Allarme dell’Ue: “Con eventi meteo sempre più estremi, rischi per salute ed economia”
“Gli eventi meteorologici estremi rappresentano un rischio maggiore per la natura, gli edifici, le infrastrutture e la salute umana. Questi eventi, che si prevede aumenteranno in frequenza e intensità a causa del cambiamento climatico, stanno già causando danni e perdite sostanziali. Dobbiamo adattarci e prepararci alla vita in un clima che cambia”. A lanciare l’allarme – o appello – è l’Agenzia europea dell’Ambiente (Aea) che ha ricordato come l’estate scorsa sia stata la più calda mai registrata a livello globale. “Oltre 460 mila ettari di foresta sono stati distrutti dagli incendi” e “gli ultimi dati per aprile e maggio 2024 mostrano che anche quest’anno potrebbe battere nuovi record”, ha scritto l’Agenzia in un approfondimento.
Secondo i dati dell’Aea, negli ultimi decenni, l’Europa è stata colpita da rischi naturali frequenti e gravi legati alle condizioni meteorologiche e al clima, come siccità, incendi boschivi, ondate di caldo, tempeste e forti piogge. E “i cambiamenti climatici renderanno questi eventi ancora più intensi e frequenti”. L’Agenzia precisa che le temperature estreme non hanno solo un impatto sulla salute dei gruppi vulnerabili, ma causano anche disturbi del sonno per tutti. Inoltre, “fiumi e laghi si stanno prosciugando, con conseguenze su tutta la vita che da essi dipende” e “anche i terreni stanno diventando più secchi, aumentando il rischio di incendi e riducendo la produttività agricola”. E mentre la siccità colpisce alcune parti d’Europa, altre sono interessate “da forti acquazzoni, che a volte allagano edifici e danneggiano proprietà e infrastrutture nel giro di pochi minuti” mentre “le zone costiere saranno a rischio di mareggiate più frequenti, con conseguenti allagamenti anche di edifici o terreni agricoli”. L’Aea attira l’attenzione anche sul fatto che la velocità del vento sta raggiungendo livelli mai visti prima in Europa, provocando incidenti e gravi danni e in altre parti si stanno verificando forti ondate di freddo.
Per dare qualche cifra, negli ultimi quattro decenni, le condizioni meteorologiche estreme sono state responsabili di mezzo trilione di euro di perdite economiche e di vittime umane comprese tra le 85 mila e le 145 mila. In più, “le sole ondate di caldo hanno causato decine di migliaia di morti premature in Europa dal 2000” e “si prevede che la loro durata, frequenza e intensità aumenteranno, portando a un aumento sostanziale della mortalità, soprattutto tra le popolazioni vulnerabili, a meno che non vengano adottate misure di adattamento”. Ad esempio, a giugno, le devastanti inondazioni che hanno colpito la Germania hanno causato diverse vittime e ingenti danni economici. Inoltre, anche se si prevede che la mortalità correlata al freddo diminuirà grazie alle migliori condizioni sociali, economiche e abitative in molti Paesi europei, va detto che “esistono prove inconcludenti sul fatto che il riscaldamento previsto porterà o meno a un’ulteriore sostanziale diminuzione della mortalità legata al freddo”.
Allo stesso tempo, però, le regioni in Europa sperimenteranno diversi cambiamenti nei modelli di condizioni meteorologiche estreme. Ad esempio, “nell’Europa settentrionale è probabile che le precipitazioni annuali e le forti precipitazioni aumentino, mentre i periodi di siccità diventeranno meno frequenti. È probabile che l’Europa centrale sperimenterà precipitazioni estive inferiori, ma anche condizioni meteorologiche estreme più severe – forti precipitazioni, inondazioni dei fiumi, siccità e pericolo di incendi – con cambiamenti contrastanti nelle precipitazioni annuali e nell’aridità. Nell’Europa meridionale, si prevede che le precipitazioni annuali e quelle estive diminuiranno, mentre è probabile che aumenteranno l’aridità, la siccità e il rischio di incendi”.
Secondo l’Agenzia, questi eventi sono un promemoria del clima mutevole e instabile a cui l’Europa deve adattarsi e prepararsi, adottando misure per ridurre drasticamente le emissioni di carbonio al fine di rallentare e limitare il cambiamento climatico. E proprio per quanto riguarda la preparazione, infine, l’Aea ricorda che la strategia di adattamento dell’Ue mira a garantire che l’Europa sia meglio preparata a gestire i rischi e ad adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici. “Colmare il divario nella protezione del clima aumentando la copertura assicurativa può essere uno strumento cruciale per migliorare la ripresa, ridurre la vulnerabilità e promuovere la resilienza. Anche gli Stati membri dell’Ue stanno rispondendo con politiche nazionali di adattamento, comprese le valutazioni del rischio climatico a livello nazionale, regionale e settoriale”, illustra l’Agenzia. Sono poi in corso attività di preparazione anche a livello dell’Ue per aiutare gli Stati membri a prepararsi agli eventi meteorologici estremi e “i sistemi di allarme rapido sono parti essenziali di queste attività”. Mentre “il pool europeo di protezione civile contribuisce a far avanzare la cooperazione europea in materia di sistemi di allarme per una risposta più rapida, ben coordinata ed efficace”, precisa l’Aea.