Santoriello (Cnpr): Detrazione Irpef per immobili residenziali di classe energetica A o B

Nonostante la misura non stata prorogata nel nuovo anno 2024, i contribuenti possono ancora fruire per il periodo d’imposta 2023 della detrazione IRPEF relativa al 50% dell’Iva assolta per l’acquisto di immobili residenziali di classe energetica A o B ceduti dalle imprese costruttrici.

“Il beneficio consiste nella possibilità di fruire di una detrazione IRPEF per l’acquisto di unità immobiliari di tipo abitativo e di pertinenze – sostiene Rosa Santoriello, consigliera d’amministrazione della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili – a condizione che tali acquisti avvengano contestualmente a quelle delle unità abitative e che l’atto dia evidenza della sussistenza del vincolo pertinenziale”.

La detrazione è pari al 50% dell’Iva applicata sul corrispettivo per l’acquisto senza alcun limite massimo e deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo.

Inoltre, spetta a condizione che la cessione dei predetti immobili sia stata effettuata da organismi di investimento collettivo di risparmio.

“Va compilato il rigo RP59 del Modello Redditi 2024 Persone Fisiche – prosegue Santoriello – indicando nella colonna 1 il numero della rata e nelle colonne 2 e 3, rispettivamente l’importo dell’Iva pagata all’impresa venditrice dell’immobile e l’importo di ciascuna rata. Il calcolo della detrazione al 50% sarà riportato nel rigo RP60″.

Se il pagamento dell’IVA non risulta completo entro il 31 dicembre 2023, il beneficio fiscale residuo sarà perso se il saldo verrà corrisposto nel 2024, poiché la detrazione non è stata prorogata per l’anno 2024.

Tags:
,

Enel, conti 2023 solidi: utile 6,5 mld (+20,7%). Cattaneo: “Centrati tutti i target”

Enel chiude il 2023 raggiungendo tutti i target che si era posto il nuovo management. I risultati, diffusi dopo la chiusura delle Borse, sono importanti: l’Ebitda, il margine operativo lordo ordinario, fa registrare quasi 22 miliardi di euro, dunque un incremento dell’11,6% rispetto all’anno precedente. Soprattutto per i numeri della gestione operativa dei business integrati, come Generazione Termoelettrica e Trading, Enel Green Power e Mercati Finali, che realizzano 2,6 miliardi. Anche l’utile netto del Gruppo supera i 6,5 miliardi, facendo salire la percentuale addirittura del 20,7%.

Da record, poi, i dati sulla generazione dei flussi di cassa, con Ffo, acronimo di Funds From Operations, di circa 14,8 miliardi di euro, dunque incrementato di 5,7 miliardi rispetto al 2022 (+63%): “Risulta essere 3 miliardi di euro superiore al valore massimo raggiunto storicamente dal Gruppo“. Dunque, l’azione messa in campo sta dando i frutti sperati, come sottolinea il ceo di Enel, Flavio Cattaneo: “Abbiamo raggiunto tutti i target relativi al 2023 che avevamo già rivisto al rialzo lo scorso novembre“. Aggiungendo che “questi solidi risultati sono una chiara testimonianza dell’efficacia delle azioni messe in campo da parte del nuovo management nel corso del 2023, in linea con le nostre priorità strategiche di ottimizzazione del profilo rischio/rendimento, efficienza ed efficacia nonché sostenibilità, sia finanziaria che ambientale”.

Cattaneo, poi, ribadisce “l’impegno verso il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi fissati in occasione della presentazione del Piano Strategico 2024-2026. In particolare, in linea con quanto annunciato lo scorso novembre, ci aspettiamo ragionevolmente che la remunerazione degli azionisti per il 2024 possa crescere ulteriormente“. Anche i numeri dell’indebitamento netto sono molto positivi: 60,1 miliardi, con un calo dello 0,8% rispetto ai 60,6 miliardi del 2022. Un valore che “tiene conto anche delle operazioni di cessione di asset finalizzate successivamente al 31 dicembre 2023 nonché di quelle già annunciate e non ancora finalizzate, i cui effetti finanziari si produrranno solo a valle del completamento dei consueti processi autorizzativi da parte delle Autorità competenti”.

Cresce anche il dividendo complessivo proposto per gli azionisti nel 2023, che è pari a 0,43 euro per azione (di cui 0,215 euro per azione già corrisposti quale acconto a gennaio 2024): lo 7,5% in più a confronto con gli 0,40 euro per azione dell’anno precedente. I ricavi, invece, sono 95,5 miliardi (-32%) e l’Ebit (il risultato operativo) 10,8 miliardi (-3,2%).

La crescita, comunque, rimane robusta rispettando i target di sostenibilità. L’energia netta prodotta è 207,3 TWh1 (-9%), ma le rinnovabili sono in aumento a 14,5 TWh rispetto al 2022. Nel dettaglio: +9,2 TWh da fonte idroelettrica, +2,1 TWh da eolica, +3,3 TWh da solare e -0,1 TWh da geotermica. Si riducono anche le produzioni da impianti a ciclo combinato (-17,8 TWh), carbone (-9 Twh), Oil&Gas (-6,6 Twh) e da nucleare (-1,6 TWh). L’energia elettrica trasportata sulle reti di distribuzione Enel nel 2023 è 489,2 Twh (214,1 TWh in Italia e 275,1 TWh all’estero). Infine, la potenza efficiente installata netta totale del Gruppo a fine 2023 è 81,4 GW, in diminuzione di 3,2 GW rispetto al 2022.

Rinnovabili, record allacci di produttori e prosumer: nel 2023 sono 540mila

L’Italia sta vivendo un’incredibile crescita nei collegamenti di impianti rinnovabili alle reti di energia elettrica. La media è di mille connessioni al giorno nel 2023. Protagonista è Enel Grids, che ha attivato oltre mezzo milione di nuove connessioni in tutto il mondo, con 540mila allacci di produttori e prosumer (consumatore e produttore allo stesso tempo) su scala globale. I numeri sono importanti, perché ogni mese Enel Grids mette in funzione una media di 45mila connessioni di produttori e prosumer alle reti di distribuzione globali. In Italia, ha collegato finora circa 39 Gigawatt di capacità di energia rinnovabile, arrivando a un numero totale di circa 1,5 milioni di connessioni di produttori e prosumer. Risultati record, garantiti non solo dai progetti industriali, ma anche da iniziative locali promosse dai clienti Enel Grids, che contribuiscono in modo significativo a ridurre l’uso di combustibili fossili e a produrre energia verde.

La crescente cultura dell’indipendenza energetica, dunque, stia cambiando il ruolo delle reti di distribuzione elettriche, che diventano sempre più cruciali per la transizione energetica. Nel complesso i risultati straordinari raggiunti fino ad oggi sono stati resi possibili anche grazie all’aumento della capacità di hosting del sistema, ovvero la capacità del sistema di accogliere ulteriore generazione rinnovabile aumentando la numerosità degli impianti e quindi la potenza installata, oltre alla digitalizzazione avanzata delle reti di distribuzione. Un nuovo trend guidato dal nostro Paese: infatti, dei 7,9 GW connessi da Enel nel 2023, ben 4,7 GW sono stati realizzati in Italia.

Energia, Mase al lavoro: Testo Unico Rinnovabili, Pniec, Dl grandi impianti sul tavolo

Il Mase lavora per chiudere l’aggiornamento del Piano nazionale integrato per l’energia ed il clima entro giugno. Ma non solo: a breve sarà avviata una consultazione pubblica sulla revisione del Conto termico per le tecnologie a bioenergie. Arriverà poi il decreto per gli incentivi per grandi impianti di produzione di energia termica rinnovabile e la riforma delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici.

Gilberto Pichetto fa il punto a 360 gradi sulla situazione energetica del Paese nel seguito dell’audizione di fronte alla commissione Attività produttive della Camera. Conferma, in tema di fonti rinnovabili, la forte attenzione per lo sviluppo dell’eolico offshore. “Nel Pniec 2030 tra gli obiettivi per la decarbonizzazione per assicurare la transizione energetica ha grande rilevanza l’obiettivo di un maggiore sfruttamento delle potenzialità dell’eolico off-shore, che prevede al 2030 lo sviluppo di progetti per 2,1 Giga, con un notevole aumento del target rispetto al PNIEC 2019“, fa sapere. Quanto alle autorizzazioni, la competenza spetta al Mase, di concerto con il Ministero delle infrastrutture e sentito, per gli aspetti legati all’attività di pesca marittima, il Ministero della sovranità alimentare, a seguito del procedimento unico, comprensivo del rilascio della concessione d’uso del demanio marittimo e previa acquisizione valutazione di impatto ambientale positiva. “Sotto tale punto di vista viene e sarà garantita l’uniformità di regolamentazione e di procedure”, assicura il ministro.

A breve, arriverà, previsto tra le misure del Repower Ue, il Testo unico che raccoglierà, accorperà e consoliderà tutte le norme che regolano l’impiego delle fonti di energia rinnovabile. “L’atto legislativo dovrà stabilire anche i principi per la razionalizzazione e l’armonizzazione delle procedure di autorizzazione per le fonti energetiche rinnovabili a livello subnazionale“, fa sapere Pichetto. In fase finale di negoziazione con la Commissione Ue lo schema di decreto Fer 2, che prevede contingenti dedicati ad impianti geotermici tradizionali con innovazioni e geotermici a missioni nulle: “Tale fase, di verifica di compatibilità con la disciplina in materia di aiuti di Stato – ricorda -, è propedeutica all’adozione della misura“.

Sulla capacità di approvvigionamento del gas, al 2030 si prevede l’uso di sette rigassificatori per il gnl. Piombino e Ravenna, nel breve termine, arriveranno poi i due terminali on shore di Porto Empedocle e di Gioia Tauro, che insieme alla capacità dei tre terminali di rigassificazione esistenti, porteranno la capacità attuale più quella prevista al 2030 a 48,8 miliardi di Smc. I consumi di gas nel 2023 sono stati di circa 61,1miliardi di metri cubi (in calo del 15% rispetto al 2022 – dati Snam). Di questi, l’importazione di Gnl ha coperto il 26% (16,3 miliardi di metti cubi), con una crescita del 15% (2,1 miliardi di metri cubi) rispetto all’anno precedente. Conseguentemente, l’importazione via tubo è diminuita del 23% (-13 miliardi di metri cubi). Infine, le esportazioni sono ancora a valori molto contenuti, pari a 2,6 miliardi di metri cubi, e la produzione nazionale è pari a 2,8 miliardi di metri cubi (in calo del 10%). Nel 2023 si è registrato un solo carico di provenienza russa che rappresenta lo 0,6% delle importazioni di Gnl in Italia. I Paesi di provenienza del gas sono stati Usa, Egitto, Nigeria, Mozambico, la Guinea Equatoriale, il Belgio, il Qatar. Sul superamento della tutela per le bollette energetiche, iniziano le campagne informative. Nell’arco delle prossime tre settimane verranno messi in onda i primi quattro spot da 30 secondi ciascuno sulla tv generalista. “A questi – rende noto Pichetto – seguirà una campagna ad hoc sulla carta stampata e sui social oltre ad altre iniziative in modo da raggiungere tutta la platea interessata, anche con la collaborazione delle associazioni dei consumatori“.

Il Piano Mattei muove i primi passi dal Cairo

I primi atti ufficiali del Piano Mattei partono dall’Egitto. Giorgia Meloni domenica scorsa è volata al Cairo con la presidentessa della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il presidente della Repubblica di Cipro, Nikos Christodoulidis, e i primi ministri di Belgio, Alexander De Croo, Grecia, Kyriakos Mitsotakis, e Austria, Karl Nehammer, con l’obiettivo (europeo) di rafforzare il partenariato strategico Ue-Egitto. Ma anche per raggiungere altri obiettivi, stavolta però solo italiani.

Con il presidente egiziano al-Sisi, la premier parla di produzione agricola e sicurezza alimentare, concordando sulla necessità di stabilire un partenariato strategico tra i due Paesi per la realizzazione di “grandi progetti agricoli e di bonifica“: una ‘model farm‘ viene definita da Palazzo Chigi, che consenta anche di trasferire le più innovative tecnologie italiane nel settore per contribuire alla sicurezza alimentare. Un primo passo parallelo (e propedeutico) alla firma di una serie di accordi bilaterali che riguardano prettamente il Piano Mattei, con cui il governo vuole trasformare l’Italia nell’hub europeo dell’energia, con progetti di cooperazione in Africa che dovrebbero portare sviluppo e benessere, ponendo anche un freno ai flussi migratori irregolari. I protocolli riguardano diverse materie: dal supporto tecnico ai distretti industriali della pelle, marmo e mobile alla promozione dei diritti e della inclusione sociale delle persone con disabilità, una convenzione finanziaria tra Cdp e il governatore della Banca centrale egiziana per un credito agevolato di 45 milioni di euro alle pmi locali e un’intesa, sempre di Cassa depositi e prestiti, con Afreximbank da 100 milioni per progetti di sviluppo sostenibile nel campo della sicurezza alimentare per le piccole e medie imprese africane.

Sace, invece, ha sottoscritto due memorandum, con Orascom Contruction e Bank of Alexandria, per il supporto finanziario alla filiera italiana nei progetti di sviluppo infrastrutturale in Egitto e l’interscambio commerciale. Simest e National Service Project Organisation, poi, realizzazeranno un investimento nel settore minerario, delle sabbie silicee. Mer Mec e il presidente dell’Autorità Ferroviaria egiziana collaboreranno per la fornitura di un treno di misura per il monitoraggio delle linee convenzionali delle Ferrovie egiziane per il valore di circa 7 milioni di euro e la realizzazione di un progetto di segnalamento per un valore di circa 100 milioni. E ancora Arsenale Spa fornirà all’Autorità Ferroviaria egiziana un treno turistico. Infine, il memorandum d’intesa tra il direttore della Scuola Italiana di Ospitalità e il presidente del partner egiziano Pickalbatros Group servirà ad attivare un programma di formazione professionale nel campo dell’ospitalità e turismo, con l’obiettivo ulteriore di aprire una scuola di formazione nel servizio di gestione alberghiera e del turismo a Hurgada, nel Mar Rosso.

Per rafforzare i rapporti tra i due Paesi, la visita al Cairo è stata anche l’occasione per inaugurare gli uffici del ‘Sistema Italia’, che comprende l’Ambasciata d’Italia, le sedi di Ita/Ice, Cassa depositi e prestiti, Sace e Simest. Per la buona riuscita del Piano Mattei, infatti, servirà il massimo livello di relazioni con tutti i Paesi partner della sponda sud del Mediterraneo.

La ‘questione energetica‘, però, resta nella lista delle priorità a tutte le latitudini. Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, infatti, oggi, 19 marzo, parteciperà al Berlin Energy Transition Dialogue, nella capitale tedesca. L’edizione 2024 ha numeri davvero importanti: 2mila partecipanti da più di 90 paesi, circa 50 ministri degli Esteri e dell’Energia e segretari di Stato, oltre ai 100 relatori di alto livello. Il titolo del vertice è ‘Accelerating the Global Energy Transition‘, ovvero ‘accelerare la transizione energetica globale‘, perché l’obiettivo è concordare misure specifiche attraverso le quali gli Stati si prefiggono di raggiungere gli obiettivi climatici concordati a livello internazionale. Si discuterà di phase out dal carbone, ma anche di riduzione delle emissioni in settori chiave come mobilità, infrastrutture, edilizia e industria.

A Berlino, inoltre, Pichetto firmerà con il vice cancelliere e ministro dell’Economia e della Protezione climatica tedesco, Robert Habeck, un accordo intergovernativo bilaterale di solidarietà in materia di gas. Che sarà il tema anche di un addendum trilaterale che coinvolgerà anche la Svizzera, oltre ovviamente a Italia e Germania.

Fondirigenti e Piemonte Innova presentano il Modello ‘Digitale e Competenze per la Transizione Energetica’

Le imprese, di qualunque dimensione e settore, sono chiamate a giocare un ruolo cruciale nella transizione verso un futuro energetico sostenibile: è questo il messaggio chiave che emerge dal progetto DC4ET ‘Digitale e Competenze per la Transizione Energetica’ l’iniziativa strategica di Fondirigenti che ha affrontato il tema della doppia transizione – digitale e sostenibile – dal punto di vista delle aziende e dei loro dirigenti.

Quello della transizione energetica è, infatti, un tema di grande attualità e di importanza strategica per le imprese, come dimostra la recente approvazione del decreto attuativo del Piano Transizione 5.0 relativo agli incentivi per gli investimenti in tecnologie digitali e verdi.

Per questo, Fondirigenti ha deciso di affidare uno specifico progetto di approfondimento a Fondazione Piemonte Innova che, in collaborazione con Federmanager Torino, Unione Industriali Torino, Environment Park e Fondazione Links, ha coinvolto 20 imprese piemontesi nella sperimentazione. I manager e dirigenti nell’arco di otto mesi hanno partecipato a focus group e tavoli di lavoro, per confrontarsi su criticità, aggiornarsi su elementi normativi, condividere buone pratiche, ragionare su strumenti concreti e tecnologie digitali utili alla transizione.

Il risultato è stato un vero e proprio percorso, fatto di indicazioni strategiche e strumenti concreti, per fare in modo che le imprese, in particolare le medio e piccole, possano integrare in azienda pratiche più sostenibili, imparando a gestire con maggior efficacia il rischio legato alle oscillazioni dei mercati; ma anche, introdurre tecnologie innovative che consentono importanti risparmi energetici, per monitorare meglio i consumi e ottimizzarli; o, ancora, per facilitare la partecipazione delle aziende alle Comunità Energetiche Rinnovabili o addirittura per costituirle.

Tuttavia, il modello non si limita a questo aspetto: delineando i passi necessari che le imprese devono intraprendere nel medio periodo per giungere al proprio posizionamento energetico ottimale, mette in luce il ruolo essenziale delle competenze e delle figure professionali coinvolte o richieste per compiere con successo ogni passo. Un elemento fondamentale per affrontare questa sfida in modo efficace è, infatti, il capitale umano e la creazione di una cultura aziendale improntata alla gestione energetica sostenibile.

I risultati del progetto DC4ET sono stati presentati in anteprima a Torino, giovedì 14 marzo alle ore 16.00, presso il Centro Congressi dell’Unione Industriali. Tutte le imprese interessate possono visionare il modello ‘Digitale e Competenze per la Transizione Energetica’ sul sito di Fondazione Piemonte Innova piemonteinnova.it/portfolio-articoli/dc4et

Il mondo economico e produttivo sta attraversando profonde trasformazioni in chiave digitale e sostenibile, che richiedono al management un deciso cambiamento nel modo di lavorare. Per questo con Fondirigenti abbiamo da tempo posto al centro della nostra azione la crescita delle competenze su questi temi – spiega il direttore generale Massimo Sabatini -. Con questa iniziativa intendiamo supportare le imprese e i dirigenti, in particolare nelle PMI, verso una maggiore consapevolezza sugli aspetti che caratterizzano la transizione energetica e ambientale, contribuendo ad individuare e, potenzialmente, a trasferire le skills necessarie ad affrontare questa sfida, tenendo conto delle crescenti difficoltà nel reperire sul mercato profili manageriali adeguati. Abbiamo presentato un vero e proprio modello di intervento, che, come sempre, viene messo a disposizione delle imprese su tutto il territorio nazionale”.

Sostenibilità sarà sempre di più sinonimo di competitività – ha dichiarato Laura Morgagni, CEO di Fondazione Piemonte Innova -. La transizione verso un futuro energetico sostenibile richiede un approccio olistico che vada oltre l’implementazione di tecnologie verdi. La creazione di una cultura aziendale improntata alla gestione sostenibile, supportata da una formazione continua e competenze specializzate, diventa fondamentale per affrontare le sfide e cogliere le opportunità future. Altrettanto cruciale sarà per le imprese saper attivare in modo creativo e flessibile competenze provenienti da diversi settori e collaborazioni con altre imprese. Saper conoscere e attivare i cosiddetti “ecosistemi di innovazione”, di cui Fondazione Piemonte Innova è un esempio, è una vera e propria “meta-competenza”, che potrà fare la differenza per le imprese tra il restare o uscire dal mercato, in un contesto in cui esse saranno scelte dai clienti anche in base agli impatti generati in termini di sostenibilità ambientale e di transizione energetica”.

rinnovabili

INFOGRAFICA INTERATTIVA Energia, il 75,2% prodotto in Italia arriva da fonti rinnovabili

Nell’infografica INTERATTIVA di GEA, su dati 2022 di Eurostat, è messa a confronto la produzione di energia in Ue e in Italia. Mentre nell’Unione europea quella derivante da fonti rinnovabili si ferma al 43,2% del totale, in Italia arriva al 75,2%.

Siti energetici russi sotto attacco dei droni. Putin accusa l’Ucraina: “Vogliono minare le elezioni”

I siti energetici russi sono sotto attacco per il secondo giorno consecutivo. L’ultimo, in ordine di tempo, ha preso di mira una raffineria di petrolio nella zona di Ryazan, che si trova a circa 200 chilometri a sud-est di Mosca, uno dei maggiori produttori di carburante per la Russia centrale e controllata dal gigante petrolifero Rosneft. L’attacco è stato portato ancora una volta con un drone, che ha provocato feriti e un incendio, riferisce France Presse citando le dichiarazioni del governatore della regione, Pavel Malkov.

Ma sono decine i droni che hanno puntato su siti strategici anche in altre zone della Russia, come Belgorod, Bryansk, Kursk e Voronezh. La caratteristica che hanno in comune è di trovarsi geograficamente al confine con l’Ucraina. Negli attacchi, comunque, non ci sono notizie di ferimenti, stando a quanto riportano le varie autorità regionali.

Un altro drone è stato abbattuto, invece, mentre si avvicinava a una raffineria di petrolio nella regione di Leningrado, vicino a San Pietroburgo (nord-ovest)

I raid erano iniziati già martedì 12 marzo, puntando come obiettivo sempre una raffineria di petrolio, ma nella zona industriale di Kstovo (regione di Nizhny Novgorod), a 800 chilometri dal confine ucraino. Così come sempre ieri un incendio è scoppiato in un impianto di carburante nella regione di Orel. Le autorità regionali riferiscono che più di trenta droni sono stati abbattuti nella regione di Voronezh, mentre l’attacco ha causato danni non rilevanti alle infrastrutture. Il computo sale sommando gli 8 droni abbattuti nella regione di Bryansk, quattro nella regione di Kursk, sei nella regione di Belgorod, dove però i danni alle linee elettriche hanno causato diverse interruzioni di corrente.

Il presidente Russo, Vladimir Putin, punta il dito contro l’Ucraina. “Non ho dubbi che l’obiettivo principale, se non riusciranno a minare le elezioni presidenziali in Russia, è almeno quello di cercare di impedire ai cittadini di esprimere la loro volontà in qualsiasi modo”.

Renato Mazzoncini

A2A punta sul green: investimento da 22 mld al 2035 per transizione energetica ed economia circolare

Nei prossimi 12 anni A2A investirà 22 miliardi di euro per la transizione green e, in particolare, 6 miliardi saranno destinati all’economia circolare e 16 alla transizione energetica. Il piano, che “si conferma il cardine della strategia del gruppo”, è focalizzato su infrastrutture, persone e imprese, decarbonizzazione e sviluppo future-fit. Oltre il 70% degli investimenti previsti entro il 2030 è autorizzato o già in corso di realizzazione. Lo comunica A2A nella nota in cui annuncia l’approvazione del Piano Strategico 2024-2035 che rilancia e estende gli obiettivi di crescita industriale del gruppo nel lungo periodo.

Il 2035, spiega l’amministratore delegato, Renato Mazzoncini, rappresenta “un anno chiave in Europa per la transizione ecologica” e per questo il gruppo ha aumentato gli investimenti a 22 miliardi, di cui il 44% destinati a business con bassa volatilità, “per infrastrutture dedicate all’economia circolare e alla transizione energetica che si confermano i pilastri della nostra strategia”. L’obiettivo, aggiunge, “è continuare a contribuire al processo di decarbonizzazione del Paese attraverso investimenti concreti per sostenere l’elettrificazione dei consumi, lo sviluppo delle rinnovabili, la chiusura del ciclo dei rifiuti e migliorare l’efficienza del ciclo idrico”.

In particolare, A2A punta al potenziamento e alla realizzazione di nuove infrastrutture per i rifiuti urbani e industriali, arrivando a trattarne oltre 7 milioni di tonnellate al 2035 (da 5,5 milioni nel 2023) grazie a circa 4 miliardi di nuovi investimenti. Un’ulteriore linea di sviluppo del nuovo Piano riguarda il trattamento dei rifiuti industriali che, grazie a un nuovo modello commerciale e operativo integrato e digitalizzato, permetterà di incrementare il loro trattamento a 2,4 milioni di tonnellate a fine Piano (da 1,1 milioni di tonnellate nel 2023) grazie a investimenti per circa 1,4 miliardi.

Sul fronte dell’acqua, spiega il gruppo, sono previsti 700 milioni di euro di investimento, che porteranno la Rab e l’Ebitda del comparto rispettivamente a 1 miliardo di euro (da 0,5 miliardi di euro nel 2023) e a oltre 100 milioni di euro al 2035.

L’impegno di A2A per la transizione energetica, spiega il gruppo, si concretizza con 16 miliardi di euro di investimenti per favorire l’elettrificazione dei consumi e lo sviluppo della rete di distribuzione elettrica, delle rinnovabili e dell’energia flessibile. In particolare, si prevede, un’operazione straordinaria da circa 1,2 miliardi di euro per l’acquisizione di gran parte della rete della provincia di Milano e, nel bresciano, della Valtrompia: 17 mila chilometri di rete elettrica, su cui sono dislocati 800 mila Pod e 60 cabine primarie. Questa acquisizione si inserisce nella strategia generale di sviluppo delle reti elettriche che prevede 4 miliardi di euro di Capex in arco piano, che permetterà ad A2A di generare 500 milioni di euro di Ebitda al 2035.

“Il contributo di A2A alla transizione energetica e alla decarbonizzazione del Paese” si concretizza, inoltre, con 4,6 miliardi di euro di Capex dedicati allo sviluppo di un portafoglio Fer da 5,7 GW nel 2035, “in crescita di 3,1 GW rispetto al 2023, grazie al quale saranno prodotti oltre 10 TWh di energia verde al 2035.” A supporto della crescita pianificata, A2A può contare su una pipeline di impianti eolici e solari da oltre 1,8 GW, di cui l’83% composto da progetti sviluppati internamente.

Nell’ottica di accompagnare persone e imprese nel percorso di transizione energetica, A2A intende incrementare la base clienti, “dai 3,5 milioni del 2023 ad oltre 5 milioni nel 2035, con un’offerta sempre più mirata all’elettrificazione dei consumi, anche grazie a VAS3 e PPA4 (B2B e mass market)”. A sostegno della crescita della base clienti A2A “può contare sul successo delle campagne acquisitive passate, su una strategia multicanale, su una consolidata notorietà e sulla soddisfazione dei clienti, elementi che consentiranno di ottenere una quota di mercato in aumento dal 6% del 2023 a oltre il 9% nel 2035”.

Il Piano Strategico 2024-2035 di A2A prevede un Ebitda ordinario in crescita da 1,9 miliardi nel 2023 a 2,2 miliardi nel 2026, a 2,6 miliardi nel 2030 e superiore a 3,2 miliardi nel 2035. Il tasso di crescita Cagr 2023-2026, al netto dell’effetto scenario sul 2023, risulta pari al 9%, mentre il corrispondente valore sul periodo 2023-2035 è pari al 6%. L’utile netto ordinario mostra un trend di crescita “coerente con l’andamento della marginalità operativa, da 0,6 miliardi di euro nel 2023 e nel 2026 a 0,7 miliardi nel 2030 e risulta maggiore di 1 miliardo di euro al 2035“. Il tasso di crescita Cagr 2023-2026, al netto dell’effetto scenario sul 2023, risulta pari al 10%, mentre il corrispondente valore sul periodo 2023-2035 è pari al 7%

 

 

Tags:
,

Case green, Santomauro (Cnpr): Costi potrebbero arrivare a 50mila euro a famiglia

L’Ue riaccende i riflettori sulla direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) che ha l’obiettivo di riqualificare milioni di edifici residenziali europei migliorandone l’efficienza energetica attraverso due step: portarli entro il 2030 in classe E ed entro il 2033 in classe D. “L’Italia, secondo l’art.9 della direttiva – spiega Fedele Santomauro, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – ha come obiettivo ridurre del 16% il consumo medio di energia entro il 2030, del 20,22% entro il 2035, per arrivare nel 2050 alle zero emissioni previste per l’intero stock abitativo”. Per raggiungere l’obiettivo sarà necessario intervenire su circa 1,8 milioni di edifici, la maggior parte dei quali, costruiti prima del 1945, concentrate soprattutto nelle classi energetiche F e G. “Anche se è impossibile calcolare precisamente l’importo di ogni singola riqualificazione – conclude Santomauro – secondo i calcoli stimati da Scenari Immobiliari per Il Sole 24Ore, la spesa potrebbe oscillare tra 20 e 55mila euro a famiglia”.