Lavoriamo proprio sulla rapidità”, assicura. “E’ una priorità di questo governo e del ministero che ho il privilegio di guidare”.

L’intesa premia Meloni e il lavoro ai fianchi fatto a Bruxelles nel consiglio europeo di giovedì, scandisce il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, confermando il “ruolo centrale dell’Italia“. Dopo mesi di stallo, il segnale di responsabilità da parte dell’Unione è “importante” per il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, che parla di un “cambio di passo significativo in favore di famiglie ed imprese“: “Usciamo da una lunga fase di inerzia che rischiava di minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni europee. È una vittoria frutto della tenacia e della credibilità del governo Meloni e, in particolare, dell’ottimo lavoro svolto dal ministro Pichetto Fratin e da Roberto Cingolani, oggi consulente per l’energia del presidente Meloni”, ricorda.
Festeggiano anche le parti sociali.

Gran bella notizia il via libera europeo sul tetto al prezzo del gas“, scrive sui social Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl. “E’ necessario -spiega – per frenare speculazione e freddare le minacce di Gazprom“. Adesso la richiesta è quella di andare fino in fondo pure con un nuovo Recovery “per sostenere occupazione, riconversioni, sovranità energetica Ue“.

Bene anche per Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura. Rappresenta il settore che più di tutti ha subito i rincari dell’energia, insieme a quelle dei fertilizzanti, uniti ai problemi derivanti dai cambiamenti climatici, con siccità estive e alluvioni autunnali: “Positiva – ammette con amarezza -, ma in ritardo di molti mesi”.

Sfide dell’Ue tra energia e transizione ecologica: al via How can we govern Europe?

‘How Can We Govern Europe?‘: è la domanda che, per la nona edizione, si pone la redazione di Eunews, insieme a quella di GEA. Il più importante evento italiano sugli affari europei si tiene oggi, martedì 29 e mercoledì 30 novembre presso i nuovi spazi di Esperienza Europa David Sassoli a Roma, in Piazza Venezia 6/7, messi a disposizione dall’Ufficio di collegamento del Parlamento europeo in Italia e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione Ue, come sempre partner dell’iniziativa.

La nona edizione di HGE punterà i riflettori sul percorso di integrazione europea e la discussione sulla modifica dei trattati; sui progressi nell’ambito dell’Unione della sicurezza e della difesa; sulle politiche energetiche, dei trasporti e della produzione industriale alla luce delle transizioni ecologica e digitale; sulla gestione dei flussi migratori e delle politiche agricole.

Tra i relatori confermati: Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri; Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro per le Infrastrutture e i Trasporti; Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, le Politiche di coesione e l’attuazione del Pnrr.

IL PROGRAMMA.

MARTEDI’ 29 NOVEMBRE

9.15: Welcome coffee e registrazione partecipanti

9.45: Presentazione. Lorenzo Robustelli, Direttore responsabile di Eunews.it

9.50: Saluti di benvenuto: Fabrizio Spada, Ufficio di collegamento del Parlamento europeo in Italia, Responsabile Relazioni istituzionali. Massimo Pronio, Rappresentanza della Commissione Ue in Italia, Responsabile comunicazione

10.00: Intervento di apertura: Antonio Tajani, Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri

10.10: Dal NextGenerationEU al fronte comune sull’Ucraina: i progressi dell’integrazione UE e le spinte per la modifica dei trattati. Intervengono: Pina Picierno, Vicepresidente del Parlamento europeo; Salvatore De Meo, Eurodeputato, Presidente comm. AFCO; Christian Masset Ambasciatore di Francia in Italia; Michele Valensise, Presidente di Villa Vigoni. Modera: Lorenzo Robustelli, Direttore responsabile di Eunews

11.10: Coffee break

11.30: Quale energia per l’Ue? L’energy mix italiano ed europeo per i prossimi cinque mesi, cinque anni, cinque decadi. Intervengono: Patrizia Toia, Eurodeputata, Vicepresidente comm. ITRE; Claudia Canevari, Commissione Ue, Capo unità efficienza energetica DG ENER; Gilberto Dialuce, Presidente ENEA; Giuseppe Calabrò, Università della Tuscia, Prorettore alla ricerca; Ilaria Restifo, EDF Europe, Responsabile per l’Italia. Modera: Vittorio Oreggia, Direttore editoriale Withub e Direttore responsabile di Gea

12.30: Dall’economia circolare al riuso prima del riciclo: l’evoluzione del modello produttivo UE. Intervengono: Alberto Gusmeroli, Deputato, Presidente comm. Attività produttive; Alessandra Moretti, Eurodeputata, comm. ENVI; Mattia Pellegrini, Commissione UE, Capo unità DG ENV; Giuseppe Vadalà, Commissario unico per la bonifica delle discariche; Edo Ronchi, Presidente Circular economy network. Modera: Filiberto Zovico, Fondatore di ItalyPost.

13.30: Pausa lavori

14.30: Mobilità sostenibile: i nuovi paradigmi del trasporto e della logistica e il ruolo del PNRR nell’adeguamento delle infrastrutture. Intervengono: Roberto Morassut, Deputato, Vicepresidente comm. Trasport; Lucia Vuolo, Eurodeputata, comm. TRAN; Pierpaolo Settembri, Capo unità Coordinamento e pianificazione DG MOVE; Ivano Russo, Amministratore unico di RAM. Modera: Yann Ollivier, Giornalista di AFP.

15.30: Coffee break

16.00: Finanziare la transizione verde e digitale: più accesso al credito per le imprese in un ambiente più sicuro per gli investitori. Intervengono: Marco Osnato, Deputato, Presidente comm. Finanze; Giuseppe Ferrandino, Eurodeputato, comm. ECON; Marcel Haag, Commissione Ue, Direttore Horizontal policies DG FISMA; Luca D’Agnese, CDP, Direttore Policy, Valutazione e Advisory. Modera: Roberto Sommella, Direttore di Milano Finanza

17.00: Bussola strategica: coordinare l’industria europea per costruire l’Unione della sicurezza e della difesa. Keynote speech: Jiří Šedivý, Agenzia europea per la difesa, Direttore esecutivo Intervengono: Fabio Massimo Castaldo, Eurodeputato, comm. AFET e sottocomm. Difesa e Sicurezza; Giovanni Ghini, Presidente ANPAM; Pietro Batacchi, Direttore di Rivista italiana difesa Karolina Muti, IAI, Ricercatrice, Programmi Sicurezza e Difesa. Modera: Alessandro Marrone, IAI, Responsabile programma Difesa

18.00: Fine lavori

MERCOLEDI’ 30 NOVEMBRE

9.30: Welcome coffee e registrazione partecipanti

10.00: Comunicare l’Ue coinvolgendo i cittadini: l’Esperienza Europa. Carlo Corazza, Direttore dell’Ufficio di collegamento del Parlamento europeo in Italia

10.10: Presentazione del Progetto didattico Gea EDU. Vittorio Oreggia, Direttore editoriale Withub e Direttore responsabile di Gea

10.45: Il sostegno della BEI alla transizione ecologica. Gelsomina Vigliotti, Vicepresidente BEI

11.00: Coffee Break

11.15: Sicurezza alimentare: PAC, Fit for 55 e Farm to Fork di fronte alla guerra e alla siccità. Intervengono: Luca De Carlo, Senatore, Presidente della comm. Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e produzione agroalimentare; Herbert Dorfmann, Eurodeputato, comm. AGRI; Michael Niejarh, Commissione UE, Direttore generale aggiunto DG Agri; Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura e Coordinatore nazionale Agrinsieme; Ettore Prandini, Presidente Coldiretti; Cristiano Fini, Presidente di Cia-agricoltori italiani; Luigi Scordamaglia, Consigliere delegato di Filiera Italia; Massimo Pasquali, Banco Bpm, Responsabile del coordinamento Aziende Modera: Marco Liberati, giornalista di Agricolae

12.45: Il nuovo ruolo dell’Italia nell’UE