Draghi: “Dipendenza da gas russo è pericolosa. Libia e Algeria partner naturali”

La guerra in Ucraina ha fatto emergere la pericolosità della nostra dipendenza dal gas russo“. Lo ha detto il premier Mario Draghi nel suo intervento di apertura dell’evento ‘Verso Sud’ a Sorrento, organizzato dal Forum Ambrosetti. Il presidente del Consiglio ha ricordato che “tutta l’attività che si sta facendo sul gas è necessaria, ma non avviene a scapito degli obiettivi di transizione ecologica che sono stati concordati con l’Unione europea“. L’Italia, infatti, “si è mossa con la massima celerità per diversificare le forniture di gas e intende continuare a farlo“.

E proprio parlando di energia, Draghi ha sottolineato come i Paesi della sponda sud del Mediterraneo siano “un partner naturale“. Libia e Algeria innanzitutto. “Gli accordi che abbiamo concluso di recente con l’Algeria – ha aggiunto – offrono un modello da seguire. Vogliamo accompagnare la transizione energetica nell’intera regione e contribuire, insieme alle autorità locali, a creare nuova occupazione e opportunità di crescita“. Il premie ha poi ricordato come sia fondamentale, “lavorare per la stabilizzazione politica della regione mediterranea“, compresa la Libia, “un Paese dalle enormi potenzialità“.

Il governo tiene sul decreto Energia. Informativa di Draghi alle camere il 19 maggio

La maggioranza tiene sul decreto Energia, ma non era affatto scontato, viste le turbolenze degli ultimi giorni. Non per il contenuto del provvedimento, condiviso ampiamente dalle forze politiche, anche perché contiene il primo pacchetto di aiuti per le famiglie e le imprese contro l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, quanto per le tensioni che avrebbero potuto portare a numeri al di sotto della soglia di pericolo. Come segnale per evidenziare che i problemi esistono e vanno affrontati, un déjà-vu della politica. Invece sul maxiemendamento interamente sostitutivo del testo i sì sono 178, a dispetto dei 31 contrari e di un solo astenuto. Una linea di profonda tranquillità per l’esecutivo, con tanto di dichiarazioni trionfalistiche dei vari esponenti dei partiti. Rimasti compatti anche nel sorpassare i rilievi mossi dalla Ragioneria di Stato, che chiedeva lo stralcio di ben 4 emendamenti e la riformulazione di altri 6 per una potenziale mancanza di coperture. Tutto è filato liscio, però. Grazie soprattutto al parere della commissione Bilancio di Palazzo Madama, che ha permesso (con delle modifiche al testo) di non veder svanire misure come l’estensione del periodo di preammortamento per i finanziamenti garantiti dal Fondo pmi per le operazioni sotto e sopra la soglia dei 30mila euro.

Un buon segnale per Mario Draghi, tornato dagli Usa dopo la missione a Washington nella quale ha avuto un importante faccia a faccia con il presidente americano, Joe Biden. Un confronto che ha lasciato un messaggio di forte unità di intenti dei leader europei nella strategia da adottare con la Russia per arrivare a un percorso di pace dopo l’invasione dell’Ucraina. La guerra ha acuito diversi problemi, facendo balzare i tassi di inflazione in conseguenza dell’aumento generalizzato del prezzo dei prodotti energivori, del petrolio e delle materie prime. L’Italia, come gli altri partner Ue, si è mossa subito per mitigare gli effetti dei rincari con provvedimenti ad hoc – proprio come il decreto Energia – ma la soluzione deve essere strutturale. Innanzitutto, con la strategia messa in campo per la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, anche se tutto questo potrebbe non bastare se non si arrivasse a un’intesa per introdurre un tetto al prezzo del gas: l’Europa ne discute da giorni, ma ancora non c’è una decisione. Draghi ha registrato la condivisione del problema anche da parte di Biden, anche se gli Usa sono più interessati a un price cap sul petrolio.

Sarà una partita a scacchi da giocare con player forti sul terreno geopolitico Ue e globale. Ecco perché il premier deve spegnere le tensioni interne, che rischierebbero di limitarne l’azione nei consessi internazionali. Draghi sarà alle Camere la prossima settimana, per parlare del piano italiano di aiuti all’Ucraina. Inizialmente sarebbe dovuto essere solo al Senato, giovedì prossimo, per il question time, ma alla fine ha dovuto accettare di tenere due informative: la prima, alle 9 di giovedì 19 maggio nell’aula di Palazzo Madama, mentre la seconda sarà a Montecitorio, alle 11.30. Sarà l’occasione per provare a ricucire con una parte della sua maggioranza. Sperando, poi, che alcuni leader della maggioranza ascoltino le voci dei loro parlamentari.

Draghi da Biden alla Casa Bianca: focus su energia e sicurezza alimentare

Italia e Stati Uniti rafforzano la partnership. Per aiutare l’Ucraina a difendersi dall’invasione russa, ma non solo. La visita del presidente del Consiglio, Mario Draghi, a Washington servirà a dare nuova linfa alle relazioni anche su temi di scottante attualità, come l’approvvigionamento energetico, la lotta ai cambiamenti climatici e soprattutto le sanzioni europee a Mosca, che nel sesto pacchetto dovranno riguardare petrolio e gas. Il premier spiegherà allo storico alleato quali sono i progressi nella strategia che i ministri della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, degli Esteri, Luigi Di Maio, e la principale azienda italiana energivora, Eni, stanno portando avanti per sganciarsi dalle forniture russe entro il 2024. Prima è praticamente impossibile, come spiegato più volte dallo stesso responsabile del Mite. Appena arrivato alla Casa Bianca, nello Studio Ovale, incontrando il presidente Usa Joe Biden Draghi ha subito messo in chiaro i temi al centro dell’incontro: “Energia e sicurezza alimentare”. E ha sottolineato l’unione fra i due Paesi nel “condannare l’invasione dell’Ucraina imponendo sanzioni alla Russia e aiutando l’Ucraina come il presidente Zelensky ci sta chiedendo di fare”.

In ballo, però, ci sono anche i progetti sui gasdotti che dovranno trasportare gas dall’America all’Europa, per distribuire i rifornimenti nelle pipeline dei Paesi del Vecchio continente. Draghi è sicuramente un interlocutore molto apprezzato alla Casa Bianca, non a caso Biden, a poche ore dall’incontro nello Studio Ovale ha twittato: “Questo pomeriggio ospiterò un incontro bilaterale con il primo ministro italiano. Non vedo l’ora di riaffermare l’amicizia e la forte collaborazione tra le nostre due nazioni e di discutere del nostro continuo sostegno all’Ucraina”. Un messaggio chiaro e forte. Il capo del governo illustrerà i nuovi accordi di partnership sottoscritti in Africa con Angola, Congo e Algeria, oltre a quelli in via di definizione con Azerbaijan, Egitto e Qatar. Ma parleranno, con molta probabilità, anche dell’accelerazione imposta sulle energie rinnovabili, settore sul quale la collaborazione tra Italia e Usa potrebbe diventare molto proficua.

Sullo sfondo di questo viaggio diplomatico, restano le turbolenze in Italia. Anche se nel governo c’è chi prova a stemperare gli animi. Quello tra Draghi e Biden “è un incontro molto importante per il nostro Paese, che dimostra la centralità dell’Italia in questa crisi geopolitica, e soprattutto il profilo europeo di Mario Draghi che non è solo il presidente del Consiglio del nostro Paese, ma è un leader molto ascoltato”, dice la ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini. Aggiungendo: “Il premier avrà la possibilità di portare la voce dell’Italia e dell’Europea negli Usa, di confermare e rinsaldare ulteriormente l’Alleanza atlantica e il rapporto di amicizia con gli Stati Uniti. Ovviamente sarà l’occasione per fare il punto rispetto all’obiettivo, che rimane il cessate il fuoco e quello di raggiungere attraverso una tregua la pace tra la Federazione Russa e l’Ucraina”.

Mastica ancora amaro il Movimento 5 Stelle per non aver visto Draghi transitare nelle aule parlamentari, prima di volare a Washington. Il presidente del Consiglio sarà in Senato il 19 maggio, per il premier question time, anche se dalle opposizioni è già partita la richiesta di trasformare il qt in un’informativa, bocciata dalle altre componenti della maggioranza, ad eccezione proprio del partito di Giuseppe Conte, che ha scelto di astenersi sulla richiesta degli ex grillini di Cal, attirandosi i commenti negativi di Iv. Ma non del Pd, dopo l’incontro chiarificatore tra Enrico Letta e lo stesso Conte. Il nodo andrà sciolto al più presto, ma per ora Draghi è concentrato sull’incontro con Biden, che può rappresentare un passo avanti nella strategia per lo sviluppo dell’Italia.

Il premier Mario Draghi e il presidente Usa, Joe Biden

Draghi vola a Washington da Biden. Sul tavolo energia, clima e Ucraina

Una missione tanto attesa eppure contestata da una parte della sua maggioranza. Mario Draghi oggi è a Washington per incontrare il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in una fase delicatissima della strategia geopolitica occidentale, tra le mosse da adottare per contenere Vladimir Putin e la rimodulazione del piano del Vecchio continente. Tra il capo del governo italiano e l’inquilino della Casa bianca c’è una sintonia forte, forse anche più che con gli altri leader Ue.

Ma Draghi dovrà stare attento a non far arrivare messaggi a Roma che possano aumentare le fibrillazioni nella coalizione che sostiene il suo esecutivo, dopo la pericolosa sbandata sul decreto Ucraina, quando un emendamento del cinquestelle Mario Turco, che avrebbe abolito lo spostamento dei 150 milioni dalle bonifiche dell’ex Ilva di Taranto all’attività produttiva delle acciaierie italiane, è stato bocciato (nonostante l’asse M5S-Pd) solo per un pareggio dei voti, 14-14. Un episodio che ha indotto Matteo Salvini a informare il presidente del Consiglio di avere l’appoggio della Lega, ma di essere preoccupato per gli “strappi” di dem e Movimento. Perché le frizioni con i pentastellati sono ormai note: non è un mistero che Giuseppe Conte storca il naso per non aver visto transitare l’ex Bce nelle aule di Montecitorio e Palazzo Madama prima di imbarcarsi verso l’America.

Draghi avrà il primo incontro ufficiale già nel primo pomeriggio statunitense. Sarà l’occasione per riaffermare la storica amicizia, il forte partenariato tra i due Paesi e le eccellenti relazioni bilaterali con una riaffermata solidità del legame transatlantico. Il premier e il presidente Usa parleranno del coordinamento con gli Alleati sulle misure a sostegno del popolo ucraino e di contrasto all’aggressione della Russia. Coordinamento costante e in continuità con i regolari contatti mantenuti anche in ambito Quint.

Ma il conflitto non sarà il solo argomento di cui i due leader – che non si vedono di persona dal G20 di Roma lo scorso ottobre – dovranno discutere, ovviamente. Il faccia a faccia offrirà anche l’occasione per uno scambio di vedute sulle sfide globali di interesse comune, sui preparativi dei Vertici G7 e Nato in programma a giugno e sulla cooperazione in materia di sicurezza energetica, digitale, alimentare e di cambiamento climatico. Anzi, una fetta consistente di tempo dei colloqui sarà riservato alle prossime sanzioni da comminare alla Russia e che dovranno riguardare le forniture di gas e petrolio. L’Italia, così come l’Europa, sta accelerando il piano strategico di diversificazione degli approvvigionamenti energetici per liberarsi definitivamente dalla dipendenza delle forniture russe. E per questo obiettivo il sostegno degli Usa può diventare molto importante.

Il viaggio di Draghi negli Stati Uniti proseguirà mercoledì 11 maggio, quando sarà alla sede del Congresso per un incontro bipartisan con la leadership dell’assemblea e con la speaker, Nancy Pelosi. Infine, in serata l’Atlantic Council conferirà al premier il Distinguished Leadership Award 2022: il sarà consegnato dal segretario americano al Tesoro, Janet Yellen. Dopodiché Draghi tornerà in Italia, sperando che nel frattempo le tensioni si siano ridimensionate.

Roberta METSOLA

Stop al gas russo. Metsola: “Il futuro della terra è dei giovani”

Dopo l’incontro di ieri con il capo dello Stato, Sergio Mattarella, nel corso del quale è stato preso in considerazione il tema dell’indipendenza energetica e la necessità di “raggiungere l’autonomia” per evitare che paesi terzi possano “ricattare l’Ue e dimostrarsi non affidabili”, la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, si è trasferita a Firenze per la dodicesima edizione dello Stato dell’Unione, forum annuale sul futuro dell’Unione europea.

Riprendendo il discorso relativo all’energia, Metsola ha sottolineato che l’Unione Europea deve inevitabilmente cooperare per “liberarsi dalle dipendenze dal Cremlino” perché occorre porre fine alle “importazioni di petrolio” portando “avanti una politica di gas zero dalla Russia”. Inoltre, la presidente del Parlamento Europeo ha annunciato che l’Ue continuerà a “imporre sanzioni e a dare aiuto all’Ucraina” e si impegnerà nella “ricostruzione di Kiev”.

Il futuro non è indecifrabile. Metsola ha fiducia nelle nuove generazioni: “Sono certa che i giovani giocheranno un ruolo fondamentale per gli obiettivi climatici e l’azione per il clima, raccogliendo i frutti di una economia digitale e consumando in maniera diversa da come facciamo oggi”, ha detto. “Tuttavia non possiamo aspettarci che risolvano tutte le crisi che non abbiamo potuto risolvere, hanno bisogno che ci assumiamo le nostre responsabilità oggi”, ha concluso.

eolico

Transizione verde, 9 italiani su 10 sono favorevoli

La guerra in Ucraina rende “ancora più urgente” investire nelle energie rinnovabili. Una necessità avvertita con sempre maggiore necessità per rispondere alla questione della sicurezza energetica dopo il deterioramento dei rapporti col fornitore russo, e soprattutto un modo per liberarsi dalla morsa del caro-prezzi che grava sull’economia delle famiglie. Sono praticamente 9 italiani su 10 a chiedere di procedere verso la transizione verde in campo energetico, come mostra il nuovo sondaggio Eurobarometro.

Condotto su un campione totale di oltre 26 mila cittadini dell’UE nell’ultima settimana di aprile, l’89% dei 1.016 intervistati italiani non ha dubbi che bisogna imprimere un cambio di passo su solare, eolico, fotovoltaico, idrogeno e affini. La stessa percentuale ritiene che sia anche giunto il momento di investire di più in mobilità sostenibile ed efficienza energetica negli edifici. Si chiedono dunque politiche atte a incentivare opere di ristrutturazione che consentano isolamento termico e dispersione di calore.

L’indagine di Eurobarometro tocca anche tutti gli altri punti al centro delle azioni dell’Unione europea in risposta alla crisi energetica scaturita dalla guerra in Ucraina. Gli italiani si mostrano consapevoli del fatto che il gas, nell’immediato, continuerà ad essere comunque una fonte imprescindibile per riscaldamento e alimentazione della cucina. Per questo quasi nove su dieci di loro (88%) auspicano che gli Stati membri dell’UE, Italia inclusa, facciano scorte in vista dell’inverno, e confidano in nuovi fornitori alternativi a Gazprom anche nell’auspicio di accordi commerciali che possano portare a prezzi più vantaggiosi con conseguente riduzione delle bollette, considerate un rischio per il potere di acquisto personale e familiare dall’86% degli intervistati.

In tal senso l’indagine mostra anche una forte aspettativa nell’Unione europea. È il 91% degli italiani che guarda con speranza a Bruxelles per strumenti che possano calmierare il prezzo dell’energia a seguito dei rincari. Tutti questi italiani chiedono che “vengano prese misure a livello europeo” per limitare l’impatto dell’impennata dei costi. Intanto gli italiani cercano di arrangiarsi come possono. Pur di ridurre il costo della propria bolletta, più di un cittadino su due (56%) è disposto a rimettere mano al termostato e ridurre la temperatura interna della propria casa.

QUIRINALE, INCONTRO CON ROBERTA METSOLA E UNA RAPPRESENTANZA DI STUDENTI DELLE SCUOLE AMBASCIATRICI DEL PARLAMENTO EUROPEO

Rinnovabili indispensabili per il futuro della Ue, Mattarella: “Dobbiamo fare di più”

Accelerare sulle rinnovabili per evitare di tornare al carbone e dare attuazione al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, chiede al Paese di “fare di più“, concretizzando in modo “veloce e concreto” i contenuti del Pnrr. L’occasione è stato l’incontro al Quirinale con una rappresentanza degli studenti di scuole secondarie di secondo grado a cui ha partecipato anche la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. “Bisogna intensificare molto lo sviluppo delle fonti alternative di energia“, ha detto Mattarella, ricordando che, ad esempio, “il Portogallo ormai ha oltre il 60% di energia rinnovabile. Dobbiamo fare molto di più. E il programma che si è fatto, anche nel Pnrr, è in questa direzione. L’importante è adesso attuarlo in maniera veloce e concreta“.

Di energia ha parlato anche Roberta Metsola nel corso della sua giornata in Italia, prima a Palazzo Giustiniani con la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, poi a Montecitorio con il presidente della Camera, Roberto Fico, infine con Mattarella. “L’Unione dell’energia non può essere più rimandata”, ha sottolineato Metsola. L’energia sarà il tema centrale del dibattito sul futuro dell’Europa presieduto dalla “presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen e dal presidente francese, Emmanuel Macron”. L’Unione Europea, in questo senso, ha “un’opportunità d’oro”, quella di prendere le decisioni “che non abbiamo assunto sinora”.

Ora più che mai emerge la necessità di condensare quanto fino ad adesso è stato discusso sull’Unione dell’energia, per evitare che Stati terzi possano “ricattarci e dimostrarsi non affidabili” e avere così la possibilità di “raggiungere l’autonomia”. Una scelta che è stata rimandata in passato ma che adesso è improrogabile. Sulla fattibilità di un’Unione dell’energia, la presidente, non ha dubbi: “Se abbiamo imparato una cosa durante la pandemia è che quando c’è la volontà politica di prendere decisioni difficili, l’Ue c’è”.

M5S contro Draghi dopo bocciatura Superbonus

L’eco della stroncatura per il Superbonus 110% fatta a Strasburgo da Mario Draghi, rimbomba forte nei palazzi della politica romana, anche a distanza di oltre 24 ore. Sono soprattutto i Cinquestelle – ça va sans dire – a non aver gradito l’uscita del premier, che parlando per la prima volta alla Plenaria del Parlamento Ue non ha nascosto la sua contrarietà per una misura che, a sua detta, ha più che triplicato i costi per l’efficientamento degli edifici e delle abitazioni. Parole dure, che spiazzano il partito di maggioranza relativa. “Mi meraviglia che difronte all’Europarlamento il presidente Draghi trovi l’esigenza di parlar mal di una misura che sta facendo correre l’economia” e “che ha consentito a lui di andare in Europa e in tutto il mondo, a testa alta, a fregiarsi del 6,6% di Pil“, replica il leader M5S, Giuseppe Conte. “Lo dicono tutti gli economisti: l’incertezza rischia di frenare o rallentare l’economia, qui sul Superbonus si sta bloccando tutto, prima mistificando sulle frodi, poi con il dibattito sulla cessione dei crediti – aggiunge -. Gli operatori quotidianamente ci chiedono come possono programmare se non sappiamo qual è la posizione del governo. Quindi, obiettivamente, tutto questo crea incertezza”.

Si accoda all’analisi anche Stefano Patuanelli, che non solo è il ministro delle Politiche agricole dell’esecutivo presieduto dall’ex Bce, ma è anche il capodelegazione pentastellato. “Dispiace che il presidente del Consiglio del nostro Paese critichi una misura del suo governo in un consesso europeo. Ue che – sottolinea –, quando ci ha comunicato la tranche di pagamento del Pnrr qualche settimana fa, ha citato come prima misura virtuosa la proroga degli strumenti di efficientamento degli edifici“. Per il responsabile del Mipaaf “non si possono dare messaggi sbagliati”, inoltre “anche tecnicamente le cose dette dal premier non sono corrette. E’ un provvedimento che ha fatto ripartire un settore fermo dal 2008“. Lo stupore dei Cinquestelle è doppio, riflettendo sul fatto che solo lunedì scorso il Cdm, nel dl Energia2, con gli aiuti a famiglie e imprese, ha prorogato i termini per le villette unifamiliari.

Non è solo il Movimento 5 Stelle a difendere il Superbonus, però. Forza Italia, infatti, da tempo sostiene la misura e il vice presidente e coordinatore nazionale degli azzurri, Antonio Tajani, pur con toni e parole differenti, replica a Draghi: “E’ uno strumento per fare ripartire l’edilizia, ha ancora effetti positivi. Si tratta di un provvedimento a tempo, è chiaro che deve aver un termine, che può essere fine anno“, ma occorre dare “certezze alle imprese“, dunque “le informazioni contraddittorie rischiano di fare fallire le aziende, con ripercussioni sull’occupazione“.

Ad agitare le acque nella maggioranza c’è anche un altro tema: il termovalorizzatore di Roma. Altro terreno di scontro con il M5S, ma stavolta più all’interno della cosiddetta area progressista. L’obiettivo è soprattutto il Pd, che appoggia il sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, nel progetto. Conte vuole un chiarimento dagli alleati dem e si augura che non venga posta la fiducia sul decreto Energia2 (che contiene la norma che autorizza il commissario per il Giubileo ad accorciare i tempi di realizzazione), lasciando intendere che in quel caso sarebbe difficile votarla per i suoi parlamentari. L’ex ministro dell’Economia, però, non sembra preoccupato: “Un partito che a Roma è all’opposizione si è astenuto (in Consiglio dei ministri, ndr), non mi pare un dramma – sintetizza il concetto Gualtieri -. Il nostro piano è razionale, green e comporta un abbattimento delle emissioni ben superiore di tutte le alternative disponibili“. Dunque, il termovalorizzatore si farà: “E’ il momento che la città recuperi il tempo perduto. Non mi interessano le polemiche, ma dare ascolto ai cittadini e utilizzare le tecnologie green più avanzate. Metteremo Roma all’avanguardia nell’economia circolare“. Con buona pace dei Cinquestelle, che sentono puzza di bruciato: “Dicono spesso che il Movimento voglia far cadere il governo, inizio a pensare che qualcuno voglia spingerci fuori dal governo. Se fosse questa l’intenzione ce lo dicano chiaramente“, rimarca Conte alzando il sopracciglio.

Per usare una metafora meteorologica, sull’esecutivo si addensano nuvole grigie, con possibili rovesciamenti. Se a ‘carattere temporalesco’, però, sarà solo il tempo a dirlo.

Superbonus

MARIO DRAGHI

Draghi: “Tetto al prezzo del gas per togliere risorse economiche a Putin”

Un intervento lungo e toccante, quello del premier Mario Draghi, davanti al parlamento europeo a Strasburgo. Un intervento iniziato con un omaggio a David Sassoli, scomparso a gennaio di quest’anno, e proseguito con una fotografia dell’Unione dopo la pandemia e in piena guerra tra Russia e Ucraina, con tutti i cascami che questa situazione si porta appresso. Draghi ha parlato della necessità di un federalismo pragmatico “che abbracci tutti gli ambiti colpiti dalle trasformazioni in corso: dall’economia, all’energia, alla sicurezza. Se ciò richiede l’inizio di un percorso che porterà alla revisione dei Trattati, lo si abbracci con coraggio e con fiducia”; ha aggiunto che “se dagli eventi tragici di questi anni sapremo trarre la forza di fare un passo avanti; se sapremo immaginare un funzionamento più efficiente delle istituzioni europee che permetta di trovare soluzioni tempestive ai problemi dei cittadini, allora potremo consegnare loro un’Europa in cui potranno riconoscersi con orgoglio”.

CRISI ALIMENTARE

Il presidente del Consiglio si è soffermato a lungo sugli effetti del conflitto ucraino, sostenendo che “dal punto di vista economico, il conflitto ha causato instabilità nel funzionamento delle catene di approvvigionamento globali e volatilità nel prezzo delle materie prime e dell’energia. Le forniture alimentari ucraine sono crollate a causa delle devastazioni della guerra e dei blocchi alle esportazioni imposti dalla Russia nei porti del Mar Nero e del Mar d’Azov. L’Ucraina è il quarto maggiore fornitore estero di cibo nell’Unione Europea, ci invia circa metà delle nostre importazioni di granoturco, e un quarto dei nostri oli vegetali. Russia e Ucraina contano per oltre un quarto delle esportazioni globali di grano. Quasi 50 Paesi del mondo dipendono da loro per più del 30% delle proprie importazioni. C’è un forte rischio che l’aumento dei prezzi, insieme alla minore disponibilità di fertilizzanti, produca crisi alimentari”.

CRISI ENERGETICA

Draghi è stato chirurgico nell’affrontare il tema dell’energia. È partito dai prezzi e ha sviluppato ragionamenti concreti: “Il greggio, che tra dicembre e gennaio oscillava tra i 70 e i 90 dollari al barile, si aggira oggi intorno ai 105 dollari, dopo un picco di 130 dollari a marzo. Il prezzo del gas sul mercato europeo è intorno ai 100 euro per megawattora – circa cinque volte quello di un anno fa. Questi aumenti – che seguono i rincari che si osservavano già prima dell’inizio del conflitto – hanno spinto il tasso d’inflazione su livelli che non si vedevano da decenni”, la sottolineatura di Draghi.

MEDITERRANEO FONDAMENTALE

La politica energetica è un’area in cui i Paesi del Mediterraneo devono giocare un ruolo fondamentale per il futuro dell’Europa. L’Europa ha davanti un profondo riorientamento geopolitico destinato a spostare sempre di più il suo asse strategico verso Sud”, ha raccontato il premier davanti ai parlamentari dell’Unione. “La guerra in Ucraina ha mostrato la profonda vulnerabilità di molti dei nostri Paesi nei confronti di Mosca. L’Italia è uno degli Stati membri più esposti: circa il 40% del gas naturale che importiamo proviene infatti dalla Russia. Una simile dipendenza energetica è imprudente dal punto di vista economico, e pericolosa dal punto di vista geopolitico. L’Italia intende prendere tutte le decisioni necessarie a difendere la propria sicurezza e quella dell’Europa. Abbiamo appoggiato le sanzioni che l’Unione Europea ha deciso di imporre nei confronti della Russia, anche quelle nel settore energetico. Continueremo a farlo con la stessa convinzione in futuro”.

AFRICA E MEDIO ORIENTE

L’Italia si sta muovendo. Draghi ha ribadito a Strasburgo ciò che aveva detto ieri in conferenza stampa dopo il Cdm: “Abbiamo preso importanti provvedimenti di semplificazione per accelerare la produzione di energia rinnovabile, essenziale per rendere la nostra crescita più sostenibile. La riduzione delle importazioni di combustibili fossili dalla Russia rende inevitabile che l’Europa guardi verso il Mediterraneo per soddisfare le sue esigenze. Mi riferisco ai giacimenti di gas, come combustibile di transizione, ma soprattutto alle enormi opportunità offerte dalle rinnovabili in Africa e Medio Oriente. I Paesi del sud Europa, e l’Italia in particolare, sono collocati in modo strategico per raccogliere questa produzione energetica e fare da ponte verso i Paesi del nord. La nostra centralità di domani passa dagli investimenti che sapremo fare oggi”.

TETTO EUROPEO

Draghi ha insistito nulla necessità di mettere “un tetto europeo ai prezzi del gas importato dalla Russia”, precisando che “la nostra proposta consentirebbe di utilizzare il nostro potere negoziale per ridurre i costi esorbitanti che oggi gravano sulle nostre economie. Allo stesso tempo, questa misura consentirebbe di diminuire le somme che ogni giorno inviamo al Presidente Putin, e che inevitabilmente finanziano la sua campagna militare”.

COSTO ELETTRICITÀ

La riflessione di Draghi sull’escalation dei prezzi è stata chirurgica: “Vogliamo rivedere in modo strutturale il meccanismo di formazione del prezzo dell’elettricità, che dipende dal costo di produzione della fonte di energia più costosa, di solito il gas. Anche in tempi normali, la generazione di energia da fonti fossili ha infatti costi di produzione maggiori di quella da fonti rinnovabili. Si tratta di un problema destinato a peggiorare nel tempo. Con l’aumento progressivo della quota di energia rinnovabile nel nostro mix energetico, avremo prezzi sempre meno rappresentativi del costo di generazione dell’intero mercato. In questo periodo di fortissima volatilità sul mercato del gas, la differenza di prezzo è spropositata”.

Draghi

Energia e carburanti, nuovi aiuti: accise tagliate fino a luglio

Il governo vara i nuovi decreti per fronteggiare il rincaro dei prezzi. Con due Consigli dei ministri. Il primo dedicato alla proroga del taglio delle accise sui carburanti, che resterà in vigore fino all’8 luglio, e riguarderà la benzina in 478,40 euro per mille litri, gli oli da gas o gasolio usato come carburante per 367,40 euro per mille litri, gas di petrolio liquefatti (Gpl) usati come carburanti per 182,61 euro per mille chilogrammi. La novità riguarda il metano, le cui imposte saranno a zero euro per metro cubo. Inoltre, l’Iva applicata al gas naturale usato per autotrazione scende al 5%, mentre il garante dei prezzi potrà monitorare su questi nuovi tagli delle accise avvalendosi anche della collaborazione della Guardia di finanza. Misure che trovano il plauso della maggioranza (da Lega a Pd e in un certo modo anche M5S), ma anche delle opposizioni. “Sono state accolte integralmente tutte le nostre richieste“, esulta infatti Fratelli d’Italia. Mentre Assogasmetano, Assopetroli-Assoenergia e Federmetanoaccolgono con favore le misure approvate dal Consiglio dei ministri e revocano lo sciopero indetto per i giorni del 4, 5 e 6 maggio“.

L’altro Consiglio dei ministri, invece, dà il via libera agli aiuti per le filiere produttive e le famiglie colpite dal rincaro dei prezzi, conseguenti all’invasione russa in Ucraina, e le semplificazioni per accelerare sulla diversificazione degli approvvigionamenti energetici. La norma più attesa concede, infatti, la possibilità di nominare commissari i presidenti delle Regioni in cui verranno istallati impianti di rigassificazione, anche galleggianti, dimezzando i tempi di approvazione delle Valutazioni di impatto ambientali. “Non si tratta di strutture permanenti, che durano 30 anni. Ne saranno due: uno all’inizio del 2023 l’altro alla fine del 2023“, chiarisce il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Le autorizzazioni per le opere di impianti dovranno arrivare entro 120 giorni dalle istanze. Buone notizie per le imprese, perché “il contributo straordinario sotto forma di credito d’imposta” a favore delle aziende a forte consumo di gas naturale, per il primo trimestre dell’anno 2022 aumenta al 25%. Il decreto, poi, introduce un bonus nella misura del 28% della spesa sostenuta nel primo trimestre dell’anno 2022 per l’acquisto del gasolio impiegato dalle aziende di autotrasporto. “Il provvedimento approvato oggi vale 14 miliardi, insieme allo scorso siamo a un totale di 30 miliardi già spesi. Il tutto, senza ricorrere a scostamenti di bilancio“, dice il premier, Mario Draghi, in conferenza stampa. “Questo decreto testimonia l’impegno del governo nel sostenere le famiglie, in particolare le più povere, nel sostenere le imprese – sottolinea -. In un clima di grandissima incertezza il governo fa il possibile per poter dare un senso di direzione, di vicinanza a tutti gli italiani. Le azioni di oggi rappresentano bene quella che è la determinazione del governo. In un certo senso, è il senso del governo stesso“.

Le imprese del settore agricolo, forestale e nelle zone rurali, per aumentare la capacità di produzione di energia elettrica rinnovabile, sarà consentito realizzare impianti fotovoltaici sui tetti delle proprie strutture produttive aventi potenza eccedente il consumo medio annuo di energia elettrica, compreso quello familiare, consentendo anche la vendita in rete dell’energia elettrica prodotta. Anche per le Regioni arrivano novità, perché entro il 31 luglio prossimo (e limitatamente al 2022) dovranno aggiornare i prezzari del Codice dei contratti pubblici, che saranno validi fino al 31 dicembre ma potranno essere transitoriamente utilizzati fino al 31 marzo 2023 per i progetti a base di gara la cui approvazione sia già intervenuta. Per le imprese che hanno subito ripercussioni economiche negative dovute alla crisi internazionale in Ucraina, poi, per il 2022 è istituito, nello stato di previsione del ministero dello Sviluppo economico, un Fondo con una dotazione di 200 milioni di euro, con contributi a fondi perduto, per far fronte alle perdite di fatturato derivanti dalla contrazione della domanda, dall’interruzione di contratti e progetti esistenti e dalla crisi nelle catene di approvvigionamento.

Per le famiglie, infine, viene confermato il bonus sociale, per tutto il terzo trimestre dell’anno, con effetti anche retroattivi, per il pagamento delle somme eccedenti bollette elettriche e del gas. In poche parole, chi deve pagare riceverà un aiuto, mentre chi ha già provveduto a saldare l’addebito sarà “oggetto di automatica compensazione da effettuare nelle bollette immediatamente successive“. L’importante sarà l’ottenimento di attestazione Isee che certifichi la difficoltà a ottemperare agli impegni. E aumenta di 200 milioni di euro anche il “finanziamento corrente del Servizio sanitario corrente, per far fronte “ai maggiori costi per gli enti del Ssn determinati dall’aumento dei prezzi delle fonti energetiche“. Ora si attende di capire la reazione dei sindacati, che in mattinata, dopo l’incontro con il premier, Mario Draghi, ha detto chiaro e tondo di ritenere insufficienti gli aiuti di 6-7 miliardi, chiedendo interventi su lavoro, pensioni e, soprattutto, uno scostamento di bilancio.