INFOGRAFICA INTERATTIVA Stoccaggio del gas, Italia cala a 70,65% e media Ue scende a 74,44%

Nell’infografica INTERATTIVA di GEA si mostra l’aggiornamento degli stoccaggi di gas nei Paesi dell’Ue. Secondo la piattaforma Gie Agsi-Aggregated Gas Storage Inventory (aggiornata al 21 gennaio), l’Italia cala al 70,65% di riempimento mentre la media Ue si attesta a 74,44%. Nelle ultime due posizioni Ue, Belgio (62,99%) e Croazia (59,65%) mentre il Portogallo resta in testa, in aumento a 96,99%.

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INFOGRAFICA INTERATTIVA Stoccaggio del gas, l’Italia cala a 72,58% e media Ue scende a 77,47%

Nell’infografica INTERATTIVA di GEA si mostra l’aggiornamento degli stoccaggi di gas nei Paesi dell’Ue. Secondo la piattaforma Gie Agsi-Aggregated Gas Storage Inventory (aggiornata al 17 gennaio), l’Italia cala al 72,58% di riempimento. Nelle ultime due posizioni Ue, Croazia (62,98%) e Lettonia (68,09%). La media Ue scende al 77,47%, mentre il Portogallo resta in testa, stabile a 96,43%.
Yemen - Mar rosso

Mar Rosso paralizzato ma gas e petrolio crollano per debolezza economia

Lunedì al Consiglio Affari esteri di Bruxelles si discuterà” della questione del Mar Rosso. “Con Francia e Germania stiamo formalizzando una proposta e sono ottimista sulla missione europea, a cui potrebbero partecipare anche i Paesi non Ue, per garantire il traffico mercantile“, annuncia il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante la conferenza stampa di presentazione della presidenza italiana del G7 alla Farnesina. “La nostra Marina militare sta già proteggendo le navi mercantili italiane, ma c’è un problema economico non secondario. Quasi il 40% del nostro Pil dipende dall’export e quindi la riduzione del traffico marittimo ci preoccupa perché siamo passati da 400 a 250 navi giorno. Sono aumentati i costi assicurativi e si allungano i tempi di percorrenza perché fare il periplo dell’Africa significa perdere 15 giorni“. Per il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, in realtà “per il momento non ci sono conseguenze, e non vediamo un problema per inflazione e prezzi, ma dobbiamo monitorare perché le tensioni in questo settore, con conseguenze sui costi di trasporto, sono chiaramente molto sensibili”, ribadendo che possibili conseguenze negative per le tensioni nel mar Rosso “potrebbero materializzarsi”.

Gli attacchi Houthi alle navi, scattati a dicembre, e la risposta militare anglo-americana di questi giorni, hanno fatto sì che i transiti commerciali attraverso il Canale di Suez sono scesi al livello più basso da quando la Ever Given aveva bloccato il corso d’acqua quasi tre anni fa. Secondo i dati di Portwatch, piattaforma di dati gestita dal Fondo monetario internazionale e dall’Università di Oxford, la media mobile su sette giorni delle traversate giornaliere di Suez da parte di navi mercantili, portacontainer e petroliere è scesa a 49 domenica. Un dato in calo rispetto al picco giornaliero di 83 transiti registrato nel 2023 alla fine di giugno e inferiore alla media di sette giorni di un anno prima di 70 transiti. Le navi in massa stanno girando intorno all’Africa, passando dal capo di Buona Speranza, per arrivare dall’Asia in Europa, principalmente al porto di Rotterdam. E “fare la circumnavigazione dell’Africa invece che passare dal Canale di Suez, è ovvio che crea problemi di logistica, di tempo e di costi: i noli stano schizzando, tutto quello che viaggia avrà una spinta a rialzo dei prezzi che contrasterà le battaglie delle banche centrali per riportare l’inflazione dove siamo abituati a vederla“, commenta il presidente dell’Enel, Paolo Scaroni, ai microfoni di SkyTg24 a margine del World Economic Forum di Davos.

Sempre più aziende che esportano merci dall’Asia all’Europa spediscono via aerea anziché via nave. Normalmente, i produttori preferiscono spedire le loro merci perché è molto più economico, ma in questo momento la differenza di prezzo si è ridotta poiché gli operatori di navi portacontainer dirottano le loro navi dal Mar Rosso al Capo di Buona Speranza. Per questo la domanda di trasporto aereo sulle rotte Asia-Europa è aumentata, così come le tariffe aeree: Reuters ha riferito oggi che la tariffa per il trasporto di qualcosa dalla Cina all’Europa è aumentata del 91% questa settimana rispetto alla settimana scorsa.

Per ora gas e petrolio non sembrano però risentire di questa rivoluzione dei trasporti mondiali, nonostante il Qatar abbia annunciato che non passerà dal Mar Rosso per portare il suo Gnl e sebbene l’Europa abbia importato una media di 2,3 milioni di barili al giorno di prodotti petroliferi dal 1° al 17 gennaio, in calo rispetto ai 2,9 milioni di barili al giorno di dicembre, ovvero un meno 20%. Il prezzo del gas scivola di un altro 6,2% a 27,8 euro per megawattora perché l’offerta di gas liquefatto americana è notevole, in un contesto tra l’altro di stagnazione economica europea e di una riduzione dei consumi per uso domestico, mentre gli stoccaggi sono ancora pieni al 78%. Anche il petrolio continua a calare, col Wti a 71,6 dollari e il Brent a 77 dollari al barile, perché gli ultimi dati sull’inflazione occidentale è leggermente superiore alle attese e le parole dei banchieri centrali non sembrano favorire un repentino taglio del costo del denaro rafforzando così il dollaro, una tendenza che tradizionalmente indebolisce le quotazioni dell’oro nero appunto in dollari.

E poi c’è il tema della debolezza cinese. L’economia dell’ex celeste impero è cresciuta del 5,2% su base annua nel quarto trimestre del 2023, più velocemente della crescita del 4,9% nel terzo trimestre, ma inferiore alle previsioni di mercato del 5,3%. La produzione industriale è aumentata di più in quasi due anni, ma le vendite al dettaglio sono aumentate meno in tre mesi e il tasso di disoccupazione rilevato è salito ai massimi di quattro mesi. Per l’intero anno, anche l’economia è cresciuta del 5,2%, superando l’obiettivo ufficiale di circa il 5% e riprendendo da un +3% nel 2022. Escludendo gli anni della pandemia fino al 2022, la crescita del Pil nel 2023 rappresenta il ritmo più lento di crescita annuale dal 1990, per la crisi immobiliare prolungata e i consumi deboli.

INFOGRAFICA INTERATTIVA Stoccaggio del gas, l’Italia cala a 73,86%

Nell’infografica INTERATTIVA di GEA si mostra l’aggiornamento degli stoccaggi di gas nei Paesi dell’Ue. Secondo la piattaforma Gie Agsi-Aggregated Gas Storage Inventory (aggiornata al 15 gennaio), l’Italia cala al 73,86% di riempimento. Nelle ultime due posizioni Ue, Croazia (64,99%) e Lettonia (69,53%). La media Ue scende al 78,58%, mentre il Portogallo resta in testa, stabile al 96,18%.

INFOGRAFICA INTERATTIVA Stoccaggio del gas, l’Italia cala a 76,72% e media Ue a 81,77%

Nell’infografica interattiva di GEA si mostra l’aggiornamento degli stoccaggi di gas nei Paesi dell’Ue. Secondo la piattaforma Gie Agsi-Aggregated Gas Storage Inventory (aggiornata al 10 gennaio), l’Italia cala al 76,72% di riempimento, superando la Francia (76,09%). Nelle ultime due posizioni Ue, Lettonia (72,24%) e Croazia (69,49%). La media Ue scende all’81,77% mentre il Portogallo resta stabile in testa, con 97,02%.

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INFOGRAFICA INTERATTIVA Stoccaggio del gas, l’Italia cala ma meno della Francia. Media Ue a 82,64%

Nell’infografica interattiva di GEA si mostra l’aggiornamento degli stoccaggi di gas nei Paesi dell’Ue. Secondo la piattaforma Gie Agsi-Aggregated Gas Storage Inventory (aggiornata al 9 gennaio), l’Italia scende al 77,37% di riempimento, superando di poco la Francia (77,36%). Nelle ultime due posizioni Ue, Lettonia (72,65%) e Croazia (70,45%). La media Ue scende all’82,64% mentre il Portogallo resta stabile in testa, con 97,93%.

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INFOGRAFICA INTERATTIVA Stoccaggio del gas, l’Italia cala al 77,98%

Nell’infografica interattiva di GEA si mostra l’aggiornamento degli stoccaggi di gas nei Paesi dell’Ue. Secondo la piattaforma Gie Agsi-Aggregated Gas Storage Inventory (aggiornata all’8 gennaio), l’Italia scende al 77,98% di riempimento e resta terzultima in Ue preceduta da Lettonia (73,26%) e Croazia (71,38%). La media Ue scende all’83,48% mentre il Portogallo è in testa con 97,93%.

INFOGRAFICA INTERATTIVA Stoccaggio del gas, l’Italia cala al terzultimo posto in Ue

Nell’infografica interattiva di GEA si mostra l’aggiornamento degli stoccaggi di gas nei Paesi dell’Ue. Secondo la piattaforma Gie Agsi-Aggregated Gas Storage Inventory (aggiornata al 3 gennaio). L’Italia scende in terzultima posizione all’80,16% di riempimento, preceduta da Lettonia (77,37%) e Croazia (72,69%). La media Ue cala all’85,86% mentre Il Portogallo resta in testa con 102,34%.

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Bollette, mercato tutelato gas finisce con un -6,7%. Intanto prezzo sale dell’8%

Una bolletta storica quella del gas di dicembre comunicata oggi dall’Arera. Sarà infatti l’ultima riferita al mercato tutelato e quindi l’ultima fissata mensilmente, come accade ormai da un anno e mezzo. D’ora in poi l’Authority per l’energia aggiornerà ogni 30 giorni solo “la componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento applicata ai clienti del Servizio di tutela della vulnerabilità, attivo per circa 2,5 milioni di famiglie, con gli stessi criteri, tempi e modalità finora utilizzati”. E l’ultima bolletta nella maggior tutela chiude le trasmissioni con un -6,7%. Una riduzione, sottolinea Arera, “determinata interamente dalla diminuzione della spesa per la materia gas naturale”. In realtà il prezzo all’ingrosso in Italia, secondo quanto riporta quotidianamente il Gme, è calato di circa il 15% tra novembre e dicembre 2023. Tuttavia l’Arera, per gli utenti del mercato tutelato, ha ridotto le tariffe appunto di solo il 6,7%. Un ribasso “al di sotto delle attese” anche per Assoutenti, secondo la quale “a fronte dell’andamento al ribasso dei prezzi sui mercati internazionali, ci si aspettava un calo decisamente più marcato”.

Rimane comunque positivo il bilancio del 2023, dopo lo choc dell’anno precedente. in termini di effetti finali, la spesa gas per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (gennaio – dicembre 2023) è stata di 1.307 euro circa, al lordo delle imposte, ed è risultata in calo del 29,9% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (gennaio – dicembre 2022). Più alta tuttavia del 15,7% nei confronti del 2021 e addirittura del +34% sul 2020, analizza il Codacons. Ma soprattutto “le previsioni per il 2024 non sono rosee – avverte il presidente Carlo Rienzi – Il ritorno delle aliquote Iva a pieno regime a partire da gennaio e l’addio al mercato tutelato dell’energia, gettano ombre inquietanti e faranno schizzare al rialzo le bollette degli italiani, considerata la grande volatilità dei prezzi dell’energia sui mercati internazionali e il rischio di speculazioni e pratiche scorrette nella delicata fase del passaggio al mercato libero”.

Con l’imposta che passerà dal 5% fino al 22%, considerate le tariffe del gas di dicembre, si andrà incontro “ad una spesa aggiuntiva da circa +250 euro annui a nucleo solo a titolo di Iva”, evidenzia l presidente onorario di Assoutenti, Furio Truzzi. Dato il prezzo del gas comunicato oggi, secondo i calcoli dell’Unione Nazionale Consumatori, il mancato rinnovo della riduzione dell’Iva comporterà una tassa da 168 euro su base annua, che salirà a 213 considerando anche il ripristino degli oneri di sistema ora azzerati. Secondo lo studio dell’Unc, se per una famiglia tipo in tutela il -6,7% significa spendere 98 euro in meno su base annua, 97,86 per la precisione, la spesa totale nei prossimi dodici mesi (non, quindi, secondo l’anno scorrevole, ma dal 1° dicembre 2023 al 30 novembre 2024, nell’ipotesi di prezzi costanti), scende da 1467 a 1369 euro, che sommati ai 681 della luce, determinano una stangata complessiva pari a 2050 euro.

Intanto dopo tre sedute al ribasso, il prezzo del gas è salito di oltre l’8% ad Amsterdam. Il contratto Ttf con scadenza febbraio ha terminato gli scambi a 33 euro per megawattora perché le ultime previsioni meteo mostrano che la maggior parte dell’Europa dovrebbe vedere temperature sotto lo zero la prossima settimana per un’ondata di freddo che è stimata durare almeno fino alla metà di gennaio.

INFOGRAFICA INTERATTIVA Stoccaggio del gas, l’Italia cala ancora all’81,65%

Nell’infografica interattiva di GEA si mostra l’aggiornamento degli stoccaggi di gas nei Paesi dell’Ue secondo la piattaforma Gie Agsi-Aggregated Gas Storage Inventory (aggiornata al 31 dicembre). L’Italia cala all’81,65%, mentre la media Ue si ferma all’86,51%. Il Portogallo resta in testa con il suo 105,76%, mentre la Croazia è ultima, preceduta dalla Lettonia.