Ue centra l’obiettivo stoccaggi pieni all’80%. Ma continua riempimento
Con due mesi d’anticipo il target dell’Unione europea è stato raggiunto, almeno a livello medio tra i Paesi membri. Le riserve sotterranee di gas dell’Ue sono già piene oltre l’80% per cento della propria capacità, così come da obiettivi comuni sugli stoccaggi al primo novembre 2022 (per arrivare poi al 90% a partire dall’inverno 2023). Lo ha annunciato al Baltic Sea Energy Security Summit di Marienborg la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, lo ha ribadito la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson: “Gli Stati membri e le aziende hanno fatto un ottimo lavoro“, ma ora “non dobbiamo fermarci, continueremo a riempirli“.
Secondo quanto emerge dalla piattaforma indipendente europea (Gas Infrastructure Europe – AGSI+), che certifica il dato con due giorni di ritardo, già lunedì (29 agosto) la media Ue aveva sfondato di 0,17 punti percentuali la soglia psicologica dell’80%, con Portogallo, Polonia e Francia a guidare la classifica (rispettivamente al 100%, 99,54% e 91,54%), mentre l’Italia continua ad aumentare la propria quota di riempimento (81,93%) dopo aver raggiunto l’obiettivo minimo per il 2022 esattamente una settimana fa. Sono otto i Paesi membri che devono ancora allinearsi ai target Ue entro il primo novembre: se per Slovacchia (79,38%), Paesi Bassi (77,93%), Croazia (76,3%) e Romania (72,69%) ci si aspetta nelle prossime settimane il raggiungimento della soglia richiesta sul riempimento degli stoccaggi di gas, Austria (66,06%), Ungheria (63,19%), Bulgaria (60,91%) e Lettonia (54,97%) dovranno accelerare i propri sforzi, in un momento critico per lo scenario energetico dell’Unione.
“Continuiamo a riempire i punti in cui il livello è ancora più basso e implementiamo il piano di riduzione della domanda dell’Ue – è stata l’esortazione della commissaria Simson -, questo ci aiuterà a superare l’inverno in sicurezza“. L’obiettivo è prepararsi a livello nazionale a uno scenario di completa interruzione delle forniture di gas da parte della Russia, tenendo piene le riserve e presentando misure di risparmio della domanda. Lo scenario è più che realistico considerate le tensioni tra Bruxelles e Mosca per la guerra in Ucraina e l’interruzione delle forniture di gas da parte del colosso energetico russo Gazprom per “lavori in una stazione di compressione nel nord della Germania“, che dovrebbero durare fino al 3 settembre.
A livello comunitario Italia e Germania sono i principali importatori di gas in Ue e – insieme a Francia, Paesi Bassi e Austria – anche i Paesi a concentrare la maggior parte della capacità di stoccaggio in tutta l’Unione (l’Italia pari a 197,7 terawattora, mentre la Germania di 245,3 terawattora). Sono 18 su 27 gli Stati membri Ue che dispongono di impianti di stoccaggio del gas (e rappresentano circa il 27% del consumo annuale di gas comunitario): Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Lettonia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Spagna, Svezia e Ungheria. Un terzo invece non dispone di proprie capacità nazionali (Cipro, Finlandia, Grecia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo e Slovenia) e, in caso di stop delle forniture da Mosca, dovrà fare affidamento sulle strutture degli altri Stati membri. Il gruppo europeo di coordinamento sul gas (che fa capo alla Commissione europea) sta lavorando per rafforzare la cooperazione regionale tra i Ventisette attraverso task force e Bruxelles continua a esortare i governi a siglare accordi di solidarietà bilaterale come quello tra Italia e Slovenia, uno dei sei attualmente in vigore.