Meeting Rimini al via da domani al 25/8: energia, acqua e IA tra i temi

Torna, da domani 20 agosto a domenica 25 agosto, il Meeting di Rimini, organizzato come ogni anno da Comunione e Liberazione. Ventitrè padiglioni ospiteranno l’evento, distribuiti su una superficie di circa 120mila metri quadrati, decorati con 1.500 piante, tra le quali 63 betulle alte fino a 4 metri.

Per gli allestimenti, saranno impiegati 7mila mq di legno e 3.580 metri lineari di legno listellare. Sei piazze-giardino arricchiranno gli spazi, mentre gli uffici occuperanno 5mila metri quadrati. Centrale l’attenzione all’ambiente: 250 chili di plastica PET saranno raccolti grazie alla collaborazione tra il Meeting e Coca Cola e sono già stati installati 5 eco-compattatori.

Dall’energia alla tutela dell’acqua, passando per le sfide della transizione ecologica e digitale, sono tanti gli appuntamenti green in programma, che coinvolgeranno esponenti del governo, del mondo universitario, della ricerca, delle imprese.

Domani, 20 agosto, alle 17 si terrà l’appuntamento ‘Come conservare, utilizzare e condividere una risorsa così preziosa come l’acqua?‘, si parlerà della risorsa idrica a 360 gradi, dall’utilizzo personale a quello industriale fino alla gestione del bene, presente in modo non omogeneo sul territorio.

Mercoledì 21 agosto sarà la volta di ‘Social e intelligenza artificiale: non serve lo schermo per crescere smart‘, alle 12. Si parlerà di come la società sia mediata nell’interazione da dispositivi digitali connessi a servizi complessi e opachi, gestiti da imprese globali. Un dialogo tra un informatico, uno psicologo dell’età evolutiva e un esperto di educazione digitale, per far luce sul compito educativo.
Alle 19 si discuterà di solidità dei nodi e mobilità delle reti con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini; Arrigo Giana, amministratore delegato Atm; Marco Piuri, direttore generale Fnm Group; Angelo Sticchi Damiani, presidente Aci; Gianpiero Strisciuglio, amministratore delegato Rfi; Roberto Tomasi, amministratore delegato Autostrade per l’Italia. Si parlerà del collegamento tangibile tra le infrastrutture fisiche (con i suoi nodi e le sue peculiarità morfologiche) e le reti di relazioni locali che compongono le comunità e che costituiscono vere e proprie reti di prossimità, resilienti e solidali.

Giovedì 22 agosto, alle 12, sarà la volta di ‘Made in Italy e filiere produttive‘, con il ministro delle Imprese, Adolfo Urso; Francesco Maria Chelli, presidente Istat; Andrea Dellabianca, presidente Compagnia delle Opere; Maria Porro, presidente Salone del Mobile; Luigi Sbarra, segretario generale Cisl. Focus sulle filiere composte da grandi aziende capaci di operare globalmente, che a loro volta coinvolgono piccole e medie imprese locali con elevate capacità produttive: un sistema combinato che favorisce lo sviluppo del Made in Italy. Ma l’attuale tendenza a coinvolgere produzioni estere poco controllate mette a rischio le condizioni di lavoro. Lo sviluppo sul territorio italiano permetterebbe un maggiore controllo della filiera e una qualità superiore, sebbene a costi più elevati. Nel panel si parlerà quindi dell’importanza di identificare ciò che rende il Made in Italy di qualità e di sanzionare chi non rispetta le regole del lavoro.
Alle 13, al centro dei lavori ci sarà ‘La sicurezza energetica del Mediterraneo‘, con Mario Antonio Scino, capo di gabinetto del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica; Gianna Elisa Berlingerio, direttrice del dipartimento sviluppo economico della Regione Puglia; Marco Bernardi, presidente Illumia; Fabrizio Iaccarino, responsabile Affari istituzionali Italia Enel; Gaetano Mazzitelli, Chief Commercial & Regulatory Officer di Snam; Carla Napolitano, responsabile Innovazione all’interno della Direzione Strategia, Digitale e Sostenibilità Gruppo Terna. Sul tavolo, il problema di resilienza dell’attuale sistema energetico dovuto alle scosse geopolitiche. In questo contesto, il ruolo dell’Italia risulta potenzialmente decisivo soprattutto in chiave europea, con l’obbiettivo dell’attuale esecutivo di rendere l’Italia l’hub energetico del Mediterraneo. Questi shock si sono inseriti all’interno di un faticoso percorso di transizione, in cui da un lato sarà necessario il ruolo del gas come bridge fuel, ma dall’altro sarà prevedibile aspettarsi un’impennata della domanda per le materie prime necessarie affinché gli obiettivi ambientali possano essere conseguiti. In questo senso, solo gli Stati in grado di agganciarsi alla nuova catena di approvvigionamento per la transizione saranno quelli destinati a subire minori costi, altri, al contrario, rimarranno indietro e ne pagheranno ben più elevati.
Alle 15, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sarà sul palco con mons. Vincenzo Paglia, presidente Pontificia Accademia per la Vita e Bernhard Scholz, presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS per il tavolo ‘Percorsi di pace‘: un confronto su questioni cruciali legate alla pace e alla cooperazione internazionale, con l’obiettivo di promuovere una maggiore comprensione reciproca e di individuare azioni concrete per costruire un mondo più sicuro e solidale. Dal Meeting verrà lanciato un messaggio al mondo intero: un messaggio di amicizia fra i popoli, essenziale oggi più che mai.
Nello stesso giorno, alle 17, si tornerà a parlare di IA nel panel ‘Strumento o limite per la libertà?‘ con Paolo Benanti, docente Pontificia Università Gregoriana di Roma, esperto di bioetica, etica delle tecnologie e human adaptation, membro del New Artificial Intelligence Advisory Board dell’Onu, presidente commissione per l’Intelligenza Artificiale; Mario Rasetti, professore Emerito di Fisica Teorica del Politecnico di Torino e presidente del Scientific Board di Centai; Luca Tagliaretti, direttore esecutivo del Centro europeo di competenza sulla cyber-sicurezza. Ci si chiederà se l’Intelligenza artificiale cambierà il mondo e se lo cambierà in meglio o in peggio. Lo stesso Papa Francesco ha dedicato al tema dell’Ia il suo messaggio per la pace di quest’anno e ha ripetuto il suo pensiero davanti ai capi di stato del G7 in Puglia. Come ogni novità prodotta dall’ingegno umano anche l’IA può essere un fattore di crescita e sviluppo ma, allo stesso tempo, come ogni occasione in cui la potenza dell’uomo cresce, occorre che cresca proporzionalmente la sua responsabilità.

Venerdì 23 agosto, alle 13, salirà sul palco della Sala Conai il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, per il panel ‘Qual è l’essenziale nella sostenibilità?‘. Con lui, Stefano Berni, direttore Generale Consorzio di Tutela del Grana Padano; Igor Boccardo, amministratore delegato Leone Alato Gruppo Generali; Fabrizio Gavelli, presidente e amministratore delegato Danone Italia. L’ambito di analisi sarà quello del settore agroalimentare e dell’equilibrio tra innovazione e tradizione. Dirigenti di imprese da sempre impegnate nella sostenibilità come Danone, Leone Alato e Grana Padano, insieme al Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle Foreste discuteranno di come promuovere pratiche che preservino la biodiversità, riducano l’impatto ambientale e garantiscano il benessere delle comunità locali. La collaborazione tra industria, agricoltura e istituzioni è cruciale per un futuro alimentare responsabile e rigenerativo.
Alla stessa ora, nell’Auditorium Isybank, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, parteciperà all’incontro ‘Il primo capitale dell’impresa è la persona’. Con lui sul palco Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo; Elena Bonetti, deputata al Parlamento Italiano, Azione; Andrea Gnassi, deputato al Parlamento Italiano, PD; Maurizio Lupi, presidente Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà; Marco Osnato, presidente VI Commissione Finanze Camera dei Deputati, FdI. Mentre l’investimento in macchinari può essere ammortizzato, formare i lavoratori è un onere solo delle imprese. L’Intergruppo sta introducendo novità legislative che permettano di superare questo gap rendendo più attuale anche in Italia la formazione continua.
Alle 15 si tornerà a parlare di energia nel panel ‘Transizione: costi e competitività‘, con il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin; Ignazio Capuano, presidente Conai; Francesco Gattei, Chief Financial Officer (CFO) Eni; Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura; Maximo Ibarra, amministratore delegato Engineering; Fabrizio Palermo, amministratore delegato Acea; Roberto Sancinelli, presidente Montello spa. Si parlerà di come fornire soluzioni al cambiamento climatico e rispondere adeguatamente a un contesto macroeconomico sfavorevole. Si tratterà di comprendere quale sia il prezzo sociale che si è disposti a pagare per limitare l’aumento della temperatura del pianeta entro 1,5°C. La direzione di questo cammino, che non può non partire dall’industria energetica, dipende dalla spinta impressa da governi e decisori pubblici nel trovare soluzioni capaci di conciliare tutte le esigenze in campo.
Alle 17 sarà la volta di Paolo Gentiloni, commissario europeo per l’Economia, che discuterà con Lorenza Violini, professoressa di Diritto costituzionale di Milano di ‘Europa: tra crescita e incertezze’: di come in altri termini il tramonto della globalizzazione e le crescenti incertezze richiedano un ripensamento profondo del modello di crescita e dell’assetto istituzionale dell’Unione Europea. Le recenti emergenze hanno spinto le istituzioni europee a intraprendere numerosi interventi di politica economica, dimostrando quanto sia fondamentale l’interdipendenza tra la dimensione politica, economica ed istituzionale per lo sviluppo dell’Europa intera.

Sabato 24 agosto, alle 13, si terrà ‘Cantiere Europa‘, panel con Carlo Fidanza, capo delegazione FdI del Gruppo ECR; Pina Picierno, vicepresidente Parlamento europeo; Massimiliano Salini, vicepresidente del Gruppo PPE; Antonella Sberna, vicepresidente Parlamento europeo. Sarà un’occasione di confronto e dialogo in cui approfondire le linee culturali, sociali ed economiche del futuro dell’Unione europea. Tra i temi, le sfide dell’intelligenza artificiale e i nuovi equilibri internazionali.
Sempre alle 13, ci sarà ‘Mobilità e Reti‘ con Alfredo Maria Becchetti, presidente Infratel; Galeazzo Bignami, viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti; Pierluigi Di Palma, Presidente ENAC. Si farà il punto sul nesso tra infrastrutture e trasporti attraverso l’esperienza di grandi player del settore.

Domenica 25 agosto, alle 17, si parlerà di ‘Mercato unico, euro e Pnrr‘ con Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei; Piero Cipollone, membro comitato esecutivo Banca Centrale Europea; Enrico Letta, estensore del Rapporto strategico sul Mercato unico europeo. Le elezioni europee sono alle spalle ma le domande sul futuro dell’Europa e dell’Italia sono tutte aperte: al centro del dibattito lo sviluppo economico caratterizzato dal mercato unico, dall’euro governato dalla banca Centrale europea e dal grande piano di investimento del Next generation.

Europa, il tema della leadership deciderà il nostro destino

Nel maggio del 1953 uno studente americano in visita in Inghilterra chiese a Churchill quale fosse il modo migliore per arrivare ad essere buoni leader. “Studi la storia, studi la storia” gli raccomandò lo statista “nella storia sono racchiusi tutti i segreti dell’arte di governo”.

Ma giustamente Henry Kissinger nel suo magnifico libro ‘Leadership’, edito nel 2021 quando aveva 98 anni (!), afferma che la conoscenza della storia, ancorché essenziale, non basta. Alcune questioni restano sempre “velate nella nebbia” e risultano impervie e difficili anche per gli esperti.

La storia infatti ci consente di confrontare per analogia situazioni tra loro simili. Ma l’analogia deve essere usata con cautela perché nessuno può rivivere il passato: il passato si può soltanto rievocare. Ogni situazione è in qualche modo unica nelle sue caratteristiche, per la semplice ragione che contiene elementi specifici che nessuna generalizzazione può afferrare.

La leadership è esattamente la capacità di dominare queste irriducibili novità della storia e le loro complessità. È possedere “l’impulso e l’istinto, la capacità di capire uomini e situazioni”, come scriveva all’inizio del secolo scorso il grande filosofo della storia Oswald Spengler.

La situazione che oggi vive l’Europa è del tutto inedita nella sua complessità, nel suo declino demografico, economico e industriale, nelle minacce alla sua sicurezza, nelle incertezze sul futuro.

Dopo la seconda guerra mondiale che aveva devastato il continente e dopo la liberazione dal nazifascismo, grazie soprattutto al sacrificio di giovani americani morti a migliaia di chilometri da casa per salvare l’Europa (solo nello sbarco in Normandia ne morirono 26.000), il nostro continente, grazie all’aiuto e alla protezione militare degli Usa, ha vissuto una stagione straordinaria di pace e di prosperità. Non era più al culmine della propria influenza globale come all’inizio del ’900, ma l’economia e la popolazione nel secondo dopo guerra sono tornate a crescere a un ritmo mai visto prima, l’industrializzazione, e un sempre più fiorente libero scambio, poi esploso negli anni della globalizzazione, hanno portato un benessere senza precedenti sorretto da un welfare sociale mai conosciuto nella storia del mondo.

Dopo secoli di guerre fratricide, le istituzioni democratiche dalla Gran Bretagna e dalla Francia si sono a poco a poco estese alle altre nazioni del continente, e finalmente si è dato vita al sogno della cooperazione europea, prima con la Ceca (Comunità del Carbone e dell’Acciaio) e l’Euratom (l’ente per l’energia nucleare) poi con il Mec (Mercato Comune Europeo) e infine con il trattato di Maastricht del 1992 che ha sancito la nascita dell’Unione Europea, suggellata qualche anno dopo dal traguardo della moneta comune.

Poi, all’inizio del nuovo millennio, si affaccia un cambiamento epocale che non è stato compreso dai più.

Il mondo si allarga e vi è una velocità di crescita di nuovi attori (innanzitutto, ma non solo, la Cina) che l’ideologia globalista e mercatista, imperante in occidente in quegli anni ed in auge anche presso le classi dirigenti europee, vede solo come grande opportunità di nuovi grandi mercati da scalare per le nostre merci e per le nostre industrie, senza intravvederne il rovescio della medaglia: una potenziale grande minaccia proprio per le nostre merci e per le nostre industrie.

All’origine dell’incapacità di comprendere il cambiamento c’è anche un’illusione culturale, e cioè che la crescita, il benessere e la pace che gli europei sono riusciti a costruire (anche, lo si vuole ripetere, grazie alla protezione militare statunitense) dovessero durare all’infinito.

La caduta dell’impero sovietico e la corsa verso l’Europa dei Paesi dell’Est europeo oppressi per decenni dalle diverse dittature comuniste agli ordini di Mosca convinsero tutti della superiorità del nostro modello.

In questo modo ci si è dimenticati della fatica della storia: solo diritti e non più doveri, la scomparsa del bisogno come prima molla dello sviluppo, un sentimento sempre più antindustriale guidato da un’ideologia estremista ambientalista dietro la quale si sono celate spesso spinte e tendenze anticapitaliste e anti-impresa, la grave sottovalutazione delle sofferenze e delle paure generate, soprattutto nelle classi meno abbienti e più indifese, dagli eccessi di una globalizzazione non governata e dai flussi migratori imponenti dal sud del mondo.

E ci si è pure dimenticati che la libertà non è garantita per sempre e che bisogna prepararsi a difenderla anche con la forza delle armi se necessario.

L’invasione russa dell’Ucraina, una guerra di trincea alle porte dell’Europa che si protrae da più di due anni con centinaia di migliaia di morti, che ha colpito un Paese libero che si deve disperatamente difendere, ha stracciato le nostre certezze e ha visto lo sbandamento delle opinioni pubbliche europee, dividendole tra quelle più vicine e spaventate dal neoimperialismo russo e le altre, che forse si credono più lontane e meno a rischio e che non sono sempre capaci di distinguere l’aggredito dall’aggressore.

Oggi noi europei paghiamo l’incapacità di comprendere la realtà e i suoi radicali cambiamenti; paghiamo la nostra presunzione e la sottovalutazione delle nostre debolezze; e paghiamo l’atteggiamento di chi per troppo tempo si è considerato il primo della classe.

Si dice che il castigo per l’ambizione e la presunzione eccessive, quelle che i greci chiamavano hybris, sia lo sfinimento, mentre il prezzo da pagare per aver riposato sugli allori sia la progressiva perdita di importanza e, infine, il declino.

Nicolò Machiavelli nei suoi ‘Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio’ sostiene che l’indebolimento della leadership è spesso legato all’apatia sociale provocata da lunghe fasi di tranquillità. Quando le società hanno la fortuna di vivere lunghi periodi di pace indulgono a una lenta ma progressiva corruzione dei costumi e ciò provoca la disattenzione e la presunzione di cui si è detto.

Al contrario la capacità di comprendere la situazione e di inquadrare una strategia per gestire il presente e plasmare il futuro, l’abilità di condurre la società verso obiettivi elevati costituiscono l’essenza stessa della leadership politica.

C’è qualcuno che ha il coraggio di fare un’analisi della realtà e di dichiarare in che condizioni siamo messi? C’è qualcuno che ha il coraggio di dire che l’Europa ha di fronte a sé una battaglia esistenziale?

Emmanuel Macron nel suo discorso alla Sorbona ha ricordato che l’Europa “è mortale”. Qualche giorno dopo il cancelliere Scholz ha detto cose simili. Non sembra che il ragionamento sia piaciuto né ai cittadini francesi né a quelli tedeschi, almeno a giudicare dall’esito delle urne. Eppure.

E sempre sul tema della leadership, esistono ancora leader capaci di una vera visione politica di lungo termine? È ancora possibile oggi in Occidente un’autentica leadership con il carattere, l’intelletto e l’audacia necessari per affrontare le sfide che attendono l’ordine mondiale?

Kissinger conclude il suo saggio affermando: “La fiducia nel futuro è indispensabile. Nessuna società può rimanere grande se perde la fiducia o se sistematicamente mette in dubbio la percezione che ha di sé. Ciò richiede ai governanti la disponibilità ad ampliare la propria sfera di interesse alla società in generale e a evocare la generosità del senso civico, che ispira servizio e sacrifici.”

Prezioso insegnamento per un’Europa che deve ritrovare la sua via.

Meloni si prepara a vedere Scholz: piano d’azione Roma-Berlino

Giorgia Meloni si prepara a incontrare il cancelliere tedesco Olaf Scholz tornando a Berlino scortata da ben sette ministri. La giornata di domani è carica di impregni: un collegamento con la riunione dei capi di Stato e di governo del G20. Quindi l’apertura dei lavori del Business Forum e del Vertice intergovernativo.

Ad accompagnare la premier, i ministri Antonio Tajani (Esteri), Matteo Piantedosi (Interno), Guido Crosetto (Difesa), Giancarlo Giorgetti (Economia), Adolfo Urso (Imprese), Marina Elvira Calderone (Lavoro), Anna Maria Bernini (Università). Chi non sarà coinvolto nel Business Forum avrà i bilaterali separati, nelle diverse cancellerie.

Nel pomeriggio, il vertice Meloni-Scholz e la firma del Piano d’Azione per la cooperazione strategica tra i due Paesi, prima della plenaria conclusiva del vertice.
Comunanza di interessi strategici e di sicurezza, vicinanza e profondità di rapporti fra la società civile e le culture, sistemi produttivi simili: la Germania è il primo partner economico dell’Italia, primo mercato di destinazione dell’export italiano al mondo, primo fornitore dell’Italia e ospita una comunità di oltre 870mila italiani residenti, la seconda comunità italiana all’estero in assoluto, dopo quella in Argentina. Le due nazioni vantano un interscambio superiore ai 100 miliardi di euro, cresciuto dai 112,6 miliardi del 2016 al valore record di 168,5 miliardi del 2022 (+16,7% rispetto al 2021), e i primi sette mesi del 2023 confermano questa tendenza. E’ la prima Nazione straniera per numero di imprese in Italia (1.712) con 193.000 occupati.
Anche per questo, sono diversi i temi su cui i due leader si impegnano a cooperare. Filtra la volontà di approfondire l’asse tra i Paesi, portandolo a un livello nuovo e più strutturato.

Il Piano d’Azione che Roma e Berlino si preparano a firmare prevede un’intensificazione del dialogo bilaterale in tutti i settori. Un preambolo e cinque capitoli tematici, focalizzati su: economia, innovazione e coesione sociale; clima, energia e ambiente; politica estera e di Difesa; agenda europea e migrazione; contatti people-to-people e cultura.

La cooperazione energetica è un ambito a elevato potenziale. Il ruolo che l’Italia si propone di vestire, come hub energetico del Mediterraneo, porterebbe benefici anche alla Germania. Roma sfrutterà le interconnessioni esistenti, tra cui l’oleodotto Tal, che serve la Germania da Trieste. Tra le nuove iniziative, la Commissione ha incluso tra i Progetti di Comune Interesse Ue il ‘South H2 Corridor’, per il trasporto dell’idrogeno che collega il Nord Africa, l’Italia, l’Austria e la Germania. Partendo dall’energia, l’Africa è un dossier sempre presente per l’Italia: il consolidamento di pace, stabilità e crescita è al centro dell’impegno che il Paese ha preso verso il Continente, con iniziative a tutto campo.

Italia e Germania lavorano a livello europeo anche sul settore automotive, per assicurare competitività ai rispettivi settori industriali caratterizzati da un crescente livello di complementarietà. Accanto alla tradizionale integrazione produttiva, c’è dinamismo nella cooperazione bilaterale in campo della difesa e dell’aerospazio. Altri settori di interesse sono i servizi e le infrastrutture e quelli più innovativi come intelligenza artificiale o biotecnologie, che possono beneficiare di una crescente collaborazione a livello di ricerca scientifica.

Quanto alla competitività europea, internamente si punta a creare un quadro regolatorio ‘fit for business’, che alleggerisca le imprese e stimoli l’innovazione per rafforzare la resilienza e la competitività della Ue. Esternamente, invece, l’obiettivo è promuovere una politica commerciale aperta capace di rafforzare la sicurezza economica dell’Italia attraverso la diversificazione di approvvigionamenti e dei mercati di esportazione. Ecco perché il governo Meloni chiede processi di riconversione e transizione che tengano conto anche della sostenibilità economica e sociale.

Meloni: “Piano Mattei soluzione al grande problema d’Europa, l’energia”

La guerra in Ucraina ha cambiato la geopolitica energetica. L’approvvigionamento è diventato “il grande problema dell’Europa” che “non può guardare più a Est, ma deve guardare a Sud” del Mediterraneo. Nel ‘Forum in masseria’, organizzato ogni anno da Bruno Vespa, Giorgia Meloni torna a ripetere quanto fondamentale sia, non solo per l’Italia, ma per l’intero continente il suo Piano Mattei.

Un progetto che, a suo avviso, porterà non pochi benefici anche in Africa dove, scandisce, “sanno benissimo cosa significa”. Il tema si incrocia con una nuova, incombente, emergenza migratoria, di cui la premier ha discusso ieri con il cancelliere tedesco Olaf Scholz: “Chi è intellettualmente onesto non può notare che dalle sue parole, a margine dell’incontro di ieri, in Europa c’è un cambio di schema”, che c’è la necessità di “occuparci della dimensione esterna, mentre fino a ieri il dibattito era come gestiamo i movimenti secondari”.

La questione, insiste, “non si può risolvere se non si capisce che la frontiera d’Europa è una, che l’immigrazione illegale si deve fermare prima che arrivi in Europa e non si può prescindere da accordi con i Paesi di partenza e transito, è il lavoro che stiamo facendo con quei Paesi soprattutto del Nord Africa”, con il Piano Mattei: “Stiamo mettendo in campo un progetto di cooperazione non predatoria, da pari, come faceva Enrico Mattei e i Paesi africani“.

Domenica la presidente del Consiglio tornerà in Tunisia con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il primo ministro olandese, Mark Rutte. L’obiettivo è spingere per trovare l’accordo sugli aiuti del Fondo monetario internazionale al Paese, bloccati per le mancate riforme: “Ci sto lavorando quasi quotidianamente e se domenica ci recheremo lì è grazie a lavoro, molto prezioso, fatto dall’Italia“, rivendica. “Insieme a quella missione, si sta per concretizzare un primo pacchetto aiuti della Commissione Ue, propedeutico all’accordo con il Fmi – aggiunge -. Accordo sul quale continuo a chiedere un approccio pragmatico e non ideologico, sia alla Tunisia che al Fondo monetario internazionale“.

Meloni incontra Scholz: “Italia-Germania, grandi convergenze sul Piano Mattei per l’Africa”

Si consolida il canale di dialogo tra Italia e Germania anche in capo alla visita del cancelliere Olaf Scholz a Roma. Il numero uno tedesco ha incontrato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il capo dello Stato, Sergio Mattarella. Al termine dell’incontro di Palazzo Chigi, la premier ha riassunto i temi che sono stati affrontati con uno sguardo particolarmente fiducioso per il futuro; “Il piano d’azione Italia-Germania sul quale abbiamo raggiunto intesa e che vorremo adottare nel vertice intergovernativo in Germania entro fine anno, intende rendere più regolare e intenso il nostro dialogo bilaterale a livello politico e tecnico che ci permetterà di lavorare con un approccio pragmatico su molti temi di importanza fondamentale per il futuro delle nostre nazioni: innovazione, ricerca, sviluppo, mercato del lavoro, coesione sociale, crescita ecologicamente sostenibile e protezione del clima”, la sua dichiarazione.

L’idea è quella di una collaborazione intensa per fronteggiare il problema migratorio e, soprattutto, il problema dell’approvvigionamento energetico: “Siamo d’accordo che è molto importante assicurare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, lavorare sulle infrastrutture di collegamento, particolarmente nel Mediterraneo in tema di rapporto con il Nord Africa. Lavoriamo anche a sostegno del progetto SoutH2 Corridor, che collegherà i flussi di idrogeno verde di Italia, Germania, Austria. Sfide strategiche molto importanti”, la sottolineatura di Meloni.

Con la Germania, ha poi aggiunto, la presidente dell’esecutivo ci sono “importanti convergenze” sul Piano Mattei per l’Africa che, alla luce della seconda visita ravvicinata in Tunisia nel giro di pochi giorni (questa volta domenica, assieme alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e al primo ministro olandese Rutte), diventa sempre più strategico.

Dal canto suo, il cancelliere Scholz ha evidenziato come “il potenziamento delle reti gioverà a tutti, soprattutto per la sicurezza dell’approvvigionamento energetico. Sono felice che abbiamo deciso di portare avanti lavori per una pipeline per il gas e l’idrogeno tra l’Italia e la Germania. I nostri colloqui hanno dimostrato quanto siano stretti e fiduciosi i rapporti tra i due Paesi. Sono lieto della presidenza del G7 italiana e offro il mio pieno appoggio”.

Al via a Strasburgo la plenaria del Parlamento Europeo tra metano e dibattito con Olaf Scholz

Riduzione delle emissioni di metano nel settore energetico, riforma del Patto di stabilità e nuove norme sulla sostenibilità dei prodotti. Tanti i dossier all’ordine del giorno della sessione plenaria del Parlamento europeo che si riunirà a Strasburgo fino a giovedì 11 maggio e che sarà segnata dal confronto degli eurodeputati con il cancelliere tedesco Olaf Scholz che interverrà martedì mattina in emiciclo nel consueto ciclo di dibattiti ‘Questa è l’Europa (This is Europe)’ che ormai da un anno in ogni sessione plenaria ospita un capo di stato e governo dei 27 Stati membri. Questa volta sarà il turno della Germania di Scholz. E non è una scelta casuale, dal momento che il 9 maggio ricorre anche la data simbolica della Festa dell’Europa, che celebra i 73 anni della Dichiarazione di Schuman, considerata il primo passo verso l’integrazione europea.

Prima del dibattito con Scholz, l’Europarlamento discuterà per la prima volta con la Commissione Ue sulla proposta di riforma del Patto di stabilità, avanzata da Palazzo Berlaymont la scorsa settimana. Gli eurodeputati voteranno anche su diversi dossier importanti, a partire dalle nuove regole per ridurre le emissioni (e le perdite) di metano nel settore energetico, su cui discuteranno lunedì pomeriggio alla ripresa dei lavori e voteranno martedì sul mandato per avviare i negoziati con gli Stati membri. La proposta di regolamento è stata avanzata dalla Commissione europea il 15 dicembre 2021, all’interno di un più ampio pacchetto di decarbonizzazione del mercato del gas. Il metano è tra i peggiori gas inquinanti atmosferici che contribuisce ai cambiamenti climatici: intrappola più calore rispetto alla CO2, ma si decompone nell’atmosfera più rapidamente, quindi impegnarsi per tagliare queste emissioni dovrebbe avere un impatto più rapido sul surriscaldamento globale. Oltre a petrolio, gas fossili, carbone e biometano i deputati hanno chiesto che le nuove regole includano anche il settore petrolchimico, esortando la Commissione Ue a proporre entro la fine del 2025 un obiettivo vincolante di riduzione delle emissioni di metano dell’Ue per il 2030 per tutti i settori interessati dalla normativa.

L’Europarlamento discuterà, sempre martedì, il mandato negoziale su una nuova direttiva per migliorare l’etichettatura dei prodotti e porre fine alle false dichiarazioni ambientali, ovvero le regole Ue contro il greenwashing. L’Europarlamento vuole vietare l’uso di indicazioni ambientali generiche, come “rispettoso dal punto di vista ambientale“, “naturale“, “biodegradabile“, “neutrale dal punto di vista climatico” o “eco“, quando non accompagnate da prove scientifiche.

Sul fronte agricolo, mercoledì mattina la sessione sarà aperta da un dibattito sul ruolo degli agricoltori nella transizione verde e su come sostenere il settore agricolo in modo più efficace, mentre gli eurodeputati dovrebbero dare via libera alla proroga di un altro anno della sospensione dei dazi all’importazione dell’Ue sui prodotti agricoli ucraini. In un dibattito separato, discuteranno dell’impatto delle importazioni di cereali dall’Ucraina sui prezzi dell’Ue, appena dopo l’accordo tra la Commissione Ue e Bulgaria, Polonia, Ungheria, Romania e Slovacchia per un pacchetto di aiuti da 100 milioni di euro per sostenere gli agricoltori gravati dall’eccesso di beni agroalimentari importati da Kiev. A margine dei lavori di plenaria, a Strasburgo le commissioni per il mercato interno e per le libertà civili voteranno su un progetto di norme per garantire la sicurezza e la legalità dei sistemi di intelligenza artificiale immessi sul mercato dell’Ue, con obblighi specifici per i sistemi di IA ad alto rischio e il divieto di alcune pratiche considerate inaccettabili.