‘Make Europa great again’ perché Bruxelles non può più dormire

Non ce ne vorrà il 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, se prendiamo a prestito il claim della sua campagna elettorale e lo adattiamo a questioni di casa nostra. Perché mai come adesso che è ri-diventato il capo della nazione più potente del pianeta, è indispensabile un risveglio da parte di chi a Bruxelles sta nella stanza dei bottoni. Eccoci dunque alla composizione del ‘Make Europa great again’, che è quasi un obbligo per non soccombere nel futuro prossimo e per ridare forza gravitazionale e non posticcia al Vecchio Continente.

Ancorché appesantita dalla crisi di Germania e Francia, ancorché mai veramente unita ma troppo spesso divisa da interessi di campanile, l’Europa deve tornare a essere importante senza la spocchia di sentirsi la migliore di tutti perché è tristemente svanito quel tempo dorato. Va sempre ricordato che mentre a Washington si scuciono e ricuciono i destini del mondo, in contemporanea a Bruxelles si tiene l’audizione del commissario alla pesca. Che, con tutto il rispetto, ci proietta in una dimensione quasi grottesca. La sensazione, infatti, è che mentre il vice-presidente (non nominato e non eleggibile perché sudafricano ma sostanzialmente designato dal tycoon) Elon Musk spara razzi sulla Luna e pensa alla conquista di Marte, qualcuno giocherella ancora con procedure burocratiche da ‘ancien regime’. Dicevano i latini, che proprio stupidi non erano: ‘dum differtur vita transcurrit’, che sarebbe un altro claim azzeccatissimo non avesse però un’accessibilità culturale di pochi. In sintesi, mentre rinvii, il tempo scorre.

Dunque: l’Europa deve destarsi dal Grande Sonno e deve farlo perché il nuovo inquilino della Casa Bianca non ci considera alleati ma sostanzialmente concorrenti. E, come tali, verremo trattati nei prossimi quattro anni, a cominciare dai dazi che intende applicare a stretto giro fino alle politiche energetiche che tengono in ostaggio l’Unione europea e, di conseguenza, le nostre industrie. Dal Gnl al petrolio, sulla base delle prevedibili connessioni commerciali con la Russia dell’amico Putin, che fine farà l’Europa? Bella domanda, che resta per il momento senza risposta ma che non può trovare Bruxelles ancora intorpidita dal sonno e dalle audizioni con il commissario sulla pesca. Tanto per capirsi, il dollaro vola, gli indici Dow Jones e Nasdaq viaggiano in positivo: sono le conseguenze dell’effetto Trump.

Sul tema climatico pare poi non ci sia possibilità di mediazione, The Donald è un negazionista per interesse di patria: ha già anticipato la ri-uscita dagli accordi di Parigi del 2015 e guarda alla prossima Cop29 come una inutile kermesse ideologica. Il paradosso è che il suo principale sponsor elettorale, Musk, è il paladino/produttore dell’auto elettrica, la Tesla. Tesla che ha come secondo mercato di vendita la Cina e che viene prodotta anche nella gigafactory di Shanghai. Paradossi, sì, e giochi ad incastri, con la fortuna per l’Italia del rapporto speciale tra la premier Giorgia Meloni e il visionario Musk. Metterà una buona parola, Elon?

Transizione ecologica e decarbonizzazione non possono essere terminologie che riguardano solo i 27 paesi membri dell’Unione ma devono essere ‘esportati’ anche al di là dell’Oceano. E a Pechino. E in India. Ma con lungimiranza e buonsenso, senza ideologie. Trump ne riderebbe. O riderà.

Usa, Leonardo favorita con successo Trump. Enel e Stellantis in pole se vince Harris

Domani mattina conosceremo chi guiderà gli Stati Uniti per i prossimi 4 anni. E secondo gli analisti, se vincerà Kamala Harris o Donald Trump le presidenziali americane, cambieranno le prospettive economiche delle aziende italiane, nonché delle materie prime agricole e ovviamente dell’euro.


Un successo di Trump potrebbe portare vantaggi a certe aziende italiane, in particolare quelle attive nel settore della difesa. Secondo Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia, Donald ha storicamente promosso un forte incremento della spesa militare, anche durante il suo mandato (2017-2021). In caso di sua vittoria, ci si aspetta che intensifichi la pressione sui paesi europei per rispettare gli impegni finanziari verso la Nato, portando addirittura a un possibile aumento delle spese militari, dal 2% al 3% del Pil. Le tensioni geopolitiche, come la guerra in Ucraina, le crisi in Medio Oriente e le relazioni con la Cina, potrebbero giustificare questa spinta. In questo scenario, dunque, la Leonardo potrebbe beneficiare di un aumento degli investimenti nel comparto. Tuttavia, Diodovich avverte che politiche protezionistiche come i dazi, promosse da Trump, potrebbero avere effetti negativi su altri settori italiani, come il lusso e l’agroalimentare, che hanno una forte esposizione al mercato statunitense.


Una vittoria di Kamala Harris, vicepresidente uscente, favorirebbe – secondo lo strategist di Ig Italia – invece aziende italiane nei settori delle energie rinnovabili e dell’automotive elettrico. Harris ha espresso un forte impegno verso le politiche green e la transizione energetica, e se fosse eletta, le aziende italiane come Enel, Erg, e A2a potrebbero beneficiare di un potenziamento degli investimenti e delle collaborazioni nell’ambito delle energie rinnovabili negli Stati Uniti. Nel settore automobilistico, con il crescente focus sulla sostenibilità e la riduzione delle emissioni, le politiche di Harris potrebbero incentivare l’adozione di veicoli elettrici, dando una spinta a tutto il comparto. In particolare, aziende italiane come Ferrari e Stellantis, che stanno investendo notevolmente nell’elettrificazione dei propri veicoli, potrebbero trarre vantaggio da un mercato statunitense più favorevole alla mobilità sostenibile.


Anche i mercati finanziari potrebbero risentire delle elezioni presidenziali. Per Diodovich, una vittoria di Trump potrebbe far aumentare le pressioni inflazionistiche, portando la Fed a un atteggiamento più “hawkish” (più orientato all’aumento dei tassi d’interesse), con un conseguente rialzo dei rendimenti dei Treasuries e una discesa dei prezzi dei titoli di stato. I Btp italiani, quindi, potrebbero essere influenzati negativamente, con un aumento dei rendimenti e una diminuzione dei prezzi. Al contrario, con la vittoria di Kamala Harris, non si prevedono movimenti significativi sui mercati obbligazionari.


Un settore cruciale per gli Stati Uniti e per l’Italia è poi l’agricoltura, soprattutto per quanto riguarda le esportazioni statunitensi di mais, soia e grano. Negli ultimi anni, i prezzi delle materie prime agricole sono scesi drasticamente, e il nuovo presidente dovrà affrontare un contesto di bassi prezzi e redditi agricoli in calo. Sebbene le proiezioni di esportazione per la stagione 2024-2025 siano in aumento, esistono incertezze legate alle politiche protezionistiche, in particolare per quanto riguarda le forniture alla Cina, che è uno dei principali partner commerciali per le esportazioni agricole statunitensi. Trump ha già sostenuto l’introduzione di tariffe più elevate e il Trump Reciprocal Trade Act, che darebbe priorità ai produttori statunitensi. Le fonti di mercato prevedono che un suo ritorno alla Casa Bianca possa comportare il ritorno di dazi e controdazi dalla Cina, con un impatto diretto sul commercio agricolo.


Kamala Harris, invece, pur mantenendo una linea dura contro le “pratiche commerciali sleali” di paesi come la Cina, ha promesso di diversificare i mercati di esportazione degli Stati Uniti. Entrambi i candidati, inoltre, hanno espresso sostegno per i biocarburanti, un settore che potrebbe beneficiare di politiche favorevoli, ma Harris ha dimostrato una visione più orientata alla sostenibilità, proponendo investimenti per promuovere pratiche agricole “climate-smart”.


Le elezioni americane, infine, avranno un impatto anche sull’Europa. Elliot Hentov di State Street Global Advisors sottolinea che una vittoria di Trump potrebbe portare a un apprezzamento del dollaro, mentre la vittoria di Harris potrebbe favorirne un deprezzamento. Se i repubblicani dovessero vincere anche al Congresso, l’effetto sul dollaro potrebbe essere decisivo, con ripercussioni sul commercio e sulla competitività dell’Europa. In particolare, un dollaro forte potrebbe risultare vantaggioso per l’Europa, se i negoziati commerciali con gli Stati Uniti dovessero portare a un accordo.

Con almeno 130 morti, l’uragano Hélène entra nella campagna elettorale Usa

Con un bilancio provvisorio di 130 morti e la devastazione del sud-est degli Stati Uniti, l’uragano Hélène è entrato nella campagna presidenziale, con Donald Trump che ha attaccato la gestione del disastro da parte dell’amministrazione Biden. L’entità dei danni causati dall’uragano, che ha colpito la Florida giovedì sera prima di attraversare altri Stati, rimane difficile da stabilire. Diverse aree rimangono inaccessibili e prive di rete telefonica ed elettrica. Centinaia di persone risultano ancora disperse in seguito al maltempo, seguito da inondazioni improvvise. La Georgia e la Carolina del Nord, due Stati particolarmente colpiti da questa catastrofe naturale, sono tra i sette Stati cardine che potrebbero influenzare le elezioni presidenziali del 5 novembre.

Donald Trump ha visitato lunedì Valdosta, una comunità colpita dal disastro in Georgia. Il candidato repubblicano alle elezioni presidenziali di novembre si è impegnato a “portare molte forniture di soccorso, tra cui carburante, attrezzature e acqua” a chi ne ha bisogno. Ha annunciato di aver chiesto a Elon Musk, il capo di SpaceX a cui è molto legato, di distribuire il suo servizio internet satellitare Starlink nella regione. “Lo Stato federale non è reattivo”, ha sbottato l’ex presidente, che in precedenza aveva accusato il governo e le autorità democratiche della Carolina del Nord di “non aiutare deliberatamente le persone nelle aree repubblicane”. “Sta mentendo”, ha replicato un virulento Joe Biden. “Quello che mi fa arrabbiare è che insinua che non stiamo facendo tutto il possibile. Non è vero ed è irresponsabile”.

Il presidente uscente Joe Biden ha messo da parte le critiche dei repubblicani sulla sua gestione della crisi. “Ho passato almeno due ore al telefono ieri, come il giorno prima”, ha replicato, assicurando che le autorità federali sarebbero state “presenti per tutto il tempo necessario“. Il democratico ha anche annunciato che mercoledì si recherà in North Carolina. In precedenza aveva indicato che non avrebbe viaggiato fino a quando questo avrebbe potuto disturbare le operazioni di soccorso.

Indossando il suo solito berretto rosso, Donald Trump ha anche preso di mira direttamente la sua rivale democratica Kamala Harris, criticandola per essere “fuori città, in campagna elettorale”, prima di affermare lui stesso che non era il momento “di parlare di politica”. Tuttavia, la vicepresidente ha cancellato gli eventi della campagna elettorale per tenere un incontro sul disastro lunedì e ha annunciato che si sarebbe recata sul posto a breve.

Negli Stati colpiti, i soccorritori continuano a lavorare duramente per cercare di trovare i sopravvissuti e portare cibo alle persone colpite dal disastro, alcune delle quali sono state tagliate fuori dal resto del mondo. Nei monti Appalachi meridionali, Hélène ha causato inondazioni improvvise, con danni impressionanti. Le immagini di Asheville, nella Carolina del Nord, mostrano quartieri cancellati dalla mappa e strade distrutte dal fiume in piena. Non essendo possibile accedere alle strade, le autorità stanno inviando aiuti, acqua e cibo per via aerea. Almeno 130 persone hanno perso la vita, di cui 57 in North Carolina, 29 in South Carolina, 25 in Georgia e 14 in Florida, secondo un rapporto compilato dall’AFP sulla base delle dichiarazioni delle autorità locali.

Per Joe Biden, “non c’è dubbio” che questa devastazione sia dovuta al cambiamento climatico che, riscaldando le acque del mare, rende più probabile una rapida intensificazione delle tempeste e aumenta il rischio di uragani più potenti, secondo gli scienziati. Lunedì sera, più di 1,6 milioni di case e aziende erano ancora senza elettricità, secondo il sito web dedicato ai blackout. “Questa è una tempesta senza precedenti”, ha dichiarato il governatore democratico della Carolina del Nord, Ray Cooper, descrivendo il “tributo emotivo e materiale indescrivibile”. Ha smentito le accuse di Donald Trump secondo cui le vittime repubblicane sarebbero state trascurate: “Se avete bisogno di aiuto, ve lo forniremo”, ha assicurato. “Se mai c’è stato un momento per unirsi e mettere da parte la politica, è questo”.