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INFOGRAFICA INTERATTIVA Carburanti, in Basilicata e Alto Adige i prezzi più alti

Nella mappa interattiva di GEA vengono mostrati i prezzi medi del carburante regione per regione. Si può scegliere quale tipologia di carburante visualizzare e fare così un confronto tra le varie regioni. I dati sono quelli del Ministero delle imprese e del Made in Italy che vengono rilasciati ogni giorno. Per la benzina e il gasolio i prezzi più alti si trovano rispettivamente in Basilicata e in provincia di Bolzano, quelli più bassi in Veneto.

INFOGRAFICA INTERATTIVA Prezzo del carburante: Alto Adige e Basilicata le più care

Nella mappa interattiva di GEA vengono mostrati i prezzi medi del carburante regione per regione. Si può scegliere quale tipologia di carburante visualizzare e fare così un confronto tra le varie regioni. I dati sono quelli del Ministero delle imprese e del Made in Italy che vengono rilasciati ogni giorno. Per la benzina e il gasolio i prezzi più alti si trovano in provincia di Bolzano e in Basilicata, quelli più bassi in Veneto.

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INFOGRAFICA INTERATTIVA Andamento del prezzo del carburante, calo di almeno 10 millesimi

Nell’infografica interattiva di GEA si può vedere l’andamento del prezzo medio settimanale della benzina dal 2021 ad oggi. I prezzi sono in calo da fine settembre e nell’ultima settimana si è registrata una flessione di 10 millesimi per la benzina e di 11 millesimi per il gasolio. Il prezzo medio in modalità self-service registrato la settimana scorsa è stato di 1,805 euro al litro per la benzina e 1,785 euro per il diesel.

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INFOGRAFICA INTERATTIVA Prezzo del carburante: in Basilicata la benzina più cara

Nella mappa interattiva di GEA vengono mostrati i prezzi medi del carburante regione per regione. Si può scegliere quale tipologia di carburante visualizzare e fare così un confronto tra le varie regioni. I dati sono quelli del Ministero delle imprese e del Made in Italy che vengono rilasciati ogni giorno. La benzina più cara in media la troviamo in Basilicata a 1,848 euro al litro. La più economica è nelle Marche a 1,792 euro al litro.

Prezzo benzina al minimo per 2023. Urso: “Cartello efficace”

Il prezzo medio alla pompa della benzina ha raggiunto il minimo storico per l’anno in corso. Lo rileva il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che determina il prezzo medio ogni giorno, a partire dai dati comunicati dagli esercenti sulla rete stradale e autostradale italiana.

La benzina su strada è a 1,81 euro per litro, il più basso dell’anno, e i margini delle società petrolifere si sono ridotti di 9 centesimi rispetto a quelli in atto un anno fa, di un terzo” perché “è lì che si può incidere con provvedimenti nazionali: sui margini. E l’efficacia della misura la dimostra i risultati”, rivendica Adolfo Urso.

Il valore è lo stesso registrato dal 17 al 19 maggio, cioè il più basso dall’inizio dell’anno. Negli ultimi due mesi, il costo per litro della benzina è diminuito di quasi 20 centesimi (19 centesimi tra il 22 settembre e il 22 novembre). Anche il prezzo medio del gasolio nell’ultimo bimestre si è contratto, di circa 15 centesimi di euro al litro, non raggiungendo però i valori minimi del maggio scorso quando le quotazioni internazionali del gasolio erano sensibilmente più basse di quelle attuali.

Un risultato a cui, secondo il Mimit, ha contribuito anche l’esposizione del prezzo medio, che “ha portato a un contenimento del margine di distribuzione (un delta di circa 8-9 centesimi al litro se si confronta l’estate 2023 con quella precedente) e, di conseguenza, del prezzo industriale della benzina. Grazie ai contenuti margini di distribuzione, in Italia il prezzo industriale del carburante risulta oggi stabilmente più basso di Germania, Francia e Spagna“, commenta il ministero.

Non sono d’accordo i consumatori, secondo i quali il ribasso non c’entra col cartello, anche perché il Tar del Lazio il 10 novembre ha annullato il decreto con l’obbligo di esposizione del prezzo medio, “eppure i prezzi, invece di risalire, hanno continuato lo stesso tranquillamente a scendere, mentre in agosto, quando il decreto è entrato in vigore e a maggior ragione i benzinai avrebbero potuto temere di pagare lo scotto di avere prezzi maggiori a quelli medi, i listini sono decollati“, rileva Massimiliano Dona, presidente dell’Unc.
Abbiamo presentato ricorso al Consiglio di Stato sulla decisione del Tar, che non interviene sul merito ma sulle modalità del tabellone del prezzo medio. Perché l’efficacia è sotto gli occhi di tutti”, ribadisce Urso.

I listini dei carburanti scendono alla pompa grazie al ribasso del petrolio sui mercati internazionali, e “non certo per l’effetto dei cartelli con i prezzi medi esposti presso i distributori“, per il Codacons. Il presidente Carlo Rienzi ricorda che “si è passati infatti dal picco di 97 dollari al barile toccato lo scorso 28 settembre agli attuali 81 dollari, con un crollo del -16,5% che, in parte, si è trasferito sui listini dei Carburanti alla pompa. Un ribasso su cui il provvedimento del Governo che ha introdotto i cartelli con i prezzi medi non ha avuto alcun tipo di influenza”. “Il vero pericolo ora è rappresentato dalle partenze di Natale – avvisa Rienzi – Con l’aumento degli spostamenti degli italiani durante il periodo delle festività, i prezzi di benzina e gasolio potrebbero subire nuovi e sensibili rialzi, fenomeno che si ripresenta puntualmente in Italia in occasione di esodi e controesodi, e che nessun governo ha saputo contrastare efficacemente”.

Siamo convinti che la discesa dei listini sia dovuta non solo alle misure del Governo, ma anche alle logiche speculative dei mercati internazionali, che in questo momento sono ribassiste“, commenta Assoutenti. Il tema ora è riuscire a condizionare il prezzo della benzina il più possibile al costo di produzione, per evitare anomalie e discrepanze eccessive. Per fare questo, secondo il presidente Furio Truzzi, “è necessaria una rivoluzione copernicana a partire dalla nostra ex azienda di Stato Eni, allo scopo di giocare un ruolo inedito sui mercati internazionali privilegiando l’interesse nazionale dell’Italia, e quindi i consumatori e le imprese del nostro Paese“. Le società leader in Italia nel settore dei carburanti “potrebbero fare da apripista – suggerisce – abbandonando la logica finanziaria e speculativa del Platts, costruendo il prezzo dei carburanti su parametri oggettivi e non speculativi, anche perché le oscillazioni del costo del petrolio in questi ultimi 11 mesi hanno influito in modo marginale sul prezzo della benzina alla pompa”.

Descalzi: “Africa spinta a biocarburanti, ma colture non devono impattare su foreste”

E’ chiaro che l’Africa può essere una spinta ai biocarburanti a patto che si riesca a sviluppare quelle colture che stiamo sviluppando noi, quindi piante oleose, arbusti che vivono in zone quasi desertiche, con poca acqua, senza impattare sulle foreste primarie e secondarie, perché questo va contro l’obiettivo di ridurre il contenuto di Co2”. Lo dice l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, a margine del Forum di Coldiretti. “I più grossi contenitori e strumenti di cattura che esistono al mondo sono proprio le foreste primarie e secondarie”, conclude.

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Scontro Meloni-Renzi su accise carburanti: “Parla col tuo amico bin Salman”

La benzina accende il fuoco dello scontro tra Giorgia Meloni e Matteo Renzi. La presidente e il leader di Italia viva si trovano di fronte al premier question time del Senato e bastano poche ‘gocce’ per far divampare l’incendio.

E’ metà pomeriggio quando Renzi prende la parola per introdurre l’interrogazione del suo gruppo: due minuti il tempo a disposizione, che utilizza per pungere sul vivo. Tra i temi messi sul tavolo c’è anche quello dei carburanti: “Aveva detto in un meraviglioso spot, del quale voglio darle atto che è stata una ‘straordinaria attrice’, che le accise sulla benzina erano uno scandalo, ma lei le ha aumentate, rispetto al governo Draghi“. Anche in politica viene dimostrato il terzo principio della Dinamica, quello secondo cui ‘ogni azione ha una reazione uguale e contraria’. Quella di Meloni non si fa attendere, tre minuti il tempo a disposizione: “Non abbiamo la bacchetta magica per fare i miracoli, perché, per esempio, il costo della benzina dipende soprattutto dalle scelte che fanno i Paesi che detengono il petrolio“. E qui arriva la zampata della premier, che dirige lo sguardo direttamente al suo interlocutore, quasi bypassando l’intermediazione della Presidenza del Senato, come regolamento impone: “Se ci volesse dare una mano con il suo amico Mohammad bin Salman, forse ci aiuterebbe ad abbassare il prezzo della benzina. Dato che ha buoni rapporti, faccia da ponte per aiutare gli italiani“.

Dai banchi della maggioranza si leva un forte applauso e qualche risata divertita. La controreplica del presidente di Iv, è proprio il caso di dirlo, è altra benzina sul fuoco. “Noi siamo qui per aiutarla rispetto alle sue evidenti difficoltà. Ci siamo passati tutti – continua Renzi -, quando si è al suo posto si è abituati ad avere intorno un coro di adulatori che ti dicono bravo, i laudatores che ti fanno gli applausi e uno tende a crederci alle cose che dice. Per il mio Paese le do una mano su qualsiasi cosa e lei lo sa – si fa più serio -, ci sono centinaia di sms a dimostrarlo. Il punto è che lei si trova a guidare un Paese non con lo stile di una che fa la campagna all’opposizione, ma con il fatto che non sta governando la situazione economica delle famiglie“.

Lo scambio in aula tra i due protagonisti finisce qui, perché queste sono le regole. Ma le notizie intanto rimbalzano fino a Bratislava, dove Adolfo Urso si trova per la cerimonia della messa in funzione del terzo reattore della centrale nucleare di Mochovce, realizzato da Enel in sinergia con i partner slovacchi. Via social il ministro delle Imprese e del Made in Italy ribatte alle accuse: “Si possono avere opinioni diverse, ma non si può falsare la realtà – scrive su X -. Il prezzo della benzina oggi in Italia ha toccato il suo minimo annuo a 1,81 euro al litro. I prezzi dei carburanti sono in calo da due mesi, così come l’inflazione che nel nostro Paese ad ottobre ha segnato l’1,7%, ben al di sotto della media europea“. Fonti del Mimit, poi, fanno notare che Renzi “evidentemente è così lontano dalla realtà italiana da non conoscere l’andamento del prezzo della benzina“. L’impressione è che il fuoco delle polemiche resterà alto ancora per un bel po’.

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INFOGRAFICA INTERATTIVA Prezzo del carburante, benzina più economica in Veneto

Nella mappa interattiva di GEA vengono mostrati i prezzi medi del carburante regione per regione. Si può scegliere quale tipologia di carburante visualizzare e fare così un confronto tra le varie regioni. I dati sono quelli del Ministero delle imprese e del Made in Italy che vengono rilasciati ogni giorno. Per la benzina e il gasolio i prezzi più alti si trovano in Basilicata e in provincia di Bolzano, quelli più bassi in Veneto (benzina a 1,79 al litro).

In autostrada stabili benzina e diesel sopra i 2 euro. Bolzano la città più cara

Secondo la rilevazione quotidiana diffusa dal Mimit, ministero delle imprese e del made in Italy, il prezzo della benzina in modalità self in autostrada è stabile a 2,078 euro al litro (-1 millesimo) così come il prezzo medio del gasolio a 2,024 euro. Fuori dalle autostrade, la provincia di Bolzano è la zona più cara d’Italia, con la benzina che cala di un millesimo a 2,035 euro al litro e il diesel che resta a 1,98 euro.

In generale si nota una leggera decelerazione dei prezzi fuori dalle autostrade. Complessivamente sono scese a 11 le regioni/province dove la verde ha sfondato quota 2 euro: Abruzzo 2 euro al litro, Basilicata 2,021, Calabria 2,017, Campania 2,002, Liguria 2,023, Molise 2,004, Puglia 2,008, Sardegna 2,021, Val d’Aosta 2,022, provincia autonoma di Trento 2,004 e appunto di Bolzano a 2,035 euro.

Nella settimana dal 18 al 24 settembre, secondo l’Osservatorio carburanti del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, il prezzo della Benzina è aumentato a 2,001 euro al litro (+4,6 millesimi rispetto alla precedente settimana), così come quello del diesel a 1,938 euro/litro (+1,4 centesimi).

“Dopo che il gasolio aveva varcato settimana scorsa il tetto di 1,9 euro, ora tocca alla benzina sfondare i 2 euro nei dati ufficiali del ministero dell’Ambiente. Considerato che nella rilevazione del 10 luglio era 1,845 euro, si tratta di un balzo terrificante. Una corsa inarrestabile contro la quale il Governo ieri ha partorito un topolino, aiutando solo i poveri assoluti, che di sicuro useranno quel misero stanziamento di 100 milioni per acquistare cibo e non certo per fare gite fuori porta”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Gli automobilisti, insomma, come tradizione italica, restano una gallina dalle uova d’oro. Se il 10 luglio il Governo incassava, solo di Iva, 33,268 cent al litro per la benzina e 30,363 cent per il gasolio, ora ne prende già, rispettivamente, 36,1 e 34,952 cent, ossia quasi 3 cent in più per ogni litro di benzina (2,832) e ben oltre 4 cent al litro per il gasolio (4,589)”, prosegue Dona.

“Dalla rilevazione del 10 luglio 2023, in 2 mesi e mezzo, un litro di benzina self è rincarato di quasi 16 cent, +8,5%, pari a 7 euro e 85 cent per un pieno di 50 litri, mentre per il gasolio il rialzo è di oltre 25 cent al litro, +15,1%, pari a 12 euro e 72 cent a rifornimento, che su base annua significano oltre 305 euro”, conclude Dona.

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Via libera a dl Energia da 1,3 mld: confermati aiuti bollette, arriva bonus benzina

Aiuti per combattere i rincari di energia e carburante. Sono questi i pilastri del nuovo decreto Energia, che conferma i bonus luce e gas, ma introduce un contributo da 80 euro circa per aiutare le famiglie meno abbienti a rifornire i propri mezzi di locomozione. Inoltre, è previsto un sostegno alle famiglie per i trasporti e con la norma ‘salva-commercio’ viene scongiurata la chiusura di oltre 50 mila piccoli esercizi commerciali: chi effettua il ravvedimento operoso e paga le somme dovute, infatti, sarà esentato dalla sanzione accessoria della sospensione della licenza. E ancora, è di circa 17,4 milioni di euro lo stanziamento per le borse di studio degli studenti idonei non beneficiari, che copriranno l’intera platea dei quasi 5mila studenti inclusi nelle graduatorie degli Enti regionali per il diritto allo studio, ma che per mancanza di fondi non riuscivano ad accedere al sussidio. In totale, il decreto è di circa 1,3 miliardi di euro.

Tra i provvedimenti principali ci sono quelli sulle bollette. Perché sono confermati anche per il quarto trimestre 2023 i bonus sociali “prendendo a riferimento la spesa attesa nel medesimo trimestre“. Inoltre, per contenere gli effetti del rincaro dei prezzi nel settore del gas, fino alla fine dell’anno Arera provvederà a “mantenere azzerate le aliquote delle componenti tariffarie relative agli oneri generali di sistema”.

Nel IV trimestre 2023 è riconosciuto, ai clienti domestici titolari di bonus sociale elettrico, un contributo straordinario, crescente con il numero di componenti del nucleo famigliare secondo le tipologie già previste per il medesimo bonus sociale. All’Arera è affidato il compito di definire la misura del contributo, ripartendo nei 3 mesi (ottobre, novembre e dicembre) l’onere complessivo in base ai consumi attesi. Per coprire la spesa, sono stanziati 300 milioni di euro per l’anno in corso.

Resta in vigore anche l’aliquota Iva al 5% sul gas metano destinato alla combustione per usi civili e per usi industriali contabilizzati “nelle fatture emesse per i consumi stimati o effettivi dei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2023” e “qualora le somministrazioni siano contabilizzate sulla base di consumi stimati“, la stessa percentuale dell’Imposta sul valore aggiunto “si applica anche alla differenza tra gli importi stimati e gli importi ricalcolati sulla base dei consumi effettivi riferibili, anche percentualmente, ai mesi di ottobre, novembre e dicembre 2023“. La misura vale anche per il Teleriscaldamento.

Il decreto prevede un contributo per “sostenere il potere d’acquisto dei nuclei familiari meno abbienti“, riconosciuto ai beneficiari della social card (chi ha Isee non superiori a 15mila euro). La dotazione delle risorse sale a 600 milioni di euro per il 2023, dunque con un incremento di 100 milioni. Considerando che dai dati diffusi a luglio da Masaf e Mef, ovvero 1,3 milioni di famiglie in difficoltà che non godono di altre integrazioni da parte dello Stato, sulla carta ‘Dedicata a te’ saranno caricati circa 80 euro per fare rifornimento. Entro trenta giorni dall’entrata in vigore del provvedimento, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, di concerto con il ministro dell’Economia e il ministro delle Politiche agricole, della sovranità alimentare e delle foreste provvederà a emanare un decreto per stabilire “l’ammontare del beneficio aggiuntivo per singolo nucleo familiare”, le “modalità di raccordo con le previsioni del decreto al fine di preservare l’unicità del sistema di gestione e del titolo abilitante” e le “modalità e le condizioni di accreditamento delle imprese autorizzate alla vendita di carburanti che aderiscono a piani di contenimento dei costi del prezzo alla pompa”.

La novità, rispetto alla bozza circolata nei giorni scorsi, riguarda l’accesso alle agevolazioni, “a decorrere dal 1 gennaio 2024” anche alle imprese che “nell’anno precedente alla presentazione dell’istanza di concessione delle agevolazioni medesime, hanno realizzato un consumo annuo di Energia elettrica non inferiore a 1 GWh” e che rispettano alcuni requisiti, tra i quali operare “in uno dei settori ad alto rischio di rilocalizzazione” o “in uno dei settori a rischio di rilocalizzazione”. Inoltre, le aziende “sono tenute a effettuare la diagnosi energetica”, su cui il controllo è affidato all’Enea.

“Con il decreto energia, il governo rinnova la sua azione a sostegno di famiglie e imprese nella difficile congiuntura economica. Attraverso misure di contenimento del prezzo del gas e con la conferma dei bonus sociali energetici, l’Esecutivo si conferma concretamente al fianco delle fasce più deboli e delle imprese”, commenta nel post Cdm il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto. Aggiungendo che “particolare rilevanza assume, in questo senso, una norma promossa dal Ministero per rendere conforme la normativa vigente al quadro comunitario in termini di sostegno alle imprese energivore, quelle con un consumo di energia elettrica superiore al gigawatt. Parliamo di quattromila aziende per 116 settori industriali operanti nella manifattura, dalle cartiere alla lavorazione del vetro, che – conclude il responsabile del Mase – avrebbero avuto un evidente contraccolpo dalla mancanza delle misure di agevolazione”.