Clima, Corvaro: “Governo non è negazionista ma pragmatico”

Il G7 che inizia a breve è stato pensato dalla presidenza italiana partendo da quello che è emerso dalla Cop28, perché Cop28 è stata una Cop importante perché ha dato una sorta di to-do list di una serie di tecnologie, soprattutto nel comparto energetico, da mettere in pista per poter raggiungere gli obiettivi di Net Zero nel 2050 e ha fatto una sorta di elenco tra cui le rinnovabili, il nucleare, l’idrogeno, i biocombustibili, la cattura della CO2. Il tentativo della presidenza italiana è quello di attenersi il più possibile a quel concetto di neutralità tecnologica che la Cop ha messo in risalto. Quindi ci aspettiamo e ci auguriamo che questi sforzi siano ben compresi all’interno del G7 per arrivare a un ambizioso comunicato finale“. Così Francesco Corvaro, Inviato speciale del Governo per il cambiamento climatico, a margine dell’evento ‘Transition to net zero: energy technology roadmaps’ che si è svolto oggi a Torino nella sede di Italgas. “Parlando con Grossi, il direttore dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica – ha aggiunto –, ha detto che l’Italia è il paese più nuclearista pur non avendo produzione da energia nucleare, perché noi abbiamo un comparto industriale e un know-how elevatissimo nel settore. In questo momento, e la Cop l’ha messo tra le possibili soluzioni tecnologicamente vantaggiose per arrivare a Net Zero nel 2050, è doveroso pensare e valutare l’ipotesi di rientrare in questo settore. E poi in prospettiva lavoriamo sulla fusione, che è l’energia che ci permetterà probabilmente dopo il 2050 o a ridosso del 2050 di fare un decisivo passo avanti verso il completo abbandono dei combustibili fossili“. “Non esiste per il governo il negazionismo rispetto al cambiamento climatico, ce ne rendiamo assolutamente conto, a volte viene confusa l’idea di pragmatismo con l’idea di negazionismo. Non hanno niente a che fare. Il Governo è per un futuro sostenibile partendo da un presente che sia altrettanto sostenibile, perché il cambiamento climatico riguarda principalmente la vita dell’uomo sulla terra oltre che la natura“, ha concluso Corvaro.

Energia, Gallo (Italgas): “No a approccio ideologico a transizione”

L’approccio giusto è quello di valutare le diverse tecnologie, i loro benefici e i loro costi e cosa mi portano in termini di sicurezza degli approvvigionamenti. Se uno ha un approccio ideologico significa che ha già scelto la strada per raggiungere l’obiettivo. Io credo che l’errore che è stato fatto fino ad oggi sia stato quello di confondere gli obiettivi da raggiungere con la strada per raggiungerli. E’ un errore che non ci permetterebbe di raggiungere gli obiettivi di transizione energetica. Noi dobbiamo esplorare tutte le strade, fare leva sull’innovazione e sulla ricerca. Magari il percorso non sarà lineare ma le probabilità di raggiungere gli obiettivi al 2030 e 2050 sono superiori se adottiamo un approccio olistico al problema”. Così l’ad di Italgas, Paolo Gallo, a margine dell’evento ‘Transition to net zero: energy technology roadmaps’ che si è svolto a Torino nella sede della società. “Bisogna esplorare tutte le tecnologie – ha spiegato -, non bisogna a priori metterne da parte qualcuna. E’ chiaro che determinate tecnologie, ed è il caso del nucleare che noi non abbiamo, avranno certamente bisogno di più tempo per arrivare in Italia. Però le tecnologie vanno esplorate tutte perché è l’unico modo in cui si raggiungeranno gli obiettivi“. L’obiettivo del G7 Clima, Ambiente e Energia, ha aggiunto – “è quello di discutere in maniera aperta sulle varie tecnologie e sui vari percorsi per arrivare ai target. Credo che bisogna essere aperti ad ascoltare gli argomenti di tutti perché solo andando a scegliere il meglio delle varie tecnologie potremmo arrivare agli obiettivi di decarbonizzazione”.

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Italgas protagonista della Planet Week. Gallo: “No a approccio ideologico a transizione”

Digitalizzazione, nucleare, sicurezza energetica, innovazione tecnologica e neutralità carbonica: sono alcuni dei temi al centro del seminario ‘Transitioning to net-zero: technology roadmaps’ organizzato a Torino, nell’ambito della Planet Week, da Italgas insieme a Wec Italia e Omec. L’evento precede anche l’avvio dei lavori del G7 Clima, Ambiente ed Energia, che si terrà lunedì e martedì a Venaria. “Siamo lieti di prendere parte alla Planet Week – aveva spiegato l’ad di Italgas, Paolo Gallo, presentando le iniziative della società – e di mostrare agli ospiti del G7 Clima, Energia e Ambiente come Italgas stia affrontando la sfida del net zero con un impegno senza precedenti fatto di ricerca e sviluppo delle tecnologie per un utilizzo diffuso dei gas rinnovabili che sostituiranno progressivamente quello di origine fossile”.

Un percorso che, spiega Gallo nel corso della giornata, deve necessariamente prendere in esame tutte le possibilità esistenti: “L’approccio giusto è quello di valutare le diverse tecnologie, i loro benefici e i loro costi e cosa mi portano in termini di sicurezza degli approvvigionamenti. Se uno ha un approccio ideologico significa che ha già scelto la strada per raggiungere l’obiettivo. Io credo che l’errore che è stato fatto fino ad oggi sia stato quello di confondere gli obiettivi da raggiungere con la strada per raggiungerli. E’ un errore che non ci permetterebbe di raggiungere gli obiettivi di transizione energetica. Noi dobbiamo esplorare tutte le strade, fare leva sull’innovazione e sulla ricerca. Magari il percorso non sarà lineare ma le probabilità di raggiungere gli obiettivi al 2030 e 2050 sono superiori se adottiamo un approccio olistico al problema”.

E, pensando a tutte le tecnologie, impossibile lasciare da parte il nucleare, che però, secondo Gallo, avrà “bisogno di più tempo per arrivare in Italia“. Più decisa la posizione in merito di Francesco Corvaro, Inviato speciale del Governo per il cambiamento climatico: “Parlando con Grossi, il direttore dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica, ha detto che l’Italia è il paese più nuclearista pur non avendo produzione da energia nucleare, perché noi abbiamo un comparto industriale e un know-how elevatissimo nel settore. In questo momento, e la Cop l’ha messo tra le possibili soluzioni tecnologicamente vantaggiose per arrivare a Net Zero nel 2050, è doveroso pensare e valutare l’ipotesi di rientrare in questo settore perché abbiamo il know tecnologico, le nostre aziende che già lavorano in questo settore con queste nuove tecnologie di nucleare“. Soprattutto pensando alla fusione, “che è l’energia che ci permetterà probabilmente dopo il 2050 o a ridosso del 2050 di fare un decisivo passo avanti verso il completo abbandono dei combustibili fossili“. E Corvaro tiene a fare una puntualizzazione sulla posizione dell’esecutivo italiano: “Non esiste per il governo il negazionismo rispetto al cambiamento climatico, ce ne rendiamo assolutamente conto, a volte viene confusa l’idea di pragmatismo con l’idea di negazionismo. Non hanno niente a che fare. Il Governo è per un futuro sostenibile partendo da un presente che sia altrettanto sostenibile, perché il cambiamento climatico riguarda principalmente la vita dell’uomo sulla terra oltre che la natura”.

Archiviata la giornata di sabato, si punta dritti verso il G7 Clima, Ambiente e Energia. Ancora un appuntamento, prima dell’avvio dei lavori di lunedì. Domenica 28 aprile, sempre nella sede storica di Italgas a Torino, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e l’amministratore delegato, Paolo Gallo, accoglieranno le delegazioni ministeriali e i rappresentanti diplomatici per un confronto dal titolo ‘Bridging tradition and sustainable energy’. Poi via verso il vertice di Venaria, in cui Gallo spera che si discuta “in maniera aperta sulle varie tecnologie e sui vari percorsi per arrivare ai target. Mi aspetto – aggiunge – che vengano sentite tutte le voci e che si faccia una sintesi. Noi cerchiamo di trovare sempre la soluzione e la soluzione per un problema così complesso come il sistema energetico non è una, ma una molteplicità di soluzioni che devono essere applicate”.

Meloni annuncia: “Il Papa al G7 in Puglia nella sessione sull’Ia”

Photo credit: Palazzo Chigi

Papa Francesco è atteso in presenza al G7 dei leader, in Puglia, per partecipare alla sessione sull’Intelligenza artificiale, non è ancora chiaro se in presenza o in videocollegamento. L’annuncio lo dà la premier, Giorgia Meloni, in un video diffuso sui social, in cui parla dell’Ia come la “più grande sfida antropologica di quest’epoca“. I dettagli sul giorno e l’ora di partecipazione saranno forniti più avanti.

Dopo la nomina di uno dei consiglieri del Papa, il francescano padre Paolo Benanti, esperto di etica delle tecnologie e docente alla Gregoriana e all’Università di Seattle, come presidente della commissione parlamentare AI per l’informazione, c’è una nuova impronta del Vaticano su una delle materie più controverse del presente.

La Santa Sede, d’altra parte, ci lavora da tempo. Nel 2020 la pontificia accademia per la Vita ha firmato con Microsoft, Ibm, Fao, Governo italiano una ‘Call for an AI Ethics‘, documento nato per sostenere un approccio etico all’Intelligenza Artificiale e promuovere tra organizzazioni, governi e istituzioni un “senso di responsabilità condivisa con l’obiettivo di garantire un futuro in cui l’innovazione digitale e il progresso tecnologico siano al servizio del genio e della creatività umana e non la loro graduale sostituzione“. I firmatari della Call avevano quindi già espresso il desiderio di lavorare insieme per promuovere una ‘algor-etica’, ovvero lo sviluppo e l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale secondo i principi di trasparenza, inclusione, responsabilità, imparzialità, affidabilità, sicurezza e privacy.

Di due giorni fa, il 24 aprile, è l’impegno sottoscritto da Fondazione RenAIssance in Vaticano davanti a Francesco con il ceo di Cisco System, Chuck Robbins, su un patto per un’etica globale nelle nuove tecnologie. Con la ‘Rome Call for AI Ethics’, le aziende si impegnano ad assumere un approccio etico nei confronti dell’Intelligenza Artificiale, secondo il concetto della ‘algoretica’.

L’intelligenza artificiale, osserva Meloni nel video, può generare “grandi opportunità” ma porta con sé anche “enormi i rischi“. Roma lavora quindi a sviluppare meccanismi di governance per garantire che l’Ia sia “incentrata sull’uomo e controllata dall’uomo, ovvero che mantenga al centro la persona e abbia la persona come il suo ultimo fine“.

La presidenza italiana del G7 intende, spiega la premier, valorizzare il percorso promosso dalla Santa Sede portandolo all’attenzione degli altri leader, in occasione del vertice in Puglia. In questo senso, ribadisce, la presenza di Francesco “dà lustro alla nazione e all’intero G7“. Si tratta della prima volta nella storia che un Pontefice partecipa ai lavori del gruppo dei sette. Il Papa lo farà nella sessione Outreach, aperta anche ai Paesi invitati e non solo ai membri del G7. Meloni si dice convinta che dalla presenza del Pontefice verrà un “contributo decisivo” per la definizione di un quadro regolatorio etico e culturale all’intelligenza artificiale, perché su questo terreno, insiste, “sul presente e sul futuro di questa tecnologia, si misurerà ancora una volta la nostra capacità“.

Nel corso del G7, saranno affrontate anche le altri grandi sfide del momento, dal nesso clima-energia fino alla sicurezza alimentare. E poi il Piano Mattei: “Getteremo insieme le basi per costruire un rapporto nuovo da pari a pari e di reciproco vantaggio con le nazioni in via di sviluppo e l’economia emergenti – fa sapere Meloni – e in particolare con il continente africano, così come concentreremo la nostra attenzione sulle questioni migratorie con l’obiettivo di combattere le reti di trafficanti di esseri umani e gettare le basi per garantire il diritto non il dovere a migrare“.

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G7, a Venaria summit su Energia e Clima. Pichetto: “Idee chiare e risultati veri”

Materie prime critiche, economia circolare, Africa e Piano Mattei, biodiversità della terra e dei mari. Sul tavolo del G7 Clima, Energia e Ambiente, il 28 e 29 aprile nella Reggia di Venaria a Torino, c’è tanto di cui discutere. Sui temi energetici, terrà banco il passaggio dai fossili alle energie pulite. Nelle intenzioni di Gilberto Pichetto, il summit sarà “un ponte tra la Cop28 e la Cop29, con uno sguardo al prossimo G20“.

Tra gli invitati, infatti, oltre ai paesi del G7 e alla Commissione europea, ci saranno anche la delegazione emiratina che ha guidato Cop28 e quella azera che guiderà Cop29, così come il Brasile, prossima presidenza del G20. E, data l’importanza che assume il continente africano in ottica del Piano Mattei, saranno presenti la Mauritania, presidenza di turno dell’Unione Africana, il Kenya in rappresentanza dell’Africa subsahariana, l’Algeria, in rappresentanza del Maghreb, e la Banca Africana di Sviluppo.

Vogliamo imprimere una forte spinta allo sviluppo delle rinnovabili e allargare gli orizzonti a tutte le fonti che, con il supporto scientifico, possano garantirci la sicurezza energetica, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi ambientali”, spiega Pichetto presentando l’iniziativa nella nuova sede della Stampa Estera, a Roma. A Venaria, garantisce, “l’Italia arriva con idee chiare e con la determinazione necessaria per rendere questo G7 portatore di risultati reali e ambiziosi”.

I gruppi di lavoro a cui hanno preso parte i negoziatori dei rispettivi Paesi hanno definito in questi mesi i temi al centro del Comunicato finale, che traccerà il percorso verso le prossime scadenze globali. Per la parte Ambiente, il focus sarà su consumo e produzione sostenibili, economia circolare ed efficienza delle risorse, con particolare riferimento al tema del riciclo delle materie prime critiche e della circolarità nell’industria tessile e nella moda. Verranno poi affrontati gli ambiti legati al contrasto dell’inquinamento per natura e persone, la biodiversità, gli ecosistemi, il mare e gli oceani. Centrale sarà il tema dell’uso sostenibile delle risorse idriche. Particolare rilievo avrà la collaborazione con Paesi terzi, in particolare con l’Africa su temi trasversali quali il contrasto al degrado del suolo e la lotta alla desertificazione, l’uso delle tecnologie avanzate per il monitoraggio e la prevenzione degli effetti dei cambiamenti climatici e la sostenibilità delle filiere produttive.

Nella sessione Clima ed Energia, si affronterà il tema della ‘Net-zero’ agenda, con obiettivi volti a potenziare i sistemi di accumulo e flessibilità, in modo da gestire il forte apporto delle rinnovabili. Al centro anche il potenziamento dell’efficienza energetica e il rafforzamento della sicurezza, in particolare per la catena di approvvigionamento dei minerali critici necessari per lo sviluppo delle rinnovabili. E ancora, puntare su nuove tecnologie energetiche tra cui ricerca e sviluppo del nucleare sostenibile, ridurre le emissioni di metano e promuovere la collaborazione con i Paesi terzi, specie con quelli più vulnerabili e con gli Stati africani, sul fronte dello sviluppo di risorse energetiche, infrastrutture locali e adattamento.

Al G7 Salvini in pressing su Ue per salvare auto: “Siamo circondati da cinesi”

(Photo credit: MIT)

Al G7 dei trasporti in corso a Milano, il ministro Matteo Salvini alza il volume su auto, nucleare e grandi opere. “Sacrosanto parlare coi cinesi. Spero di andare presto in Cina, avere buoni rapporti è fondamentale”, ma “distruggere un settore produttivo e imprenditoriale come quello dell’auto per l’ideologia di sinistra, per cui bisogna andare tutti in giro a piedi, a cavallo o in monopattino è spalancare le porte di casa nostra alle moto e alle macchine cinesi, che hanno prezzi fuori mercato rispetto ai nostri, perché non ci sono le normative sindacali e ambientali. E’ una follia, l’Europa dovrà ripensare a questa marcia ideologica”, sottolinea il vicepremier a margine dell’evento.

Non va giù al segretario leghista anche che la nuova Alfa Romeo ‘Milano’ sia prodotta in Polonia. “Che dia lavoro a operai, a terzisti, a piccole imprese fuori dal territorio italiano non rende onore alla storia di questo marchio, di questa azienda. La gestione degli ultimi anni non rende merito al sacrificio di tanti operai e di tanti ingegneri e delle precedenti proprietà”, continua Salvini, che aggiunge: “Io tifo sempre italiano però a Mirafiori e non solo, dove gli operai sono in cassa integrazione, è rimasto ben poco di italiano. Sono un liberale e per il libero mercato però faremo tutto il possibile per evitare… non so se avete visto che alle spalle del Duomo c’è un marchio cinese… per evitare che ormai siamo circondati”. Il riferimento è alla vetrina del concessionario Byd, gruppo cinese leader mondiale nelle auto elettriche, proprio dietro al duomo meneghino. Il concetto, Salvini, lo rimarca anche in apertura della prima sessione di lavoro ‘Futuro della Mobilità’ all’interno del G7 Trasporti, sottolineando le responsabilità dell’Europa che mette al bando i motori tradizionali aiutando la produzione cinese.

Il vicepremier ribadisce anche il suo ‘sì’ al nucleare. “L’unico modo per abbassare le bollette è prevedere anche il nucleare, ormai assolutamente pulito e sicuro. Ci sono aziende italiane che stanno lavorando in Europa e noi diciamo di no… Ci sono 400 centrali funzionanti nel mondo, siamo circondati e le nostre imprese non possono pagare di più”, dice a margine dei lavori. Il tema è, aggiunge Salvini, che “troppi ‘no’ frenano lo sviluppo. Per ogni opera pubblica, in Italia spunta qualche comitato del No. Per questo, negli ultimi anni è stato difficile investire”. Parlando ai colleghi ministri, puntualizza inoltre che proprio questi comitati “ritengono le nuove infrastrutture inutili, obsolete, dannose per l’ambiente. E il giudizio non cambia nemmeno per infrastrutture strategiche come la Tav o il ponte sullo stretto di Messina che invece avranno effetti positivi a cascata”. La tragedia alla centrale idroelettrica di Suviana? Bisogna “capire chi eventualmente ha sbagliato” ma pure in questo caso – conclude – non vorrei “che qualcuno mettesse in discussione anche l’idroelettrico”.

G7, dominano intelligenza artificiale e sicurezza su chip. Urso: “Stop nuove dipendenze”

Dopo sette anni torna a riunirsi il G7 Industria, Tecnologia e Digitale 2024. E il primo vertice si è tenuto a Verona, città “dove lavoro e industria sono in sintonia con arte e cultura”, perno dei “valori della nostra civiltà”, spiega Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, che ha presieduto la riunione. La prima ‘ministeriale’ legata proprio alla presidenza di turno italiana del G7.

Foto di rito dentro l’Arena alle 8.30 e poi via ai lavori. Tre le sessioni di lavoro, ma anche numerosi bilaterali. Urso ha incontrato, nell’ordine, il viceministro giapponese degli Affari Interni e Comunicazione, Junji Hasegawa, per parlare dell’approccio antropocentrico all’Intelligenza Artificiale. Il ministro ha poi visto Jean Koh, presidente della Commissione coreana sulle Piattaforme Digitali, per “potenziare la nostra cooperazione nei campi della microelettronica e del quantum computing, per sostenere l’innovazione e la trasformazione digitale delle nostre imprese“. Con la vice premier ucraina e ministro dell’industria, Yulia Svyrydenko, l’esponente del governo italiano ha approfondito i contenuti e i prossimi sviluppi del progetto della piattaforma logistica intermodale di Horonda che mira a sostenere gli scambi commerciali da e verso l’Ucraina, annunciando “la comune volontà di procedere alla sottoscrizione di un memorandum, il prossimo 9 aprile a Trieste, nell’ambito di una riunione dei ministri dei Paesi del quadrante est europeo“. Nel bilaterale con la vicepresidente della Commissione Europea e Commissario Europeo per la Concorrenza, Margrethe Vestager, il ministro ha invece evidenziato come “i recenti conflitti ci hanno dimostrato che, oggi più che mai, il nostro continente deve raggiungere l’indipendenza strategica e a questo fine in ambito G7 collaboreremo sui semiconduttori con la Commissione, per salvaguardare la nostra economia e le nostre industrie“.

Le tre sessioni di lavoro sono partite con una novità. “Abbiamo aperto a una forma inedita, ovvero un confronto pragmatico con i rappresentanti dei portatori di interesse, ovvero i rappresentanti delle imprese dei nostri Paesi. E’ la prima volta che accade. Questo ci ha permesso di entrare subito in quelle che sono le tematiche principali di questo G7 – ha spiegato Urso – anche con altri rappresentanti di governo che hanno contribuito in maniera significativa alle nostre elaborazioni”. Elaborazioni che continueranno fino a ottobre, alla prossima ‘ministeriale’ industria-digitale, ma che oggi hanno già preso forma.

Nella prima sessione è emersa una piena convergenza dei Paesi del G7 sull’idea di favorire sempre più e di allineare sempre più le regole fra i nostri Paesi per favorire lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, valorizzando i principi del ‘processo di Hiroshima’ e coinvolgendo di più le piccole e medie imprese anche per l’alfabetizzazione di massa delle nuove tecnologie e la formazione professionale dei nostri lavoratori. Abbiamo inoltre sottolineato come l’Ai possa essere fonte di crescita e opportunità dei nostri Paesi purché essa sia percepita come affidabile da imprese e cittadini“, ha sintetizzato nella conferenza stampa finale Urso. “Nella seconda sessione abbiamo convenuto che bisogna evitare nuove dipendenze, dopo quella energetica, che mettano a rischio le nostre catene del valore. Abbiamo già introdotto meccanismi di protezione e ne abbiamo proposti di altri. Creeremo un punto di contatto che lavorerà in maniera continuativa in questi mesi – ha proseguito il ministro – per elaborare una condotta comune sulla protezione degli investimenti soprattutto nella catena del valore dei semiconduttori, fondamentali per la transizione ecologia e digitale”. In questo senso il “garantire l’autonomia strategica parte dalle materie prime critiche, molte delle quali sono presenti nel nostro Paese. Un tema molto sfidante per i processi autorizzatori. Ne ho parlato nell’incontro con il ministro canadese Champagne, il cui paese è leader nell’estrazione mineraria. Alcune aziende stanno procedendo nella fase di esplorazione nel nostro Paese, che potrebbe garantire la nostra indipendenza energetica. La mappatura delle miniere risale a oltre 30 anni fa, ma la tecnologia fa enormi passi in avanti. C’è ora consapevolezza che quei prodotti e minerali preziosi possano essere individuati in aree che non erano prima mappate“.

Infine “nella terza sessione abbiamo individuato nella realizzazione di un hub dell’intelligenza artificiale per lo sviluppo sostenibile lo strumento per aiutare i Paesi in via di sviluppo. Un messaggio importante per il Sud del mondo, che parte dall’Italia, ovvero il ponte tra Europa e Africa, continente del futuro. Speriamo – ha sottolineato Urso – che questo progetto diventi una realtà attivata durante la successiva presidenza canadese“. Si è parlato comunque anche “di space economy in riferimento allo sviluppo sostenibile. Siamo leader mondiale nell’osservazione della Terra dallo spazio, fattore necessario proprio ad esempio nel contrasto alla desertificazione o nel miglioramento della produzione agricola, tutte attività fondamentali per l’Africa. Quindi dallo spazio si può meglio intervenire o prevenire gli eventi catastrofali, come è accaduto in Giappone…“, ha aggiunto Urso.

La curiosità però si è concentrata sull’investimento da 3,2 miliardi in Italia annunciato ieri a Verona dal Ceo della società di Singapore, Silicon Box. Un investimento che non nasce per caso, ha voluto sottolineare il ministro. “Nei mesi scorsi abbiamo presentato un dossier per progetti sulla micro-elettronica a numerosi Paesi, nello specifico in Corea del Sud, Taiwan, Singapore e Stati Uniti. Da questo è nato l’interesse e l’investimento della società di Singapore, Silicon Box. Abbiamo assistito il gruppo già nell’estate dello scorso anno. Loro hanno concentrato la loro attenzione in alcune regioni del Nord. Non sarà comunque l’unico investimento sulla micro-elettronica quest’anno. Ne seguiranno altri nei prossimi anni, anche più consistenti”.
Altro tema caldo, ovviamente, l’intelligenza artificiale. “Privilegiamo la collaborazione con Paesi con cui condividiamo valori. Noi abbiamo una visione antropocentrica dell’intelligenza artificiale, in cui l’uomo è al centro del processo produttivo, seguendo i valori della nostra civiltà”, ha precisato Urso, il quale ha ricordato che “Giorgia Meloni vuole portare avanti nelle prossime settimane un disegno di legge sull’intelligenza artificiale, che sarà accompagnato anche da investimenti finanziari. Mi riferisco al miliardo che sarà investito da Cdp per sviluppare la nuova tecnologia e per dare vita a un campione nazionale nell’Ai”.

G7, Meloni in Usa e Canada: Piano Mattei e Ia sul tavolo

Ucraina, Medio Oriente e Indo-Pacifico. Ma anche attenzione all’Africa, per costruire un “partenariato vantaggioso per tutti“, secondo il modello del Piano Mattei, e alle sfide che l‘intelligenza artificiale impone. Sono le priorità della presidenza italiana del G7, che Giorgia Meloni si prepara a presentare a Joe Biden, domani a Washington, e a Justin Trudeau sabato a Toronto.

La visita segue la missione in Giappone di inizio febbraio, in cui la premier italiana ha raccolto il testimone della presidenza del G7 da Fumio Kishida, e la prima riunione dei leader sotto la presidenza italiana che si è svolta in videoconferenza da Kiev il 24 febbraio. Sarà proprio il Canada, nel 2025, a prendere la presidenza del G7 dall’Italia.

In entrambi gli incontri, assicurano fonti italiane, si parlerà anche delle “relazioni bilaterali di eccellenza, in tutti i settori“, tra l’Italia e gli Stati Uniti e tra l’Italia e il Canada, oltre che delle prospettive di un loro “ulteriore rafforzamento“.

Con Biden, nel dettaglio, le relazioni bilaterali hanno come base la dichiarazione congiunta adottata durante la prima visita di Meloni a Washington, il 27 luglio scorso. Negli Stati Uniti c’è una presenza di una comunità italo-americana numerosa e bene integrata: si parla di oltre 20 milioni di persone, alle quali si aggiungono più di 325mila italiani residenti negli Stati Uniti. Nel 2023 Washington è stato il terzo mercato di destinazione dell’export italiano, con un interscambio di circa 102 miliardi di dollari (con surplus di 44 a favore dell’Italia), e presenze di imprese italiane in ogni settore economico-industriale, inclusi quello della difesa e quello aerospaziale.

Con il Canada, Roma ha già relazioni commerciali e di investimento forti, con economie complementari, che fanno leva sulle piccole e medie imprese. Il Paese è un partner importante per l’Italia, con un interscambio di circa 12 miliardi di euro fra gennaio e novembre 2023 (+1,1% sull’anno precedente). La bilancia commerciale è favorevole all’Italia (+4,2 miliardi nei primi 11 mesi del 2023) e c’è un elevato livello di complementarietà, con la specializzazione manifatturiera e di innovazione in Italia da un lato l’abbondanza di materie prime in Canada dall’altro. Importante anche qui è il ruolo della comunità di origine italiana: 1,6 milioni di persone circa, per metà residenti nell’Ontario.

Entrambi i colloqui saranno insomma occasione di confronto sulle principali questioni internazionali: in primo luogo l’aggressione russa all’Ucraina e il “continuo sostegno a Kiev” che l’Italia intende ribadire. Poi, la situazione in Medio Oriente e la prevenzione di una escalation regionale con il “sostegno umanitario a Gaza“, spiegano le fonti, e la sicurezza e la stabilità nel Mar Rosso. Sulla cooperazione con il Continente africano si parlerà di Piano Mattei, nella prospettiva, trapela, di “verificare opportunità di collaborazione in aree di comune interesse“. Al centro pure la sicurezza delle catene di approvvigionamento e il coordinamento transatlantico rispetto alle sfide e alle opportunità poste dalla Cina. Leader al lavoro anche per preparare il prossimo vertice Nato, che si terrà proprio a Washington dal 9 all’11 luglio, in occasione del 75esimo anniversario dell’Alleanza atlantica.

G7, passaggio di consegne Meloni-Kishida. La premier: “Da Giappone lavoro immenso”

Passaggio di consegne sulla guida del G7 a Tokyo, tra Giorgia Meloni e Fumio Kishida. La collaborazione tra i due Paesi c’è e crescerà, assicurano entrambi, con alcuni focus molto precisi.
L’intelligenza artificiale, innanzitutto. Ma anche lo spazio, i semiconduttori, l’energia.

Il Giappone è “una nazione amica con cui l’Italia sta lavorando con grandissima sintonia a 360 gradi“, scandisce la presidente del Consiglio. Parla di una “convergenza strategica bilaterale e multilaterale sul G7” e garantisce che darà “continuità ai temi al centro della presidenza nipponica“, perché “l’immenso lavoro svolto da Tokyo lo scorso anno ha posto l’accento su tematiche importanti“. L‘interscambio commerciale tra Italia e Giappone è di oltre 15 miliardi euro, cresciuto del 15 per cento.

La premier parla anche di automotive con i Ceo di alcune case automobilistiche e, sollecitata, non si sottrae al battibecco a distanza con Carlos Tavares. Confessa di non aver letto l’intervista completa del ceo di Stellantis, ma di trovare “bizzarre” alcune sue dichiarazioni. “Il rapporto deve essere equilibrato. Penso che l’Ad di una grande azienda non pensi che gli incentivi di uno Stato possano essere rivolti a una azienda nello specifico e che si sappia che abbiamo investito un miliardo di euro circa sugli incentivi. Mi è apparso bizzarro. Se si ritiene che produrre in altre nazioni sia meglio va bene, ma non mi si dica che l’auto prodotta è italiana e la si venda come italiana“, affonda.

Quanto al Giappone, l’obiettivo per i prossimi anni è quello di “sostenere questo importante rilancio“. Meloni pensa anche al rafforzamento dei partenariati industriali soprattutto nei settori ad alta tecnologia e all’attuazione di progetti congiunti di ricerca scientifica.

Il G7 italiano, assicura la premier, terrà alta l’attenzione sulla regione, ma anche all‘Expo di Osaka 2025, scandisce la premier, “intendiamo dare un grande contributo, all’altezza dello spirito di amicizia e cooperazione che stiamo vivendo“.

L’anno scorso la Presidenza giapponese del G7 “ha fatto un lavoro straordinario nel richiamare l’attenzione su una tecnologia che può generare grandi opportunità, ma può anche nascondere enormi rischi per le nostre società”, dichiara Meloni al quotidiano Yomiuri Shimbun. Perché, teme, “siamo di fronte alla reale possibilità che molte professioni, anche altamente qualificate, vengano rapidamente sostituite da algoritmi, causando crisi sociali e contribuendo ad ampliare il divario tra ricchi e poveri, spazzando potenzialmente la classe media”. Per questo, “da parte nostra, svilupperemo ulteriormente questo lavoro per garantire che l’IA sia incentrata sull’uomo e controllata dall’uomo, tenendo conto dei principi etici fondamentali dell’umanità”.

Oltre al vertice del G7 che si terrà in Puglia dal 13 al 15 giugno, la Presidenza italiana “prevede un intenso calendario di incontri ed eventi istituzionali“, ricorda la premier. L’Italia ospiterà 20 incontri ministeriali, affrontando questioni di grande importanza. Verrà confermato il sostegno all’Ucraina. Poi si parlerà del conflitto in Medio Oriente e delle relazioni con i Paesi in via di sviluppo e le economie emergenti, con un focus particolare sull’Indo-Pacifico e sull’Africa, a cui, afferma, “ho dedicato il primo evento internazionale di quest’anno, anche in vista del nostro Piano globale per l’Africa”.

Rispondendo a una domanda sull’addio alla Via della Seta ribadisce che “il Memorandum sulla Belt and Road Initiative è stato firmato da un governo precedente, in un contesto internazionale diverso, e non ha creato i benefici sperati”. La decisione di non prorogare l’accordo, chiarisce, è accompagnata da quella di “reindirizzare la collaborazione con Pechino verso strumenti più specifici e idonei a raggiungere migliori risultati economici per entrambi, perseguendo le nostre priorità e favorendo uno sviluppo costruttivo dei rapporti tra Italia e Cina. Ciò senza l’ampia condivisione strategica che comporta l’appartenenza alla Belt and Road Initiative”.

In Europa “in questi mesi il governo ha giocato un ruolo chiave a Bruxelles, facendo sentire con autorevolezza la voce dell’Italia e contribuendo al dibattito sui grandi temi“, ribadisce la premier rivendicando la “svolta culturale” con cui gli altri Stati e le istituzioni Ue hanno “progressivamente condiviso” la posizione italiana sulla gestione del fenomeno migratorio “privilegiando la dimensione esterna come modalità per limitare le partenze”.

Giorgia Meloni pronta a presentare il Piano Mattei al Vertice Italia-Africa

Non è più il tempo delle parole. Nel fine settimana la premier, Giorgia Meloni, accoglierà a Roma diversi leader per il Vertice Italia-Africa, nel quale presenterà il Piano Mattei, il progetto di cooperazione che nelle intenzioni del governo dovrà far diventare il nostro Paese hub energetico dell’Europa e allo stesso tempo avviare un programma di sviluppo infrastrutturale, economico e occupazionale negli Stati a sud del Mediterraneo che decideranno di aderire all’iniziativa, anche per bloccare i flussi migratori in uscita.

A Palazzo Madama sono attesi anche la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, i rappresentanti delle agenzie delle Nazioni Unite e della Banca Mondiale, anche se difficilmente – secondo quanto scrive France Presse – arriverà sostegno economico al Piano da Bruxelles, che ha già presentato un pacchetto di aiuti per l’Africa da 150 miliardi di euro entro il 2022. L’Italia, che in questi mesi ha comunque continuato a interloquire con l’Ue lontana dai riflettori, si è già cautelata stanziando per il continente africano il 70% dei 4 miliardi di Fondo nazionale sul clima.

Adesso manca solo il paper. Ad oggi, infatti, è nota esclusivamente la ‘cornice’ di governance, con il decreto approvato nel 2023 che istituisce cabina di regia e struttura di missione, oltre a definire gli ambiti di azione. Non solo energia, come aveva detto a inizio gennaio la presidente del Consiglio. Infatti si va dalla cooperazione allo sviluppo alla promozione delle esportazioni e degli investimenti, l’istruzione e formazione professionale, la ricerca e innovazione, la salute, l’agricoltura e sicurezza alimentare, l’approvvigionamento e sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, incluse quelle idriche ed energetiche, ma anche la tutela dell’ambiente e il contrasto ai cambiamenti climatici. Inoltre, l’ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture, anche digitali, nonché la valorizzazione e sviluppo del partenariato energetico anche nell’ambito delle fonti rinnovabili, il sostegno all’imprenditoria, in particolare a quella giovanile e femminile.

Nell’immediata vigilia della presentazione, però, le organizzazioni della società civile africana chiedono che il Vertice di domenica e lunedì prossimi tracci un nuovo corso per la cooperazione euro-africana, proteggendo le popolazioni africane, gli ecosistemi e la biodiversità del continente e affrontando l’emergenza climatica. Le Cso, inoltre, temono tuttavia che il piano non abbia seguito un approccio consultivo e che sia insufficiente nell’identificare e incorporare gli obiettivi centrali per l’Africa.

Meloni, intanto, continua a tessere la tela di relazioni internazionali. Nel pomeriggio di venerdì, in vista proprio dell’appuntamento del fine settimana, ha avuto colloqui telefonici sia con il presidente dell’Algeria, Abdelmadjid Tebboune, sia con il presidente egiziano, Abdelfattah al-Sisi. Secondo quanto riferisce Palazzo Chigi, in entrambe le conversazioni c’è stato uno scambio di idee sul rilancio delle relazioni dell’Italia con il continente africano e sullo sviluppo congiunto del Piano Mattei, ma anche sulle ultime evoluzioni delle crisi mediorientalale. Sia Tebboune che al-Sisi, poi, esprimono l’auspicio di poter presto avere una occasione di incontro con la premier italiana.

Il rapporto con l’Africa, così come “il nesso clima-energia e la sicurezza alimentare“, saranno tra le priorità nell’agenda della Presidenza italiana del G7, iniziata lo scorso 1 gennaio. “Centrale sarà il rapporto con le nazioni in via di sviluppo, con le economie emergenze con un’attenzione particolare rivolta all’Africa – spiega proprio Meloni in un video di presentazione -. Perché l’obiettivo che ci siamo dati è quello di costruire un modello di cooperazione da pari a pari, che rifiuta l’approccio predatorio e che sia capace di offrire benefici per tutti”. Anche l’Intelligenza artificiale avrà ampio spazio nelle iniziative in programma. Con un approccio ben definito: “Tra le sfide al centro della Presidenza italiana ci sarà anche quella che molti ritengono la più decisiva di questo tempo: l’Ia, tecnologia che può generare grandi opportunità ma anche enormi rischi, oltre a incidere sugli equilibri globali”, dice la premier. Che rilancia: “Il nostro impegno è sviluppare meccanismi di governance e fare in modo che l’intelligenza artificiale sia incentrata sull’uomo e controllata dall’uomo”.

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