INFOGRAFICA INTERATTIVA Stellantis, Fim Cisl: Nel primo semestre 2024 produzione a -25,2%

“I dati della produzione nei primi sei mesi del 2024, dopo tre anni di crescita segnano un’inversione di tendenza negativa rispetto al semestre dell’anno precedente, con una quantità tra autovetture e furgoni commerciali di 303.410 unità contro le 405.870 del 2023”. Lo dichiara il segretario generale di Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, che stamattina a Torino ha presentato un report sulla produzione di Stellantis. La produzione di autovetture segna un -25,2%, pari a 186.510, mentre quello relativo ai veicoli commerciali evidenzia una crescita del 2% raggiungendo una quota di 117.000 unità. Nell’infografica INTERATTIVA di GEA i numeri comunicati dal sindacato.
stoccaggio gas

INFOGRAFICA INTERATTIVA Gas, stoccaggio italia stacca di oltre 4 punti la media Ue

Nell’infografica INTERATTIVA di GEA viene mostrato l’aggiornamento degli stoccaggi di gas nei Paesi dell’Ue. Secondo la piattaforma Gie Agsi-Aggregated Gas Storage Inventory (aggiornata al 3 luglio), l’Italia sale a quota 82,78%, mentre la media Ue è quattro punti sotto a 78,10%. Agli ultimi posti Lettonia e Croazia, mentre in testa rimane il Portogallo, stabile a 100,5%.

INFOGRAFICA INTERATTIVA Ue, Eurostat: Pil eurozona +0,3% in primo trimestre 2024

Nel primo trimestre del 2024, il Pil è aumentato dello 0,3% sia nell’area dell’euro sia nell’Ue, rispetto al trimestre precedente. Ad attestarlo è una stima pubblicata da Eurostat, l’ufficio di statistica dell’Unione europea. Nel quarto trimestre del 2023, il Pil era diminuito dello 0,1% nell’area dell’euro ed era rimasto stabile nell’Ue. Rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, nel primo trimestre del 2024 il Pil è cresciuto dello 0,4% nell’area dell’euro e dello 0,5% nell’Ue, dopo il +0,2% dell’area dell’euro e il +0,3% dell’Ue del trimestre precedente. Nell’infografica INTERATTIVA di GEA è illustrata la crescita del Pil in Ue ed Eurozona dal 2017 ad oggi per trimestre.

Urso torna dalla Libia con accordo su energia, materie prime e rinnovabili

Photo credit: Mimit

 

Italia e Libia coopereranno anche su transizione ecologica e digitale. Dalla sua missione a Tripoli il ministro delle Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, torna con la sigla sulla dichiarazione congiunta con il ministro dell’Industria e dei Minerali del Governo di Unità nazionale dello Stato della Libia, Ahmed Ali Abouhisa, per promuovere iniziative di collaborazione economica e industriale nei campi dell’energia, delle materie prime critiche e della tecnologia green. “I nostri Paesi hanno numerosi punti di complementarità sul piano economico e industriale“, commenta il responsabile del Mimit. Spiegando che proprio per questo motivo “una cooperazione sempre più stretta rappresenta un valore aggiunto sia per l’Unione europea sia per il continente africano, così come prevede il Piano Mattei“.

L’accordo, infatti, prevede la facilitazione degli investimenti diretti e delle iniziative congiunte tra le imprese di Italia e Libia, attraverso lo scambio di informazioni e conoscenze nel campo della ricerca, dell’innovazione applicata all’industria manifatturiera e la formazione di nuove competenze. “I nostri Paesi hanno una storica cooperazione nel settore energetico che intendiamo rafforzare, soprattutto nell’energia rinnovabile e al suo trasporto attraverso i cavi di interconnessione tra i Paesi – continua Urso -. L’attenzione alle fonti rinnovabili emerge anche alla luce del fatto che l’Italia diventerà presto il primo produttore europeo di pannelli fotovoltaici di nuova generazione con lo stabilimento di 3Sun di Catania“. Il ministro, poi, parlando come ospite d’onore alla Conferenza internazionale per l’industria e la tecnologia di Tripoli, ha allargato gli orizzonti: “Tra i nostri Paesi c’è un fondamentale partenariato strategico che si può rafforzare nel settore del gas e del petrolio, ma ancora di più nel settore minerario e dell’energia rinnovabile in questa fase storica dell’Italia e dell’Europa, della Libia e del Mediterraneo“.

Nell’accordo è prevista la cooperazione anche nel settore minerario, in particolare sull’approvvigionamento di materie prime critiche. Ragion per cui Roma è pronta “a mettere a disposizione il suo know-how ingegneristico e imprenditoriale per avviare sinergie che possano guardare ad accordi di collaborazione win-win, volti all’estrazione e alla lavorazione in Libia, a beneficio di entrambe le nazioni e in piena coerenza con la legge sulle materie prime critiche italiana che approderà tra poche settimane in Consiglio dei ministri“.

L’Italia, inoltre, sosterrà anche i progetti libici per la realizzazione delle interconnessioni con l’Europa per il trasporto di elettricità da fonti rinnovabili, di cui la nazione nordafricana ha necessità di sviluppare infrastrutture dedicate. Fattore che passa anche dallo sviluppo dell’economia digitale, e in questo senso “la Libia può essere anche un attore prioritario“. Inoltre, aggiunge Urso, “l’Italia nel suo ruolo di presidente di turno del G7 ha voluto dare particolare attenzione al continente africano. La trasformazione digitale è uno straordinario strumento per avvicinare l’Africa agli obiettivi di sviluppo sostenibile“.

Nel corso del colloquio bilaterale, Urso e Ali Abouhisa hanno toccato anche il tema della siderurgia, soffermandosi sui possibili investimenti delle imprese italiane in Libia e del trasferimento di competenze nella tecnologia digitale, anche attraverso l’AI Hub per lo sviluppo sostenibile in cooperazione con l’Undp, come indicato nella dichiarazione ministeriale del vertice G7 dei ministri dell’Industria, Tecnologia e Digitale del marzo scorso. Il responsabile del Mimit ricorda anche le prospettive italiane, perché il nostro Paese “sta diventando leader nella produzione mondiale di pannelli solari di ultima generazione“, grazie “alla fabbrica del gruppo Enel 3Sun Gigafactory in Sicilia, a Catania, che sarà la più grande fabbrica di pannelli solari d’Europa producendo pannelli fotovoltaici bifacciali ad altissima prestazione con una capacità produttiva di tre GW all’anno è una tecnologia d’avanguardia unica al mondo“.

Mattarella in visita all’Onu per ribadire l’impegno dell’Italia per il multilateralismo

Ribadire l’importanza del multilateralismo e fare il punto sul monitoraggio dell’obiettivo 16 dell’Agenda 2030 dell’Onu. Sono questi gli scopi principali della visita ufficiale del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’Onu da domenica 5 maggio a martedì 7.

Fitta l’agenda del capo dello Stato, che avrà anche incontri bilaterali per confrontarsi sui temi più stringenti dell’attualità geopolitica. L’arrivo a New York è fissato per domenica 5 maggio e prevede una visita al Metropolitan Museum, accompagnayto dal direttore, Max Hollein, per alcune opere permanenti e la mostra ‘The Harlem Renaissance and transatlantic modernism‘.

Da lunedì 6 maggio si entra subito nel vivo, con l’indirizzo di saluto di Mattarella alla Conferenza sullo stato di attuazione dell’obiettivo di sviluppo 16 ‘Pace, giustizia e istituzioni per lo sviluppo sostenibile’, organizzata dalla Rappresentanza permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, dal segretario dell’Onu e dall’Idlo, che per la prima volta si svolge al Palazzo di Vetro, in ambito Ecosoc (Consiglio economico e sociale), uno tra i primi tre organismi più importanti dell’Onu, che opera sulle questioni di carattere economico, sociale ed ambientale. Sarà un appuntamento molto importante per l’Italia: il numero 16 è di sicuro il goal più complesso dell’Agenda 2030, perché si prefigge di raggiungere un equilibrio a livello mondiale su temi come la pace, la democrazia, la governance e la giustizia. Proprio la delicatezza degli argomenti ha spinto, anni fa, il nostro Paese ad attivare una sorta di monitoraggio lo stato di attuazione di questo obiettivo, i cui risultati sono stati presentati ogni anno, a Roma, in una conferenza che stavolta si terrà negli Usa in concomitanza con la visita del presidente della Repubblica.

Mattarella in tarda mattinata vedrà anche i funzionari italiani delle Nazioni Unite e a seguire, al Metropolitan Club, una rappresentanza qualificata della comunità italiana che vive negli States.

Nel pomeriggio, invece, si svolgerà il bilaterale con il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. Saranno due ore intense per discutere di tutte le questioni più importanti che sono attualmente sullo scacchiere internazionale. Sicuramente Mattarella e Guterres discuteranno delle due grandi crisi, quella in Ucraina con l’invasione russa, e in Medio Oriente, dove il conflitto tra Israele e Palestina continua a destabilizzare l’area espando, però, gli effetti negativi anche oltre i confini regionali. Ci sarà spazio anche per discutere dell’Africa e delle altre criticità che esistono in diverse zone della terra. Si parlerà, poi, di cambiamenti climatici, dell’Agenda 2030, ma soprattutto degli obiettivi che si è posta l’Onu con il Summit del futuro‘, in programma il 22 e 23 settembre prossimi. Un vertice che dovrà riaccendere una riflessione collettiva sulle possibili riforme per le Nazioni Unite, ma che dovrà essere anche l’occasione per attivare decisioni concrete che aiutino a superare non solo i problemi strutturali, ma anche le difficoltà politiche ad affrontare e risolvere divisioni e contrapposizioni, che finora non hanno consentito di fare sintesi.

All’incontro tra Mattarella e Guterres seguirà un pranzo di lavoro, al quale sono attesi anche la vice segretaria generale, Amina J. Mohammed, e la segretaria generale aggiunta per gli Affari politici e il Pacebuilding, Rosemary DeCarlo.

Il momento clou della visita del capo dello Stato a New York sarà il giorno dopo, 7 maggio. Mattarella, infatti, interverrà all’Assemblea generale dell’Onu con un’allocuzione dal titolo ‘Italia, Nazioni Unite e multilateralismo per affrontare le sfide comuni. L’intervento sarà di ampia portata e servirà a ribadire l’impegno dell’Italia in questi 75 anni, anche in altri ambiti come il G7 e l’Unione europea, ritenendo il sistema multilaterale l’unico strumento per portare avanti i principi della Carta delle Nazioni Unite, che ha come obiettivo quello di trovare soluzioni alle controversie con mezzi pacifici. Il presidente della Repubblica, poi, prima di rientrare a Roma, sarà all’Italian Academy della Columbia University per incontrare il Comitato dei garanti, e al Consolato generale italiano, per un saluto con il console, Fabrizio Di Michele, e il personale della struttura.

agricoltura

I giovani agricoltori in Italia? Solo il 9,3%, ma con aziende più grandi

I giovani imprenditori in agricoltura? Pochi ma buoni. In Italia sono soltanto il 9,3% del totale: la metà rispetto alla Francia, poco più di un terzo paragonati all’Austria. Ma rispetto agli agricoltori italiani over 40, gestiscono aziende con una dimensione economica maggiore e con più ettari coltivati.

I dati elaborati dal Centro studi GEA su base Eurostat e Istat, presentati durante l’evento ‘Nuove coordinate per la sostenibilità dell’agricoltura Ue’ in corso a Bruxelles, mostrano una fotografia del settore agricolo in Italia: gli imprenditori sotto i quarant’anni gestiscono il 16% delle superfici coltivate in Italia, ma, in media, la singola azienda controlla circa il doppio del terreno. “I dati sono da leggere con cautela”, spiega Danilo Bertoni, professore al dipartimento di Scienze e politiche ambientali dell’università degli Studi di Milano, “spesso infatti entrano nel conteggio anche aziende semi professionali o hobbistiche, ma in media le imprese guidate da giovani sono sicuramente più estese e più produttive”.

La produzione standard (cioè la quantificazione in euro del valore della produzione) delle aziende ‘giovani’, infatti, vale 1,7 volte quella delle aziende guidate da over 40. Si tratta sempre di un valore medio, ma che in assoluto vale il 15% della produzione totale italiana.

Non solo. Le aziende condotte da under 40 presentano maggiore propensione all’attivazione di attività multifunzionali: servizi attività connesse, trasformazione vendita diretta, agriturismo. Anche il titolo di studio dei capi azienda è mediamente più alto (19,4% laureati rispetto a 8,7%): sono più portati all’innovazione, hanno aziende informatizzate e tendono ad adottare pratiche agricole ecocompatibili. Propensione, questa, confermata anche da un’indagine del centro studi Guglielmo Tagliacarne-Unioncamere, che, su un campione di 800 aziende, individua il 55% di imprese agricole condotte da giovani e il 61% condotte da donne più propense a investimenti green.

Iniziare un’attività da zero, però, rimane molto difficile per un giovane, “soprattutto a causa degli altissimi costi della terra” spiega Danilo Bertoni. In Italia, dice Eurostat, il prezzo medio all’ettaro è di 22.600 euro (47mila nel Nord Est), contro una media europea di 10.578 euro. “Non a caso” continua Bertoni, “la maggior parte delle nuove attività si concentra in aree montane, dove l’investimento è meno oneroso”. La percentuale più alta degli imprenditori under 40 sul totale delle imprese agricole si trova infatti in Valle D’Aosta (15,4% sul totale), a Trento (13,87%) e Bolzano (14,12%).

In ogni caso, come emerge dall’indagine dell’Istituto Tagliacarne, nelle imprese dove il controllo è nelle mani del titolare e della sua famiglia, lo stadio generazionale è ancora alla prima generazione di fondatori dell’impresa (45% dei casi), solo il 16% alla terza o successiva.

INFOGRAFICA INTERATTIVA Stoccaggio del gas: Italia cala a 57,39%, media Ue a 62,78%

Nell’infografica INTERATTIVA di GEA si mostra l’aggiornamento degli stoccaggi di gas nei Paesi dell’Ue. Secondo la piattaforma Gie Agsi-Aggregated Gas Storage Inventory (aggiornata al 28 febbraio), l’Italia cala al 57,39% e la media Ue scende a quota 62,78%. Francia e Croazia restano nelle ultime posizioni mentre in testa c’è sempre il Portogallo, in aumento a 96,15%.

Governo in contatto con case cinesi per produrre auto elettriche in Italia

Byd sempre più protagonista in Europa. Ieri è arrivata la prima nave cargo della casa automobilistica cinese in Germania, che ha scaricato circa 3.000 veicoli elettrici nel porto tedesco di Bremerhaven. Sempre ieri il principale produttore mondiale di veicoli a nuova energia e a batterie, ha presentato il primo modello di supercar puramente elettrica U9 con il suo sottomarchio di fascia alta, Yangwang, al prezzo di 1,68 milioni di yuan (circa 230mila euro), annunciando che la consegna inizierà quest’estate. Stamattina invece, dal salone internazionale dell’automobile di Ginevra, un dirigente di Byd ha detto che la società è stata contattato dal governo italiano come parte degli sforzi del Paese per attrarre un secondo produttore di automobili oltre al produttore Stellantis, scrive Bloomberg. “Abbiamo alcuni contatti per discuterne“, ha sottolineato Michael Shu, amministratore delegato di Byd Europe, in un’intervista. La necessità di un secondo stabilimento europeo “dipende dalle nostre vendite: ora stiamo facendo ottimi progressi”. Fonti vicine a Byd riferiscono a GEA che un secondo stabilimento in Europa, oltre a quello pianificato in Ungheria, per ora rappresenta comunque uno scenario “futuribile e per certi versi fuorviante“. Il governo italiano – riferiscono ancora le fonti sentite da GEA – ha contattato “un po’ tutti i produttori di auto elettriche cinesi negli ultimi mesi“. Tesi per altro sostenuta anche dal ministero di Adolfo Urso.

Anche Germania e Francia corteggiano da tempo i produttori asiatici offrendo aree di insediamento. A fine dicembre però Byd ha annunciato che costruirà la sua prima fabbrica automobilistica in Europa a Szeged in Ungheria. La nuova struttura del colosso cinese si concentrerà sulla produzione di veicoli elettrici e ibridi plug-in destinati al mercato europeo, promettendo di generare migliaia di posti di lavoro. Il governo ungherese supporterà l’impianto con sussidi, sebbene l’importo preciso sarà annunciato solo dopo l’approvazione della Commissione europea. Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, aveva descritto comunque questa iniziativa come uno dei maggiori investimenti nella storia economica del paese.

Byd non è il solo produttore cinese attivo nel Vecchio Continente. Anche altri big come Saic o Nio stanno espandendo le proprie operazioni in Europa per diversificare e ridurre la dipendenza dal loro mercato interno. Una necessità, quella di espandersi, che deriva dalla domanda europea di veicoli a prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato. Ed è sempre l’Ungheria la terra promessa dei nuovi signori delle quattro ruote. Negli ultimi cinque anni il Paese magiaro ha attratto circa 20 miliardi di euro di investimenti legati ai veicoli elettrici, compreso un impianto di batterie da 7,3 miliardi di euro costruito da Contemporary Amperex Technology a Debrecen. Byd, tra l’altro, già produce autobus elettrici con successo nella città ungherese di Komarom. E per il nuovo impianto a Szeged, Orban ha destinato finanziamenti significativi per migliorare le infrastrutture intorno al parco industriale. L’apertura nella città a sud del Paese potrebbe infine consentire al colosso di Shenzhen di evitare eventuali tariffe di importazione nel caso l’indagine Ue verificasse un dumping di mercato.

Proprio in riferimento all’indagine scattata a Bruxelles, Byd ha respinto le accuse secondo cui il successo delle aziende automobilistiche di Pechino derivava dagli aiuti di Stato. “Il nostro successo non è dovuto al sussidio, ma al fatto che disponiamo di una tecnologia unica e la nostra efficienza gestionale è elevata”, ha affermato al ‘Financial Times’ Michael Shu. “Abbiamo investito in questa tecnologia molto prima, e molto di più, rispetto alla concorrenza”, ha concluso.

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INFOGRAFICA INTERATTIVA Stoccaggio del gas, Italia cala al 60,88% e media Ue a 66,58%

Nell’infografica INTERATTIVA di GEA si mostra l’aggiornamento degli stoccaggi di gas nei Paesi dell’Ue. Secondo la piattaforma Gie Agsi-Aggregated Gas Storage Inventory (aggiornata al 12 febbraio), l’Italia cala a 60,88% di riempimento, mentre la media Ue si attesta a 66,58%. Nelle ultime due posizioni Ue, Francia (52,33%) e Croazia (47,34%), mentre il Portogallo resta in testa, stabile a 105,16%.

INFOGRAFICA INTERATTIVA L’andamento dell’inflazione in Italia nel 2023

Nell’infografica interattiva di GEA, l’andamento dell’inflazione in Italia nel 2023. Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese di dicembre 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% su base mensile e dello 0,6% su base annua (da +0,7% del mese precedente).
Le attese erano per un +0,7% annuale e un +0,2% mensile.