Al via elettrodotto tra Italia-Tunisia: da Ue 307mln a Terna. Meloni: “Decisione storica”

Europa e Africa sempre più connesse, almeno dal punto di vista energetico. Terna riceverà un finanziamento da 307 milioni da parte dell’Unione europea per costruire il cavo di interconnessione elettrica tra l’Italia e la Tunisia, opera che è stata inserita nella lista dei Progetti di Interesse Comune. Il prestito europeo sarà erogato attraverso il Connecting Europe Facility, il fondo Ue destinato allo sviluppo di progetti chiave che mirano al potenziamento delle infrastrutture energetiche comunitarie. La notizia è arrivata ieri, assieme all’avvio da parte del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica del procedimento autorizzativo. “Si tratta di una decisione storica — spiega Terna in una nota —. Per la prima volta, infatti, i fondi comunitari Cef sono stati assegnati a un’opera infrastrutturale sviluppata da uno Stato Membro e da uno Stato Terzo. Come ulteriore testimonianza della sua importanza strategica, la Commissione europea ha destinato al progetto oltre la metà del budget disponibile nel bando del 2022“. L’opera, realizzata da Terna e da Steg, l’operatore elettrico tunisino, contribuirà all’integrazione dei mercati dell’energia elettrica, alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico e, soprattutto, all’incremento di produzione di energia da fonti rinnovabili in Europa e Africa e alla diversificazione delle fonti. In aggiunta, una volta entrato in esercizio, il collegamento favorirà la riduzione delle emissioni climalteranti.

Soddisfatta la premier Giorgia Meloni. “Il via libera della Commissione europea allo stanziamento di 307 milioni per co-finanziare l’infrastruttura — ha dichiarato la presidente del Consiglio in una nota — è un grande successo italiano. È nel destino dell’Italia diventare un nuovo hub energetico per l’intero Continente europeo, è nella nostra missione intensificare la cooperazione con l’Africa per portare investimenti e sviluppo“.
Il ponte energetico sottomarino da 600 MW in corrente continua sarà lungo oltre 200 km e raggiungerà una profondità massima di 800 metri. Per costruirlo, richiederà un investimento complessivo di 850 milioni. “Grazie a questa opera — ha dichiarato il ceo di Terna Stefano Donnarummal’Italia potrà concretamente diventare un hub energetico del Mediterraneo. Si tratta di un’infrastruttura strategica per il nostro Paese e per l’Europa, che potrà contribuire in maniera significativa all’indipendenza energetica, alla sicurezza del sistema elettrico e allo sviluppo delle fonti rinnovabili“.

Per quanto riguarda l’Italia, dall’approdo di Castelvetrano, in provincia di Trapani,il cavo interrato — spiega la società della rete — percorrerà strade esistenti lasciando inalterati ambiente e paesaggio per 18 km fino ad arrivare a Partanna, sempre in provincia di Trapani, dove sarà costruita la nuova stazione di conversione in prossimità dell’esistente Stazione Elettrica“. La società che gestisce la rete elettrica nazionale ha concluso nel luglio 2021 la fase di consultazione pubblica, durante la quale sono state analizzate e discusse le osservazioni arrivate da amministrazioni, enti e cittadini.

Per la Farnesina, il progetto Elmed “consentirà di effettuare un salto qualitativo nella integrazione dei mercati elettrici delle sponde nord e sud del Mediterraneo, rafforzando la nostra sicurezza energetica e quella dei nostri partner, favorendo lo sviluppo delle fonti rinnovabili nel continente africano e aggiungendo un ulteriore tassello alla realizzazione, nel lungo periodo, di una vera e propria rete euro-mediterranea dell’elettricità“.

 

Photo credit: Terna

Pnrr, Meloni: Valutare priorità, con caro prezzi a rischio opere

L‘inflazione e l’aumento dei costi delle materie prime pesano sul Pnrr. Tanto che la premier, Giorgia Meloni, anticipa che ci sarà da fare delle scelte: “Molte Regioni, per molti motivi, hanno difficoltà a portare a termine gli investimenti e le opere già iniziate. Dovremmo valutare le priorità“, fa sapere dal Festival delle Regioni e delle Province autonome.

Il Next generation Eu non è più sufficiente, insiste Meloni, “è evidente a tutti”. Non tiene in considerazione l’impatto della guerra in Ucraina sulle economie: “Bisogna fare di più oggi a livello Ue, partendo dal caro energia“, evidenzia.

Il Pnrr è una “eredità importante“, ricorda, e ribadisce l’intenzione di coinvolgere le Regioni e gli enti locali. Riattiverà la cabina di regia per monitorare lo stato di attuazione degli obiettivi e individuare le soluzioni per, spiega la presidente del Consiglio, “superare le criticità nel modo più rapido possibile”. A essere coinvolti saranno anche i sindacati: “Ci sarà molto da lavorare nelle prossime settimane“, assicura. E’ fondamentale, ne è convinta, che “risorse e obiettivi non corrano su un binario indipendente, ma siano collegati e complementari con risorse e investimenti previsti da altre misure nazionali”.

Il vicepremier Matteo Salvini, da Bruxelles, le fa eco e invita l’Europa a non sottovalutare il contesto mutato: “L’aumento del costo delle materie prime e dell’energia non è un problema solo italiano, ma anche degli altri Paesi europei. Sui tempi e sui costi dovremmo ragionare e lavorare tutti insieme”, afferma.

Si può fare bene, cambiando “regole e mentalità“, per il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. La sfida del Pnrr è tutt’altro che semplice: “Stiamo parlando di spendere 200miliardi di euro aggiuntivi rispetto a soldi già stanziati dallo Stato, in un lasso di tempo in cui normalmente una pubblica amministrazione riesce sì e no a fare un progetto esecutivo, stando ai tempi di realizzazione dei grandi progetti strategici del Paese“, osserva Toti. Servono regole, dunque, e soprattutto semplificazione: “Se qualcuno ha voglia di venire a imparare qualcosa, il ‘modello Liguria’ può certamente essere un esempio nazionale con le opere che abbiamo realizzato e stiamo realizzando in tempi rapidi“.

Pichetto: Arrestare i sindaci? Dichiarazione forte, ma è prevalso lo sgomento

La mia dichiarazione ieri è stata forte, ma perché leggevo i report e vedevo che, come nel caso di Ischia, c’era uno stanziamento di fondi al 12 novembre 2010 ma risultava tutto in fase di progettazione”. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ospite a Omnibus su La7 torna a parlare della polemica scoppiata ieri. Intervistato sulla tragedia di Ischia e sulla questione dei condoni, il titolare del dicastero aveva commentato che “basterebbe mettere in galera il sindaco e tutti coloro che lasciano fare”. Lo stato d’animo quando ho visto queste cose – ha aggiunto – è stato chiedermi ‘come mai?’ Non entro nel merito specifico e non mi riferivo” a Ischia, anche perché “in 12 anni sono passati 7 governi e la mia dichiarazione era generalizzata”.

“Non posso avercela con i sindaci – ha aggiunto Pichetto – perché ho passato metà della mia vita nelle amministrazioni comunali e ho un figlio che ha fatto il sindaco per 10 anni. Sono sul fronte degli 8mila sindaci che, spesso, devono rispondere oltre le proprie competenze perché sono il primo avamposto. Liberare i sindaci? Sono d’accordo con Salvini”.

Per Pichetto “servono delle regole per non andare sempre in deroga e avere così la certezza dei percorsi. Non è questione di fondi, che ci sono, ma di procedure. I condoni nascono dal blocco sistema e da una illegalità amministrativa che sta andando avanti. Distinguiamo tra situazioni di condono ed essere su territori in cui si rischia la vita. Serve il coraggio di valutare caso per caso”. 

E la premier Giorgia Meloni, dalle pagine del Corriere della Sera, è intervenuta sulla questione, definendo quella di Pichetto “un’uscita infelice”, anche se, ha ricordato, “voleva probabilmente sottolineare la necessità che le istituzioni siano chiamate a rispondere delle loro responsabilità”

Meloni al G20: “Un successo”. Usa disposti ad aumentare forniture gas

Il missile caduto in Polonia, provocando due vittime, entra di prepotenza nel vertice del G20 a Bali. Ma non distoglie comunque l’attenzione dagli altri temi caldi sul tavolo. Primi fra tutti, l’energia e il grano. E la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella conferenza stampa conclusiva prima di ripartire per l’Italia, spiega che “il G20 si è svolto in una situazione internazionale molto complessa”, nella quale “c’erano gli ingredienti perché si traducesse in un fallimento, invece mi pare di capire che è stato un successo”. Soprattutto sul tema dell’energia, di cui la premier ha parlato nel bilaterale con il presidente Usa Joe Biden che “ha offerto la sua disponibilità ad aumentare le forniture di gas, ma ovviamente rimane aperta la questione dei prezzi. Stiamo lavorando per una soluzione, posto che le aziende che forniscono il gnl sono private“.

Una buona notizia in vista della prossima legge di Bilancio che, come ormai noto dopo gli annunci delle ultime settimane, avrà appunto nelle misure per fronteggiare la crisi energetica, sia dal punto di vista degli approvvigionamenti, sia dal punto di vista della ricaduta sui cittadini e la programmazione futura, la parte più consistente. Secondo quanto riferisce il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a margine del G20, la manovra sarà al tavolo del Consiglio dei ministri già lunedì prossimo. “Dobbiamo fare presto“, spiega il responsabile del Mef.

E la sicurezza energetica, insieme a quella alimentare, entra nella dichiarazione conclusiva del vertice. I leader sostengono infatti l’urgenza di trasformare e diversificare rapidamente i sistemi energetici, di promuovere la sicurezza e la resilienza energetica e la stabilità dei mercati, accelerando e garantendo transizioni energetiche “pulite, sostenibili, giuste, accessibili e inclusive e flussi di investimenti sostenibili. Sottolineano poi l’importanza di garantire che la domanda globale di energia sia soddisfatta da forniture energetiche accessibili. Ribadiscono l’impegno a raggiungere l’azzeramento delle emissioni di gas a effetto serra a livello globale intorno alla metà del secolo, tenendo conto degli ultimi sviluppi scientifici e delle diverse situazioni nazionali. Per quanto riguarda l’accordo sul grano, invece, il G20 loda gli accordi di Istanbul, firmati il 22 luglio, sul trasporto sicuro di grano e prodotti alimentari dai porti ucraini e il Memorandum d’intesa tra la Federazione Russa e il Segretariato delle Nazioni Unite sulla promozione dei prodotti alimentari e dei fertilizzanti russi sui mercati mondiali. Sottolinea l’importanza della loro “piena, tempestiva e continua attuazione” da parte di tutte le parti interessate. Bene anche, si evidenzia nel dossier, le corsie di solidarietà dell’Ue e le donazioni russe di fertilizzanti agevolate dal Programma alimentare mondiale.

C’è poi l’impegno per sostenere i Paesi in via di sviluppo per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. In linea con il tema della Presidenza indonesiana del vertice – ‘Riprendersi insieme, riprendersi più forti’ – i leader guardano ad azioni coordinate per promuovere un’agenda per una ripresa globale “forte, inclusiva e resiliente e per uno sviluppo sostenibile che produca occupazione e crescita“.

Photo credit: Palazzo Chigi

Giorgia Meloni e Joe Biden

Meloni al G20 incontra Biden e Erdogan: Russia e crisi dell’energia al centro

Alla fine della giornata, Giorgia Meloni sfila in abiti tradizionali indonesiani, come tutti i leader presenti al G20 di Bali, per la cena di gala nel primo giorno di lavori. Ma la giornata per lei inizia presto ed è intensa. Nella hall dell’hotel dove alloggia, si intrattiene per qualche minuto con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, uno scambio di battute e una sigaretta. Non si ferma a parlare con i cronisti, farà un punto sulla due giorni oggi, prima di ripartire per l’Italia. “C’è un clima fresco, ragazzi!”, ironizza, sul caldo torrido indonesiano. Arriva alle 9.20 (le 2.20 del mattino in Italia) all’Hotel Apurva Kempinski, inizia il vertice. Entra subito prima del presidente francese Emmanuel Macron, ma con lui nella giornata, nessun passaggio. Quarantuno persone al tavolo, solo quattro le donne presenti, ma è lei l’unica capa di governo. Le altre tre sono in rappresentanza di organizzazioni internazionali: Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea; Kristalina Georgieva, direttrice del Fondo Monetario Internazionale; Ngozi Okonjo-Iweala, direttrice dell’organizzazione mondiale del commercio. Due interventi in plenaria, uno ai lavori sulla sicurezza energetica e alimentare, l’altro sulla salute globale. Qui siede al tavolo ‘presidenziale’ con Joe Biden, Narendra Modi (che ospiterà il G20 il prossimo anno), il presidente indonesiano (che ospita il vertice quest’anno) Joko Widodo, e il presidente della Repubblica Popolare cinese, Xi Jinping.

E’ il bilaterale con Biden, un colloquio durato quasi un’ora, l’appuntamento chiave. Le conseguenze della guerra in Ucraina dominano, ancora una volta, il dibattito. Nel raccontarlo, la Casa Bianca usa la stessa espressione utilizzata da Meloni nel primo intervento al G20: al centro ci sono crisi climatica e “uso dell’energia come arma da parte della Russia”, oltre che le sfide poste dalla Repubblica Popolare Cinese, l’impegno a fornire all’Ucraina il sostegno necessario per difendersi e a ritenere la Russia “responsabile della sua aggressione“. “Il colloquio – spiega più vagamente Palazzo Chigisi è incentrato sulla solidità dell’alleanza transatlantica e sull’eccellente cooperazione per fare fronte alle sfide globali, dalla crescita economica alla sicurezza comune“.

Dopo Biden, la premier incontra anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. L’attentato di Istanbul, le prospettive per il Mediterraneo e, ancora una volta, gli sviluppi della “guerra d’aggressione russa all’Ucraina” i temi sul tavolo, con “le principali sfide che si pongono di fronte alla Comunità internazionale, che vedono impegnate insieme Turchia e Italia”, spiega l’Italia.
In giornata, uno scambio di battute, prima della seconda sessione plenaria, con il cancelliere tedesco Olaf Scholz (è lui che si avvicina a lei) e un incontro informale, a margine dei lavori, con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

Oggi, prima di lasciare l’Indonesia, la giornata sarà altrettanto lunga, altri quattro bilaterali in agenda: con il presidente cinese, Xi-Jinping, il premier canadese, Justin Trudeau, quello giapponese, Fumio Kishida, quello indiano, Narendra Modi.

A Bali vertice G7-Nato. Poi leader in visita a foresta mangrovie

La guerra entra nei confini dell’Unione europea e salta la giornata dei leader al secondo giorno di lavori del G20 a Bali, in Indonesia. Nel diluvio di missili russi sui cieli ucraini, nel villaggio polacco di Przewodov, al confine, un’esplosione fa due morti e la Polonia allerta l’esercito.

Gli appuntamenti slittano, mentre tra Kiev e Mosca le accuse rimbalzano. Con i leader del mondo riuniti a Bali, gli Stati Unici convocano una riunione urgente del G7 con la Nato. Al tavolo il presidente Joe Biden, il premier spagnolo Pedro Sanchez, la premier Giorgia Meloni, il presidente francese Emmanuel Macron, la premier il canadese Justin Trudeau, il premier giapponese Fumio Kishida, il primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte, il premier inglese Rishi Sunak. Presenti anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

Meloni scende nella hall dell’albergo e procede spedita verso la riunione dei leader, senza rilasciare dichiarazioni. Palazzo Chigi fa sapere poi di una telefonata con il premier polacco Mateusz Morawiecki per esprimergli la sua solidarietà e parla di “fortissima apprensione e preoccupazione” per quanto accaduto in Polonia. “E’ conferma della gravità e delle conseguenze della ingiustificata aggressione russa nei confronti dell‘Ucraina“, spiega lei su Twitter.

Il mondo al G20 chiede una de-escalation, mentre la Russia continua a bombardare: “E’ totalmente inconcepibile“, tuona Biden al termine della riunione. A ogni modo, “è improbabile che il missile che ha fatto due vittime in Polonia sia stato sparato dalla Russia“, lasciando intendere che è stato abbattuto nei cieli ucraini. A far luce sulla vicenda sarà un’indagine polacca, alla quale G7 e Nato offrono supporto, ritenendo la Russia “responsabile dei suoi sfacciati attacchi alla comunità ucraina“. I Paesi resteranno in stretto contatto per, spiegano in una nota congiunta, “determinare i passi successivi appropriati man mano che le indagini procedono“.

A riunione finita, i leader raggiungono la foresta delle mangrovie di Hutan, coinvolta nel programma di ripristino degli esemplari su un’area di 600mila ettari. Giorgia Meloni è l’ultima ad arrivare, dopo un bilaterale con il canadese Trudeau, in cui sul tavolo c’è l’impegno reciproco sulla transizione climatica. Nella foresta, i leader in polo e camicie bianche piantano simbolicamente un albero.

La premier Meloni al G20/afp

G20, Meloni: “Su energia e sicurezza alimentare non dobbiamo farci intimidire”

La guerra, la crisi alimentare, l’emergenza energetica. Se lo scorso anno, a Roma, i leader del mondo pensavano di aver già conosciuto i momenti peggiori con la pandemia, nessuno si sarebbe aspettato che ci sarebbe stato da tirare su le maniche e lavorare ancora tanto per risollevarsi. Ora il G20 di Bali ha un obiettivo ambizioso, quello di non fallire. “Abbiamo gli occhi del mondo puntati addosso”, ricorda il premier indonesiano Joko Widodo aprendo i lavori. “Non dobbiamo permettere al mondo di precipitare in un’altra Guerra Mondiale”.

Quando l’Indonesia ha assunto la presidenza del G20, “era impossibile prevedere che la Russia avrebbe invaso l’Ucraina e il devastante impatto che ciò avrebbe avuto sull’ordine mondiale e sulle nostre economie”, ribadisce Giorgia Meloni, unica capo di governo donna seduta a un tavolo con 41 partecipanti. Quanto alle politiche energetiche, tuona, la guerra in Ucraina “finalmente ha posto in evidenza i tanti errori commessi”, dall’inizio del Millennio. Fa riferimento ai rapporti tra Paesi produttori e consumatori. L’Italia e l’Unione europea stanno intervenendo per fare fronte alla “spropositata e sproporzionata crescita dei prezzi dell’energia”, per aumentare la produzione nazionale e accelerare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, riducendo al tempo stesso l’eccessiva dipendenza dalla Russia. “Altri Paesi hanno maggiori difficoltà nel farlo e vanno sostenuti”, è la posizione di Meloni che, nel dramma della crisi energetica, intravede in filigrana l’opportunità di rendere il mondo “più sostenibile”.

Meloni ha incontrato il presidente americano Joe Biden in un bilaterale che è durato circa un’ora. Domani, invece, avrà il faccia a faccia con il leader cinese Xi Jiping.

Meloni al G20: incontro con Biden. Guerra e sicurezza energetica sul tavolo

Atterra a Bali in serata, Giorgia Meloni. La sua seconda grande vetrina mondiale da premier, dopo quella della Cop27 di Sharm el-Sheikh, in Egitto e, prima ancora, un passaggio informale a Bruxelles con i vertici europei. Dopo la cerimonia di benvenuto sulla pista, con le danzatrici indonesiane, tira dritto in albergo, pronta a intervenire in apertura del G20. Il suo panel è dedicato a cibo, energia e sicurezza. Sono questi i nodi veri del vertice, strascichi dall’aggressione russa all’Ucraina.

Lo sanno tutti e, per tutti, complice anche l’assenza del presidente russo Vladimir Putin, è una corsa al bilaterale con il presidente americano Joe Biden.
Meloni lo incontra nel pomeriggio sull’isola degli Dei. Del faccia a faccia ha accennato la Casa Bianca: al centro ci saranno la Cina e, appunto, la guerra in Ucraina. Ovvero il supporto che Roma è disposta a dare a Kiev, continuando a isolare la Russia sul piano internazionale. Con gli Stati Uniti l’Italia ha bisogno di una sponda per non rischiare oltre sul piano dell’approvvigionamento energetico. Secondo quanto filtra da Palazzo Chigi, “Questo viaggio smentisce i detrattoti di Meloni e del governo. C’è grande attenzione verso l’Italia e non quell’isolamento che la sinistra sta raccontando. Tutti riconoscono invece all’Italia un ruolo fondamentale nello scacchiere internazionale”, è il ragionamento.

Dopo Biden (incontro previsto per le 10.15 ora italiana) la presidente del Consiglio incontrerà però anche il presidente cinese Xi Jinping.

Alla vigilia dell’inizio dei lavori, a Bali Biden e Xi hanno già il loro faccia a faccia. Li accomuna la questione irrisolta del contributo che i leader dei Paesi più inquinanti del mondo hanno intenzione di dare all’abbattimento delle emissioni: Usa e Cina “devono lavorare insieme per affrontare le sfide transnazionali come il cambiamento climatico, la stabilità macroeconomica globale, compresa la riduzione del debito, la sicurezza sanitaria e la sicurezza alimentare globale, perché questo è ciò che la comunità internazionale si aspetta“, spiega il presidente americano dopo l’incontro, durato più di tre ore.

Tra gli incontri di Meloni in Indonesia, sono in agenda anche quello con l’indiano Narendra Modi, con il canadese Justin Trudeau, il turco Recep Tayyip Erdogan, il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, il presidente della Repubblica di Indonesia, Joko Widodo. Sullo sfondo, resta aperta la questione delle esportazioni di grano, perché tra sei giorni scade l’accordo con Putin sui corridoi sicuri e torna a bussare l’incubo della carestia in Africa.

Con lei, a Bali, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha già incontrato l’omologo saudita, Mohammed Al-Ja-daan, sempre in chiave energetica, e vedrà domani Kristalina Georgieva, direttore generale del Fondo monetario internazionale, oltre che il segretario al Tesoro Usa, Janet Louise Yellen.

Il G20 è un esame per Meloni tra Biden, Xi Jiping e clima

Al G20 di Bali sarà la prima, ‘vera’ volta di Giorgia Meloni con i grandi del mondo. Un passaggio – un esame – sicuramente più attendibile della Cop27, dove la presidente del Consiglio ha avuto incontri importanti ma circoscritti. La reunion indonesiana può definire meglio il perimetro all’interno del quale dovrà muoversi l’Italia nei prossimi anni. Meloni incontrerà Joe Biden, Xi Jiping e Erdogan, parteciperà ai lavori del cenacolo più esclusivo del pianeta, porrà questioni e vedrà di farsi dare risposte. Al centro dei colloqui bilaterali ci saranno questioni caldissime e lì, al cospetto di personaggi non proprio di primo pelo, si capirà quanto la premier è in grado di tenere la barra dritta e di portare avanti la sua politica.
Quello che non è successo a Sharm el-Sheikh, potrebbe accadere a Bali. Perché i ‘grandi inquinatori’ del mondo ci saranno tutti, compreso Narenda Modi, il primo ministro dell’India che non sembra possedere una sensibilità particolare per i temi ambientali. Sarà un’occasione, anzi l’occasione, per determinare alcuni passaggi che non possono più essere trascurati e che condizioneranno il futuro del pianeta in termini economici e climatici. Il tutto si innesta in contesto congiunturale delicato, dalla salvaguardia del clima all’instabilità finanziaria, dai disagi sociali post pandemia fino alle guerre alle porte dell’Europa. Un bella zuppa di grane, in buona sostanza.
La prima volta di Meloni, come si diceva, non potrà né essere banale né venire schiacciata dal peso della responsabilità e dallo spessore (o dalle spigolature) degli altri. Di solito da questi summit si esce con molte chiacchiere e pochi fatti, invece la presidente del Consiglio vorrebbe dare concretezza alla sua lunga trasferta in Asia: saturare l’agenda è un ‘must’ aziendale, ottenere qualcosa di concreto per l’Italia una difficoltà oggettiva. Una due giorni fondamentale, comunque, mentre il prezzo del gas sale e scende al ritmo incontrollabile del rock, le misure a salvaguardia delle imprese e delle famiglie per contrastare la crisi energetica danno la sensazione di essere transitorie e non apprezzate da tutti (leggi Carlo Bonomi, numero uno di Confindustria), la paura che l’inverno sia davvero ‘freddo’ congela qualsiasi speranza a breve termine.

Si apre il G20 a Bali: oggi incontro Biden-Xi, Zelensky in video, Putin grande assente

I capi di Stato e di governo delle maggiori economie mondiali si riuniscono domani e mercoledì, sull’isola indonesiana di Bali per il vertice del G20. Sullo sfondo, la guerra in Ucraina. I leader attesi:

JOE BIDEN – Il Presidente degli Stati Uniti arriva al vertice con l’obiettivo di riaffermare la leadership degli Stati Uniti e di riunire gli occidentali dietro gli sforzi di Washington per isolare la Russia in risposta alla guerra. Oggi ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping per la prima volta da quando è entrato alla Casa Bianca. Tra i due, una serie di questioni da discutere, dopo un aumento delle tensioni sul commercio, sui diritti umani nella provincia cinese dello Xinjiang e sullo status di Taiwan. L’assenza della Cina alla Cop27 ha pesato, l’impegno per il clima dei leader dei due più grandi Paesi inquinatori è un nodo da sciogliere.

XI JINPING – Il vertice del G20 è un gradito ritorno sul palcoscenico diplomatico per Xi Jinping, che inizia il suo terzo mandato a capo della seconda economia mondiale. Oltre all’incontro con la controparte americana, è previsto anche un incontro con il presidente francese Emmanuel Macron, meno di due settimane dopo aver accolto il cancelliere tedesco a Pechino.

SERGEI LAVROV – Il ministro degli Esteri russo guiderà la delegazione di Mosca dopo la decisione di Vladimir Putin di non partecipare a un vertice che lo avrebbe esposto a una valanga di critiche da parte delle sue controparti.Il Cremlino ha spiegato l’assenza di Vladimir Putin come una questione di agenda. A luglio, Sergei Lavrov ha abbandonato una riunione dei capi delle diplomazie del G20 dopo i pesanti attacchi sull’invasione dell’Ucraina.

VOLODYMYR ZELENSKI – Il presidente ucraino, il cui Paese non è membro del G20, parteciperà virtualmente al vertice su invito dell’Indonesia. Si prevede che chiederà alle grandi potenze di intensificare la loro risposta all’invasione del suo Paese da parte della Russia. I leader dell’UE – L’Italia sarà rappresentata dalla nuova premier Giorgia Meloni, il presidente francese Emmanuel Macron parteciperà al vertice, così come il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel rafforzeranno la presenza europea.

RISHI SUNAK – Il Primo Ministro britannico, entrato a Downing Street a ottobre, parteciperà al suo primo G20 e avrà l’opportunità di incontrare diversi leader, tra cui Joe Biden. Narendra Modi – Il Primo Ministro dell’altro gigante asiatico, l’India, incontrerà molti leader, tra cui Biden, Macron e Sunak, il primo leader britannico di origine indiana. L’India assumerà la presidenza del G20 dall’Indonesia.

JOKO WIDODO – Il padrone di casa del vertice sull’Isola degli Dei incontrerà privatamente la maggior parte dei leader presenti in rappresentanza del Paese che presiede il G20 di quest’anno. Giacarta sperava di ri-orientare il vertice sulla cooperazione internazionale per favorire la ripresa economica dopo lo shock della pandemia da Covid. Ma l’offensiva russa in Ucraina di febbraio ha riportato l’attenzione su questioni geopolitiche e di sicurezza.

Resto del mondo – Canada, Australia e Giappone saranno rappresentati dai rispettivi primi ministri Justin Trudeau, Anthony Albanese e Fumio Kishida. Anche il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol sarà a Bali, nonostante le tensioni con la Corea del Nord. Il principe ereditario Mohammed bin Salmane rappresenterà l’Arabia Saudita. Anche il Presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed bin Zayed Al Nahyane, “MBZ”, il cui Paese non è membro del G20, parteciperà come ospite. Saranno presenti il leader turco Recep Tayyip Erdogan e il capo di Stato dell’unico Paese africano rappresentato al G20, il Sudafrica, Cyril Ramaphosa. Il Brasile sarà rappresentato dal ministro degli Esteri Carlos Franca, perché il presidente in carica Jair Bolsonaro ha deciso di non partecipare al viaggio dopo la sconfitta elettorale. Il Messico invierà il suo capo della diplomazia Marcelo Ebrard, mentre il presidente argentino Alberto Fernandez guiderà la delegazione da Buenos Aires. Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres parteciperà come osservatore.