Mimit istituisce Tavolo sviluppo automotive: si insedierà il 6/12

Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha istituito, d’intesa con Stellantis, al termine di un confronto nel merito su obiettivi e modalità, il ‘Tavolo Sviluppo Automotive’, a cui parteciperanno azienda, Regioni, sindacati e Anfia. Il tavolo, che si insedierà il 6 dicembre, avrà come principali obiettivi aumentare i livelli produttivi negli stabilimenti italiani, consolidare i centri di ingegneria e ricerca, investire su modelli innovativi, riqualificare le competenze dei lavoratori e sostenere la riconversione della componentistica. Il ‘Tavolo Sviluppo Automotive’ consentirà un confronto continuativo, trasparente e inclusivo tra tutti gli attori, con la partecipazione di Stellantis, dei presidenti delle Regioni sede di stabilimenti dell’azienda – Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Molise, Piemonte ed Emilia-Romagna – delle organizzazioni sindacali e di Anfia, che rappresenta le imprese della componentistica.

L’istituzione del Tavolo risponde agli obiettivi indicati nel protocollo d’intesa Mimit-Anfia, sottoscritto il 18 ottobre, e alle sollecitazioni più volte emerse nelle riunioni con le istituzioni regionali, con i sindacati e con le associazioni di impresa.

Con la partecipazione al Tavolo, l’Azienda ribadisce il proprio forte impegno nei confronti del Paese e la volontà di creare le condizioni per mantenere il ruolo di leader dell’Italia al centro della strategia di Stellantis. Siamo pronti a continuare questo viaggio con le parti interessate per trovare insieme una visione condivisa che si concentri sulla competitività nazionale in tutti i suoi aspetti”, commenta un portavoce di Stellantis. Che però sottolinea quali sono le criticità e le necessità per il futuro: “Per raggiungere le diverse ambizioni e sostenere il mercato automobilistico sono però necessari specifici fattori abilitanti, come il rinvio o la rimozione della normativa (Euro 7) che impedisce la continuazione della produzione di modelli a prezzi accessibili in Italia, gli incentivi alla vendita di veicoli elettrici e la rete di ricarica per sostenere i clienti e il miglioramento del costo dell’energia per sostenere la competitività industriale di Stellantis e dei fornitori italiani. Il fattore chiave di successo del Tavolo che si insedierà è che ogni stakeholder abbracci il cambiamento necessario a 360°, in modo proattivo e sincero, a beneficio dell’industria automobilistica italiana e dei clienti italiani nella transizione verso l’elettrificazione del nostro settore”.

Stellantis, +7% ricavi netti nel terzo trimestre. E vola verso carbon neutrality: vendite elettriche +37%

Ricavi per oltre 45 miliardi nel terzo trimestre, in crescita del 7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, nonostante un lungo sciopero che ha bruciato entrate miliardarie in America e Canada. A far tornare i conti di Stellantis sono state le vendite di veicoli elettrici: le consegne globali di Bev sono aumentate del 37% rispetto al terzo trimestre 2022, grazie principalmente a Jeep Avenger, Citroën Ami, Peugeot E-208, nuova Fiat 500e e Citroën ë-Berlingo. Bene comunque anche il cosiddetto ‘terzo motore’ – come l’aveva chiamato John Elkann – ovvero il mercato rappresentato da Sud America, Africa, Medio Oriente, India e Asia Pacifico, dove i ricavi sono saliti del 25%.

Nella prima metà di quest’anno, Stellantis è emersa come leader nel settore per Aoi (risultato operativo anomalo, ndr), margine e flusso di cassa industriale netto rispetto ai concorrenti equiparabili. Oggi, la nostra priorità è mantenere questo slancio raggiungendo valori di redditività e flussi di cassa ai vertici del settore, affrontando le sfide cruciali dell’industria a breve termine e proseguendo con l’elettrificazione e la trasformazione tecnologica. Questa crescita sta dando impulso all’attuazione della nostra strategia Dare Forward 2030”, ha commentato Natalie Knight, direttore finanziario del gruppo che è tornato secondo in Europa per vendite di Bev, superando Tesla, ma che paga lo sciopero iniziato il 15 settembre in Nord America, costato 50mila consegne in meno e 3 miliardi di ricavi a tutto ottobre.

Un ammanco negativo per circa 750 milioni di euro sull’utile operativo anti imposte che non dovrebbe ripetersi grazie all’accordo provvisorio siglato in questi giorni con i sindacati Uaw e Unifor. In particolare l’accordo con la United Auto Workers porterà il salario massimo a oltre 42 dollari l’ora entro aprile 2028.
Le scorie dei 40 e passa giorni di blocco in America però hanno spinto Stellantis a cancellare alcuni eventi negli Stati Uniti, incluso il Ces a Las Vegas di gennaio, e il gruppo continuerà a tagliare i costi per compensare l’impatto dello sciopero, ha spiegato il direttore finanziario Natalie Knight parlando con i giornalisti americani. “Uno dei nostri marchi di fabbrica è la disciplina dei costi”, ha detto. “Stiamo esaminando tutto: continueremo a sentire di più su questa mitigazione man mano che andiamo avanti”.

La casa automobilista si gode intanto l’accelerazione dell’elettrico e il buon “momentum”. Infatti Stellantis ha infine alzato le stime di vendita per fine anno in nord America all’8% (dalla precedente stima di +5%), nell’Europa allargata del 10% (dal 7%) e nel Medio Oriente e Africa +10% (dal +7%). Tornando all’elettrico, invece, va registrato che Peugeot ha annunciato la prima applicazione di Stla Medium – una delle quattro piattaforme BEV-by-design globali di Stellantis – con la nuova E-3008, che offre caratteristiche ai vertici della categoria per autonomia (fino a 700 km), tempo di ricarica, prestazioni, efficienza e piacere di guida. Fiat poi è tornata al segmento B aprendo la strada alla mobilità urbana sostenibile con la nuova 600e, che vanta caratteristiche di sicurezza all’avanguardia e un’autonomia elettrica di oltre 400 km (ciclo combinato WLTP, cioè di autonomia) e di oltre 600 km (ciclo urbano WLTP) in città. Fiat ha inoltre annunciato la nuova offerta di micromobilità Topolino, con autonomia di 75 km e velocità massima in sicurezza di 45 km/h. In aggiunta, l’azienda ha confermato l’avvio della produzione di veicoli commerciali leggeri full-electric a Ellesmere Port, il primo stabilimento del Regno Unito in cui ha luogo la produzione in serie di soli Bev, nonché il primo stabilimento Stellantis a livello globale dedicato ai veicoli elettrici.

Prossimamente sarà anche introdotta sul mercato la Citroën ë-C3 full-electric. Prima vettura elettrica di costo contenuto offerta in Europa, la ë-C3 vanta caratteristiche di comfort ai vertici della categoria e assicura un’esperienza elettrica semplificata grazie a una batteria da 44 kWh, che offre un’autonomia fino a 320 km (199 miglia) nel ciclo Wltp Il tutto a prezzi netti e accessibili in molti mercati europei, a partire da 23.300 euro. Stellantis ha inaugurato inoltre il suo primo Battery Technology Center nel complesso industriale di Mirafiori, a Torino. Questo centro innovativo accresce la capacità dell’azienda di progettare, sviluppare e testare i pacchi batteria, i moduli, le celle ad alta tensione e i software che andranno ad alimentare i futuri veicoli dei brand del gruppo guidato da Carlos Tavares. Nel mentre, in Nord America, Stellantis e sei grandi case automobilistiche mondiali creeranno una rete di ricarica senza precedenti, con l’installazione di almeno 30.000 punti di ricarica ad alta potenza.

Stellantis infine, va ricordato, pochi giorni fa ha acquistato per 1,5 miliardi di euro una partecipazione rilevante nella società cinese di veicoli elettrici Zhejiang Leapmotor Technologies Ltd. per aiutarla a far fronte al calo delle vendite nel più grande mercato automobilistico del mondo e a ridurre ulteriormente i costi dei veicoli elettrici. Obiettivo a lungo termine di Stellantis in Cina: un milione di immatricolazioni a cui aggiungere +500mila vendite fuori dall’ex celeste impero attraverso la Joint Venture, entro il 2030.

Stellantis ha premiato i 16 migliori ‘Fornitori dell’anno’: focus su sostenibilità

Questa settimana Stellantis ha riunito 40 dei suoi migliori fornitori per premiarne l’impegno, le performance, la qualità e l’eccellenza dimostrati nel 2022. Il titolo di Supplier of the Year (Fornitore dell’anno) è stato assegnato per ciascuna delle 16 categorie, tra cui ricambi e servizi aftermarket, materiali diretti, servizi indiretti e performance a livello di regione. Alla terza edizione annuale dell’evento, hanno partecipato oltre 150 fornitori internazionali, insieme a esponenti del leadership team di Stellantis.

“Congratulazioni ai vincitori del premio Supplier of the Year, che hanno brillato per dedizione ed eccellenza e che ci hanno aiutato a superare le sfide e a raggiungere nuovi traguardi”, ha dichiarato Maxime Picat, Chief Purchasing and Supply Chain Officer di Stellantis. “Il loro spirito collaborativo, le loro eccezionali performance, la qualità senza compromessi e la puntualità nelle consegne di parti e servizi – ha aggiunto – sono stati determinanti per il nostro successo”.

Tutti i candidati e i vincitori del premio Supplier of the Year sono stati selezionati dai leadership team interfunzionali di Stellantis. I gruppi hanno valutato i fornitori sulla base di criteri quali le performance, l’innovazione, la qualità, i costi, la gestione del programma e la sicurezza, nonché la cura dimostrata nell’attivazione del piano Dare Forward 2030 di Stellantis.

Nell’ambito del piano strategico Dare Forward 2030, Stellantis ha annunciato l’intenzione di raggiungere il 100% del mix di vendite di autovetture BEV in Europa e il 50% di autovetture e veicoli commerciali leggeri BEV negli Stati Uniti entro il 2030, riducendo al contempo la complessità e i costi del 40%. Questi obiettivi sono strategici per il team acquisti e supply chain di Stellantis, che mira a diventare fornitore di mobilità sostenibile, sicura e accessibile economicamente per tutti.

Vincitori del premio “Regional Supplier of the Year 2023” sono: Nord America – Alps Alpine, Sud America – F2J Industry, Europa allargata – Plastic Omnium, Medio Oriente e Africa – A2ME Industry, India e Asia Pacifico – Iljin Group. Cina – VMAX New Energy Co.
Vincitori del premio “Stellantis Global Supplier of the Year 2023” sono: Servizi indiretti -Accenture, Qualità – Gestamp, Performance materiali diretti . Contemporary Amperex Technology Limited (CATL) , Gestione del programma – Plastic Omnium, Innovazione -EFI Automotive, Responsabilità sociale d’impresa – Pirelli Tire LLC, Capex – Qian Yuan Mould, Supply Chain Ricambi – Aisin Corporation, Supply Chain Logistica – Bertani Transport, Aftermarket – Sercore Tech SL.

Auto elettrica

Il mercato delle auto elettriche supera il 20% ad agosto: è la prima volta in Europa

La quota di mercato delle auto elettriche ha superato per la prima volta il 20% nel mese di agosto in Europa. Era all’11,6% nello stesso mese dello scorso anno. E’ quanto emerge dai dati diffusi dall’associazione dei costruttori automobilistici (ACEA), che mostrano come il mercato nel suo complesso abbia registrato il tredicesimo mese consecutivo di crescita.

Il mese scorso sono state vendute nell’Unione Europea 787.626 unità, pari a una crescita del 21% su base annua. L’aumento è stato particolarmente marcato nei tre mercati più grandi: +37,3% in Germania, +24,3% in Francia e +11,9% in Italia. “Il mercato europeo si sta riprendendo dalla carenza di componenti dello scorso anno”, spiega l’Acea in una nota.

Ad agosto, le immatricolazioni di auto elettriche a batteria nell’Ue hanno registrato un’impennata del 118,1%, raggiungendo 165.165 unità, pari al 21% del mercato. Ad eccezione di Malta (-22,6%), tutti i mercati dell’Ue hanno registrato una crescita percentuale a due o tre cifre, con la Germania, il più grande mercato in termini di volume, che ha registrato una notevole crescita del 170,7%. Il Belgio ha registrato il tasso di crescita più elevato, pari al 224,5%. Nel complesso, le vendite di auto elettriche a batteria sono aumentate di un significativo 62,7%, con quasi 1 milione di unità registrate da gennaio ad agosto.

Il mese scorso, le immatricolazioni di nuove auto ibride-elettriche nell’Ue sono aumentate del 29%, grazie soprattutto alla forte crescita in tre dei quattro mercati principali: Germania (+59%), Francia (+38,7%) e Spagna (+21,5%), mentre l’Italia ha registrato un leggero calo (-2,3%). Il risultato è stato un aumento cumulativo del 28,6%, con quasi 1,8 milioni di unità vendute tra gennaio e agosto, pari a un quarto del mercato.

Le immatricolazioni di nuove auto ibride plug-in nell’Ue sono cresciute del 5,5%, per un totale di 58.557 unità. La forte performance di mercati importanti come i Paesi Bassi (+44,7%), la Francia (+40,5%) e la Svezia (+24,9%) ha contribuito a compensare il calo della Germania (-41,1%), il più grande mercato per questa fonte di energia. Nonostante questa crescita, la quota di mercato delle auto ibride plug-in è scesa dall’8,5% al 7,4% nell’agosto di quest’anno.

La benzina rimane in testa con quasi il 33% del mercato, meno che nell’agosto 2021 (39%). Il diesel rappresenta ora solo il 12,5% del mercato europeo (16% nell’agosto 2021), mentre circa il 7% delle vendite è rappresentato da modelli ibridi plug-in, rispetto all’8,5% dell’anno precedente.

Nei primi otto mesi dell’anno, l’incremento è stato del 17,9%, con 7,1 milioni di auto vendute, anche se ancora al di sotto dei 9 milioni registrati nel 2019, prima della pandemia di Covid-19. Tra le marche e i costruttori, il gruppo Volkswagen rimane leader di mercato con il 27% delle vendite (209.500 unità) ad agosto, davanti al gruppo Stellantis (17%). Renault è terza, con il 9,5%. Tesla ha registrato la crescita più forte in agosto: +247% a 27.300 auto. Il costruttore californiano ha così superato in particolare i marchi Fiat, Citroën, Seat, Cupra e Ford.

Le vendite di Stellantis in Europa (Ue+Efta+Uk) sono cresciute del 6,3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Le unità vendute sono state 145.392, a fronte di 136.723 di un anno fa. Crescono le vendite anche nei primi otto mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2022 (+4,3%) e la quota di mercato passa dal 17% al 19,2%.

Aiutare il Marocco a rialzarsi non è solo un ‘doverismo’

Nel dramma che ha sconvolto il Marocco c’è stato subito un riscontro che ben depone a favore dell’Italia: le istituzioni, a cominciare dal presidente della Repubblica, hanno offerto aiuti concreti a un popolo piegato dal terremoto. Non è un ‘doverismo’, quello italiano, ma una concreta mozione di affetto solidale nei confronti di un Paese che sta vivendo ciò che anche noi abbiamo passato in epoche lontane e vicinissime. La macchina dei soccorsi umanitari si è messa in moto, il governo di Rabat ha teso la mano, le prossime settimane, i prossimi mesi saranno tanto importanti quanto difficili. Purtroppo ne sappiamo qualcosa.

Il Marocco è legato a molteplici interessi commerciali con l’Italia anche se non rientra geopoliticamente nel Piano Mattei. Il motivo è semplicissimo: si tratta dell’unico Stato del Nord Africa che non possiede né gas né petrolio e che proprio per questo ha sviluppato altre fonti energetiche innovative, dal fotovoltaico all’idrogeno. Eppure, dicevamo, anche se non rientra nel Piano Mattei, il Marocco è importante per noi e, estendendo il discorso, per l’Europa. Il porto di Tangeri è un affaccio di rilievo internazionale per i passaggi tra i due continenti, le produzioni agricole ‘sostentano’ buona parte dell’Europa, l’estrazione del fosfati è una belle principali voci del Pil.

Nelle turbolenze africane, il Marocco è verosimilmente l’unico Paese stabile. Ed è questo particolare non di poco conto che lo rende affidabile per l’Europa. Tanto per citare un esempio, Fiat (cioè Stellantis) ha scelto di produrre la nuova Topolino proprio in Marocco ( e in Polonia) affidandosi alla manodopera locale. Non lo avrebbe fatto senza garanzie. L’assestamento internazionale procede, la grana del Sahel dovrebbe essere in via di definizione. Intanto però c’è il post terremoto da gestire. Non sarà semplice per un Paese così vasto e stratificato rialzarsi in tempi ristretti: adesso che non è ancora finita la conta dei morti è praticamente impossibile disegnare prospettive a breve termine, però può essere determinante aiutare la rinascita con i nostri aiuti. I nostri e quelli di tutti.

A Mirafiori il primo Battery Technology Center di Stellantis: investimento da 40 milioni

Sviluppare le batterie del futuro, testando quelle che vengono montate sulle macchine elettriche di oggi. E’ stato inaugurato a Torino il Battery Technology Center, primo centro mondiale di Stellantis, nel complesso di Mirafiori, per gestire internamente e direttamente il design e lo sviluppo delle batterie per la futura generazione di veicoli elettrici del gruppo. Un investimento da 40 milioni di euro, in uno stabilimento da 8mila metri quadri dedicato a ricerca e sviluppo. A regime, vi lavoreranno oltre 100 tecnici, la maggior parte dei quali sono lavoratori specializzati di Stellantis che hanno ricevuto almeno 200 ore di formazione perché trasferiti da altre divisioni del gruppo in una grande opera di ‘reskilling’: loro condurranno e supervisioneranno stress test climatici, prove di durata del ciclo vita, lo sviluppo e la taratura dei software per i sistemi di gestione delle batterie (BMS) e lo smontaggio di pacchi e celle per l’analisi e il benchmarking.
“L’apertura del Battery Technology Center rafforza la presenza di Stellantis in Italia e l’impegno nei confronti dei  dipendenti italiani“, sottolinea Ned Curic, Chief Engineering & Technology Officer di Stellantis. “Con questo impianto – ha sottolineato – ribadiamo il forte impegno nell’elettrificazione e anche nel supportare lo storico stabilimento torinese di Mirafiori”. Stellantis sta lavorando alla realizzazione di un altro centro analogo per il Nord America a Windsor (Ontario, Canada), destinato a fare parte di una rete globale per lo sviluppo e la produzione delle batterie che si articolerà in sei gigafactory, tra cui quella di Termoli.

Nel dettaglio, il centro di Torino copre non solo l’Italia, ma tutta l’Europa: gli stress test verranno attuati sulle batterie per l’intero gruppo Stellantis. “A Mirafiori – ha spiegato la responsabile Paola Baratta – si effettuano test fino a 47 batterie contemporaneamente, numero che può salire fino a 96”. Il cuore del centro è costituito da 32 camere climatiche – 24 camere walk-in per i test dei pacchi batteria e 8 camere per l’effettuazione di prove sulle celle. All’interno delle 24 camere walk-in è possibile controllare le condizioni ambientali regolando umidità e temperatura in un intervallo compreso tra -40 e 60 gradi Celsius con una variazione massima di 20 gradi al minuto. “Normalmente durano quindici giorni, ma possono andare avanti fino a un anno”, ha continuato Baratta.  “Ci troviamo davanti a un’opportunità unica di ridefinire la mobilità attraverso l’offerta di soluzioni intelligenti e sostenibili”, ha spiegato Curic. E soprattutto, accessibili a tutti. Nel Battery Center di Mirafiori, infatti, si studierà il modo di rendere le batterie più leggere, “del 50% al 2030” e si cercherà di immaginare l’utilizzo di nuovi materiali o su come massimizzare l’uso di quelli provenienti dal riciclo. “Vogliamo ridurre i costi delle auto elettriche, lanceremo quest’anno un veicolo elettrico molto accessibile”, ha detto Curic perché “crediamo che il futuro della mobilità è quella dei veicolo accessibile”.

All’inaugurazione del Centro anche il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, e il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che hanno firmato un anno fa un accordo con l’azienda che prevede, tra l’altro, il lancio del nuovo hub dedicato al riciclo delle vetture, che sarà aperto entro la fine dell’anno. Il Battery Center è un altro tassello di “una strategia messa in campo dalle istituzioni locali con Stellantis”, come detto dal primo cittadino. Si tratta di “un significato di prospettiva perché dimostra che la testa di Stellantis rimane a Torino“, ha incalzato Cirio. “Se mantieni la testa mantieni anche i livelli produttivi”.

Infine, nell’ambito del piano strategico Dare Forward 2030, Stellantis ha annunciato l’obiettivo di raggiungere entro il 2030 il 100% del mix di vendite con veicoli elettrici in Europa e il 50% con autovetture e veicoli commerciali leggeri BEV negli Stati Uniti. Per raggiungere tali obiettivi commerciali, l’azienda si sta assicurando circa 400 GWh di capacità di batterie, da supportare con sei stabilimenti di produzione di batterie in Nord America e in Europa. “Siamo sulla buona strada” per raggiungere questi obiettivi. “Le nostre vendite di elettrico sono aumentate del 24% e del 28% per i veicoli a basse emissioni. Abbiamo 25 bev su strada, ne arriveranno altri 23 il prossimo anno, per un totale di 75 alla fine del decennio”, ha ribadito Curic.

Stellantis guarda agli e-fuel: -70% C02. E prepara stop motori a combustione dal 2030

Gli e-fuel, i cosiddetti carburanti sintetici, possono giocare un ruolo significativo nella decarbonizzazione dell’automotive, sostenendo una transizione energetica fluida. Ne è convinta Stellantis che nei mesi scorsi ha effettuato test nei propri centri di ricerca in tutta Europa utilizzando e-fuel sostitutivi forniti da Aramco. Un lavoro iniziato due anni fa, con un investimento “di alcune decine di milioni” di euro, sulla compatibilità tra i veicoli del gruppo in circolazione dal 2014 (Euro 6) e i carburanti sintetici. Risultato? 24 famiglie di motori di veicoli europei Stellantis venduti a partire dal 2014, pari a 28 milioni in circolazione, sono pronte per l’utilizzo di e-fuel ‘drop-in’ avanzati. Cioè, senza necessità di alcuna modifica al gruppo propulsore, con una potenziale riduzione di emissioni che toccherebbe punte di 400 milioni di tonnellate di CO2 in Europa tra il 2025 e il 2050. “L’utilizzo di e-fuel a basse emissioni di carbonio è potenzialmente in grado di ridurre le emissioni di anidride carbonica dei veicoli a combustione interna esistenti di almeno il 70% nell’intero loro ciclo di vita, rispetto ai carburanti convenzionali”, hanno spiegato Christian Mueller, senior vice president Propulsion Systems e Andreas Jauss, head of the alternative fuels center-of-competence di Stellantis insieme ad Amer Amer, transport chief technologist di Aramco durante un incontro con la stampa.

Di certo, la casa automobilistica non ha alcuna intenzione di abbandonare l’elettrico, confermando che dal 2030 in Europa venderà solo più Bev. Ma, anche terminando le produzioni di termiche (Ice) a fine 2029, “le auto resteranno in circolazione, stimiamo, fino al 2050, considerando che in media il 25% della nostra flotta ha più di 20 anni”, ha spiegato Mueller che vede gli e-fuel come un’alimentazione “complementare, non alternativa”. “Per Stellantis – ha ribadito – devono completarsi a vicenda, non esiste o questo o quello. Ci sono entrambe le possibilità che devono lavorare di pari passo. Questa è la nostra convinzione”.

Gli e-fuel sono tipi di combustibili prodotti combinando idrogeno a basso contenuto di carbonio e C02 da energia rinnovabile: la particolarità è che “sono compatibili sia con futuri veicoli sia con flotte già esistenti. E quindi permettono di utilizzare le stesse infrastrutture di trasporto e distribuzione dei carburanti tradizionali e non richiedono modifiche ai motori, diesel e benzina, anche più vecchi dell’Euro 6”, ha precisato Amer. Per Aramco, infatti, “il risultato di questa campagna di test ha davvero rafforzato la nostra visione secondo cui i carburanti sintetici possono ridurre significativamente le emissioni di CO2 nel settore trasporti”, rappresentando una delle soluzioni per una transizione ‘soft’. Per questo, ha continuato il Transport Chief Technologist, “tutte le tecnologie dovrebbero essere prese in considerazione, i combustibili sintetici possono essere complementari ai biocarburanti. Non sono in competizione”.

Inoltre, i costi di produzione scenderanno gradualmente avvicinandosi, nel medio periodo, al prezzo dei carburanti tradizionaligrazie a tecnologie come la Dac, Direct Air Capture, che permette di catturare la CO2 dall’aria, e all’impiego in altri settori come il trasporto aereo”. “Siamo convinti che il prezzo alla pompa possa diventare pari a quello di un carburante a base di petrolio greggio”, hanno previsto da Stellantis. A ridurre il prezzo contribuirà anche una tassazione favorevole, come indicato nella bozza della direttiva europea Energy Tax che incentiva l’utilizzo di alimentazioni da fonti rinnovabili, come idrogeno ed e-fuel, e penalizza i carburanti tradizionali. Questo, hanno sottolineato, “potrebbe rappresentare un fattore abilitante per introdurre sul mercato il carburante sintetico”.

Stellantis pronta a confronto con sindacati. Accordo con Mimit a settembre

Un tavolo Stellantis e un piano prima dell’accordo di programma per aumentare la produzione in Italia condivisi con le parti sociali. Tutti saranno coinvolti, assicura il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, nella riunione sul comparto automotive con le organizzazioni sindacali. L’accordo però slitta rispetto alle previsioni del ministro, che più volte aveva parlato di un’intesa da chiudere entro la prima metà di agosto.

Il Tavolo Stellantis, composto da Mimit, azienda, sindacati, Regioni e Anfia, sarà finalizzato alla sottoscrizione, entro la fine dell’anno, di un accordo di programma che abbia un orizzonte al 2030.
Le richieste di confronto trilaterale che i sindacati avevano avanzato alla fine dell’incontro di oggi, sono state accolte. Anche l’azienda conferma il “forte impegno nei confronti del Paese” e di avere instaurato con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy un “dialogo dinamico e costruttivo“.

Siamo pronti a proseguire, dopo la pausa estiva, un cammino, anche con le parti sociali e le organizzazioni di categoria, che si basa su un processo chiaro e su una visione condivisa sul percorso da seguire“, fa sapere Stellantis, che si dice convinta della necessità di “costruire un progetto globale per l’Italia che tenga conto di diversi fattori come le previsioni di mercato, l’accessibilità economica delle auto per i clienti italiani, l’impatto di normative come l’Euro 7 e gli incentivi per mantenere la competitività nazionale come il costo dell’approvvigionamento energetico e le agevolazioni per l’acquisto delle vetture“.

Il piano di lavoro, in via di definizione, potrà essere sottoscritto entro il mese di settembre e sarà articolato seguendo l’incremento dei volumi di produzione dei veicoli così come il consolidamento dei centri di ingegneria e ricerca e sviluppo, rafforzando la presenza in ambiti a elevate potenzialità di sviluppo sia nel breve che nel medio-lungo periodo. L’attenzione sarà anche all’ efficientamento degli impianti, per migliorarne la competitività in termini di costo del lavoro, energia e logistica; all’ accelerazione degli investimenti in transizione energetica e ambientale per migliorare l’impronta di carbonio dei siti produttivi e ridurre il consumo energetico; all’assessment della filiera della componentistica da completare in tempi certi. Sarà necessaria anche una mappatura aggiornata delle competenze presenti nel Gruppo e una proiezione a 5 e 10 anni delle competenze ritenute critiche e dei lavoratori degli stabilimenti Stellantis.

I sindacati chiederanno conto all’azienda di una serie di punti: “Non ha chiarito le scelte di fondo e le loro ricadute produttive e occupazionali sul nostro Paese e in alcuni siti non c’è tranquillità sul futuro“, mette in luce il Segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri. I tempi inizialmente previsti, ricorda, “sono slittati e non è chiaro se l’obiettivo di produrre 1 milione di auto consideri anche i 300mila veicoli commerciali, ad oggi, già prodotti”.

L’obiettivo su cui ci siamo mobilitati , manifestando a Poissy e poi con gli scioperi unitari dei metalmeccanici era un accordo quadro sul piano industriale, che garantisca l’occupazione attuale in tutti gli stabilimenti di produzione di componenti e assemblaggio, e nei centri di ricerca e sviluppo“, sottolineano Maurizio Landini, segretario generale Cgil e Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil.
L’obiettivo, ribadiscono, “deve essere quello di tornare a produrre un milione di auto e 300mila veicoli commerciali leggeri attraverso la realizzazione di un piano che determini il rilancio di tutti gli impianti e gli enti centrali esistenti nel nostro Paese“.

Stellantis

Stellantis corre: utile +37%. Tavares: “Risultati record, pronti alla battaglia con la Cina”

Stellantis corre nel primo semestre 2023 con ricavi netti pari a 98,4 miliardi di euro (+12%) e un utile netto di 10,9 miliardi di euro, in crescita del 37% rispetto al primo semestre 2022. Una “eccezionale performance con risultati record”, la descrive il ceo del Gruppo, Carlos Tavares, ponendo l’accento su come i dati supportano “la nostra sostenibilità a lungo termine e la nostra capacità di realizzare gli ambiziosi obiettivi del piano Dare Forward 2030”. Confermata per il 2023 la guidance. Un risultato che dimostra come il piano in atto stia portando risultati e come sia possibile “gestire la transizione senza metterci a rischio“.

E proprio sulla transizione Stellantis ha deciso di puntare forte. Nel primo semestre, infatti, crescono le vendite sia di auto elettriche (Bev) con un +24% a 169mila unità sia di quelle a basse emissioni (Lev) con un +28% a 315mila unità. Il Gruppo si posiziona al terzo posto nel mercato Eu30 per vendite totali di Bev e al secondo posto nel mercato statunitense per vendite di Lev. Nessun problema sulla fornitura di materie prime per le batterie, che secondo Tavares è “sotto controllo”: “Crediamo di esserci assicurati le forniture fino al 2027 e siamo sulla buona strada per assicurarle fino al 2030“. Anche sull’ambizioso impegno di raggiungere net zero al 2038 si procede spediti: l’impronta di carbonio globale nel 2022 ha segnato una riduzione di intensità del 3,8% nell’intero ambito degli obiettivi 1-2-3 per ogni veicolo venduto rispetto al 2021. Nel campo dell’elettrico, Stellantis non teme neppure la concorrenza di Tesla. “Siamo fortunati perché siamo più redditizi di Tesla”, dice l’amministratore delegato conversando con i giornalisti. E sorride: “La Tesla sta entrando nel nostro mondo. La loro redditività è scesa dal 17% al 10,5%. Le nostre vendite Lev e Bev crescono, ma dobbiamo fare di più. Ora che Tesla è nel mio mondo sarà una sfida eccitante“.

La competizione più impegnativa, però, è quella con la Cina. Complice, secondo il ceo di Stellantis, la direzione presa dall’Europa. “All’Unione Europea parlo da sei anni, non vogliono ascoltare. Oggi il dogmatismo si scontra con la realtà. L’offensiva cinese è qui, con i suoi costi competitivi”, ma noi “siamo pronti per la battaglia”, dice combattivo l’ad. “Non sarà facile, però è eccitante e siamo in una buona posizione per vincere la battaglia”. Nient’altro da dire, quindi, a Bruxelles: “E’ meglio mettere le energie nel combattimento, piuttosto di cercare di fare lobby con gente che non vuole ascoltare”. Una stoccata all’Ue, che arriva fino al regolamento sull’Euro7 colpevole, secondo il ceo, di rischiare di affossare alcune auto indissolubilmente intrecciate con la vita degli italiani. “Alcuni regolamenti vanno in direzione opposta rispetto a quello che vorrebbero i cittadini italiani. In Italia c’è un’auto importante come la Fiat Panda, fa parte del lifestyle italiano, della Dolce vita, è orientata alla famiglia. Se continuiamo a supportare regole molto costose per un beneficio marginale in termini ambientali, allora uccidiamo la Panda. E questo non è interesse dell’Italia, attacca il modo di vivere italiano. L’Italia, infatti, non supporta l’Euro7: è la cosa giusta da fare”, spiega. Un supporto, però, Tavares lo chiede anche ai Governi, soprattutto per quanto riguarda gli incentivi all’acquisto di auto elettriche. “Abbiamo osservato che in molti Paesi europei, come in Italia e in Germania, appena vengono ritirati i sussidi, gli ordini collassano”. D’altronde, chiude, “se si vuole proteggere la produzione nazionale, non si può essere autofobici”.

Nasce a Torino il Green Campus di Stellantis: investimenti tra 150-200 milioni a Mirafiori

Innovazione, ecosostenibilità, conciliazione lavoro-vita privata, tutela dell’ambiente e conservazione del valore storico. Nascerà a Mirafiori, “intorno” alla palazzina iconica di corso Agnelli 200, il nuovo Green Campus di Stellantis, che ha scelto Torino per spingere sull’acceleratore del piano strategico Dare Forward, con cui il gruppo punta ad azzerare le emissioni di carbonio entro il 2038. La nuova struttura occuperà uno spazio di circa 200mila metri quadri e ospiterà 10mila lavoratori, il 50% dei settori ricerca, sviluppo e design, e il 50% di finance e risorse umane. Quello del capoluogo piemontese – che secondo la timeline dovrebbe sorgere entro il 2025 – è uno dei tre campus previsti, insieme a quello di Poissy, nella cintura di Parigi e a quello di Russelsheim, poco distante da Francoforte. In Francia e in Germania troveranno spazio rispettivamente 10mila e 6mila lavoratori.

Sul fronte degli investimenti, ha spiegato alla stampa Xavier Chéreau, responsabile Risorse umane e Trasformazione di Stellantis, “può essere complicato dare un ordine di grandezza, perché il progetto è ancora in corso di definizione”. Sicuramente supererà il centinaio di milioni di euro, “poi se sarà tra 150 e 200 milioni non posso ancora dirlo”. Si tratta, ha aggiunto, di “un’ulteriore dimostrazione dell’impegno dell’azienda in Italia” e questa trasformazione in programma a Torino “è un esempio chiaro e concreto della nostra strategia, per i nostri lavoratori e per tutta la comunità”. Fondamentale, infatti, ha precisato Chéreau, sarà la collaborazione “con tutti gli stakeholders del territorio”.

L’ambizione di Stellantis, ha ricordato Chéreau, è quella di “creare un ambiente che sia umanocentrico, in cui l’esperienza del lavoratore sia flessibile e più conviviale. Non vogliamo tornare alla situazione del vecchio mondo, con il 100% del lavoro in presenza, ma trovare un nuovo equilibrio tra lavoro e vita privata” e “sfruttare l’energia delle relazioni” e della conseguente “creatività”.

L’ambiente avrà un ruolo fondamentale. Il progetto vedrà l’integrazione di pannelli fotovoltaici nell’architettura, saranno utilizzate tecnologie di ventilazione a bassissimo consumo, è previsto il riutilizzo dei materiali e tutte le scelte architettoniche puntano a efficienza ambientale, resilienza e adattabilità all’evoluzione del clima. Il campus sarà dotato di ampi spazi verdi, interni ed esterni, per contribuire alla regolazione termica e al benessere dei dipendenti.
La riprogettazione degli edifici storici, come la palazzina di Mirafiori, combinata alle altre iniziative intraprese da Stellantis, contribuisce all’obiettivo del gruppo di diventare un’azienda a zero emissioni nette di carbonio in tutti gli ambiti, entro il 2038, con una compensazione percentuale a una cifra delle emissioni rimanenti. Dopo la loro apertura, i nuovi immobili destinati a ospitare gli uffici saranno a energia positiva.

Soddisfatti il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo e il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Per entrambi si tratta di una “notizia positiva che conferma la volontà dell’azienda di continuare a investire su Torino”. Ma non solo. Con il nuovo grEEn-campus, i modelli legati all’elettrico e il primo hub europeo del riciclo di vetture, spiegano, si traccia “il futuro di Mirafiori, uno stabilimento che deve continuare ad avere nella produzione la sua forza trainante e su cui la capacità di innovare può rappresentare una risorsa determinante non solo per mantenere ma anche per generare nuovi posti di lavoro”.

L’investimento nel Green Campus segue altre iniziative attivate nell’area torinese, tra cui il primo Hub per l’economia circolare di Stellantis, che sarà lanciato nel 2023 nel comprensorio di Mirafiori. L’operazione consentirà di espandere le attuali attività e di sostenere il modello di business ‘cradle-to-cradle’ in Europa. E, ancora, il Battery Technology Center dove verranno condotti i test prestazionali e la validazione dei componenti delle batterie (celle/moduli/pacchi) durante le fasi di sviluppo e produzione. L’inaugurazione ufficiale avverrà nella seconda metà di quest’anno. Nell’ambito della joint venture con Punch Powertrain, denominata e-Transmissions Assembly, Torino ospiterà poi una struttura avanzata per la produzione e fornitura di eDCT innovative per la nuova generazione di modelli ibridi e Phev dell’Azienda. Il suo contributo aiuterà Stellantis a elettrificare ulteriormente il proprio portafoglio di marchi con soluzioni pulite, sicure e accessibili. La struttura diverrà operativa all’inizio del 2024.