ETTORE PRANDINI

Allarme Coldiretti: “Per siccità a rischio crac 250mila aziende”

Energia, siccità, difesa del Made in Italy, fondi europei e battaglia contro il Nutriscore. Sono queste le parole chiave dell’assemblea nazionale di Coldiretti. La prima, grande occasione pubblica per mettere insieme le tessere le puzzle dopo la fine della legislatura, in seguito alle dimissioni del premier, Mario Draghi. Su cui, comunque, continuano a concentrarsi le aspettative dei coltivatori diretti, anche grazie al perimetro ‘allargato’ degli affari correnti cui solitamente sono chiamati gli esecutivi dimissionari. “Abbiamo chiesto, in questo momento particolarmente drammatico, il credito d’imposta per gli energetici, partendo dal gasolio agricolo“, dice il presidente, Ettore Prandini. Aggiungendo di essere “convinto che, proprio grazie a quella continuità che il governo sta dando, riusciremo a portarlo a casa“.

Il messaggio che parte dal palco di Palazzo Rospigliosi è chiarissimo: “È strategico non sederci e osservare la campagna elettorale: dobbiamo continuare a lavorare come se la crisi di governo non ci fosse“. L’obiettivo è difendere il piano strategico nazionale, perché “è la programmazione di quello che dovremo andare a fare nei prossimi 5 anni – avvisa ancora Prandini – e qualsiasi forma di rinvio diventa perdita economica per le nostre imprese“. Anche Draghi mostra sensibilità ai temi posti sul tavolo da Coldiretti, tant’è che nel messaggio di buon lavoro inviato all’assemblea lo scrive nero su bianco: “L’agricoltura è essenziale per la crescita del nostro Paese, la salvaguardia dei territori, la tutela dell’ambiente“. Ecco perché il premier assicura che nonostante il periodo di crisi, il l’esecutivo resterà “vicino al settore“. Anzi, “siamo impegnati a contrastare il cambiamento climatico e i suoi effetti più drammatici, come la siccità” e “continuiamo ad aiutare imprese e famiglie ad affrontare le difficoltà dovute agli aumenti dei prezzi, soprattutto dell’energia“. Investendo in “un’Italia più moderna e solidale” e mettendo “aziende in condizione di poter lavorare e programmare il futuro con fiducia. Intendiamo fare la nostra parte“.

Certo, il tempo stringe. E non solo per le elezioni del 25 settembre prossimo che, praticamente, bussano alle porte. Ci sono altre criticità da affrontare con urgenza: “La campagna elettorale non fermi gli interventi necessari per garantire la sopravvivenza delle imprese agricole, gli investimenti per ridurre la dipendenza alimentare dall’estero e assicurare a imprese e cittadini la possibilità di produrre e consumare prodotti alimentari al giusto prezzo“, è l’appello lanciato da Coldiretti. Che avvisa sul “rischio di perdere 35 miliardi di fondi europei per l’agricoltura italiana nei prossimi cinque anni“, ma anche “la necessità di attuare al più presto le misure previste dal Pnrr“. In questo contesto non deve fermarsi l’azione italiana in Europa: “Sulla Pac occorre superare le osservazioni di Bruxelles e approvare in tempi stretti il Piano strategico nazionale“. Bisogna anche correre sullo sviluppo delle energie rinnovabili e sul taglio al costo del lavoro.

I prezzi delle materie prime, poi, sono una vera e propria mannaia sulla testa di produttori e consumatori. I rincari sono oltre la soglia di guardia, con aumenti che sfiorano anche punte del 250%. E poi c’è la siccità che, in combinato disposto con gli effetti della guerra scatenata dalla Russia in Ucraina, costringe circa 250mila aziende agricole italiane, un terzo del totale (34%), a produrre in perdita. Facendo salire anche i rischi di un crac drammatico. Risposte che Coldiretti attende, almeno in prima battuta anche dal governo uscente, ma con un occhio rivolto al futuro. Perché, per dirla con le parole di Prandini, “di emergenza si muore, non si sopravvive. Anche chi verrà a Palazzo Chigi avrà solo una strada, per i coltivatori diretti: programmare e investire.

Rinnovabili o nucleare? Ambiente al centro della campagna elettorale

Sul palco dell’assemblea di Coldiretti, giovedì 28 luglio, va in scena la prima, vera anteprima della campagna elettorale. A Palazzo Rospigliosi sfilano quasi tutti i leader: da Enrico Letta a Matteo Salvini, da Luigi Di Maio a Carlo Calenda, Giuseppe Conte e Antonio Tajani. Mancano solo Matteo Renzi e Giorgia Meloni, ma Francesco Lollobrigida fa comunque le veci del leader FdI. C’è anche Stefano Patuanelli, l’attuale ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, al quale la sala tributa un lungo applauso di ringraziamento che non lo lascia ‘indifferente’: “Si scaldano i cuori dei banchieri centrali, figuriamoci quelli degli ingegneri“, se la cava con una battuta che riprende quella di Mario Draghi alla Camera a poche ore dalle dimissioni. Il responsabile del Mipaaf elenca i risultati ottenuti in questi anni di collaborazione con i coltivatori diretti e si toglie pure qualche sassolino dalle scarpe. Con Calenda soprattutto, al quale lancia un messaggio: “L’agricoltura 4.0 è già una realtà e posso dire di averla fatto io, grazie alla legge di Bilancio 2019 quando ero al Mise. Se qualcuno ha il suo numero lo avvisi“.

Il suo collega di governo, ma ex di partito, Luigi Di Maio, sottolinea che l’esecutivo, seppur dimissionario, lavora a misure importanti “per abbassare ulteriormente il costo dei carburanti e delle bollette elettriche” e “sulla riduzione o azzeramento dell’Iva sui beni di prima necessità“. Perché oltre la politica c’è la vita di tutti i giorni: “Il prezzo del gas si determina ad Amsterdam, per ridurlo abbiamo bisogno del price cap, è un negoziato che cercheremo di portare ancora avanti ai tavoli internazionali. Le speculazioni hanno raggiunto livelli inimmaginabili“. Il ministro degli Esteri parla anche della strategia di approvvigionamento energetico, sottolineando che “il nemico delle rinnovabili non sono le big oil, ma la burocrazia“. Peraltro, a suo avviso, in una fase di emergenza come quella che viviamo, con il rischio che la Russia chiuda i rubinetti da un giorno all’altro, “dobbiamo utilizzare tutto ciò che possiamo per permettere agli italiani di non restare al buio e alle fabbriche di continuare a funzionare“, anche le cosiddette trivelle. Che poi è un ritorno alla produzione nazionale di gas.

Picchia duro, invece, Antonio Tajani. Il coordinatore di Forza Italia assicura che in Europa “combatteremo una battaglia fermissima a difesa del Made in Italy sul Nutriscore, notando che c’è “una bella differenza con il Nutrinform“. E’ “una questione di tutela della salute del cittadino italiano ed europeo“. Tajani, però, ne ha anche per il mondo ambientalista: “La proposta di Silvio Berlusconi di un milione di alberi in più è concreta, non pseudo-ambientalismo, fondamentalismo alla Greta Thunberg, abbiamo già la nostra religione, non abbiamo bisogno che ce la venga a imporre la nuova ‘papessa’ dell’ambientalismo“.

Per Enrico Letta, invece, “stiamo conoscendo cosa vuol dire una campagna elettorale che si apre in una condizione ambientale che ci obbliga di cambiare toni e contenuti“. Roghi, siccità e caldo soffocante, a detta del segretario Pd, “ci indicano la grande priorità e il grande tema: la salvaguardia dell’ambiente, del nostro territorio deve essere il cuore di tutto“. Infatti il leader dem mette tutti sull’avviso: “Se non siamo in grado, subito, di fare un piano invasi serio sarà un disastro. Il nostro Paese butta il 40% di acqua“.

Il leader della Lega, Matteo Salvini, poi, annuncia che in caso di vittoria del centrodestra alle prossime elezioni sarà istituito un ministero dell’Agroalimentare ad hoc. Ma allo stesso tempo rilancia un tema che, da anni, spacca in due il dibattito pubblico e politico: “Abbiamo bisogno di dighe, viadotti, energia nucleare pulita e sicura“. Ribadendo che alle urne ci sarà il confronto (o forse scontro) tra due concezioni diametralmente opposte: “Baderemo ai contenuti più che alle polemiche. La Lega è per il nucleare, la sinistra no. La Lega è per il terzo valico e la Gronda di Genova, la sinistra no“.

Sul palco della Coldiretti sale anche Conte. L’ex premier lancia messaggi al miele ai coltivatori diretti: “La nostra agenda economica è stata sempre attenta alle vostre esigenze” e “voi siete dei patrioti“. Il presidente del M5S affronta anche il tema della siccità, notando che “paghiamo la mancanza pluridecennale di una seria programmazione nella gestione delle risorse idriche” e dunque “dobbiamo lavorare sugli invasi, ammodernare quelli esistenti e rendere più efficiente la rete idrica promuovendo un uso responsabile dell’acqua“. Tocca anche il tema dei rincari dell’energia, ma lancia una stoccata all’Europa, perché a suo modo di vedere il rinvio a ottobre della discussione sul tetto massimo al prezzo del gas “non è un bicchiere mezzo pieno, è tutto vuoto. Non possiamo accontentarci, servono risultati“. Il clima di campagna elettorale è già rovente, e non solo per le temperature record.

Dl aiuti

Iva azzerata su pane e pasta: in arrivo nuovo dl Aiuti

Non c’è tempo per aspettare le elezioni. Il caro bollette morde la carne viva degli italiani e il governo Draghi, anche se dimissionario, quindi con poteri ‘limitati’, si prepara a varare il nuovo decreto con gli aiuti a famiglie e imprese. Avrà un peso consistente, circa 12-13 miliardi, ma solo per la proroga delle misure adottate negli ultimi 4 mesi. La novità su cui gli uffici del Mef stanno lavorando in queste ore è un allungamento dei tempi per confermare il taglio di 30 centesimi delle accise sui carburanti almeno fino al 31 dicembre 2022. Oggi, infatti, la deadline dell’ultimo rinnovo firmato da Daniele Franco e Roberto Cingolani è il 21 agosto: oltre quella data i prezzi finali rischiano di rischizzare inesorabilmente verso l’alto, aggravando gli effetti dell’inflazione.

Il premier ne parlerà con le parti sociali. Domani, infatti, riprendono gli incontri nonostante la crisi politica. Alle ore 10 a Palazzo Chigi sono attesi i vertici di Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Cna, Confimi, Casartigiani e Confapi. Mercoledì, sempre alle 10.00, ci sarà il nuovo confronto con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, mentre nel pomeriggio, alle 15.30, Draghi vedrà i rappresentanti di Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Alleanza cooperative, Federterziario, Confservizi, Confetra. E sono in programma incontri anche con Ania e Abi.

I tempi stringono e i rincari toccano fortemente anche – soprattutto – i generi di prima necessità. La tempesta che si è abbattuta sull’esecutivo ha rallentato quel percorso immaginato dal premier per il nuovo provvedimento, ma al momento non sembra averne frenato le intenzioni. L’idea è quella di “azzerare l’Iva su pane e pasta, ma la misura “deve essere estesa a tutti i prodotti alimentari“, rivela la vice ministra dell’Economia, Laura Castelli. Sottolineando che “l’elenco dei maxi-rincari che nell’ultimo periodo hanno interessato il comparto dell’alimentazione è lunghissimo e rende necessario in intervento che abbracci tutti i beni“. Ecco perché tra le ipotesi c’è una riduzione al 5% dell’imposta sul valore aggiunto di carne e pesce. “E’ un piano concreto e eventualmente alternativo o aggiuntivo al bonus dei 200 euro“, spiega ancora Castelli. Che anticipa: “Si stanno valutando i costi delle misure e quali sono più impattanti sulla vita degli italiani. Interverremo in questo senso nel decreto di luglio“. Già domani a Palazzo Chigi è prevista una riunione preparatoria del Cdm, in cui verranno tirate le prime somme da destinare al provvedimento.

Resta l’incognita sulle misure da adottare per mitigare l’effetto dei danni che sta provocando la siccità all’agricoltura. Prima della crisi il governo aveva dato il via libera allo stato di emergenza chiesto da Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto, mentre restano in stand by le nuove richieste che sono in arrivo da Lazio, Umbria, Liguria e Toscana. Nel perimetro del disbrigo degli affari correnti non è escluso che possa entrarci anche questo dossier, ma servirà l’appoggio del Parlamento. Per la quantificazione effettiva delle perdite, invece, il discorso sembra ormai rinviato al prossimo esecutivo, dopo le elezioni del 25 settembre. Fino al passaggio della ormai famigerata ‘campanella’, però, resta da mettere in sicurezza i passaggi del cronoprogramma per non disattendere gli impegni del Pnrr: passaggio fondamentale per accedere alle nuove tranche dei finanziamenti europei.

Senza contare che la battaglia europea per il price cap sul gas non si ferma. Anche se il percorso diventa inevitabilmente più accidentato. Come conferma il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: “Sicuramente ci metteremo il massimo impegno per arrivare a questo risultato – assicura -. Però, avendo fatto cadere il governo è molto più difficile stare ai tavoli internazionali“.

Castel Gandolfo

‘Salva un albero’: l’iniziativa anti-siccità di Castel Gandolfo

Come rispondere al caldo torrido e alla siccità? Prendendosi cura di un albero, sempre lo stesso. A Castel Gandolfo, a sud di Roma, si cerca di rispondere al problema di un’estate estrema attraverso un’iniziativa nata dal basso che intende coinvolgere la cittadinanza e portare ogni persona ad innaffiare uno dei tanti ‘tesori verdi’ di città e a bordo del lago. Si chiama ‘Salva un albero’ l’iniziativa in programma il 26 luglio, dalle 19:30 in poi, autorizzata dall’amministrazione del comune dei Castelli romani su proposta di una parte dei residenti. Lungo la strada che mette in collegamento Albano laziale, Castel Gandolfo e Marino, si trova una fontana pubblica che eroga acqua non potabile. Servirsi di questo punto di distribuzione idrica senza impattare sulle riserve per l’uomo è dunque l’idea messa a punto da cittadinanza e politica locale. Chiunque vorrà sarà autorizzato a riempire una o più taniche di acqua, per poi riversarla ai piedi dell’albero prescelto.

L’iniziativa è stata rilanciata sui social, soprattutto su Facebook. Perché la vera intenzione non è quella di limitarsi all’appuntamento del 26 luglio ma di guardare oltre. “Se l’iniziativa avrà successo si potrà ripeterla prendendosi cura sempre dello stesso albero”, spiegano gli organizzatori. In nome della tutela del patrimonio locale, si potrà dunque adottare un albero e continuare a nutrirlo ogni volta che le condizioni dovessero renderlo necessario. Un atto che coniuga senso civico e cultura ambientale. “È una cosa che fa bene al paese (che è nostro) e anche a noi, e poi non costa nulla”.

Il popolo della rete già si mobilita. C’è chi conferma la partecipazione e chi chiede la possibilità di salvare “via delega”. Tra impegni di lavoro o vacanze, qualcuno non potrà presentarsi alla fontana di via Massimo D’Azeglio, e i suggerimenti di spargere la voce e chiedere il favore di farsi sostituire non mancano. La prova del nove è dunque tutta per martedì prossimo. È in quel momento che si saprà se l’iniziativa ‘Salva un albero’ avrà quella risposta attesa o, questo l’auspicio, anche maggiore. Per cercare di sensibilizzare ancora di più, una post-scriptum all’invito a partecipare ricorda che “un albero di grandi dimensioni, lasciando evaporare alcune centinaia di litri acqua al giorno, produce un effetto di raffrescamento equivalente a 5 condizionatori d’aria operanti per 20 ore al giorno”. Salvare un albero produce anche un risparmio energetico non da poco. In tempi di caro-bollette, un fattore da non ignorare.

incendio

Anno record per incendi in Europa: bruciati già 5mila km2

I roghi che hanno imperversato durante le recenti ondate di calore in Europa dimostrano che il riscaldamento globale favorisce gli incendi boschivi, che dall’inizio dell’anno hanno già distrutto più terreni che in tutto il 2021.”La situazione è persino peggiore del previsto, anche se ci aspettavamo anomalie di temperatura grazie alle previsioni meteorologiche a lungo termine“, dichiarato a Afp Jesus San Miguel, coordinatore del Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (Effis). Per lui non ci sono dubbi: “L’ondata di calore è un fattore determinante nella situazione e chiaramente legato al riscaldamento globale“.

Nei 27 Paesi dell’Unione Europea, dall’inizio dell’anno gli incendi hanno devastato un totale di 517.881 ettari (dati del 16 luglio), pari a poco più di 5.000 km2 , equivalenti alla superficie di un dipartimento francese come Mayenne o delle isole di Trinidad e Tobago nei Caraibi. Nell’intero 2021, nonostante i numerosi incendi in Italia e Grecia, 4.700 km2 sono bruciati nei Paesi dell’Ue, secondo i dati compilati dall’Effis dal 2000.

Se la tendenza continua, il 2022 potrebbe eguagliare o superare il 2017, l’anno peggiore registrato nell’Ue da quando è stato creato l’Effis, quando sono bruciati quasi 10.000 km2 di vegetazione, superficie pari a quella del Libano.

Nei Paesi più colpiti dalle recenti ondate di calore di giugno e luglio, dall’inizio dell’anno sono bruciati quasi 40.000 ettari in Francia, rispetto a poco più di 30.000 per tutto il 2021, oltre 190.000 ettari in Spagna, rispetto a quasi 85.000 nel 2021, e oltre 46.000 in Portogallo, rispetto a oltre 25.000 nel 2021. Anche la Romania è stata colpita duramente, con 149.264 ettari bruciati rispetto ai 20.364 del 2021. Al contrario, l’Italia e la Grecia, molto colpite lo scorso anno, sono state finora risparmiate: 25.103 ettari bruciati contro i 150.552 dell’Italia, 7.810 contro i 130.058 della Grecia.

Ma con l’ondata di calore che ha colpito la parte occidentale del continente, vicino all’Atlantico, anche i Paesi non abituati a tali incendi hanno visto aumentare la superficie colpita. È il caso della Gran Bretagna, dove la temperatura ha superato i 40°C per la prima volta questa settimana. Dall’inizio dell’anno sono bruciati poco più di 20.000 ettari, rispetto ai 6.000 del 2021, secondo l’Effis.

Sapevamo che sarebbe stata un’estate difficile e ci aspettiamo che continui, non siamo nemmeno a metà della stagione degli incendi, dice San Miguel. “Prima la stagione era concentrata da luglio a settembre, ora abbiamo stagioni più lunghe e incendi molto intensi”. “Ciò che è notevole è la durata della combustione“, concorda Mark Parrington, scienziato capo del servizio europeo di monitoraggio atmosferico Copernicus (Cams). “Non è una cosa che vediamo normalmente in Europa“, continua, ma con il riscaldamento i terreni e la vegetazione si stanno seccando e “c’è molto carburante“. Con questi cambiamenti nelle condizioni fisiche, “c’è una chiara tendenza all’aumento del rischio di incendio nell’Europa meridionale e centrale“, afferma.

Questi incendi più numerosi e intensi influiscono sulla qualità dell’aria respirata dalle persone. Nel sud-ovest della Francia, il fumo, carico di particelle e biossido di azoto, è stato avvertito a Bordeaux, la cui area urbana conta più di 800.000 abitanti, e persino a Parigi, a più di 500 km di distanza. Inoltre, la combustione delle foreste emette CO2, uno dei gas serra che contribuiscono al riscaldamento globale. In quantità trascurabili in termini assoluti per l’Europa. Ma gli alberi scomparsi non assorbiranno più nemmeno il carbonio.

(Photo credits: Federico SCOPPA / AFP)

caldo

Apocalisse4800 si scatena in Italia: Oltre 40° da Nord a Sud

L’anticiclone africano Apocalisse4800 ha conquistato l’Europa e non accenna a lasciar spazio a temperature meno roventi. Dopo aver portato record assoluti di caldo in Inghilterra (oltre i 40°C per la prima volta nella storia), Scozia, Galles, Irlanda e valori roventi anche in Portogallo, Spagna, Francia, Belgio, Olanda e Germania, si rinforza sull’Italia. Inizia una fase storica anche sul nostro Paese con massime diffuse fino a 40/42°C: le temperature saliranno prima al Nord e sul versante tirrenico, per estendersi poi anche al Centro e al Sud.

Le condizioni biometeorologiche saranno molto simili a quelle di agosto 2003. Nelle giornate roventi con 40°C, si stima che nelle auto parcheggiate al sole si possano raggiungere i 60°C.

Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito ilmeteo.it, invita alla massima prudenza nella fase più calda dell’anticiclone: la prossima settimana potrebbe arrivare una leggerissima flessione delle temperature al Nord ma dall’inizio di agosto potrebbe emergere un’ulteriore nuova minaccia nordafricana.

L’intenso caldo afoso continua a causare disagi livello economico, sociale e ambientale. Secondo Coldiretti, circa 12 milioni di italiani soffrono di insonnia con ansia, nervosismo, malumore, mal di testa e tensione muscolare acuite dalle alte temperature anche durante la notte. Una situazione di destinata ad acuirsi in un 2022 che in Italia si classifica nel primo semestre come l’anno più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica, ma si registrano anche precipitazioni praticamente dimezzate lungo la Penisola.

La tendenza al surriscaldamento è evidente nel nostro Paese, dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende – continua la Coldiretti – nell’ordine il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020.

Il mix esplosivo di caldo e siccità – al quale si somma spesso l’azione dolosa dell’uomo – favorisce il moltiplicarsi di incendi che da giorni bruciano ettari di terreno in tutta Italia. Ogni rogo – stima la Coldiretti – costa agli italiani oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate. Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno infatti fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo.

Incendio

L’Europa brucia: in fiamme Francia e Spagna. 40°C in Gran Bretagna

Nel Regno Unito è arrivato il temuto record: una temperatura che, per la prima volta, ha superato i 40 gradi. Il Paese, come il resto dell’Europa occidentale, è stato colpito da un’ondata di caldo eccezionale, che sta alimentando decine di incendi, in particolare in Francia e Spagna. Gli scienziati ritengono che l’aumento di temperatura sia una conseguenza diretta della crisi climatica e delle emissioni di gas serra, che ne intensificano durata e frequenza.

Secondo l’agenzia meteorologica Met Office, il massimo storico di 40,2° è stato registrato alle 11.50 all’aeroporto di Heathrow, nella zona ovest di Londra. Il precedente record è stato di 38,7 gradi nel luglio 2019, già superato oggi in mattinata, con oltre 39°C registrati nel sud di Londra.

Il ministro dei Trasporti Grant Schapps ha confessato alla BBC che il sistema di trasporto pubblico di epoca vittoriana del Paese non è in grado di far fronte a queste temperature.

Per la prima volta, l’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito ha emesso un’allerta di livello 4, il più alto, l’equivalente di un’emergenza nazionale. Sul piano politico, il governo è stato accusato di aver preso il fenomeno sottogamba: il primo ministro dimissionario Boris Johnson è stato criticato per aver saltato, domenica scorsa, una riunione di emergenza sulla crisi preferendo partecipare a una festa di addio nella sua seconda casa, mentre l’ordine dei medici ha condannato le parole del vice primo ministro Dominic Raab, che ha consigliato ai britannici di “godersi il sole“.

Gli attivisti ambientalisti del gruppo Extinction Rebellion hanno sfondato le finestre di News UK, che pubblica il tabloid The Sun, questa mattina per protestare contro il modo in cui alcuni media stanno trattando la notizia dell’ondata di caldo. “Il Sun ha scelto di mettere in prima pagina immagini di donne in bikini, spiagge e bambini felici con il gelato“, ha dichiarato il gruppo. Un altro tabloid, il Daily Express, ha pubblicato lunedì il titolo ‘Non è la fine del mondo, state calmi e andate avanti’.

Nella vicina Irlanda, lunedì a Dublino c’erano 33 gradi, la temperatura più alta dal 1887.

Nel resto d’Europa, ieri i Paesi Bassi hanno registrato il giorno più caldo dell’anno, con temperature che hanno raggiunto i 35,4°C a Westdorpe. Le temperature potrebbero raggiungere i 39°C nel sud e nel centro del Paese, avvicinandosi al record nazionale (40,7 gradi il 25 luglio 2019).

Secondo l’Istituto Meteorologico Reale (RMI), anche il Belgio teme di raggiungere temperature record oggi, con il termometro che in alcuni punti salirà a 40°C.

In Francia, dopo i numerosi record registrati ieri, la temperatura dovrebbe scendere significativamente oggi sulla costa atlantica e l’ondata di calore si sposterà a Est. Il Paese sta ancora affrontando due grandi incendi nella regione di Bordeaux, che hanno già distrutto 17mila ettari di foresta.

Il caldo estremo soffoca anche la Spagna da più di una settimana, causando numerosi incendi. Ieri, quasi tutto il Paese è rimasto sotto un’allerta a “rischio estremo“. “Il cambiamento climatico sta uccidendo le persone (…) ma anche il nostro ecosistema, la nostra biodiversità“, ha dichiarato il presidente del governo Pedro Sanchez.

In Portogallo, ieri circa 800 vigili del fuoco combattevano ancora contro quattro incendi nel centro e nel nord del Paese. Secondo la protezione civile, le fiamme hanno causato quattro morti, cinque feriti gravi e l’evacuazione di 960 persone in 10 giorni.

Secondo la Commissione europea, circa la metà del territorio dell’Ue è attualmente a rischio di siccità a causa della prolungata mancanza di precipitazioni, che sta mettendo paesi come Francia, Romania, Spagna, Portogallo e Italia a rischio di riduzione dei raccolti.

siccità

Europa senz’acqua con economia sotto stress. Grave il Nord-Italia

Caldo e siccità mordono sempre di più, attivando un ulteriore campanello d’allarme sul fenomeno del surriscaldamento globale e del cambiamento climatico, e mettendo in difficoltà l’economia. La carenza d’acqua pone sfide per l’agricoltura, ma rappresenta un problema per il più ampio tessuto produttivo. È il caso dell’Italia, a cui il rapporto ‘Siccità in Europa – luglio 2022’ del Centro comune di ricerca della Commissione europea dedica una sezione. Perché se è vero a livello generale che “la riduzione del volume d’acqua immagazzinato ha avuto un grave impatto sia per l’energia idroelettrica che per i sistemi di raffreddamento di altre centrali elettriche”, questo lo è ancor più nel nord del Paese. Qui “è stata colpita dalla siccità soprattutto nella parte settentrionale dell’Italia, dove si trova la maggior parte di capacità installata”.

All’istituto Ue non sfugge che le cinque regioni settentrionali dove è già stata ufficialmente dichiarata l’emergenza, vale a dire Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, insieme valgano il 51% del Prodotto interno lordo nazionale. Si teme dunque una ripercussione economica. Gli ultimi dati disponibili mostrano livelli di serbatoi idroelettrici con capacità stoccata di 1.375 Gigawattora, pari al 34,8% in meno rispetto al valore minimo sugli ultimi otto anni. L’anno scorso i serbatoi registravano una capacità immagazzinata per 2.110 Gigawattora. Numeri che danno la dimensione di un problema che non è solo climatico.

Non c’è un problema Italia, ma potrebbe esserci e questo è evidente, data la situazione. Ma è tutto il Vecchio continente a dover far i conti con una morsa del caldo che non accenna a mollare la presa. In tutto il territorio dell’Unione europea “le condizioni di severa siccità che sta colpendo molte regioni europee dall’inizio dell’anno continuano a espandersi e peggiorare. Il risultato di queste tendenze è che “condizioni asciutte più del normale sono previste per i prossimi tre mesi in larghe aree” d’Europa, con serie possibilità di stress idrici difficili da gestire. “Le forniture di acqua per i prossimi mesi potrebbero essere compromesse”, denuncia lo speciale rapporto, che contiene un censimento da crisi.

Lo stress idrico e termico sta causando un calo delle rese dei raccolti, in una prospettiva già negativa per i cereali e altre colture. Francia, Romania, Spagna, Portogallo e Italia “dovranno probabilmente far fronte a questo calo delle rese agricole”, a riprova che non c’è solo lo Stivale in una situazione di criticità. In misura diversa, anche Germania, Polonia, Ungheria, Slovenia e Croazia sono interessate dal clima bollente. Più di un terzo degli Stati membri dell’Ue è alle prese col clima impazzito, che fa paura. L’analisi dell’evoluzione e dell’incidenza della siccità prolungata nell’Ue mostra che “una parte preoccupante” del territorio è attualmente esposta a livelli di allarme (il 46% dell’Ue) e di allerta (11% dell’Ue) siccità, associati a un deficit di umidità del suolo e allo stress della vegetazione. Da Bruxelles arriva l’appello a politiche di mitigazione. “Il cambiamento climatico sta aumentando il rischio di gravi siccità”, scandisce Mariya Gabriel. Dalla commissaria per l’Innovazione e la ricerca, un richiamo alle responsabilità della politica, nazionale ed europea.

(Photo credits: Fabrice COFFRINI / AFP)

Incendio

Oggi ‘Apocalisse’ di 40°C in tutta Europa e l’Italia si infuoca

L’ondata di caldo che ha attraversato l’Europa occidentale negli ultimi giorni, causando numerosi incendi boschivi, porterà temperature record in Francia e Gran Bretagna oggi, con picchi di 40° gradi.

Questa giornata potrebbe addirittura essere una delle più calde mai registrate in Francia: le temperature massime saranno ovunque superiori ai 30°C e tra i 38 e i 40°C in gran parte del Paese.

Il caldo sta aumentando, l’ondata di calore si sta diffondendo in tutto il Paese“, avverte l’istituto Météo-France, che prevede di vedere molti record di temperatura superati, in particolare nell’ovest e nel sud-ovest.In alcune zone del sud-ovest è un’apocalisse di caldo che oggi potrebbe raggiungere i 44° in alcune località, seguito da una “notte torrida“.

Il picco di questa 45esima ondata di calore registrata in Francia dal 1947 è previsto sulla costa atlantica, in particolare in Bretagna, finora protetta dalle insenature oceaniche.

Come conseguenza di questa ondata di calore, potrebbero comparire picchi di inquinamento atmosferico. Oggi è previsto un peggioramento delle concentrazioni di ozono, già sostenute, in particolare sull’arco atlantico e nel sud-est del Paese, secondo Prev’air, la piattaforma nazionale di previsione della qualità dell’aria.

Nel Regno Unito, l’Agenzia meteorologica nazionale ha emesso il primo allarme ‘rosso’ per caldo estremo, che significa “rischio di vita. Il Met Office ha avvertito che oggi o domani le temperature potrebbero superare per la prima volta i 40 gradi nell’Inghilterra meridionale.

Il governo britannico è stato accusato di aver trascurato la situazione, dopo che il primo ministro dimissionario Boris Johnson ha saltato una riunione di crisi sull’argomento a Downing Street e il suo ministro della Giustizia Dominic Raab è sembrato compiacersi che per la prima volta in Inghilterra si siano superati i 40 gradi.

L’ondata di caldo ha fatto sentire i suoi effetti anche in Spagna. Ieri, un uomo di 50 anni è morto per un colpo di calore, con una temperatura corporea di 40°C, a Torrejon de Ardoz, vicino a Madrid. Un operaio stradale di 60 anni era morto il giorno prima nella capitale per lo stesso motivo.

Domenica il termometro ha raggiunto i 39° a Madrid, i 39,7° a Siviglia (sud) e i 43,4° a Don Benito, vicino a Badajoz (ovest).

Questa ondata di calore è la seconda in appena un mese in Europa. Secondo gli scienziati, l’aumento di questi fenomeni è una conseguenza diretta del riscaldamento globale, con le emissioni di gas serra che ne aumentano l’intensità, la durata e la frequenza.

Questo porta a incendi boschivi che hanno già causato la morte di diversi membri dei servizi antincendio e di soccorso, l’ultimo dei quali è un vigile del fuoco morto per ustioni nella provincia di Zamora (Spagna nord-occidentale). In Francia, Portogallo, Spagna e Grecia sono andati bruciati migliaia di ettari di foresta e molti abitanti e turisti hanno dovuto abbandonare le loro case.

INCENDI IN TUTTA ITALIA

In Italia continuano a divampare gli incendi, complici le alte temperature e la mancanza di piogge. Dagli ultimi dati dell’EFFIS, il sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi della Commissione Ue emerge che, dall’inizio dell’anno, nel nostro Paese sono andati in fumo ben 229,30 chilometri quadrati di boschi e foreste a causa di 204 roghi di importanti dimensioni. La superficie rappresenta circa il 15% del bilancio degli incendi dell’intero 2021 (che si chiuse con addirittura 1.505,52 kmq bruciati per un totale di 659 roghi) e circa il 40% degli incendi del 2020 (che fece registrare invece 538,07 kmq bruciati e 498 roghi).

Secondo Greenpeace, “eventi meteorologici estremi causati dai cambiamenti climatici come la siccità e le trombe d’aria, che facilitano la diffusione degli incendi, sono sempre più frequenti e intensi”. “Per non trovarci in una continua emergenza – afferma Martina Borghi, campagna Foreste dell’organizzazione – bisogna lavorare sulla prevenzione e scongiurare la catastrofe climatica riducendo le emissioni di gas serra”.

(Photo credits: THIBAUD MORITZ / AFP)

Siccità

Ora l’Europa ha sete. Italia al collasso idrico, crolla produzione agricola

C’è un elemento nuovo, che unisce l’Europa continentale e mediterranea: la siccità che, oltre all’Italia, sta colpendo pesantemente Spagna, Francia e ora anche la Germania. Un’Europa completamente a secco quella che sta attraversando l’ennesima ondata di calore che, questa volta, sarà particolarmente intensa. Dieci giorni nella morsa del caldo proveniente dall’Africa del nord con temperature che potranno raggiungere i 16 gradi oltre la media. Della pioggia nemmeno l’ombra, se non in Scandinavia, Austria e Slovenia. In Italia lo zero termico sarà a 5200 metri: non ci saranno temperature sottozero in nessuna zona del Paese e si attendono nuovamente massime record fino a 10°C anche sul Monte Bianco. Giovedì sono attesi 37/38° in Pianura Padana. E la prossima settimana sarà anche peggio.

L’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche, nel corso della consueta riunione, ha fatto il punto sulla situazione della Penisola, da cui è emerso un quadro non certo rassicurante. A pagare il prezzo più alto è ancora una volta il nord, dove i laghi stanno vivendo una situazione drammatica. Il lago di Como ha registrato il record storico negativo (-cm. 39,5 sullo zero idrometrico) e ora dovrà essere regolato in equilibrio tra afflussi e deflussi per garantire le condizioni minime di vivibilità ecosistemica. Resta epocale la magra del fiume Po, le cui portate, nel Delta, sono fino al 60% inferiori a quelle di allarme per il cuneo salino, che ormai ha raggiunto i 30 chilometri dalla foce, pregiudicando gli utilizzi idrici in tutta l’area. Soffrono i fiumi come la Dora Baltea, il Sesia, il Tanaro, i torrenti del Canavese, in Piemonte, l’Adige, il Livenza, il Secchia. Webuild ha annunciato che a Chiomonte, dove si trova il cantiere della Tav, le acque di ruscellamento del tunnel – cioè le acque naturali della montagna raccolte nel primo tratto della galleria della Maddalena – saranno impiegate per irrigare le vigne dell’area.In Lombardia, come ha ricordato il governatore Attilio Fontana, “le ultime riserve d’acqua per l’agricoltura si stanno esaurendo e oltre il 25-30 luglio non possiamo andare“.

Già, l’agricoltura. Secondo i dati di Coldiretti, oltre un terzo delle produzioni nazionali è andato perso. Mais e foraggi per animali registrano -45% mentre riso e frumento duro sono crollati del 30%. Sono 332mila le imprese agricole a rischio, cioè il 46% del totale e 11 aziende su 100 sono sul punto di cessare la propria attività. Dati che incidono – e molto – anche sui prezzi. La Commissione europea nelle previsioni economiche d’estate ha annunciato che “la grave siccità nel nord Italia aggraverà l’impennata dei prezzi dei generi alimentari per i consumatori“. Ma non solo. Anche a monte i costi sono schizzati alle stelle. Il prezzo dei mangimi è aumentato del 90%, quello dei concimi addirittura del 170% e sui campi pesano anche i rincari del gasolio, del vetro, del tetrapack, del cartone e della plastica.

Nel centro Italia il Lazio è ormai al collasso idrico. “L’evoluzione più evidente – spiega Anbi – si registra nell’hinterland di Roma, dove già da una settimana sono bloccati i prelievi dal lago di Bracciano, evocando la grave crisi del 2017“. È ancora “sotto traccia” la gravità della situazione nel lago di San Casciano, il cui livello si è abbassato di 5 metri rispetto allo scorso anno, mancando all’appello ben 1.250.000 metri cubi d’acqua. Inoltre, riferisce l’Osservatorio, gli scarsi apporti idrici dal fiume Elvella riducono la diluizione dei solfiti dalle vicine terme di San Casciano, facendo temere problemi per la potabilizzazione svolta dall’Acquedotto del Fiora a servizio dell’area. Continuano a calare i livelli del lago di Nemi, nonché dei fiumi Tevere ed Aniene, così come dei corsi d’acqua nel bacino del Liri, ai minimi in anni recenti. Ma tutto il centro è in situazione di estrema gravità, dalla Toscana – dove sono stati sospesi i prelievi dal Lago di Chiusi – alle Marche, dove calano ancora i fiumi Potenza ed Esino.

In Sardegna e Sicilia la situazione è sotto controllo, ma in Basilicata l’acqua trattenuta negli invasi è diminuita di 15 milioni di metri cubi in una settimana e in Campania resta una condizione di Siccità consolidata nel bacino idrografico del Liri-Garigliano e Volturno.

Ora è necessario davvero accelerare. Massimo Gargano, direttore generale di Anbi ha ricordato che “persiste un ingiustificato scollamento tra affermazioni di principio e scelte politiche conseguenti. Ogni giorno che passa non solo aumenta l’esposizione del Paese alle conseguenze dei cambiamenti climatici, ma riduce le possibilità di utilizzare compiutamente le risorse del Next Generation EU, che prevede la realizzazione e rendicontazione delle opere entro il 2026 con una determinante verifica sugli iter procedurali a fine 2023“.

(Photo credits: Marco SABADIN / AFP)